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Autore: xsecondchoice    18/12/2013    3 recensioni
Cosa faresti se all'improvviso tutto il tuo mondo iniziasse a crollare?
Se la vita ti mettesse davanti ad un scelta?
Ne usciresti fuori a pezzi o intatto?
Questa è la sua storia e questo è UNBROKEN.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22: Il cibo non è tuo nemico, lo sei solo tu.
 

Il leggero vento muove i miei capelli e la luce del sole penetra in ogni poro della mia pelle. Non mi dispiace potermene stare un po’ da sola all’aperto, anche se non so se si può definire “stare sola” con Mary a qualche passo da me.
Ormai è passata una settimana da quando sono entrata qui e Mary continua a starmi accanto tutto il giorno e a sorridere, naturalmente.
Fortunatamente ogni pomeriggio parlo con Phil. Mi fa bene parlare con lui.
Per ora abbiamo discusso solo di me e del mio rapporto con il mio corpo e il cibo, poi mi ha prescritto dei farmaci che mi «aiuteranno a stare meglio». Così ha detto ha detto lui.
Non sono sicura di volerli prendere, ma non so come evitare la cosa visto che Mary mi sta sempre addosso.
Certo, negli ultimi giorni sta iniziando essermi meno antipatica, ma continuo ad odiare quel suo stupido sorriso.
«Demetria, vieni. E’ ora di pranzare», mi dice Mary appoggiandomi una mano sulla spalla.
Ecco. Ci siamo di nuovo, è arrivato il momento più difficile della giornata. Il momento in cui devo fare quella cosa che non riesco a fare.
In tutta la settimana non ho toccato cibo, a parte quello che mi hanno somministrato con la forza via flebo.
Mi siedo al tavolo, al mio fianco c’è una ragazza con dei lunghi capelli neri. Ha delle grandi cicatrici sulle braccia, e appena nota che le sto osservando abbassa le maniche del maglioncino blu che indossa.
I nostri occhi si incrociano per un secondo e nel suo sguardo vedo una luce. Una luce particolare, che non vedo nei miei occhi da un sacco di tempo.
«Bella la tua maglia», le dico accennando un sorriso.
«Emh… grazie», risponde timida continuando a tenere gli occhi sul tavolo.
«Piacere, io sono Demi!» le porgo la mano.
«Piacere io sono Sarah», mi sorride.
Nel frattempo mi mettono davanti al naso un piatto con una bistecca di tacchino e come contorno broccoli.
Sarah, senza esitare affonda la forchetta nella carne, ne taglia un pezzo e lo mette in bocca. Io, invece, osservo immobile il piatto.
Non ce la faccio. E’ più forte di me. Non riesco a non pensare che quella roba mi finirà tutta nei fianchi, nelle braccia, nelle gambe… ovunque!
Ok, Demi pensa a quello che ti ha detto Phil: il cibo non è tuo nemico, lo sei solo tu.
«Come fai a farlo?», chiedo a Sarah con uno sbuffo. Vederla ingozzarsi al mio fianco, mi fa star male. 
«Penso solo al fatto che mangiare non è sbagliato, è sbagliato non farlo. E’ sbagliato prendermela con me stessa se la vita fa schifo, ed è sbagliato ancora di più se questo fa star male le persone a cui voglio bene».
«E come fai a pensarlo? Io non ci riesco. Ci ho provato. Ci ho provato così tante volte, ma è difficile. C’è sempre quella vocina nella mia testa che continua a ripetermi che ogni volta è colpa mia, che sono orribile e che più mangio più divento grassa e più le persone mi allontanano»
«Falla smettere, Demi! Devi farlo. Tu più di tutti. Potresti cambiare il mondo, lo sai?»
«Io? E come?»
«Non ti rendi neanche minimamente conto di quanto sei fortunata, vero? Lo so che per te ora è tutto orribile, anzi, è sempre stato così, ma dovresti capire che non sei sola. Ci sono milioni di persone là fuori che ti amano. Che credono in te, che credono nella tua musica e che vivono sapendo che tu sei un modello per loro. Se solo potessi esserlo davvero, potresti aiutare un sacco di persone come te, come noi».
Resto a bocca aperta ad ascoltare le parole di Sarah e cerco di capire come lei mi vede, come tutto il resto del mondo mi vede.
Senza dire nulla, afferro la forchetta la infilo senza alcun timore nella carne, ne taglio un pezzo e poi la infilo in bocca.
Lentamente mastico il piccolo pezzetto cercando quel sapore che ormai avevo dimenticato.

«Complimenti Demetria. Vedo che oggi hai fatto progressi. Hai mangiato metà piatto. Sono fiera di te!», mi sorride Mary. Questa volta però non lo fa in modo forzato, anzi sembra davvero essere felice. «Visto che sei stata brava hai diritto alla tua sorpresa».
«Sorpresa? Quale sorpresa?»
«C’è qualcuno per te al telefono. E quando hai finito puoi fare una chiamata a chi vuoi»
«Davvero?», sento spuntarmi sulla faccia un sorriso megagalattico.
«Sì, ma naturalmente io dovrò stare ad ascoltare con chi parli».
«Non importa. Chi c’è al telefono?».
Forse è…
Dopo una lunga settimana passata a pensare solo a me stessa e a quanto mi mancassero i miei genitori e mia sorella, ecco che per la prima volta penso a lui.
Forse è Joe. O forse vorrei soltanto che fosse lui.
Mary mi passa la cornetta, io senza alcuna esitazione l’avvicino all’orecchio…
«Demi?»
Una voce femminile strozzata dal pianto. Una voce che non sentivo da molto tempo e che non mi sarei mai e poi mai aspettata di sentire.
   
 
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