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Autore: magiclife    18/12/2013    2 recensioni
Era da poco più di un anno che aveva cominciato una nuova vita e questo lavoro era il segno che poteva vivere normalmente; poteva farcela. Andava tutto bene.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agente Phil Coulson, Altri, Nick Fury, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Dobbiamo parlare di quello che è successo un anno fa, quando te ne sei andata -
Bernadette si sentiva in trappola; faceva ancora male il pensiero dell'episodio di cui parlava Fury.



Bernadette fece per alzarsi, ma Fury la trattenne per un braccio.
- Questo è il momento giusto. Solo adesso ho capito cosa vuol dire perdere qualcuno a cui tieni -
- No! Tu non puoi capire cosa hai provocato quel giorno! -
- Spiegamelo! -
- Hai ucciso delle persone, innocenti! -
- Era per il bene della popolazione -
- No, no! Era per affermare il tuo potere, per far vedere chi comanda - era molto arrabbiata.
- Non sai quante volta ho ripensato a quella missione e mi sono chiesto se avevo fatto la scelta giusta, e ogni volta mi ripetevo che è stato per la Terra -
- E tu non sai quante volte ho sognato l'esplosione! Io non riesco ancora a convivere con questa cosa..-
- Jack Huch era un uomo pericoloso, così come la sua fidanzata. Non riuscivano a controllare i loro poteri -
- Jack e Mary erano due persone normalissime! Certo, all'inizio usavano i loro poteri in modo sbagliato, ma avevamo tutto sottocontrollo. Li stavo proteggendo da criminali interessati solo ai loro poteri. Che bisogno c'era di ucciderli? Con una bomba! -
La ragazza stava piangendo.
- Non era tutto sottocontrollo. I due ragazzi non capivano il nostro lavoro e non si fidavano di noi. Stavano progettando si scappare dalla casa dove li tenevamo sotto osservazione e di uccidere gli agenti in servizio in quel momento. Quando siamo arrivati da Jack e Mary per dirgli che volevamo portarli alla base dello SHIELD, ci hanno attaccati. Non potevamo fare niente oltre alla cosa più estrema che poi abbiamo fatto..-
- C'è sempre un altra via. E poi io e Phill eravamo i responsabili della missione. Perchè non ci hai avvisati del piano dei ragazzi e della tua idea stupida per fermarli?! Certo, tu sei il grande direttore che non ha bisogno di informare nessuno delle sue azioni, vero?! Coulson non l'avrebbe permesso -
Fury non replicò, si limitò a guardare per terra con la testa china cercando di nascondere una smorfia di dolore. Si era sempre preso la colpa di quello che era successo un anno fa davanti a Bernadette; non le aveva mai detto che Coulson sapeva tutto.
Aveva informato l'agente quando aveva scoperto che qualcosa non andava nella collaborazione tra i ragazzi e lo SHIELD. Coulson non era per niente d'accordo con l'idea di Fury e aveva tentato più volte, con tutti i metodi possibili, di dissuaderlo. Finirono anche in un accesa disscussione che terminò con due agenti che scortarono Coulcon fuori dall'ufficio di Fury. Mentre lo portavano via l'agente disse "C'è sempre un altra via!". Dopodichè, l'unica cosa che era permessa e che Coulson potesse fare, era allontanare Bernadette dalla casa in cui c'erano i ragazzi sorvegliati. Infatti, il giorno dell'esplosione doveva esserci Bernadette in casa, ma Coulson ha fatto in modo di cambiarle il turno, perchè sapeva che sarebbe stato il giorno dell'attacco. Era tutto programmato, avevano sentito alcuni discorsi di Jack e Mary e sapevano in che giorno avrebbero attaccato. La portò a bere un caffè. Voleva proteggerla dal male, sia dei ragazzi che dello SHIELD.
Fury non volle mai dire tutta la verità, tenne nascosti tutti questi particolari. La motivazione era molto semplice: Bernadette aveva una fiducia sconfinata per Coulson e se avesse saputo di questo fatto, si sarebbe allontanata anche dall'agente oltre che dall'agenzia di spionaggio. La ragazza era troppo promettente per lasciarsela scappare così; aveva grosse potenzialità come spia. E poi avrebbe avuto conseguenze negative anche su Coulson. Quando avrebbe scoperto che Fury aveva informato Bernadette, si sarebbe allontanato per sempre. Teneva troppo alla ragazza e sarebbe stato malissimo se Bernadette non si fosse più fidata di lui e non gli avrebbe più parlato. Coulson era l'agente più leale che abbia mai avuto allo SHIELD; non poteva perderlo per questa cosa.
Bernadette si era alzata dalla panchina e se ne stava andando, quando Fury parlò.
- Me ne pento da quando te ne sei andata. Abbiamo perso una grande spia -
La ragazza si fermò di colpo. Poi si girò verso il direttore. Sentiva di dover fare questa domanda che l'affliggeva all'unico che poteva rispondere.
- Perchè Coulson è vivo? Cosa è successo veramente? Voglio sapere la verità -
- Te l'ho già spiegato -
Bernadette capì che era inutile indagare facendo domande a Fury, se voleva mantenere un segreto sapeva come fare. Se ne andò, lasciandolo seduto sulla panchina.

Qualche mese dopo
La psicologa salutò l'ultimo paziente di giornata. Dopodichè si affacciò alla finestra. New York si estendeva ai suoi occhi. La città si era ricomposta velocemente dopo l'attacco alieno e la gente era ritornata alla vita normale. Una parte della popolazione era molto grata agli Avengers e li stimavano molto; l'altra parte era ostile a tutta questa faccenda. Però, ormai, i suoi pazienti avevano smesso di parlarne. L'euforia e l'eccitazione erano sparite.
Non aveva più avuto notizie dallo SHIELD e soprattutto da Coulson. Sapeva solo che l'avevano mandato lontano per farlo riposare e rimetterlo in sesto.
Gli unici che si erano fatti sentire erano stati Natasha e Clint, che si stavano godendo il meritato riposo dopo la battaglia. Le avevano mandato delle foto dalla loro vacanza in qualche magnifico posto che la ragazza non conosceva.
Qualcuno bussò alla porta, distogliendola dai suoi pensieri. Andò ad aprire e rimase senza fiato. Davanti a lei c'era Coulson.
- Ciao - disse l'uomo con il suo sorriso più tenero.
Bastò solo questa parola per scatenare in Bernadette sentimenti forti. La ragazza gli si buttò al collo e lo abbracciò forte. Le scesero alcune lacrime sulle guancie, che poi finirono sulle spalle dell'agente. Lui ricambiò la stretta. La sensazione di calore era molto confortante. Cercavano tutte e due di trattenere quel momento il più a lungo possibile. Dopo qualche minuto Bernadette si allontanò e lo guardò in faccia. Aveva qualcosa di strano, qualcosa di diverso. Però non ci pensò più di tanto; le emozioni erano troppe.
- Scusami, mi sono fatta prendere dall'entusiasmo..-
- No..va bene..- di nuovo il suo sorriso.
- Che cosa ci fai qui? -
- Volevo vederti. Mi manchi -
- Oooh...Lo so che lo fai apposta per farmi piangere ancora - si asciugò le lacrime.
Risero tutte e due prima di tornare a guardarsi negli occhi.
- Ho avuto paura di non rivederti più - ammise la ragazza.
- Anche io - Coulson abbassò lo sguardo.
Quante cose voleva chiedergli Bernadette e quante cose voleva dirgli Coulson, ma nessuno dei due parlò. Avevano paura di rovinare il loro momento.
Coulson si era seduto sulla poltrona che di solito usava la psicologa, ma qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Si alzò e si diresse verso la scrivania vicino alla finestra. Prese un oggetto grande quanto la sua mano e lo mostrò a Bernadette.
- Quando hai smesso di suonare? -
La riproduzione di un violino era in bella mostra sulla sua mano.
- Dopo la tua morte..Ma tu come fai a saperlo? -
- Ogni volta che facevi un concerto in città io c'ero, anche se non mi vedevi. L'altro mese ce n'è stato uno. Sono andato ma tu non c'eri. Ho chiesto in giro con i miei metodi da spia e mi hanno detto che non sei più andata alle prove dopo la battaglia di New York -
- Avevo bisogno di tempo...Comunque non sapevo ti piacesse tanto sentire un concerto di violini - disse la ragazza mentre gli dava uno schiaffetto sulla spalla.
Coulson sorrise.
- Non era per la musica che andavo ai concerti..- la guardò in faccia per vedere la sua reazione.
Bernadette era arrossita e non sapeva cosa dire. Per sua fortuna Phill parlò di nuovo, vedendola in difficoltà.
- Sono venuto anche per un altro motivo. Ho un nuovo incarico, devo reclutare una squadra con cui andare in missione. Devo scegliere ragazzi di cui potermi fidare. Ed ho deciso di chiederti aiuto per reclutarli. Chi meglio della persona di cui mi fido di più? -
- Non è che tutti questi comlimenti rivolti a me ti faranno male? - disse Bernadette per scherzare.
- Ho sofferto abbastanza in questo periodo, questi sono solo un toccasana per me, come la persona a cui sono destinati -
La ragazza lo abbracciò di nuovo. Stavano di nuovo per scendere lacrime così l'agente Coulson inizio subito a spiegare la situazione. Prese delle cartelline dalla valigetta che si era portato e le buttò sulla scrivania della psicologa.
- Questi sono i candidati -
Bernadette le esaminò. La prima riportava sulla copertina il nome di Jemma Simmons.
- Come ai vecchi tempi? - disse Bernadette
- Come ai vecchi tempi - replicò Coulson.
Erano tornati a lavorare insieme e nessuno poteva separarli.
Bernadette si sentiva la ragazza più felice del mondo in quel momento.
  
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