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Autore: Lady Atena    18/12/2013    1 recensioni
Dopo Malibu, Tony torna nuovamente alla Tower finalmente ristrutturata.
È una persona diversa, con un cuore vero e una relazione vera.
Finché non scopre che la Tower è davvero troppo grande, per una persona sola.
Post-The Avengers.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trucchetti scadenti di un genio di latta.'
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Tony incrociò le braccia, sporse il capo in avanti osservando il sedile del pilota e sogghignò arricciando le sopracciglia castano scuro.
“Sai, ti facevo appollaiato su qualche albero in attesa che si dimenticassero del casino di New York”.
Clint mosse il comando verso sinistra facendo inclinare il jet, piegò il capo all'indietro inarcando un sopracciglio e arricciò il labbro.
“Sono stato da Tasha fin'ora” rispose.
Steve aggrottò le sopracciglia, poggiò il braccio sul sedile accanto a quello del pilota e sporse il capo in avanti piegando la schiena.
“Lo stai nascondendo?” domandò, con tono alto.
Natasha sorrise, alzò il capo piegandolo di lato; le ciocche rosse le strofinarono contro la tuta nera che la copriva.
“Non farei mai niente qualcosa per aggravare la mia situazione, non crede?” chiese.
Tony scosse il capo, accentuò il sogghignò sciogliendo le braccia incrociate e le fece dondolare ai lati dei fianchi; i bracciali dell'armatura scintillarono ai suoi polsi.
“Credo di avertelo già detto, ma tu sei una triplice imbrogliona” disse.
Clint ridacchiò, fece raddrizzare il jet e sogghignò socchiudendo gli occhi dalle iridi grigio-verdastre; piegò il capo osservando i bracciali che Tony indossava e rizzò la testa accentuando l'espressione.
“Chi indossa l'armatura nonostante si sia dimesso dal fare il super-eroe?” domandò.
Tony roteò gli occhi, alzò le braccia e agitò le mani muovendole in tondo; fece tre passi avanti passando di lato a Steve e si sedette accanto alla valigetta con l'armatura.
“Precauzione. Mi avete invitato su un aereo che potrebbe essere dirottato da chiunque nell'arco di cinque secondi, non potevo certo venire disarmato”.
Steve si voltò, inarcò un sopracciglio biondo socchiudendo gli occhi azzurro scuro e si arcuò in avanti con la schiena incassando il capo tra le spalle.
“Potevi sempre rifiutare!”.
Natasha poggiò il capo contro la spalla del sedile, sogghignò arricciando il labbro rosso sangue e socchiude le iridi ghiaccio accavallando le gambe.
“Lasci perdere, Capitano. Stark non riesce mai a fare a meno di essere il centro dell'attenzione”.
Tony sogghignò, si voltò e le fece l'occhiolino allargando le braccia.
“Autocompiacimento da manuale, agente Romanoff”.
Clint fece accelerare il jet, il radar brillò illuminandosi e lui fece ruotare il mezzo su se stesso. Steve ondeggiò allargando le braccia, si poggiò alla parete e con la mano libera afferrò lo scudo stringendolo al petto. Tony rotolò sulla panca, si aggrappò ai bordi e allungò il braccio afferrando il manico della valigetta. Natasha roteò gli occhi, si tolse delle ciocche di capelli da davanti al volto pallido e strinse le braccia sotto i seni. Clint ghignò, piegò il capo all'indietro e gli occhi gli brillarono.
“È meglio lasciar perdere le citazioni a memoria e allacciare le cinture. Si balla”.
Tony si tirò in ginocchio, si sollevò e si sedette sulla panca stringendo con una mano la valigetta e con l'altra i bordi di legno.
“Lo sapevo che c'avrebbero sparato!” urlò.
Steve si sedette sulla panca dal lato opposto, strinse lo scudo e si sporse in avanti socchiudendo gli occhi.
“Allora perché sei venuto!” strillò.
Clint fece virare il jet verso destra mettendo il mezzo in verticale, Tony cadde dalla propria panca finendo addosso a Steve che venne schiacciato contro la parete. Natasha sporse il capo guardando il finestrino, strinse le labbra sciogliendo le braccia incrociate.
“Ne abbiamo cinque alle spalle” disse.
Clint ghignò, strinse i comandi sporgendo il capo in avanti; allargò le gambe facendo strofinare l'arco appeso alla sua vita contro il bracciolo del sedile.
“Non per molto. Reggetevi forte, lì dietro!”.
Tony sgranò gli occhi, afferrò con una mano la spalla di Steve premendo i piedi sul pavimento. Steve strinse i denti stringendo il polso di Tony, abbassò il capo socchiudendo gli occhi e grugnì.
“Qui non stiamo più giocando, Stark” ringhiò.
Tony alzò il capo, sogghignò poggiando le ginocchia sulla panca e socchiuse gli occhi castano scuro.
“Non ti piacciono le montagne russe, Capitano?” domandò.
Il jet s'inclinò verso sinistra mettendosi nuovamente in verticale, Tony venne sbalzato contro la parete opposta battendo la schiena con un tonfo e la presa attorno alla valigetta si allentò. Steve gli cadde addosso, lo scudo scivolò di lato e lui sentì le ossa di Tony scricchiolare e spalancò gli occhi rotolando in ginocchio sul pavimento. Tony ansimò, si premette il costato e si leccò le labbra alzando la valigetta. Natasha voltò il capo, sollevò il braccio mostrando una pistola e fece scattare la sicura.
“Abbiamo un emergenza a Mali, non possiamo fare ritardo” disse.
Steve poggiò la mano sulla panca, voltò il capo aggrottando le sopracciglia e sporse la testa verso il sedile di Barton, facendo strofinare sulla fronte tesa i capelli biondi scompigliati.
“Sei venuto per chiamare me?” chiese.
Clint rimise il jet in orizzontale, guardò il radar osservando tre puntini brillare e socchiuse gli occhi.
“Il Generale ritiene che per le guerre ci vogliono i soldati”.
Steve sgranò gli occhi, afferrò lo scudo e se lo agganciò al braccio. Si rizzò, fece un passo avanti scuotendo il capo.
“Pensavo che Fury ti desse la caccia!”.
Natasha scosse il capo, abbassò la pistola infilandosela nella scollatura dei seni.
“È più complicato di così, Capitano”.
Tony scosse il capo, poggiò la mano libera sulla panca dandosi la spinta per alzarsi e fece tre passi avanti stringendo la valigetta.
“Monocolo tiene al suo circo. C'è qualcun altro dietro tutto questo”.
Steve indicò verso Tony con il dito, scosse il capo e batté l'altra mano sulla spalla del sedile del pilota.
“Lui adesso è un civile! Non dovrebbe essere qui”.
Clint indicò con il mento i bracciali ai polsi di Tony, scosse il capo e alzò le spalle.
“Finché avrà quelli, non potrà liberarsi di noi”.
Tony ghignò, alzò il braccio e lo ondeggiò. Indietreggiò, lasciò cadere la valigetta e i sensori dei bracciali brillarono di rosso. L'armatura gli si montò addosso, lui fece ritirare la maschera e si voltò. Sogghignò, avanzò e fece l'occhiolino.
“Allora tanto vale che sia io a liberarmi di loro”.

  
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