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Autore: EmyEvans    14/05/2008    1 recensioni
E' una storia complicata, quella che sto per narrarvi. Parla di un amore. Un amore difficile. Ostacolato dalle differenze dei due amanti. Siete pronti ad ascoltare, o umili mortali? XD
Genere: Romantico, Triste, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuvole. Cielo azzurro. Fischio nelle orecchie. Mi trovavo seduta sul volo per lo stato di Washington. Il mio sguardo cadeva più volte sul piccolo finestrino ovale alla mia sinistra, e più volte mi costringevo a distoglierlo per non vomitare sulla mia vicina di poltrona. Una ragazzina di soli nove anni stava ciucciando con gusto un lecca lecca gigante rosa. Mi sorrideva, beffarda, vantandosi del suo piccolo sfizio di gola, mentre io mi riducevo a mandare giù le noccioline e gli arachidi, che la compagnia aerea forniva ai propri clienti come snack pomeridiano. Ero partita da sole due ore. E già non vedevo l’ora d’intravvedere la piccola pista della cittadina di Gelsy, dove sarei atterrata di lì ad altre tre ore. Cinque ore di viaggio. 300 minuti di volo ininterrotto. 18.000 secondi di pura noia. E in più la tortura di vedere qualcun altro godersi un dolciume formato maxi. Ad unirsi a lei ci si mise anche un bimbo, che sedeva nel posto dietro al mio. Continuava a tirare calci alla mia poltrona, facendomi salire la rabbia e l’insofferenza al punto limite della sopportazione umana. Piagnucolava forte con il padre, che gli stava accanto, perché il fratello gli faceva le linguacce da due posti avanti. Infatti, un ragazzino biondo si teneva i bordi delle labbra e delle guance e muoveva la lingua in tutte le direzioni possibili. Due vere pesti. Non so come avrei fatto a sopportarli. Ero partita dalla mia città natale, solo per rivedere mia madre, cameriera in una catena di ristoranti sulla costa del pacifico. Lei e mio padre, banchiere di Chicago, avevano divorziato un anno fa. E solo adesso la Corte Suprema aveva deciso di darmi a lei. Mio padre potevo vederlo nelle vacanze estive e in quelle invernali, anche se dubito che avrei mai rifatto una trasvolata simile. Troppo stressante. M’infilai le cuffie del lettore cd nelle orecchie e misi al massimo la musica. Chiusi gli occhi e mi sistemai per bene sulla poltrona imbottita di un blu elettrico davvero orribile. Il cuscino e la coperta non mi erano stati dati per niente. Forse ero l’unica a non averne un paio in tutta la coda dell’aereo. Viaggiavo in seconda classe e questo era tutto quello che al massimo poteva permettersi mia madre. Non avrei voluto accettare i suoi soldi, ma ha insistito fin troppo ed ho accettato con un sorriso tirato e un sospiro di arresa. Lentamente un tepore caldo mi avvolse e le urla dei marmocchi cessarono lentamente, facendomi assaporare il dolce silenzio di un incubo ad alta quota.
  
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