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Autore: darkrin    14/05/2008    7 recensioni
Se Neji si era aspettato pianti e urla non fu accontentato.
La stanza era piena solo di silenzio, gravido d’attesa.
Neji reclinò la testa poggiandola contro la parete alle sue spalle. Le gambe che lo sostenevano solo per orgoglio.
A lui “quella cosa” non era mai importata veramente.
[ Attenzione: Hyuugacest (!) - Accenni: Itachi/Hinata Hanabi/Neji ][ Triste/Malinconico/Introspettivo]
[ Theme song: Beauty from pain ]
[One-shot ~ Angst ]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beauty From Ashes



Hinata socchiuse gli occhi, le labbra stirate in un sorriso forzato. Le guance più pallide del solito.
Le mani stringevano convulsamente il bianco yukata estivo che indossava.
<< Allora Hinata, non sei felice? >> domandò ancora suo padre. Il volto severo proteso verso la figlia.
<< Ce … certo … padre … >> rispose lei balbettando, gli occhi bassi che fissavano intensamente il contenuto della tazza posata davanti a lei.
<< Verrà a trovarti domani. >> concluse l’uomo alzandosi e lasciando la stanza.
Abbandonando la figlia inginocchiata a terra; il capo piegato in avanti dal peso di una condanna.
Sembrava una statua di marmo condannata a prendere polvere.

[ Polvere sul nostro amore. ]

Se Neji si era aspettato pianti e urla non fu accontentato.
La stanza era piena solo di silenzio, gravido d’attesa.
Neji reclinò la testa poggiandola contro la parete alle sue spalle. Le gambe che lo sostenevano solo per orgoglio.
A lui “quella cosa” non era mai importata veramente.
Era solo un gioco, un passatempo.
<< Neji nii-san, che succede? >>
Neji voltò rapidamente il viso sperando di vedere Lei – anche se non gli importava nulla – che con la sua dolcezza gli medicava sempre le ferite.
Invece si ritrovò a fissare due occhi che lo osservavano gelidi in un volto, dai tratti severi, che aveva perso troppo presto la rotondità tipica dell’infanzia.
<< Nulla Hanabi-sama. >>
La ragazza lanciò una rapida occhiata alla porta accanto al ragazzo.
Consapevole.
<< Hanabi-sama, ha bisogno di qualcosa? >>
La ragazzina – perché di questo si trattava anche se se ne dimenticavano tutti troppo spesso – tornò a fissarlo negli occhi. Come Lei non aveva mai saputo fare.
<< Ho dei problemi con un jutsu. Potresti aiutarmi? >>
Neji lanciò un’occhiata in tralice alla porta accanto a lui – perché non piangeva? –.
Evidente, troppo evidente Neji.
<< Ma certo Hanabi-sama. >>

Allontanandosi Hanabi lanciò un’occhiata (di fuoco) alla stanza alle sue spalle.
Non le avrebbe portato via anche quello.

La ragazza camminava lentamente per i corridoi addormentati della villa, ben attenta a non inciampare.
Hanabi aveva impiegato tanto tempo ad agghindarla in quel modo.
Non voleva rovinare il capolavoro che aveva fatto.
Pareva una principessa, anche se si sentiva più un albero di natale.
Ma si erano divertite, come facevano un tempo – prima dei ninja – e quella ne’ era l’unica testimonianza.
Non voleva rovinarla.
Ben presto le sarebbe rimasto solo quello ed il ricordo.
E tanta, troppa polvere.

[ Polvere, polvere, polvere sul nostro amore. ]

Hinata, mentre si lasciava vestire, truccare, pettinare aveva finto di non vedere il sorriso gelido – era fuoco, lei. Fuoco. Non ghiaccio. – piegare le labbra delicate di Hanabi.

Hinata aveva sempre conosciuto Hanabi molto meglio di uno qualsiasi dei loro potenti e alteri parenti.
Lei lo vedeva il fuoco che, violento ed assassino, l’animava.
Bruciava in fondo a quegli occhi nivei così simili e così diversi dai suoi (che erano: neve).
Sapeva che non c’era nessuno – ma proprio: nessuno – in grado di odiare con la stessa violenza di sua sorella – bruciava lei, era inevitabile – ma non l’aveva mai giudicata.
L’amava, lei.
Dall’alto della sua posizione di fallimento.

<< La trovo bene Hinata-sama. >> affermò lui fissandola gelidamente; scrutando i suoi abiti eleganti, la sua pettinatura ricercata ed il suo trucco leggero e odiandoli.
Erano falsi e bugiardi.
Come Lei, d’altronde.
<< Vi siete fatta bella per il vostro futuro marito? >> domandò freddamente.
Gelo nella voce e negli occhi.
Hinata non riuscì a frenare un brivido di dolore che fece tintinnare gli ornamenti che aveva nei capelli.
<< Ne sarà sicuramente felice. >> continuò lui avanzando nel corridoio buio – il sole non era ancora abbastanza alto per illuminare quell’ala della villa – verso la ragazza che indietreggiò impercettibilmente schiacciata dalla consapevolezza che era tutto finito.
Per davvero, stavolta.
[ La polvere stava soffocando anche i ricordi. ]
Con il capo basso Hinata tentò di farsi coraggio e avanzare sussurrando:
<< Nii-san… >>
I fermagli nei capelli tintinnavano.
Pareva un sussurro di campane o di una sveglia che stava suonando per farli uscire dal loro sogno.
Neji ghignò, piegandosi sulla cugina; gli occhi bianche contratti dalla rabbia.
Non c’era pietà.
<< Hinata-sama, non credevo che le importasse così tanto del suo futuro marito. Evidentemente mi sbagliavo. >>
L’aria le si strozzò nella gola, gli occhi sbarrati di fronte all’evidenza: l’aveva perso.
E stavolta per sempre. Non sarebbe bastato Naruto a rinsaldare i legami che la famiglia aveva fatto a pezzi, pestandoli distrattamente.
Non sarebbe bastato Naruto, non stavolta.
Il corridoio cominciava ad illuminarsi, lentamente, timidi raggi di sole che accarezzavano il pavimento di legno e i loro piedi immobili. Troppo ghiaccio nell’aria per muoversi.
<< Nii-san non è così … >>
Lui la fissò sprezzante.
Non gli importava affatto di vederla crollare al suolo (come polvere), anzi era quello che voleva, spezzarla e calpestarla, impietoso.
Non era normale quell’assenza di lacrime sul suo volto pallido.
<< Quando Hanabi-sama mi ha detto di come attendessi l’arrivo del tuo futuro sposo non ho voluto crederle. Vedo che mi sbagliavo. >>
Avrebbe voluto dirle, ma si limito a passarle accanto, scivolando silenziosamente al suo fianco senza più degnarla ne’ di uno sguardo, ne’ di una parola. Ne aveva già sprecati troppi per lei.
Quando nelle sue notti solitarie, il freddo lo coglieva improvviso e l’unica a riuscire a scacciarla era Lei.
Lei con i suoi abbracci, con le sue mani delicate, con le sue labbra morbide.
Lei, sempre e solo lei.
Ma era solo un gioco.
Nulla d’importante.
Hinata avrebbe voluto poter cadere a terra, lasciarsi scivolare al suolo, senza pensieri. In fondo chi si sarebbe sorpresa per la sua debolezza?
Assolutamente nessuno.
Eppure rimase in piedi, vacillando giusto un attimo per il freddo che l’aveva assalita, cogliendola di sorpresa.
Troppo debole per rovinare il lavoro di Hanabi e rischiare di arrivare in ritardo all’incontro con il suo futuro marito svergognando così suo padre.
I suoi passi lenti e quasi impercettibili riempirono il corridoio vuoto.

[ La polvere cadeva, alle sue spalle, ricoprendo tutto. ]

Hiashi Hyuuga sorrise, sereno e distaccato, di fronte alla svolta della sua esistenza, e di quella della sua figlia maggiore: un ragazzo alto e ben piazzato dai capelli neri e lo sguardo impenetrabile.
Hanabi varcò la soglia scrutando lo sconosciuto negli occhi e poi chinandosi verso il padre e sussurrandogli all’orecchio:
<< Hinata-sama sta arrivando. >>
E proseguì facendo in modo che lo sconosciuto potesse leggerle le labbra, ma il ragazzo pareva non essere affatto interessato alla cosa:
<< Si è anche preparata per l’occasione. >>
Hiashi annuì alla figlia, congedandola con un gesto della mano.
[ Nell’ombra. Devi bruciare nell’ombra. ]
Hanabi si morse il labbro quasi a sangue – e questo lo sconosciuto parve notarlo – e si voltò, tornando sui suoi passi e chiudendosi la sottile porta di carta, alle spalle trattenendosi a stento dallo sbatterla con violenza.
Non era per lei quella cerimonia. Nulla era per lei.
Lei non aveva bisogno assolutamente di nulla!
Strinse i denti fino quasi a farli gemere, e s’incamminò per il corridoio; Neji aveva promesso di allenarsi con lei.
Le mancava poco così per imparare alla perfezione il nuovo jutsu e il giorno dopo voleva impressionare il suo sensei ed i suoi compagni con la sua bravura.
Loro sarebbero stati tutto il tempo a guardarla, incantati.
Lo sapeva.

Hinata aprì la porta di carta che scivolò docile sui cardini stringendola convulsamente nelle dita sottili che desideravano solo tremare. Quanto lei desiderava solo fuggire e nascondersi nelle sue braccia.
Anche se lo sapeva che l’ultima cosa che Lui voleva fare era stringerla a sé.
Hinata s’inchinò davanti al padre e al suo futuro marito che la osservava, apatico e distaccato.
<< Uchiha-sama, lei è mia figlia, Hinata-san. >>

<< Uchiha-sama è davvero un onore per me … >>
Hinata si leccò le labbra, la gola improvvisamente secca, e chinò il capo sulle mani sudate strette in grembo.
<< E’ davvero un onore per me diventare sua moglie. >>

[ Polvere, polvere, polvere a soffocare il nostro amore. ]




~ oOo ~

Theme Song: Beauty From Ashes


N/A
Ghya! Prima shot Neji/Hina della mia carriera (?).
E come se non bastasse il pairing principale è anche farcita di crack pairing. La cosa più spaventosa è che sono venuti naturali. *_*''
Allora, il titolo è una frase della canzone "Beauty From Pain" che mi ha gentilmente fatto da theme song. Oltre alla Neji/Hina ci sono anche accenni di Itachi/Hinata e Hanabi/Neji. E' una shot davvero angstosa, ma va bene così, no? ^__^''

Anyways:
Ja ne! XD
   
 
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