Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: dawnechelon    18/12/2013    1 recensioni
Quella che sto per raccontare non è la storia di una sola persona, ma la storia di molte di noi, di ogni singola sognatrice là fuori che si è innamorata del proprio idolo, e non se ne vergogna. Ne parla come se fosse l'amore più bello e più reale della sua vita, ed anche se non ha altro amore da raccontare, per lei è questo il migliore, perché è eterno, non morirà, ed ogni volta che ci penserà ne sarà felice perché quell'amore la fa stare bene.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5
But the beating of our hearts.

 
Quella sera, una volta terminato il concerto, Grace decise di rimanere ancora un po' con le persone che aveva conosciuto, per condividere quello che restava dell'entusiasmo che sin dal mattino li aveva uniti. Non se la sentiva proprio di andare a casa e tornare ad essere relativamente sola. Aveva ancora bisogno di quell'abbraccio, di quel calore, di quella sensazione di gioia che le pizzicava la pelle e le faceva battere il cuore velocemente. Si sentiva come rinata, ancora sulla dimensione del sogno, e non era pronta per tornare alla realtà, non era pronta a schiantarsi a terra, e realizzare che tutto quello era finito, che forse non avrebbe mai avuto un'occasione simile un'altra volta, che per un po' sarebbe dovuta stare senza di loro, senza andare ad un loro concerto per lo meno. Certo, c'era sempre la loro musica, e per fortuna c'era, perché le impediva di cadere nella noia, nella monotonia, e nella depressione. Ma quella sera la loro musica sarebbe stata la debolezza e la forza, la malinconia e la gioia, e non poteva sopportare tutto quello da sola.
Aveva bisogno di ancora un po' di tempo con la sua famiglia, e così una volta scesi dal palco, ed usciti dal palazzetto si fermarono un po' dove erano stati la mattina, si misero esattamente come erano, seduti a terra, ma Grace invece di restare seduta si sdraiò completamente sull'asfalto e guardò verso il cielo buio, nel quale risplendevano un numero infinito di stelle che, nonostante le tante luci della città, si riuscivano a vedere abbastanza bene. Sorrise guardando verso le stelle e alzò un braccio fingendo di sfiorarle con le dita, e poi riportò il braccio a terra. Non riusciva ancora a credere a tutto quello che le era accaduto, non riusciva a credere di aver vissuto così pienamente il sogno che aspettava da così tanto tempo, e di aver avuto anche più di quanto sperava. Si rimise seduta con le gambe incrociate, e passò lo sguardo su tutti i piccoli gesti che stavano facendo i suoi ormai fratelli e sorelle. Tutti con la stessa espressione sul viso, tutti che in quel momento si sentivano come privati dell'energia vitale che avevano dedicato a quel concerto.
Svuotati, disidratati, senza più forza fisica né entusiasmo. I loro occhi erano fino a poco prima brillanti di gioia, ed in quel momento erano spenti, tutti avevano un leggero velo sul volto che cominciava a scendere lentamente: la consapevolezza. Il concerto era finito, il tour era finito, e non avevano la più pallida idea di quanto tempo sarebbe passato tra quella sera e il prossimo concerto che avrebbero potuto vivere con loro.
E la consapevolezza veniva accompagnata dalla tristezza, dalle lacrime che scendevano silenziose sui volti di alcuni, alle espressioni perse a fissare dei punti nel vuoto, come se non avessero più un vero punto di riferimento, una speranza concreta. Sapevano che li avrebbero rivisti, ma non avevano certezze e questo li spiazzava.
Non riuscì a rendersi conto del tempo che passò insieme agli altri, lì seduti a terra, perché il tempo era deforme, talvolta sembrava infinito, talvolta sembrava passare in un battito di ciglia. Si rese conto che si era fatto davvero tardi soltanto quando decise di tornare a casa, e salutò ad uno ad uno tutti i suoi fratelli e sorelle con un grande e caloroso abbraccio. Li ringraziò più e più volte della meravigliosa giornata e notte che avevano trascorso insieme, e poi si fece forza e riprese il cammino verso casa, anche se non era affatto certa che sarebbe tornata a casa, non mentalmente per lo meno.

                                                                                                                     [...]

Novembre.
Era passato un mese e qualche giorno da quella serata incredibile, da quella notte in cui si era sentita più viva che mai, ed in una giornata uggiosa come quella, la nostalgia le faceva da compagna.
Ascoltava le loro canzoni ogni giorno, perché non riusciva proprio a farne a meno, ma alcune riuscivano a toccarla più profondamente di altre, ed una di queste era proprio Alibi. Sentiva in quella canzone qualcosa di incredibilmente profondo e straordinario che sarebbe sempre riuscito a commuoverla, anche a distanza di tempo.
"I fell apart but got back up again." , le parve quasi di sentire la voce di Jared vicino al suo orecchio, tremante mentre pronunciava quelle parole, rivelando un po' di sé discretamente. Forse quella canzone non era legata solo alla sua fragilità, ma anche a quella di lui.. o almeno, lei ogni tanto pensava così.
Bastava sapere quanto avevano dovuto combattere prima che uscisse This is war che non aveva un titolo casuale, ma rappresentava la dura lotta che loro avevano dovuto affrontare. E sarebbe stato plausibile se avessero avuto momenti di sconforto, di delusione, di vulnerabilità. E lei la sentiva in quella canzone, che le dava i brividi e la portava sempre a versare qualche lacrima. Non era poi così strano per lei, anche perché era da sempre stata una persona molto emotiva, ed ipersensibile ed anche la più piccola cosa riusciva ad emozionarla, e quando era un'emozione forte spesso le sfuggiva qualche lacrima.
Se si trattava di loro a maggior ragione, ogni sua emozione era amplificata perché l'amore e la devozione per loro, per ogni singola cosa creassero, era totalizzante. Loro erano l'emozione per lei, e non poteva non viverli pienamente, con ogni fibra del suo essere, lasciandosi travolgere da tutte le sensazione che le facevano provare.
Era diverso viverli attraverso video e foto, era ben diverso sentire la loro musica dallo stereo piuttosto che live, in un concerto che le toglieva il fiato e le asportava un po' di vita, ma doveva pur accontentarsi. Non poteva pretendere di avere un loro concerto a settimana, nemmeno al mese, e poi ormai il tour era concluso ed avevano preannunciato una pausa che sarebbe durata un bel po'. Sapeva che era giusto così ma non nascondeva che gli sarebbero mancati come l'aria. Tuttavia, più ripensava a quella serata, e più le sembrava surreale. Le sembrava di ricordare qualcosa che non le apparteneva, qualcosa che aveva vissuto un suo surrogato e non lei stessa personalmente. Perché il tempo fa questo: il tempo porta via lentamente i ricordi e le sensazioni provate, e lascia solo ricordi vaghi. Talvolta era semplice per lei ricordare il battito del proprio cuore quando incontrò il mare di blu che era negli occhi di Jared quando salì sul palco, ma altre volte sembrava davvero impossibile. Tutto sembrava così lontano nel tempo e nello spazio, offuscato dalla lieve presenza dell'oblio che incombeva sui suoi ricordi come un  maleficio. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di recuperare quel ricordo nella sua versione più pura e nitida, sperava di sognare quel momento, ma ciò non accadeva. Nemmeno nei sogni riusciva a recuperare quel momento. Le sfuggiva, così come sfuggivano altre sensazioni sempre legate a quella sera. Ed in momenti come quelli ringraziava di tenere un diario che salvaguardava gelosamente ogni suo ricordo ed ogni sua sensazione.
Infatti, proprio in quel momento prese il suo diario e si sdraiò prona sul proprio letto. Lo aprì dove il nastrino rosso teneva il segno e scorse indietro nelle pagine, ricercando la data di ottobre che racchiudeva quei ricordi. Sorrise, rileggendo e ripercorrendo attimo dopo attimo ogni istante di quel ricordo, e socchiuse gli occhi per un attimo per scivolare completamente in quel ricordo, come se avesse potuto davvero gettarsi in quel mare d'emozione ancora palpabile ed annegarci completamente. Se solo fosse stato possibile l'avrebbe fatto, si sarebbe rifugiata volentieri in quella notte, ed avrebbe lasciato perdere il noioso susseguirsi di giornate presenti, perché in quel ricordo c'era la sicurezza che nel presente non aveva.
L'insicurezza la tormentava, spesso la mandava in paranoia e non le faceva affatto bene. Si chiedeva che stessero facendo, se stessero lavorando ad un nuovo album, quando l'avrebbero pubblicato, se si sarebbero fatti vivi prima di quel momento, se stessero bene, se Jared avesse recuperato la sua voce pienamente, e mille altre cose che le passavano per la mente quando pensava a loro. E dire che abitava nella loro stessa città, ed erano davvero vicini a lei, a differenza della distanza che poteva esserci tra loro e l'Asia o l'Europa.
Grace poteva quasi dire di conviverci, eppure le mancavano. Le mancavano da morire.
Si affidò alle parole che lei stessa aveva scritto, ed una volta terminata la lettura, prese il diario e lo strinse al petto. Si mise di fianco, rannicchiandosi un po' su se stessa e chiuse gli occhi. Strinse quel diario come se potesse in quel modo assorbire ogni emozione che ci aveva racchiuso, ed il sonno ebbe la meglio su di lei.
La cullò, accompagnandola in uno dei suoi tanti sogni, che spesso non riusciva nemmeno a comprendere, e la tenne con sé in quella fredda notte autunnale.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: dawnechelon