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Autore: Verdeirlanda    18/12/2013    0 recensioni
**Beatrice ammirava il cielo con la bocca quasi spalancata,e sorrideva ad ogni stella che vedeva cadere.
A un certo punto prese la mano di Zoroastro: "Hai visto Zo? Le vedi? Sono bellissime!"
Il ragazzo si girò verso di lei che ancora fissava il cielo e sorrideva a quelle stelle cadenti, e sorrise anche lui: "Sì, sono davvero bellissime Bea."
Strinse forte la mano della ragazzina nella sua e tornò a guardare in alto, da dove piovevano le stelle.**
Tutto era iniziato così, in una notte d'estate.
Molti anni dopo Beatrice, suo fratello Leonardo e il loro più caro amico Zoroastro si troveranno ad affrontare eventi di cui non avrebbero mai potuto immaginare né l'arrivo nè l'entità.
Entreranno in contatto con antichi misteri e dovranno fare i conti con le trappole e gli intrighi orditi da Riario,
Leo dovrà lottare per giungere alla verità, Bea e Zo per aiutarlo rischieranno di perdere molto, ma non il sentimento celato che il lega da sempre, da quella notte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dragonetti guardava Leonardo, cercando di capire cosa fosse accaduto quella mattina alla bottega del Verrocchio.
Erano nel laboratorio dell'artista, era stato inevitabile informare le guardie di Firenze.
"Quindi Voi e il Vostro amico Zoroastro siete tornati a casa e avete trovato i corpi?" chiese il capitano.
Leonardo annuì.
"E non avete idea di cosa sia successo?"
"No."
"E Vostra sorella? Era in casa?" chiese Dragonetti.
"No, era uscita anche lei." tagliò corto Leonardo. 
"Sentite Da Vinci, capisco che siate sconvolto ma dovete aiutarmi a capire."
In quel momento nella stanza entrò Lorenzo de Medici.
"Signore." Dragonetti si alzò in piedi "Cosa Vi porta qui?"
"Leonardo mi ha informato di quanto accaduto." mostrò un biglietto che Zoroastro gli aveva consegnato "Credo che la mia presenza sia doverosa per comprendere ciò che è successo."
Da Vinci iniziò a spiegare: "In pochi ne sono al corrente, da mesi sto lavorando a nuove macchine da guerra per i Medici. Il conte Riario, il portavoce di Roma, aveva già cercato di rubare i miei progetti. Non ci è riuscito, ha evidentemente mandato degli uomini per riprovarci. L'uomo vestito di nero che avete trovato morto nel cortile era Lupo Mercuri, un suo fidato collaboratore. Avrà cercato di rubare in casa mia e Andrea deve averlo sorpreso..." si interruppe, gli veniva da piangere.
Dragonetti capì che Da Vinci stava omettendo molti dettagli, ma decise di non insistere per il momento.
"E il terzo uomo?"
"Non lo conoscevo. Non so cosa ci facesse qui." rispose.
"Sono addolorato per la vostra perdita, so quanto Voi e Beatrice foste affezionati a Verrocchio." disse Lorenzo "Dragonetti, confido che tratterete questa vicenda con riguardo e discrezione."
Il capitano annuì e si congedò porgendo le condoglianze a Leonardo.
Rimasti soli Lorenzo continuò: "Dobbiamo interrompere il Vostro lavoro Da Vinci, mi rincresce ma quello che è successo qui è troppo grave. Se Roma intende ostacolarci col sangue dobbiamo fermarci, riprenderemo quando le acque si saranno calmate. Se mai si calmeranno."
Leonardo annuì.
Non appena Lorenzo ebbe lasciato la bottega Zoroastro raggiunse Leonardo nella stanza: "È andato tutto secondo il piano?"
"Ho raccontato a Dragonetti la storia che abbiamo concordato. Gli ho detto che nessuno era presente all'agguato e che probabilmente è stato un tentativo di rubare i miei progetti. Sia lui che Lorenzo ci hanno creduto."
"Credi sia stata la scelta migliore?" chiese Zo.
Leo sospirò: "Come avremmo potuto spiegare la presenza di Riario, del padre di Lucrezia? Avremmo dovuto raccontare ogni cosa, e le conseguenze sarebbero devastanti per tutti.
Beatrice? Lei come sta?" chiese all'amico. 
Zo l'aveva portata via dalla bottega prima che arrivassero le guardie.
"È a casa mia, è ancora scioccata, non ha detto una parola." rispose Zo.
Leonardo si passò una mano tra i capelli: "Deve essere stato orribile...ha visto tutto...chissà cosa è successo stamattina, cosa avrà scatenato tutta questa morte? Riario in fondo voleva catturare Donati, perché uccidere Andrea? E come è morto Mercuri?"
Zo scosse la testa: "Non lo so. Non appena Beatrice starà meglio ci spiegherà. Adesso che facciamo?"
Leonardo non sapeva cosa rispondere.


Girolamo entrò nella sua stanza, si tolse la giacca nera, si sciacquò il viso alla toiletta. 
L'acqua fredda sulla pelle gli diede sollievo.
Era ancora agitato per quello che era successo poco prima.
Guardò la giacca sporca del sangue di Mercuri.
Lo aveva ucciso, lo aveva pugnalato. Era stato il suo devoto collaboratore per anni, e comunque lo aveva assassinato. Tutto per salvare Beatrice.
Di norma lui era equilibrato, freddo, calcolatore, ma quella ragazza riusciva a fargli perdere tutte le certezze che aveva.
Sarebbe stato difficile spiegare la morte di Mercuri a Roma.
Chiamò il capo dei suoi soldati, gli ordinò di dimenticare ciò che era successo, così avrebbero dovuto fare anche i suoi uomini: "Se ve lo chiedono, è stato Donati a uccidere Mercuri, e poi Voi avete ucciso Donati."
Di certo non poteva far emergere la verità, avrebbe pagato caro se si fosse saputo.
Il nipote del Papa che uccide un uomo per salvare una ragazza fiorentina in odore di stregoneria.
Sarebbe stato scandaloso, papa Sisto non glielo avrebbe perdonato, gli sarebbe costato la vita.
Ripensò agli eventi della mattina.
Sicuramente Da Vinci aveva avvisato le guardie, di certo non poteva occultare dei cadaveri e nascondere la morte del suo mentore Verrocchio.
Si chiese cosa avrebbe raccontato per giustificare quella strage, se Beatrice avrebbe detto tutto quello che era successo.
Già, Beatrice.
L'aveva baciata, era stato un impulso irrefrenabile.
La voleva da tempo, e ora che aveva assaggiato il sapore della sua bocca e accarezzato le forme del suo corpo questo desiderio si era fatto più intenso.
Mercuri, pace all'anima sua, gli aveva rimproverato una sorta di innamoramento, e in effetti lei gli piaceva molto, forse la trovava perfino simpatica a tratti.
Ma al momento Girolamo sentiva di non provare nessun melenso sentimento, non era un intento romantico a guidarlo, era lussuria.
Si sedette sul letto, riflettendo.
Da Beatrice voleva di più, voleva la stessa passione e lo stesso ardore con cui la desiderava lui. Ma sapeva che da lei non gli avrebbe mai avuti.
Bussarono alla porta.
"Avanti." disse alzandosi.
Goffredo entrò nella stanza.
Riario aveva dimenticato, gli aveva detto di passare alla tenuta in mattinata.
Era lui l'uomo incappucciato, la spia che aveva incaricato di seguire Zoroastro.
"Sedete Goffredo. Posso versarVi un bicchiere di liquore?" chiese, lui ne sentiva il bisogno.
"Volentieri conte." 
Girolamo riempì due bicchieri, ne porse uno al suo informatore.
"Dunque, stanotte mi avete avvisato della presenza di Donati a casa di Da Vinci. Vi ringrazio nuovamente per il Vostro solerte tempismo."
"Sono onorato di servire Voi e la Chiesa. Conte...sono passato alla bottega del Verrocchio stamattina...ho visto dei cadaveri...che è successo?"
Riario sospirò: "È stata una tragica mattina Goffredo, il prigioniero ha ucciso Mercuri, ed è stato a sua volta ucciso."
"Sono costernato! Povero Mercuri...era un uomo così devoto."
"Già." mormorò Riario, poi chiese "Siete passato alla bottega avete detto? Cos'altro avete visto oltre ai cadaveri?"
Goffredo tracannò il liquore e gli rispose: "Sono arrivato presto, ho visto i corpi coperti dai lenzuoli. Quel ragazzino, Nico, è uscito dal cortile in lacrime, è tornato poco dopo con le guardie."
"Dunque Dragonetti è stato informato." commentò Girolamo.
"Sì, e anche Lorenzo de Medici. È arrivato alla bottega anche lui. Non sono rimasti molto tempo. Cosa si siano detti purtroppo non lo so." 
Riario annuì: "In qualche modo lo scoprirò. E Beatrice? L'avete vista?"
"La ragazza è andata via con Zoroastro, l'ha portata nella sua soffitta e poi è tornato da Da Vinci. Conte Riario, comprendo che la situazione si sia fatta scottante dopo gli ultimi eventi.
Ditemi come posso aiutarVi!"
Girolamo guardò Goffredo: "Continuate a controllare Zoroastro, ma non solo, anche Beatrice. Questo sarà di grande auto. Devo conoscere ogni loro spostamento, ogni loro mossa."
"E quel Da Vinci? Devo seguire anche lui?"
"Una mia spia se ne sta già occupando." spiegò Riario.
All'improvviso nella mente gli balenò un pensiero: Da Vinci aveva conosciuto il padre di Lucrezia, sicuramente sapeva tutto.
E ora che Donati era morto la donna non era più in suo potere.
Era diventata inutile, un inutile peso.


Lucrezia era seduta sul divano, accanto a lei c'era Leonardo.
Le aveva appena detto di suo padre.
"Come è successo? È stato Girolamo?" chiese tra i singhiozzi.
"Non conosco i dettagli. Beatrice non ci ha raccontato come si sono svolti i fatti, è ancora scioccata." spiegò "Quando se la sentirà ci dirà tutto."
Le prese le mani, le baciò, poi la abbracciò.
Lucrezia si appoggiò a lui piangendo: "Almeno l'ho visto un ultima volta..."
"Gliela faremo pagare Lucrezia, Ve lo prometto." le disse Leonardo "Pagherà per Vostro padre, e per Andrea."
La donna gli accarezzò il viso e lo baciò.
Lui la guardò, poi la baciò a sua volta.
"Ti amo Lucrezia...forse non è il momento adatto per dire certe cose..."
"Non c'è un momento più adatto per sapere del tuo amore." lo baciò di nuovo.
Rimasero insieme abbracciati per un po', poi Leonardo le disse: "Ora che tuo padre è morto  Riario non può più ricattarti. Non gli servi più, potrebbe volerti eliminare. Non sei al sicuro Lucrezia, devi andartene."
Lei annuì. Era disposta a lasciare tutto, la sua casa, suo marito. Ora poteva farlo, ne aveva finalmente la forza, il coraggio. E aveva Leonardo al suo fianco.


Beatrice uscì dalla vasca da bagno, si avvolse nel telo di lino e si sedette sul bordo.
Si sentiva stanca, come se avesse corso per ore.
Fissò il suo vestito azzurro per terra, il sangue era ormai secco sulla stoffa.
Uscì dal bagno ed entrò nella camera da letto.
Su una sedia c'erano la sua camiciola marrone e la gonna porpora, Zo doveva averli presi quando era tornato alla bottega. Sorrise per la sua premura.
Iniziò a vestirsi, aveva appena finito quando Zoroastro apparve sulla soglia.
"Grazie per i vestiti. Puoi buttare quello in bagno per favore? Non voglio tenerlo, non voglio vederlo mai più." gli disse.
Lui le sorrise e la abbracciò: "Certo principessa." le baciò la testa "Ti ho portato anche la borsa coi medicinali, ti aiuto a curare questi tagli."
Si sedettero al tavolo in cucina, Zo prese la pomata e iniziò a medicare le ferite che le aveva inferto Mercuri.
Leonardo li raggiunse in quel momento.
"Come stai sorellina?" chiese sedendosi accanto a lei.
"Ho solo piccoli tagli, qualche livido. Ma sono viva, respiro. Non c'è niente che conti di più dopo quello che è successo." rispose con voce tremante.
Leo le strinse le mani: "Bea...so che è difficile ma vorremmo sapere cosa è successo questa mattina."
Allora lei raccontò tutto: l'arrivo di Riario, il soldato che uccideva Andrea, il sacrificio di Donati.
E poi Mercuri, la sua morte.
"Riario ti ha salvato la vita?" Leonardo era stupefatto. "Già una volta ti ha difesa, ricordo bene?"
 "Evidentemente quando diceva che gli stavi a cuore era vero." disse sarcastico Zo.
"Sì. E me lo ha detto di nuovo oggi." Beatrice raccontò di come Riario l'avesse aggredita e baciata nel suo laboratorio.
Zo si alzò e iniziò a camminare nervosamente.
"Non potevo non dirvelo." disse Bea, le dispiaceva vedere Zoroastro così arrabbiato.
"Hai fatto bene, non preoccuparti." le disse Leo "È importante sapere tutto quello che è successo, non possiamo sottovalutare nulla se vogliamo difenderci da Riario. E tu, amico mio, stai sbollendo?"
Zoroastro lo guardò, piegò la testa da un lato e poi dall'altro: "Abbastanza. Sono preoccupato, e furioso per quello che è successo. Per tutto quello che è successo.
Ma un uomo saggio tempo fa mi ha detto che se vogliamo sconfiggere Riario dobbiamo rimanere calmi e lucidi. Voglio onorare così Andrea, seguendo il suo consiglio. E un giorno avremo giustizia per lui."


Beatrice era sola nella soffitta, Leonardo e Zoroastro erano usciti a prendere qualcosa da mangiare al mercato.
Sentì bussare alla porta, si avvicinò e chiese chi fosse.
"Sono Dragonetti, fatemi entrare signorina."
Lei aprì la porta e lo fece accomodare.
"Speravo di trovarVi qui. Scusate l'intrusione, so che è un momento difficile. Non mi tratterrò molto." guardò le ferite che aveva sul volto, il labbro era piuttosto gonfio, ma non glielo fece notare per galanteria.
"Non preoccupatevi. Come posso aiutarVi?"
"Vorrei che mi raccontaste di questa mattina. Vostro fratello mi ha detto che Voi non eravate a casa, ma c'erano impronte di sangue lasciate da una scarpa femminile nel cortile. Sono capitano da tanti anni, certi particolari non mi sfuggono. 
Capisco che i Vostri cari vogliano proteggerVi...deve essere stato terribile, posso solo immaginare cosa dovete aver provato. Raccontatemi tutto Beatrice."
Lei si sedette e iniziò a piangere: "Non posso..."
Dragonetti si sedette vicino a lei: "Fidatemi di me Beatrice." le porse un foglio.
Beatrice lo prese, lo lesse: "Oh mio Dio! È la denuncia contro di me!" sgranò gli occhi "Come...cosa...come mai me la avete portata?"
"Perché possiate distruggerla."
Bea lo guardò interrogativa.
"Questa denuncia e quello che è successo stamattina, è tutto parte di un orribile disegno, non è vero? Sono eventi che era impossibile non collegare. 
Voglio evitare che nasca altra sofferenza Beatrice. Raccontatemi, Vi prego."
Bea lo guardò, le lacrime continuavano a scendere e con voce tremante gli disse tutto.
Ovviamente non parlò del Libro delle Lamine, mantenne la versione di Leonardo.
Parlò del ricatto di Riario e degli omicidi.
Dragonetti la ascoltò con attenzione: "E il terzo uomo dunque era insieme a Mercuri?"
"Era un suo prigioniero." rispose Beatrice, in fondo era la verità.
Il capitano annuì, poi disse: "Quello che il conte Vi ha fatto è orribile. Ora che so cosa è successo sono sempre più convinto di aver fatto bene a trafugare la denuncia."
Zoroastro e Leonardo rientrarono a casa, videro Dragonetti e chiesero spiegazioni sulla sua presenza, Beatrice gli rispose.
"Capitano...Vi dobbiamo molto, davvero..." iniziò Leonardo, ma lui lo interruppe.
"No, non mi dovete nulla. Ho solo fatto ciò che era giusto fare." guardò  Beatrice "Bruciate quel foglio, salvate tutti voi da questa spada di Damocle che pende sulle vostre testa. Forse così potrete finalmente essere liberi."
Girò sui tacchi e si congedò.
Beatrice gli andò dietro, e prima che uscisse lo abbracciò.
"Grazie." gli mormorò.
Dragonetti annuì, e uscì dalla casa.
Quell'uomo da tutti considerato burbero e ossessivamente corretto, così fedele alla città, un devoto sostenitore del dovere militare questa volta aveva tradito la legge che serviva da tanti anni.
Tutto per seguire il suo istinto, la sua coscienza, per aiutare chi era fragile e in difficoltà.
In fondo è per questo che servo Firenze, pensò.
Mentre tornava a casa sapeva di aver fatto la cosa giusta.
Zoriastro aprì lo sportellino della stufa: "A te l'onore principessa."
Beatrice strappò la sua denuncia e la gettò nel fuoco, tutti e tre guardarono la carta diventare cenere.
Videro le braci di quello che per loro era stata come una pesante catena.
Dopo il più terribile e doloroso dei giorni tutti loro, finalmente, erano liberi dalla stretta di Riario. 








  
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