Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: firephoenix    18/12/2013    5 recensioni
Arieccomi gente! Visto l'inaspettato successo di Maka Red Riding Hood ho deciso di cimentarmi in un'altra long simile dove Maka e gli altri personaggi di Soul Eater si ritroveranno catapultati niente meno che nel paese delle meraviglie! Già, già! Spero che vi piaccia! ;)
"Che diavolo sto facendo? Sono impazzita? Stressata mi passai le mani tra i capelli e sugli occhi e calpestai qualcosa di piccolo e tondo. Alzai il piede trovandomi davanti una piccola boccetta di vetro blu. La presi. “BEVIMI” c'era scritto sopra. Mi lasciai sfuggire una risata sarcastica mentre la soppesavo con la mano.
«Fanculo!» esclamai e la svuotai in un sorso."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il paese delle meraviglie.
Il luogo dove per vivere bisogna cedere alla follia almeno un po', dove la ragione è sottomessa agli impulsi.
Erano tre giorni che mi trovavo in quel posto ormai, eppure solo adesso riuscivo davvero a capire cosa la gente intendesse per “pazzia”. Il ripetersi continuo di parole senza senso, l'incessante movimento del capo, gli occhi vuoti, inespressivi e il terrore di chi assiste allo spettacolo con un baratro nel cuore.
Pensai di scappare.
Lontano, il più lontano possibile da quel castello, da quel mondo, da me stessa.
Mi ero sbagliata, dovevo essermi sbagliata, perchè quello non poteva essere lui. Gli occhi vuoti, scuri, erano solo una pallida e vana imitazione del rosso vivo che solitamente li accendeva; forse però conoscevo Soul così poco da non potermi permettere nemmeno di pensare cosa fosse “solitamente” o meno per lui. Forse avrei dovuto semplicemente andarmene da lì e dimenticare tutto. Eppure rimasi immobile, inginocchiata davanti a quello strano ragazzo che avevo più volte definito pazzo e che, adesso che lo era davvero, mi prosciugava, con ogni sua parola e con ogni suo movimento, dell'energia che mi aveva fatto arrivare fin lì. Socchiusi la bocca, il suo nome sulla punta della mia lingua premeva per uscire, ma non riuscivo a parlare, a mala pena sopportavo il suo incessante bisbigliare. Probabilmente se lo avessi ascoltato ancora un po' sarei impazzita anch'io, sarei piombata nel suo mondo irraggiungibile. Improvvisamente non sembrava più una cattiva idea.
Soul era lì, proprio davanti a me, a pochi centimetri di distanza tanto che i suoi capelli sfioravano la mia fronte quando il suo oscillare pendeva verso di me. Avrei potuto toccarlo, accarezzarlo, semplicemente allungando un dito, ma sapevo che non lo avrei mai raggiunto davvero. Mi costrinsi a chiudere gli occhi per concentrarmi e mettere in pausa quello spettacolo.
«Un'arma, lei la vuole, potente, non-abbastanza, non-abbastanza, lingua biforcuta, un ago, senza pagliaio, sangue, giorno, notte, tik, tok, tik, tok, occhi di vetro... nessuno può salvarti... Alice»
Era la quindicesima volta che lo diceva da quando ero entrata, non sapevo nemmeno come il mio cervello fosse riuscito a tenerne il conto, in tilt com'era. Inspirai ed espirai più volte. Non posso esitare.
La dentro c'era Soul, e al diavolo tutti, lo avrei tirato fuori.
Sfiorai la sua mano con la mia senza, come immaginavo, sortire il minimo effetto. Lui non poteva riconoscermi, era ovvio, quindi avrei dovuto fargli ricordare chi ero.
«Ehi, Soul» cercai di non far tremare la voce mentre ignoravo la sua infinita cantilena «ti... ti ricordi quando ci siamo incontrati per la prima volta? Io ero seduta ai piedi di un albero viola e... ero distrutta. Effettivamente l'ultima cosa che avrei voluto era un incontro con un idiota a forma di gatto che faceva del sarcasmo» sorrisi per un secondo, prima che Soul ricominciasse la nenia facendomi tornare alla realtà «Mi hai... mi hai cambiato la vita, sai? In un certo senso senza di te non avrei concluso nulla, probabilmente sarei ancora là... sotto quell'albero viola a piangermi addosso»
«Un'arma, lei la vuole, potente, non-abbastanza...» continuava lui.
«Mi avevi scambiato per Alice... che novità! Quel giorno tutti mi hanno scambiato per quella ragazza... però tu sei stato l'unico a capire subito che non ero io»
«...lingua biforcuta, un ago, senza pagliaio, sangue...»
«Non...» sospirai tesa, la situazione stava diventando insostenibile «... non dimenticherò mai quando ti sei trasformato in un ragazzo... mi presi per il mento... ed eri così vicino...»
«...tik, tok, tik, tok, occhi di vetro... nessuno può salvarti... Alice... un'arma, lei la vuole...»
«...pensavo che mi avresti baciato»
Soul si fermò. Spalancai gli occhi. Ce l'avevo fatta?
L'albino teneva la testa bassa, i capelli bianchi gli coprivano gli occhi, la bocca era aperta, bloccata a metà frase.
«Soul! Soul, puoi sentirmi?» gli afferrai il volto con entrambe le mani cercando il contatto visivo. Le sue labbra si mossero piano.
«...potente...» era quasi un sussurro.
«Soul... guardami»
«...non-abbastanza... non...»
Il terrore scorreva liquido dai miei occhi.
«Non ricominciare! Ci sei quasi! Non lasciarmi! Non lasciarmi...» la voce mi si ruppe, Soul alzò la testa di scatto e cominciò a parlare senza tregua:
«Un'arma lei la vuole potente non-abbastanza non-abbastanza lingua biforcuta un ago senza pagliaio sangue giorno notte tik tok tik tok occhi di vetro, nessuno può salvarti, Alice»
«No! No! No!» le lacrime cominciarono a sgorgare incessantemente dai miei occhi «Maledetto cretino! Stronzo del cavolo!» urlai mentre tempestavo il ragazzo di pugni e sberle nell'intento di ferirlo almeno apparentemente. Un impeto di rabbia più forte degli altri mi scosse. Mi alzai in piedi e, con una forza che non pensavo di avere, sollevai l'albino sbattendolo contro il muro per farlo rimanere in posizione eretta mentre lui continuava imperterrito con la sua cantilena.
«Tu adesso ti svegli dalla tua cazzo di trans, sono stata chiara? Perchè sono venuta fin qui e pretendo uno straccio di riconoscenza, brutto bastardo!!»
Urlai esasperata la mia rabbia senza sortire effetti finché non mi svuotai così tanto da rimanere completamente priva di forze. Mi accasciai emotivamente sfinita sul petto di Soul, ancora in piedi appoggiato al muro, e ascoltai per qualche minuto, ore forse, il battito regolare del suo cuore; l'unico rumore che nel mio orecchio risultava forte abbastanza da sovrastare almeno un po' il suo incessante sproloquiare.


Il paese delle meraviglie.
Il luogo dove per vivere bisogna cedere alla follia almeno un po', dove la ragione è sottomessa agli impulsi.
Oh si, lo sapevo, lo sapevo bene, ma solo in quel momento mi accorsi di non averlo mai fatto davvero, di non aver mai abbandonato la ragione a me tanto cara. Pensavo sarebbe stato più facile lasciarsi andare, ma una vita di azioni controllate, una vita passata a pensare alle conseguenze, non si poteva cancellare in un istante.
Mi staccai a malincuore dal petto di Soul che, dall'ultima volta, non aveva più interrotto l'oscura “filastrocca”. Lo guardai intensamente parlare con lo sguardo fisso su un punto indefinito davanti a sé e a malincuore compresi che l'unico modo per combattere la follia... era con la follia. Così feci qualcosa che non avevo mai fatto prima: non pensai.
«Sai cosa ti dico?» sussurrai a fil di voce sorridendo appena «...è una cosa che dovresti sapere... avrei dovuto dirtela molto tempo fa effettivamente...»
Con nonchalance afferrai i lembi della sua camicia sudata e sporca e lo tirai verso di me fino ad averlo talmente vicino da non vedere più la sua bocca sproloquiare senza tregua. Strinsi le dita nella stoffa.
«Vaffanculo» scandii davanti al suo viso fissandolo intensamente negli occhi, poi mi staccai ed iniziai a ridere senza motivo «Oh si mi hai sentito bene! Vaffanculo! E vuoi sapere perchè?» mi avvicinai saltellando verso di lui e lo guardai negli occhi «Lo so che sotto, sotto lo vuoi sapere! Anche se continui a parlare!» puntai l'indice contro il suo petto e lo colpii col dito:
«Uno: perchè sei un coglione, questo ci sta sempre bene» lo colpii una seconda volta «Due: perchè mi hai salvato la vita! Diciamocelo, chi te lo aveva chiesto, eh? Tre:» altro colpo «perchè non stai zitto e mi stai facendo venire mal di testa. Quattro: perchè sei un coglione, si, lo ho già detto, ma lo ripeto, problemi? E cinque: perchè mi hai fatto sprecare ore della mia vita a fantasticare su come ci saremmo ritrovati e alla fine cosa trovo? Un pazzo in preda allo shock che cerco inutilmente di far rinsavire con le buone maniere! Non era così che doveva andare!» alzai il tono di voce per contrastare la cantilena che ancora gli usciva dalla bocca «Quindi è per questo che ti mando a fanculo! Per tutto quello che ho detto!»
Incastonai il mio sguardo acceso nei suoi occhi spenti. Follia contro follia.
«E anche per questo» afferrai il colletto della sua camicia abbassandolo alla mia altezza e lo baciai. Mi aggrappai ai suoi capelli nivei tirandoli nella speranza di fargli male mentre assaporavo con foga le sue labbra, alternando baci con insulti. Ero così felice di non sentirlo più straparlare che lo avrei baciato per il resto della mia vita a costo di rimanere senza fiato. Respirai sulla sua bocca e, quando oltre al mio sentii anche un altro sospiro e una mano stringermi il braccio, non feci in tempo a farmi domande che in un istante mi trovai schiacciata contro il muro di pietra con le mani di Soul che premevano bramose sui miei fianchi. Il freddo della parete di pietra sulla mia schiena era così intenso da penetrare fin sotto la camicia, tuttavia il corpo caldo di Soul contro il mio riusciva a rendere quel gelo una frescura quasi piacevole. Poggiai entrambe le mani sulle sue guance lasciando che lui mi baciasse meglio che in qualsiasi fantasia che a volte mi ero concessa di immaginare.
«Maka...» lo sentii ansimare mentre mi mordeva delicatamente il labbro inferiore. Emotivamente sfiniti ci lasciammo cadere a terra senza smettere di baciarci neanche per un istante fino a che la ragione non tornò a bussare alla mia porta e mi costrinsi a chiedere qualcosa di cui avrei dovuto accertarmi fin da subito:
«Stai bene?» sussurrai fissando i suoi occhi lucidi, vivi, guardarmi da vicino. Lui mi baciò un'altra volta.
«Direi di si. Andiamo» si alzò e mi porse una mano per aiutarmi con così tanta naturalezza da sembrare la cosa più assurda del mondo. La afferrai sorridendo e lui mi tirò su.
«Gli altri ci staranno aspettando...» arrossii pensando che avessero potuto sentire tutto ciò che era successo nella cella.
Prima di uscire fermai Soul sfiorandogli un braccio. Anche se lui cercava più che poteva di mantenere l'aria da figo e da duro, come se nulla fosse successo, si vedeva che era ancora sconvolto. Io lo vedevo.
«Cosa ti hanno fatto?» gli chiesi passando leggermente l'indice su un livido bluastro che aveva sul polso. Lui alzò le spalle.
«Pensavo fossi più perspicace» sollevò un sopracciglio.
«Ok... allora perchè ti hanno torturato?» perchè era dolorosamente evidente che lo avessero fatto «Riesci a ricordare le parole che dicevi poco fa? Cosa vogliono dire?»
«Ricordo a mala pena di essere esistito poco fa... tutto ciò che so è che la Regina vuole Alice e vuole un'arma. Non ho idea di come le due cose si colleghino»
«Ok... dai usciamo da questo posto» proferii pensierosa.
Un'arma? Secondo la fatina la Regina era già in possesso dell'arma più potente... perchè avrebbe dovuto volerne un'altra?
Non chiesi altro a Soul. Non mi sembrava giusto fargli pressione in quel modo dopo nemmeno 5 minuti dall'essersi ripreso da tutto ciò che aveva passato. Feci per uscire.
«Ah e... Maka» mi girai verso di lui per vedere cosa volesse. Mi guardava con il suo solito ghigno che avevo imparato ad odiare e amare dal primo istante «Vaffanculo anche a te»


«Sooooul!» Blair si lanciò letteralmente sull'albino abbracciandolo con slancio rischiando di soffocarlo. Ben presto anche gli altri andarono a salutarlo e io sorrisi senza impedirmi di essere compiaciuta.
«Ottimo lavoro» Stein mi sorrise con una sigaretta in bocca.
Approfittai del fatto che gli altri stessero parlando tra di loro senza badare a noi.
«Sai qualcosa riguardo un'arma che la Regina vuole?» chiesi. Lui buttò fuori un po' di fumo.
«Ho origliato una conversazione tra le guardie qualche giorno fa... sembrerebbe che un piano della Regina sia andato storto e per questo ha bisogno di un'arma» Stein girò la vite in testa come se lo potesse aiutare a ricordare «il giorno dopo è arrivato Soul» concluse.
«Se ha bisogno di un'arma si vede che ha una debolezza o che teme qualcosa...»
Mi guardò con approvazione.
«È quello che ho pensato anche io, ma...» in quel momento Liz venne verso di noi interrompendoci.
«Allora? Come si esce da qui? Non vedo l'ora di andarmene» fece rabbrividendo. Guardai l'apice della scala a chiocciola, terminava nel soffitto di vetro e dava accesso alla sala superiore ad esso.
«Temo che l'unico modo sia quello...» dissi indicando in alto «vado in avanscoperta» e, prima che qualcuno avesse da ridire, salii due giri di scale e, cercando di essere più silenziosa possibile, sollevai la testa al di sopra del soffitto/pavimento di vetro. Mi riaccucciai immediatamente col fiato corto e scesi le scale fino a dove si trovavano gli altri. Iniziai a parlare prima che Soul si lamentasse della mia azione.
«6-7 uomini armati di spada. Giocano a carte ad un tavolo all'angolo della sala. Ci vedrebbero di sicuro se uscissimo allo scoperto... francamente anche solo se ad uno di loro venisse la malsana idea di guardare di sotto»
Cadde un pesante silenzio. Cercai di pensare a qualcosa di utile quando una voce giunse dal piano di sopra:
«Sono qui le prigioni? Finalmente le ho trovate! Come osi attaccare un dio! Adesso subirai la mia ira! Yahoooooooooooo!»
Scoppiai a ridere mentre Blair, Soul, Liz e Patty esclamavano in coro: «Black*star!»


Corsi nuovamente per le scale seguita dagli altri e nel momento in cui sbucai dal pavimento l'azzurro stese l'ultimo degli uomini. Il ragazzo era sudato, sporco e ferito in più punti, ma sorrideva compiaciuto come un ebete.
«Ehi Star!» Soul uscì dopo di me e fece per andare a salutare il suo amico.
«Che nessuno si muova» Death The Kid se ne stava sulla porta della stanza a guardarci con aria crucciata, tenendo una pistola puntata su Black*star e una su Soul. Pistole nel paese delle meraviglie? Pensavo combattessero ancora con le spade! Rimasi spaesata «Sono appena tornato da un mondo pieno di cose asimmetriche, ho scoperto che il motivo perchè mi sono recato la è morto da innumerevoli anni e l'unica cosa buona che mi è capitata tra le mani è ancora tra le mie mani quindi vi consiglio di ubbidirmi perchè... sono di pessimo umore»
Era stato nel mio mondo? Tutto mi apparve all'improvviso incredibilmente chiaro. Era andato nel mio mondo per cercare Alice! Quella vera! 14 gennaio 1898, lo ricordavo ancora, era la morte dell'autore di Alice nel paese delle meraviglie. Ovvero Alice stessa. Come avevo fatto a non pensarci subito? Il tempo scorreva diversamente nei due mondi, molto diversamente. Forse avrei dovuto dire agli altri che la loro Alice era morta sepolta da 2 secoli.
«Chi ti credi di essere con quegli affari in mano?» Black*star iniziò a muoversi verso di lui.
«Fermo!» urlai «Può ucciderti con quelle!»
«Vieni dal mondo di sopra» dedusse il moro dalla mia frase e mi squadrò attentamente «Chi sei?»
«Kid!» Liz uscì dal buco del pavimento e fece per correre in contro al ragazzo. La pistola puntata su Soul si spostò su di lei.
«E tu chi diavolo sei?» quella domanda sembrò sconvolgere completamente Liz.
«Vi conoscete?» chiesi ingenuamente.
«Sono fidanzati» Patty emerse dal buco sorridendo persa nei suoi pensieri.
«Che ti hanno fatto? I tuoi occhi...» Liz riprovò ad avvicinarsi a lui.
Guardai gli occhi del ragazzo. Sembravano non avere nulla di sbagliato; notai però che erano di un giallo appannato e spento.
«Ferma o ti sparo»
«Liz...» provai a desisterla, ma lei decisa si chinò e raccolse un pugnale dalla cintura di un soldato a terra.
«Ultimo avvertimento, ragazza. Mettilo giù subito» la voce di Death The Kid era forte e risoluta.
«Lo farò quando tornerai in te» e con estremo sacrificio si tagliò i capelli che le ricadevano sulla parte sinistra del corpo fino alla spalla. Il moro sbiancò e le braccia tese si inclinarono leggermente. Gli occhi mandarono un bagliore. Sembrava che stesse combattendo contro qualcosa. Liz approfittò del suo smarrimento e gli si avvicinò. Seguii la scena col cuore in gola. La ragazza appoggiò il pugnale ad alcune ciocche scure dei capelli di lui.
«Oh oh» proferì quasi allegra Patty.
«Non costringermi a farlo» fece Liz.
Kid crollò a terra e lasciò andare le armi. Si mise le mani tra i capelli e strinse gli occhi. Quando li riaprì erano di un ambrato luminoso e vivo.
«Liz...» sussurrò guardandola dal basso.
«Kid!» la ragazza si inginocchiò e gli gettò le braccia al collo seguita subito dopo dalla sorella. Sorrisi.
«Bene, dopo questo romantico momento...» Stein interruppe la frase buttando fuori un po' di fumo «... possiamo andare»
«Dove si esce?» chiese Blair ancora in un brodo di giuggiole per la scena a cui avevamo assistito. Kid si sciolse dall'abbraccio di Liz e Patty e mi guardò:
«Se permettete vi faccio da guida» disse e imboccò la porta dalla quale era entrato poco prima. Lo seguirono tutti.
«Soul va tutto bene?» mi girai e notai Blair, rimasta in mezzo alla sala, che guardava l'albino affianco a lei con aria preoccupata. Lui ignorò la domanda della ragazza e fissò il suo sguardo nel mio.
«Mi ricordo, Maka» i suoi occhi si illuminarono «ricordo tutto»

 



 


Salve salvinooooo

E tutto per voi... il bacio SoMa! Tadaaaan!
So che vi sentirete un po' a bocca asciutta dopo questo finale, ma che ci posso fare? E più forte di me finire i capitoli nel pieno della suspance! Non odiatemi :D
Be... bo ecco... fatemi sapere :3
Grazie di tutto a tutti non sapete quanto vi adoro e quanto mi facciate felice! <3

XOXO
firephoenix

Disegninoooo :)

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