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Autore: FRENCI91    18/12/2013    1 recensioni
Finito di leggere "il canto della rivolta", ho viaggiato con la fantasia, approfondendo la storia dei personaggi, partendo da ciò che ha affermato la Collins, ma allo stesso tempo mettendoci del mio..questo è il risultato!!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Katniss si trasferì da Peeta il giorno dopo . Haymitch si lasciò sfuggire solo un: “finalmente dolcezza” e questa volta Katniss sorrise. Anche le persone del distretto non ne rimdereasero molto sorprese. Alla fine Katniss si accorse che l’unica a non aver ancora capito il sentimento che provava per Peeta era soltanto lei. Da quel giorno le loro vite si intrecciarono per non separarsi più, a volte non era semplice, Peeta si chiudeva per ore in cantina per dipingere e Katniss spariva nei boschi anche per giornate intere. Tutti e due avevano i propri mostri da combattere, ma adesso lo facevano insieme. Katniss si svegliava meno durante la notte a causa degli incubi perché quando si addormentava sapeva che Peeta sarebbe stato li con lei. Peeta era ormai tornato quello di una volta e la vicinanza di Katniss gli feceva bene, capì che nel profondo era sempre quello che aveva voluto. A volte durante la notte, o nei momenti meno probabili della giornata: mentre si lavava i denti o infornava panini al formaggio chiamava Katniss ad alta voce e le raccontava che si era ricordato un ulteriore particolare: il riflesso del sole sull’acqua dell’arena, il colore del vestito di Katniss che aveva messo nel distretto 6 durante il tour della vittoria e poi correva a dipingere quel particolare, quel ricordo riaffiorato La casa di Katniss era diventata un deposito per i suoi dipinti ormai. Presero ad uscire di casa più spesso, a conoscere altre persone, anche se il merito era soprattutto di Peeta, anche a Katniss iniziò a far piacere la compagnia degli altri. La domenica diventò loro abitudine fare delle gite al lago dove il padre di Katniss portava sempre la figlia, quando il tempo lo permetteva. Peeta riaprì il forno della famiglia quando fu pronto a gestire il dolere e i ricordi alle volte seguiti da flashback che quel luogo gli procurava. Katniss riprese ad andare a caccia e ne fece un mestiere: vendeva la sua selvaggina al macellaio della città, alla fine i suoi scoiattoli erano sempre stati apprezzati nel distretto. Gli anni passarono e i due andarono avanti insieme e Haymitch si prese cura di loro a suo modo. La svolta arrivò 7 anni dopo, inaspettatamente.. …Era una domenica di Maggio, il cielo sereno al mio risveglio mi fece sorridere, era una domenica perfetta da trascorrere al lago. Mi girai di fianco per dirlo a Peeta, ma il letto dalla sua parte era vuoto e mi accorsi che era anche freddo, si era alzato da un po’. Scesi giù in cucina a fare colazione convinta che fosse rinchiuso in cantina immerso nel suo mondo ma mi sorpresi di vederlo proprio li, indaffaratissimo a sfornare dolcetti di tutti i tipi. “Mi farai diventare grassa” esclamai esasperata. Mi sorrise appena, indaffarato com’era a decorare l’ultimo muffin, era strano, come se fosse stato scoperto a fare qualcosa, ma forse era solo una mia impressione. “Ti sei svegliata presto stamattina” mi disse “E’ una così bella giornata”mi limitai a rispondere. Ripose anche l’ultimo muffin dentro un contenitore di plastica che mise dentro allo zaino che usavamo per andare giù al lago per fare i pic-nic. Sorrisi vedendo che anche lui aveva avuto la stessa idea per la giornata. “Che stai aspettando?! Corri a preparati” mi baciò in modo leggero sulle labbra e si diresse verso la cantina. Non feci domande, a volte facevo ancora fatica a comprendere l’entusiasmo di Peeta. Mi preparai veloce e una volta pronti ci incamminammo verso il lago, amavo camminare nel bosco con Peeta, il suo passo non molto svelto faceva rallentare anche il mio e così mi godevo il paesaggio in un modo del tutto diverso, ogni tanto lui mi faceva notare dei particolari, cose che non avevo mai notato:farfalle di colori stranissimi, sfumature delle corteccia degli alberi. Arrivammo a destinazione per l’ora di pranzo, apparecchiammo su un masso vicino al lago e mangiammo con gusto,parlando del più e del meno e ridendo. Peeta era davvero un ottimo cuoco. Una volta arrivata al dolce mi sorprese facendomi bendare gli occhi. Protestai solo all’inizio,ma non appena sentii l’odore inebriante dei suoi muffin sorrisi felice: quelli riuscivano sempre a farmi tornare il buon umore. Quando mi tolse la benda sul masso c’erano 12 pancake della solita forma ma di colori e profumi diversi,l’ultimo della fila era più grande degli altri e particolarmente decorato. Ero sempre più curiosa. “Devi assaggiarli tutti” mi disse entusiasta Peeta amava sempre sorprendermi con dei piccoli pensieri e questo lo rendeva sempre molto eccitato,ma oggi notai anche qualcos’altro..nervosismo forse? “Non li mangerò mai tutti Peeta”esclamai esasperata, alzando gli occhi al cielo “Oh non devi mangiarli tutti infatti, solo assaggiarli”mi fece notare. Presi il primo in mano e lo annusai:aveva l’odore della farina appena cotta, feci per morderlo ma al centro notai qualcosa di più duro dell’impasto soffice del muffin. Guardai Peeta con aria interrogativa. “Avanti guarda cos’è” Morsi il muffin delizioso e scoprii un minuscolo cilindro al centro, lo aprii e dentro trovai un mini dipinto fatto da Peeta: era bellissimo, il nostro primo incontro ,una ragazza affamata appoggiata ad un albero e un ragazzo che le lanciava un pezzo di pane. “Continua” mi fece Peeta con aria impaziente quando alzai lo sguardo su di lui. Il secondo muffin aveva un retrogusto amarognolo, dentro vi trovai la scena della mietitura, la prima, due ragazzi si stringevano la mano. Nel terzo, che sapeva di ciliegia trovai il nostro vero primo bacio: quello nella caverna dei primi hunger games. Non sapevo dove volesse arrivare Peeta, non parlavamo mai del passato se non era necessario o se non dovevamo aggiungere qualcosa al nostro libro dei ricordi. Aprii, assaggiandolo, il quarto muffin, che mi lasciò un senso di freschezza nel palato, ed ecco la scena della nostra vittoria ai settantaquattresimi hunger games. Quindi il quinto: due ragazzi dormivano abbracciati nel treno che li portava in giro per i distretti per il tour della vittoria, questo sapeva di uva candita. Il sesto, che mi lasciò un piacevole sapore di cioccolato in bocca, conteneva la scena del nostro secondo vero bacio, dato nell’arena durante i settantacinquesimi hunger games. Sentivo Peeta fremere perché andassi più veloce , ma non potevo non fermarmi a guardare quei capolavori, ero emozionata, mi faceva strano rivivere il mio passato e non lo avevo mai visto raffigurato in nessun modo. Quando aprii il settimo muffin mi tremavano leggermente le mani; nel piccolo foglietto c’era Peeta, sconvolto cercava di strangolarmi dopo che gli ero corsa incontro felice,il gusto di questo era decisamente troppo amaro. L’ottavo aveva un sapore dolce ma sempre con un retrogusto amaro: baciavo Peeta dopo che eravamo scampati agli ibridi nelle fogne di Capitol City, per non perderlo di nuovo. Fissai lo sguardo su di lui, ne mancavano ancora quattro più quello finale, ma avevo bisogno di guardarlo, vidi che era emozionato almeno quanto me e dopo un leggero bacio sulla guancia mi invitò a continuare. Il nono aveva un gusto deciso alla cannella:Peeta mi impediva di suicidarmi. Cominciai a piangere. Morsi il decimo:Peeta piantava le primule del giardino di casa mia,questo muffin sapeva di primavera, aveva un sapore leggero. Nell’undicesimo, che profumava di caffè trovai me e Peeta abbracciati,nudi sotto le coperte, dopo la nostra prima notte insieme. Mancava solo l’ultimo muffin, il più grande e ora tremavo per davvero.. “Dai manca poco” mi incitò Peeta. Assaggiai l’ultimo muffin: era il mio preferito, un mix di sapori che non ero nemmeno in grado di capire, al centro c’era una piccola scatola, la aprii tremante. Dentro vi trovai un anello, era bellissimo: un solitario con un diamante piccolo ma elaborato al centro. Alzai gli occhi, ma Peeta era già inginocchiato davanti a me. “Katniss, mi vuoi sposare?”
  
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