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Autore: Edelwise    19/12/2013    3 recensioni
Hermione aveva paura.
Una paura dovuta un po’ a tutto il contesto in cui si trovava, il temporale era solo un buon pretesto per non dover dare tante spiegazioni a quel ragazzo che gli stava di fronte e che la osservava.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Perdonatemi se metto le note a inizio storia ma c’è qualcosa che vorrei comunicarvi.
Questa storia è ambientata in un ipotetico sesto anno.
Abbiamo un Hermione che scopre i piano malefici assegnati a Draco Malfoy e cercherà in tutti i modi di aiutarlo a ritrovare se stesso.
Questa storia è articolata con due flashback.
E’ un universo alternativo, un po’ anche what if, quindi la storia prendetela per quello che è.
I caratteri dei personaggi sono completamente sballottati, probabilmente per il contesto in cui gli ho inseriti.
Non so scrivere bene le scene di sesso, si sono una capra, per cui vi ho regalato diciamo l’essenziale di questa storia.
Io ho sempre usato il termine –Sanguesporco- perché rende di più il concetto di quello che è Hermione.
Spero sia di vostro gradimento perché è un ritorno al mio fandom preferito.
Scrissi Dramioni qualche tempo fa, poi mi sono dedicata ad una long originale.
Ma si sa il primo amore non si scorda mai.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e dedicato due minuti a questa storia, consideratela un regalo di Natale anticipato.
Se volete seguirmi ho un account Twitter (AniaLaStregatta) oppure sono su FB (Calantha Efp)
A presto
C.
 

 
 
 
 
 
Oblivion
(la Scelta della Menzogna)



 
 
 
Mancavano due giorni a Natale.
La pioggia batteva forte sui vetri.
Un temporale si stava abbattendo su Hogwarts.
Hermione aveva paura.
Una paura dovuta un po’ a tutto il contesto in cui si trovava, il temporale era solo un buon pretesto per non dover dare tante spiegazioni a quel ragazzo che gli stava di fronte e che la osservava.
Si erano dati appuntamento nella Stanza delle Necessità che, per quell’occasione aveva scelto un arredamento spoglio e freddo.
C’era un semplice camino nella parete principale e, quattro finestre al lato.
Vivevamo quegli attimi nella penombra più assoluta.
“Perché” incominciò la riccia “perché siamo qui.”
Draco Malfoy, chiuso nel suo abito nero, se ne stava di fronte a lei.
Testa china, sguardo basso e i crini biondi scompigliati.
Era chiuso nel suo silenzio.
Quel silenzio di cui, Hermione  aveva sempre avuto curiosità che, con calma e parsimonia, aveva imparato a capire.
Vederlo in quella posizione e chiuso le metteva parecchia pressione.
“Ci ho pensato bene.”disse piatto “e come al solito ho fatto un errore.”
Hermione ridusse i suoi occhi a due fessure, scrutando meglio il biondo di fronte a lei.
“Granger, ho sbagliato tutto dal principio.”
La Rossa sentendo quelle parole chiuse gli occhi e si passo la lingua tra le labbra secche per il troppo freddo.
“Che vuoi dire, Malfoy?”
“Voglio dire” alzò lo sguardo e le sue iridi azzurre inchiodarono il mio viso “che non posso portarti all’inferno con me, non voglio.”
La sua voce era un soffio.
Delicata e insicura.
“Io non ti lascerò solo.” Sentenziò Hermione.
“Perché non lo vuoi capire” disse avvicinandosi appena “perché non vuoi capire che se starai al mio fianco l’unica cosa che troverai sarà la morte?”
“La morte la possiamo combattere insieme.”
Ridacchiò nervoso “Tu sei così sicura che riusciremo a sconfiggere quello che sta per scatenarsi la fuori?”
“Malfoy, tu sei solo una marionetta nelle mani di un burattinaio malato di mente e assetato di potere”.
“Quel burattinaio vuole la tua testa su un piatto d’argento.” Comunicò aspro “ solo perché sei una Sanguesporco!”
Cadde un silenzio tra i due.
Il biondo si voltò a guardare le fiamme rosse che ardevano nel cammino.
“Anche tu un tempo avresti voluto la mia testa su un piatto d’argento.”
La Rossa gli si fece accanto.
“Per me è diverso.” soffiò “ è stato un bene che quel giorno mi abbia scoperto, che abbia combattuto per sapere che cosa stavo escogitando” continuò “ è stato un bene che tu sia stata mia complice e mia consigliera, sarei uscito pazzo senza di te
Quel ‘te’ detto con voce tranquilla e armoniosa,con un briciolo di tenerezza e dolcezza inaspettata.
Hermione sorrise.
“E poi non avrei mai voluto la tua testa su un piatto d’argento, non sono così sadico” sentenziò “la mia era solo gelosia repressa per la tua intelligenza e per il tuo essere così spigliata.”
La Riccia si avvicinò ancora di più a lui, sentendo il suo odore di menta fresca mista a tabacco e alcol.
“Hai bevuto?” domandò lei curiosa.
“L’alcol aiuta a schiarirmi le idee.” Rispose spicciolo.
Cadde nuovamente il silenzio.
 Hermione si torturava le mani e cercava di fare mente locale, perché sapeva benissimo quello a cui stava andando incontro.
“Ricordi il nostro primo incontro?”
Il ragazzo si mise le mani nelle tasche dei suoi pantaloni neri e sorrise.
“E chi se lo scorda…”
 
Era da un po’ che lo seguiva per i corridoi, facendo finta di nulla e cercando di non essere scoperta.
Lo vide svoltare nel bagno dei Prefetti e senza fare troppe cerimonie entrò.
Non vi era nessuno, ma lei sapeva che il biondo era furbo come una volpe e velenoso come un cobra.
Era li dentro e si era nascosto.
“Malfoy!” urlò “esci subito fuori.”
Sentì una risata, di quelle perfide da far gelare le vene.
“Sanguesporco.” Sentenziò uscendo da un bagno “quale onore” .
“Che diavolo stai facendo?”domandò lei.
“Forse non ti è ancora chiaro quale siano i bagni maschili e quelli femminili?”
“Non prenderti gioco di me!”
“Tu di solito cosa fai in un bagno?” domandò maliziosamente “Ops! E’ vero tu di solito ci prepari la pozione polisucco!”
Il viso della giovane ragazza s’imporporò.
“Oh ma guarda che strano colorito ha assunto il tuo volto” la canzonò.
“Smettila di canzonarmi” esclamò estraendo la bacchetta.
Malfoy di rimando estrasse la sua e la puntò al cuore della ragazza.
“Sai bene che potrei farti del male,Granger.”
“Dimmi cosa diavolo combini tutte le notti qua dentro e mettiamo fine a questa conversazione.”
“Se te lo dico poi dopo dovrò ucciderti” un ghigno comparve nel suo volto cereo “e sai benissimo che la cosa non mi dispiace affatto.”
“Expelliarmus” soffiò la ragazza, ma Draco evitò il colpo.
Una risata isterica inondò il bagno.
“Astuta ma non quanto me.”
Mosse la bacchetta e con un solo colpo si trovò con la schiena immobilizzata al muro.
Il biondo si avvicinò piano, chiuse tutte le porte con un incantesimo e avvicinò il suo volto a meno di un centimetro da quello della Riccia.
Con la punta della  bacchetta iniziò sfiorare tutti i contorni di quel viso delicato e ad osservane ogni piccolo centimetro.
“Come ci si sente ad essere la più brillante strega di tutti i tempi, Sanguesporco?”soffiò.
Il suo alito sapeva di tabacco, la ragazza arricciò il naso.
“Lasciami andare” ordinò.
“Come ci si sente ad essere messa alle strette da un giovane Serpeverde?”domandò di nuovo.
“Verranno a cercarmi.”
“Non voglio farti del male, rispondimi e ti lascerò andare”.
“Io…”
“Come ci si sente a non avere un peso sulle spalle? Come ci si sente a non dover avere delle morti sulla coscienza? Come ci sente ad essere liberi?”continuò.
“Che stai dicendo?”
Il ragazzo rise istericamente, portò su la manica della divisa e mostrò alla riccia quello che gli era stato impresso.
Una macchia nera che andava in risalto con la sua pelle cerea.
Il Marchio Nero era li in bella mostra.
Hermione a quella visione si morse il labbro.
“No, non può essere” disse lei.
“Ed invece si.”esclamò l’altro di rimando “sono stato scelto!”
Un colpo di bacchetta e la ragazza tornò libera.
“Perché tu?” domandò.
“Non sono stato scelto solo io” disse con voce tirata.
“Chi?”
“Granger non è affar tuo”sentenziò “ora vattene e ringrazia la mia clemenza” .
“Io non me ne vado finchè tu non mi darai delle risposte!”
Il ragazzo si voltò e vide gli occhi castani della ragazza vivi e pieni di speranza.
Rimase incantato da quello sguardo testardo ma allo stesso tempo impaurito.
Era uno di quegli sguardi che gli era sempre piaciuto.
“Ho un compito” confessò infine “un compito troppo grande per me stesso.”
Hermione si avvicinò a lui.
“Un compito che non so se riuscirò a portare a termine.” La sua voce s’incrinò.
“Malfoy…”soffiò piano.
“Per tenere alto il valore della mia famiglia” le ginocchia del ragazzo cedettero e cadde in ginocchio a testa china.
Hermione si avvicinò a lui, inchinandosi.
“Stammi lontana, Sanguesporco”
La ragazza rimase li immobile ad osservare quel corpo preso dagli spasmi e dalle lacrime che cadevano sul pavimento.
“Non sei costretto a doverlo fare, puoi sempre scappare.”provò lei.
“Mi troverebbero e mi ucciderebbero. Non sai di cosa sono capaci” .
“Allora ti aiuterò io.”
“Tu non hai un animo malvagio” alzò lo sguardo verso la ragazza e di nuovo le iridi castane incastrano i suoi occhi azzurri.
“Ma insieme possiamo trovare un modo per non far macchiare la tua anima di un crimine che non ti appartiene.”
“Lo faresti Granger?”domandò confuso
La ragazza ci pensò un po’ su, ma la visione di quel ragazzo che di fronte a tutti appariva spocchioso e sicuro di se, mentre ora era ridotto ad un piccolo agnellino in cerca di aiuto le colpì direttamente il cuore e, la risposta arrivò immediata.
“Sì.”
 
 
“Fu proprio quel giorno che ti cacciasti in una cosa molto più grande di te” disse Draco.
Si voltò ad osservare la giovane Grifondoro, i suoi lunghi ricci a incorniciare quel viso che gli aveva cambiato la vita,  quelle iridi castane che diventarono le sue preferite e quelle labbra morbide capaci di far trasformare qualsiasi parola in poesia.
Il Biondo non poteva fare a meno di lei.
“Ma quello fu il giorno in cui, per la prima volta nella tua vita, ti fidasti di una Sanguesporco.”
Draco sapeva che quello che stava facendo la ragazza era un gioco.
Una specie di scacchi ma a parole, dove ad ogni frase corrispondeva un’altra frase.
Mossa e contromossa.
E a lui questo gioco piaceva parecchio, quasi a stuzzicarle la mente.
Aveva deciso di farle ripercorrere tutti i bei momenti passati assieme, perché sapeva che la facevano stare bene.
Ma anche lui gioiva di tutta quella dolcezza che per quei mesi gli aveva inondati rendendoli due amanti segreti che bramavano passione che si nascondevano per non condividere il loro amore con nessuno.
Un amore sporco, non accettato.
Un amore malato fatto di carne e sangue.
Un amore fatto di menzogne e colpi bassi.
Un amore speciale.
“Sapevo che non avresti detto nulla a nessuno” confessò “non sei mai stata una pettegola ai livelli della Brown”
“Non paragonarmi a quell’oca giuliva, potrei offendermi.”incrociò le braccia e Draco sorrise.
“Non potrei mai, tu sei unica”.
Hermione si voltò verso il ragazzo che sorrideva.
“Io ricordo perfettamente il nostro primo bacio invece.”
Hermione imporporò “Sei una viscida serpe”.
“Le serpi hanno il loro fascino…”
 
 
 
“Perché siamo nella Stanza delle Necessità?”chiese Hermione spazientita.
“Devo farti vedere una cosa.” Rispose lui piatto.
“Spero sia importante Malfoy, ho dovuto saltare un affare molto importante.”
“Cosa? Stare tra le cosce di Wasley?” chiese malizioso
La Riccia diventò rossa in viso “Non è affar tuo, quello che io e Ron...facciamo!” disse piccata “forse non sai che preferisce la Brown.”
“Ha dei gusti veramente pessimi!”concluse lui fermandosi di fronte a quello che sembrava un grosso armadio nero.
Hermione osservò quel mobile di fronte a lei “Un armadio?”
“Non è un semplice armadio” comunicò “ è  l’armadio svanitore. Una parte sta qui, l’altra è a Magia Sinister” spiegò “Non riesco ad aggiustarlo e come se ci fosse qualcosa che lo blocca.”
La Rossa si avvicinò all’anta sfiorandola appena “Silente gli avrà lanciato qualche incantesimo.”
“Granger io ho bisogno che questo coso funzioni!” esclamò.
“Io non so come si ripari questo arnese Malfoy!” esclamò lei di rimando “non saprei proprio da dove iniziare!”
“Ma tu non eri la strega più brillante e bla bla bla?”
“Non mi intendo di magia nera, forse tu però si” lanciò una piccola frecciatina.
“Ho provato con tutti gli incantesimi possibili, ma non funzionano.”
La ragazza si concentrò di più, osservando quel mobile nero.
“Voglio provare una cosa.”
Draco la osservò meglio, sperando in cuor suo che trovasse una soluzione.
La Grifondoro estrasse la bacchetta e la puntò contro l’armadio.
“Bombarda!”esclamò.
 Fu sbalzata contro il muro, dove sbatte violentemente la schiena e cadde a terra.
Draco si avviò verso il punto in cui era caduta.
Si chinò su di lei “Ma che diavolo ti è saltato in mente, Sanguesporco?” esclamò
“Ha un incantesimo di protezione” disse cercando di rialzarsi ma per il brutto colpo si rimise a terra.
Draco la osservò meglio notando che non se la stava passando bene.
“Tutto a posto?”chiese piatto.
“Penso di essermi rotta qualcosa” comunicò “non riesco ad alzarmi”
Il biondo estrasse la bacchetta “Sta ferma” sentenziò e iniziò a puntarla su tutto il corpo della Grifondoro in modo da poterne riparare i danni.
Appena finì le porse la mano per alzarla.
L’aiutò a mettersi in piedi.
“Grazie” disse lei.
Draco rimase confuso da quelle parole.
Nessuno in vita sua gli aveva mai rivolto un grazie, nessuno in vita sua era stato così gentile con lui come lo era Hermione.
Nessuno.
Ma ciò che lo colpì di più fu proprio quel grazie, pronunciato da quella bocca, da quelle labbra che per lui erano sempre state il male.
Quella ragazza che lui per anni aveva sbeffeggiato, lo stava aiutando.
L’aveva ringraziato.
Il suo animo fu scosso per diversi minuti.
Un Hermione pensierosa e a braccia conserte era tornata di fronte all’armadio.
Studiava con parsimonia qualcosa che a lui non era visibile.
Forse stava solamente pensando a quale incantesimo usare.
“E’ chiaro”disse infine “ che se non togliamo prima l’incantesimo di protezione non potrai ripararlo.”
“Il vecchio decrepito le pensa sempre tutte.” Sputò acido.
“Silente” puntualizzò “prende le dovute precauzioni.”
La riccia alzò di nuovo la bacchetta e questa volta con un incantesimo muto iniziò a far danzare la bacchetta.
Il ragazzo era immerso in quella splendida danza.
Quelle mani sinuose che si muovevano lente ed aggraziate.
Dopo qualche minuti un sonoro –crack- inondò le pareti della stanza.
“Ora dovrebbe andare.”comunicò
Draco rimase impietrito.
“Perché lo stai facendo Sanguesporco.”
“I miei perché te li ho già spiegati.” Soffiò.
Non ci fu frase più azzeccata per i ricordi di Draco, ripensando alla frase che gli disse la prima volta che s’incontrarono.
L’osservò mentre si guardava intorno “Ora posso andare?” domandò spazientita
“C’è una cosa che vorrei fare, prima che tu vada.”
Fu un attimo e Draco prese il polso della ragazza portandosela a se.
La guardò negli occhi, in quelle iridi castane che gli avevano rubato l’anima e che gli facevano battere il cuore.
Quello sguardo testardo ma ricco di dolcezza e paura.
“Weasley è proprio uno stupido” soffiò sul viso della ragazza “ha tra le mani la più potente strega di tutti i tempi e se la lascia sfuggire per una pettegola.”
“Malfoy!” esclamò lei cercando di liberarsi ma con scarsi risultati.
“Ed invece e qui tra le mie braccia” continuò “ e chi l’avrebbe mai detto”
La ragazza smise di divincolarsi e rimase ad ascoltare quelle parole.
“Avevi detto che la mia anima non si sarebbe dovuta sporcare, ma arrivati a questo punto ce la stiamo sporcando entrambi di menzogne e tradimenti.”
Il viso del ragazzo era a poche spanne da quello della riccia.
I loro respiri s’intrecciavano.
Le loro iridi erano incastrate.
E Draco fece la sua mossa posando le sue labbra su quelle della giovane Grifona.
Un bacio leggero e vellutato, pieno di un qualcosa non ben definito.
Pieno di se e forse anche di qualche ma.
Lasciò quelle labbra morbide e la guardò per qualche secondo.
“Ora ti darai fuoco alla bocca per avermi baciato?”
“Le mie labbra sono già in fiamme.” E riposò le sue labbra su quelle della ragazza.
Un bacio casto che si trasformò in qualcosa di peccaminoso.
La sua lingua da serpe bramava per farsi spazio nella bocca innocente della Grifona.
Premeva e pulsava per farsi spazio.
Hermione incastrata tra la confusione che regnava nella sua testa e il corpo che fremeva sotto le mani di Draco, si lasciò andare dando vita al peccato.
Le loro lingue si rincorrevano feroci, la loro saliva si mescolava nel tripudio peccaminoso.
Le mani del rampollo affondarono nei ricci ordinati di Hermione.
Lei posò le sue fredde mani sul viso di Draco.
Le loro anime ormai si erano macchiate.
Draco abbandonò quelle labbra notando il rossore delle gote della ragazza.
Sorrise maliziosamente.
“Granger, sei caduta di nuovo nella trappola della serpe…”
 
 
“Fu la prima volta che mi sporcai le mani” ammise Hermione.
L’aveva fatto per lui, perché quando l’aveva visto a terra e implorante aiuto, le sue iridi azzurre le avevano rapito il cuore e in cuor suo non si pentiva di nulla.
Non si pentiva di aver detto mille bugie, mentito ad Harry e Ron, di aver sacrificato i suoi principi.
Perché con Draco era rinata.
Poteva sembrare un ragazzo brusco dalla pelle dura, ma in fondo anche lui aveva un cuore.
Un cuore che batteva forte, che galoppava come un cavallo in corsa.
Un cuore vivo che pompava sangue.
Sangue pulito e puro, diverso dal suo sporco per via di una vita che non gli apparteneva.
“Non dovevi farlo, avrei dovuto impedirtelo.”
“Ma non l’hai fatto.”
“Sei stata il mio barlume di speranza. Ti devo molto e non smetterò mai di ringraziarti.”
Quel verbo usato al passato fece scattare un campanello d’allarme nella testa della ragazza.
“Posso ancora aiutarti”ammise.
“No, Granger, la guerra è alle porte e io non voglio che tu venga immischiata in tutto ciò.”
“Mah..”
“Se scoprono quello in cui ti sei cacciata, sarai costretta a prendere una decisione” sputò acido “o noi o loro e io non voglio che tu faccia questa scelta perché non voglio proprio saperlo chi sceglierai.”
Il cervello di Hermione stava elaborando troppe teorie tutte insieme, un leggero mal di testa prese il sopravvento.
“Non posso metterti di fronte a certe scelte e, non posso metterti di fronte a certi pericoli.”
“Io so badare a me stessa!”
“Tu non capisci” disse infine rassegnato “ Tu hai una famiglia, degli amici. Io ho solo un mucchietto di cenere in mano.”
Sopra le loro teste comparve del vischio.
Draco osservò quel rametto insieme alla ragazza.
“Vischio” disse lei sorridendo.
Il biondo sorrise di rimando.
“Di solito è tradizione.”
“Lo so, sono un tipo molto tradizionalista.”
Si avvicinò ad Hermione e fece intrecciare le loro labbra in un piccolo bacio.
Leggero e puro.
“Perdonami, Hermione” soffiò infine.
Draco bloccò la ragazza, puntò la bacchetta sulla tempia.
“Non farlo!”
“Ti amo.”soffiò lui.
Una lacrima solcò la guancia destra della giovane Grifondoro.
“Ti amo, Draco.”
Oblivion” esclamò il ragazzo.
Le iridi castane di Hermione divennero improvvisamente bianche.
Tutti i ricordi, tutti i pensieri e i segreti di quegli ultimi mesi vennero spazzati via per sempre.
Non avrebbe mai avuto nessun ricordo.
Infine la ragazza cadde a terra come in un sonno profondo.
Draco l’osservo per alcuni minuti, si abbassò lasciò un piccolo bacio tra i suoi ricci ed uscì dalla stanza.
Qualche ora più tardi Hermione si svegliò sola nella stanza, era confusa su come potesse essere finita li.
Sulle sue labbra un sapore di menta fresca mista a tabacco.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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