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Autore: Martylovedemi    19/12/2013    1 recensioni
Prefazione
Ashley una ex cheerleaders del suo liceo. Molti la descrivono in poche parole "PRESUNTUOSA, ANTIPATICA, EGOCENTRICA" il classico tipo con tutta la scuola ai suoi piedi. Proveniente da buona famiglia , il padre Christopher Smith, primario del Santana Hospital , uno dei migliori negli stati uniti d'america. Questa ragazza si ritoverà ad cambiare drasticamente la sua vita sociale, grazie ad un idea del padre che l'aiuta a scegliere un possibile collage , quindi le chiede di aiutare al suo ospedale. A traumatizzare la sua vita sarà l'incontro con un ragazzo Jacob Jackson e un infermiera Nicole Brown.
" Già troppe volte avevo sfiorato la morte. Affrontarla sembrava quasi inevitabile , era come se il mio destino era la catastrofe . Ne ero già sfugito ogni volta ma tornava sempre a cercarmi. E' facile scappare da qualcuno che odi. Ma se nn c'è speranza non hai alcun alternative" - Le parole di un povero ragazzo di 25 anni . Quando la vita ti dona solo delusioni meglio non aspettarsi niente, cosi non si rimane delusi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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4 CAPITOLO

Vivere è una fregatura!

Ad ogni modo, per dire il vero,
la ragione e l'amore oggigiorno vanno di rado assieme.
- William Shakespere.

Vivere è una fregatura, tanto poi muori.

 

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Jacob.

Ero andato in ospedale per degli esami, ero dimagrito molto in poco tempo. Mia madre si era preoccupata e mi aveva costretto a farli. Da due mesi mi sentivo strano, non so come , ma diverso dal solito. Sono il capitano della squadra di basket della mia scuola, nel ultima partita avevo fatto più fatica ad allentarmi, sopratutto a giocare dopo 20 minuti di partita già ero stremato, mia madre dava la colpa al dimagrimento, ma io mangiavo come sempre anzi forse di più.  Frequentavo il collage da 3 anni ormai, ero lontano dalla mia città quindi andai nella città dove avevo il collage ovvero New York. Incontrare quella ragazza mi aveva fatto bistrare per un secondo dai miei pensieri. Era come se quel sorriso mi contagiasse , Ashley , non avevo mai visto una ragazza cosi, sembrava dolce con quei suoi capelli biondi e gli occhi color ghiaccio.
Mentre aspettavo il mio turno mi sedetti su una di quelle sedie fuori dal'ufficio del dottore, c'erano altre 6 persone d'avanti a me . Infilai gli auricolari per poter sentire un po' di musica per rilassarmi,ma speravo che quella ragazza ripassasse per rincontrare il suo sguardo dolce. La musica non mi rilasso per niente, anzi mi fece pensare ancora di più e mi chiedevo:
Che ci faceva qui?
 Era qui per una visita?
Per incontrare un parente?
E' un dottore?
 Era malata?
Tutto fu interrotto dal suono improvviso della musica , mi guardavo intorno come un idiota, avevo perfino dimenticato di avere gli auricolari . Avevo la riproduzione casuale ed stranamente, era la mia canzone preferita , mi alzai e iniziai a camminare canticchiando , come se fossi solo , mi fermai d'avanti ad una finestra e continuai per tutta la canzone , e penso anche che muovevo i piedi a ritmo di musica come facevo sempre. Appena fini la canzone senti una mano sulla spalla,  << Oh cazzo, che figura di merda>> pensai girandomi lentamente. Ecco avevo ragione era Ashley che mi indicava di togliere le cuffie, feci come diceva e sorrisi arrossendo appena.
<< Adoro questa canzone>> Disse sorprendendomi poi continuo << E non sei male come possibile cantante>> ridacchio e io la segui
<< Ehm grazie, ora devo andare>> cercai una scusa perché non riuscivo più a guardarla dopo questa figuraccia
<< Ciao Ashley>>  dissi allontanarmi
<< Ciao Jacob>> senti dire in lontananza.
Mi tolsi le cuffie <> pensai dirigendomi di nuovo verso l' ufficio del dottore che aveva appena iniziato le visite.
Era anche arrivata mia madre
<< Mamma non c'era bisogno che venissi fin qui, non sarà niente di grave>> Dissi abbracciandola
<< Lo so tesoro, ma io voglio esserci  quando ti visiterà>>
<< Deve solo vedere gli analisi che mi avete costretto a fare, niente di più>>
<< Costretto? Che parolone, sai che lo abbiamo fatto per il tuo bene>>
<< Il Choc non mi avrebbe fatto continuare a giocare se non li facevo>> Dissi scocciato
<< La salute è la cosa più importante, Jacob , non di certo correre dietro una palla e fare goal>>
Sospirai come sempre confondeva il calcio col basket, non capiva che giocare mi rendeva felice e che mi faceva sentire libero e bravo in qualcosa.
<< Mamma quello è calcio non basket>>
<< Sempre dietro ad una palla stai , Jacob >>
Eccola che ricominciava con le sue ramanzine, mi sedetti e feci finta di ascoltarla mentre lei parlava ancora, e pregavo che presto il dottore ci avrebbe fatti entrare , cosi la smetteva di blaterare in continuazione, lo so che si preoccupa per me ma dopo un Po diventa una palla.
Passo un ora e lei ancora blaterava , io ero seduto con la testa tra le mani perché ormai non la riuscivo più ad sopportare e ad ogni cosa che diceva gli rispondevo
<< Se va bene>>
Cosa che la fece arrabbiare ma cavolo non cela facevo più ad ascoltarla.
Finalmente dopo poco chiamarono il mio cognome, ed entrammo nel ufficio del dottore , c'era lui ed altre 2 ragazze giovani penso specializzande , un pensiero perverso mi appari nella mentre "questi fanno la cosa a 3 ogni giorno" . Quando ero nervoso melo faceva sempre, cioè pensare a cose perverse, anche prima di giocare una partita, non so perché ma ormai mi conoscevo e dopo quello ormai non potevo più nasconderlo avevo paura anche io.
Ci sedemmo, parlo mia madre spiegando un Po tutti i "sintomi" se cosi si possono chiamare , poi gli diede gli analisi che avevo fatto.
<< Lui è anche un grande fumatore>>
Ci mancava solamente che gli dicesse di che misura avevo il pene poi gli aveva detto tutto .
Il dottore rimase perplesso guardando gli analisi, poi inizio a parlare con me dopo aver passato gli analisi alle due ragazze.
<< Allora Jacob quanti anni hai?>>
<< Venticinque>>
<< Ti è mai capitato di sentirti stanco ? Improvvisamente anche senza aver fatto niente? >>
<< Si , di recente si>> deglutì , non capivo se sapeva cosa avevo se era grave, o se non avevo niente.
<< Pratichi sport?>>
<< Si, gioco a basket da quando ero in primo liceo>>
<< E tutti gli esami sono sempre andati bene?>>
Su questo intervenne mia madre << Si certo dottore è sempre stata in ottima salute>>>
<> inizio a scrivere delle cose su un foglio per poi continuare << faccia fare questi esami a suo figlio poi ritorni qui>>
Era una lista lunghissima, sapevo che se l'avrei detto al choc non mi avrebbe fatto più giocare cosi decisi di mentire.
Dopo poco uscimmo e mia madre era ancora più preoccupata di prima
<< Tranquilla mamma, male che vada muoio>> dissi cercando di sdrammatizzare ma non fu cosi.
Quando tornai nella mia camera ero stanco, molto stanco ed era strano perché di solito cammino per ore e non mi sento mai cosi, oggi invece dopo neanche 20 minuti di cammino ero stanchissimo. Mi misi sul letto pensando a cosa potessi avere.
Il giorno dopo avevo gli allenamenti ci andai tranquillamente ma non appena arrivai il choc volle parlarmi
<< Allora Jacob, come è andata?>>
<< Tutto bene, non era niente di grave>>
Non avevo mai mentito ma quella volta mi rusci più tosto bene, il Choc mi cedette cosi mi face allenare.
Facevamo le cose di sempre ovvero:
Correre, sollevamento pesi, e palleggi.
Dopo neanche mezz' ora già ero stanco di nuovo peggio del giorno prima, ma continuai facendo finta di niente.
 

 

   
 
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