Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Sonrisa_    19/12/2013    4 recensioni
[Capitoli dal primo al sesto: revisionati]
[Dal 7 maggio 2018 ripresa aggiornamenti]
La pace, nel regno sottomarino, non è mai destinata a durare a lungo... Dopo un anno dalla vittoria delle sette Principesse su Mikeru, infatti, compare un nuovo e potente nemico dalle intenzioni oscure. Le nostre amate Principesse si riuniscono, pronte e decise a riportare la pace nei loro regni, ma una rivelazione da parte della Regina dei Mari le condurrà verso il Mar Mediterraneo. Così, tra nuove amicizie, baci al chiaro di luna, nuovi amori, potenti nemici, antiche leggende e feste sulla spiaggia, riusciranno le nostre amate Principesse a ripristinare la pace nel loro mondo?
~*~
«Li ho abbandonati. Tutti loro. Oh Sara, come ho potuto?»
In risposta ebbe solo lo stridio di qualche gabbiano che sorvolava l'Oceano, infastidito dalle urla della sirenetta che avevano spaventato i pesci lì intorno.
In quel momento si sentì più sola che mai, lontana da tutti, priva di energie e provata anche emotivamente.
«Aiuto...» sussurrò al vento e alle onde.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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...o forse no?

 
Lasciarsi alle spalle l'hotel, con la scritta "VENDESI" in bella mostra, fu un colpo per tutti. Quella struttura era stata una casa per molti di loro e le sue mura erano state testimoni di pianti e risate di quelle giovani sirene. Pensare di dire addio a tutto quello era un po' come chiudere definitivamente un capitolo importante della vita.
Lucia diede un'ultima occhiata all'albergo, per imprimere meglio ogni singolo dettaglio così da custodirlo nel cuore, finché il debole richiamo di Nikora non la costrinse a muoversi per raggiungere il gruppo.
Il volo sarebbe partito di lì a poco e non avevano abbastanza tempo per lasciarsi andare a sciocchi sentimentalismi.


In aeroporto, Rina si sedette su una scomodissima sedia blu, fissando il suo sguardo sulla valigia, decidendo di non muoversi di lì fino a quando non avessero chiamato il loro volo. Aveva dormito male quella notte, sognando solo Masahiro e svegliandosi ogni tre per due, ripensando all'incontro del pomeriggio e maledicendo la freddezza che aveva manifestato. Sembrò sorda ai battibecchi di Nikora e Madame Taki, con la prima che cercava di tenere buona l'anziana veggente che, testarda, si ostinava a bloccare i viaggiatori offrendo i propri servigi da rinomata veggente; o ancora ai rimproveri di Hippo, in versione umana, ai musi lunghi di Lucia e Hanon. Non ne aveva proprio voglia e mal sopportava i risolini eccitati di Seira, Coco, Karen e Noelle.
"Ma credono di star andando a fare una gita?!" pensò, reprimendo uno sbuffo.
Le quattro sirene, invece, ridacchiavano complici perché sapevano cosa sarebbe successo di lì a poco...
«Buongiorno ragazze!»
Alla vista di quei tre, Lucia, Hanon e Rina sbatterono le palpebre perplesse: cosa ci facevano i loro (ex?) fidanzati lì in aeroporto con le valigie?
«Partiamo con voi!»
A quelle parole le tre ragazze strabuzzarono gli occhi, credendo di aver capito male, mentre Hippo e Nikora sbiancarono di colpo. Nel bel mezzo del trambusto che ne seguì -fatto di urla, schiamazzi, sguardi assassini e risolini entusiasti e soddisfatti- Madame Taki ebbe il tempo di installare un fantastico banchetto per meglio dedicarsi alla predizione del futuro degli ignari passeggeri dell'aeroporto.
«Non potete partire con noi.»
Rina era riuscita a gelare l'atmosfera con cinque semplici parole, per poi puntare lo sguardo verso Kaito, quasi a volerlo incenerire: Lucia aveva spiegato tutta la situazione, lui doveva aver capito la gravità della vicenda, no? E allora perché era lì con Shirai e Masahiro, ignari di tutto?
«Cosa? E perché?» domandò il blu, sbattendo le palpebre perplesso.
«Uhm... bhe... ma perché la cugina di Lucia non potrà ospitare anche voi!» se ne uscì Hanon, cercando di mettere una pezza a colori sul commento acido dell'amica e sperando che Lucia reggesse il gioco.
«Quale cugina?»
Speranza vana.
«Come "quale cugina"? Ma Serena, che domande! Tua cugina, quella di cui hai scoperto l'esistenza da poco e che ci ha invitato a trascorrere l'estate da lei. Per questo stiamo andando dall'altra parte del mondo senza preavviso, non ricordi?» fece ancora la blu «Scusatela, ma si è appena svegliata, povera.»
«Cosa? Ah, sì, certo. Mia cugina, Serena.»
«Ma noi non pretendiamo che la cugina di Lucia ci ospiti, abbiamo già trovato una sistemazione.» ribatté tranquillamente Kaito, sorridendo sprezzante verso Rina.
La conversazione fu sedata dalla voce che richiamava i passeggeri del loro volo: sarebbero partiti tutti quanti.

 
«Arriveranno oggi, dunque?» chiese un'anziana signora, infornando una teglia di biscotti al cioccolato, alla ragazza difronte.
La giovane annuì, sorridendo entusiasta: «Non vedo l'ora di conoscerle! Finalmente potrò anch'io dar loro il mio contributo! Saperle impegnate contro le forze del Male e non poter far nulla per loro era frustrante.»
«Non era per colpa tua, ricordalo. Tu hai subìto questa situazione, così come il tuo popolo.»
«Il mio popolo.» ripeté la ragazza, volgendo i suoi occhi chiari verso il mare che si intravedeva dalla finestra della cucina «Mi fa sempre uno strano effetto pensare che ci siano persone che aspettano da anni di poter essere guidate da me.» mormorò avvicinandosi al vetro, «Certe volte mi domando se potrò essere effettivamente all'altezza di questo compito... Non sono stata mai abbastanza presente per loro, potrò governarli in modo giusto?»
«Il fatto stesso che tu ti ponga certe domande è un ottimo segno; vuol dire che sei cresciuta bene. Ricordati, essere troppo sicuri di se stessi non va bene, ma nemmeno sottovalutarsi troppo è buono. Sii consapevole di te stessa e dei tuoi carismi, perché ne hai tanti e vanno messi a frutto.» disse la donna, iniziando a riordinare il tavolo della cucina «Non ignorare i tuoi limiti, ma scoprili e lavoraci su. Non aver paura di quello che sei: sei nata per uno scopo, come tutti a questo mondo, e ti dimostrerai un'ottima Principessa.»
«Posso abbracciarti?» chiese l'adolescente con gli occhi lucidi, avvicinandosi a lei.
Per tutta risposta l'altra aprì le braccia, lasciando che la ragazza la stringesse forte, per poi accarezzarle i lunghi capelli chiari.
«Grazie. Di tutto. Sapere di poter contare su di te è una gioia.»

 
Le dodici ore di viaggio furono alquanto stressanti per le giovani Principesse, provate dagli strilli di Hippo e Nikora dopo che Masahiro e Shirai si erano addormentati sull'aereo e che Kaito aveva confessato tutto.
«Ricordami perché non abbiamo utilizzato i Passaggi...» sbadigliò Noelle, trainando a fatica il suo immenso trolley scuro.
«Secondo Nikora sarebbe stato troppo pericoloso.. e vista la sorpresa che ci avete rifilato credo sia stato un bene.» mormorò Rina in risposta.
«Come se tu non sia contenta di avere ancora al tuo fianco Masahiro...» commentò l'altra, guardandola con supponenza.
«Non vorrei interrompervi, ma... sapete com'è fatta Serena? Esteticamente, intendo. Come facciamo a trovarla?» chiese Seira in un sussurro, avvicinandosi alle amiche.
Le ragazze si guardarono negli occhi per un paio di secondi: che fare ora?


Serena arrivò con il fiatone all'aeroporto, notando con sgomento che l'aereo dal Giappone era già atterrato.
"Giusto oggi doveva fare ritardo l'aliscafo, eh?" pensò frustrata, iniziando a correre verso l'uscita dei passeggeri, per poi bloccarsi di colpo: non aveva idea di come fossero esteticamente le altre Protettrici delle perle; che fare ora?
Si guardò attorno, alla ricerca di qualcuno che somigliasse ad un gruppo di Principesse, ma i suoi occhi furono attratti da una compagnia di ragazze dai capelli di colori sgargianti: blu, verde, arancione e persino indaco e viola.
"Che siano loro?" si chiese, avvicinandosi.


«Dodici ore di viaggio e non abbiamo pensato nemmeno ad una strategia per trovarla.» sbuffò Coco, tamburellando le dita sul manico della valigia.
«Come se avessimo potuto prepararci a tutto questo...» sbottò Karen «Certo che la Regina avrebbe potuto darci almeno qualche indicazione sul suo aspetto fisico...»
«Ehm, scusate?»
Una voce delicata attirò la loro attenzione sulla sua proprietaria: una giovane ragazza sui diciassette anni che le guardava spaesata, come se fosse incerta sullo sbilanciarsi a parlare di più o tacere. I suoi grandi occhioni grigi si muovevano veloci su ciascuna di loro, per poi soffermarsi sui loro colli.


Alla vista di quelle collane, Serena si tranquillizzò: le aveva trovate!
«Io sono Serena! Voi siete le altre Prin-»
«Serena! Cugina mia, ma che piacere conoscerti!» trillò Lucia, con una prontezza di riflessi invidiabile, abbracciandola di slancio per farla tacere «Ti prego, perdonaci, ma con noi sono venuti quei due ragazzi alla mia destra che non sanno dell'esistenza delle sirene. Potresti far finta di essere mia cugina per il momento? Ti spiegheremo tutto appena saremo sole.» mormorò Lucia, imbarazzata per la situazione.
«Tranquilla, non preoccuparti.» sussurrò di rimando Serena, dopo qualche secondo di silenzio necessario per metabolizzare le parole della bionda appena conosciuta, con la sensazione che con quelle sette non si sarebbe annoiata per niente.


«Non ho capito. Ma quindi eravamo arrivati sull'isola sbagliata?» domandò Seira, tenendosi ben stretta il cappello a tesa larga sulla testa, temendo che il vento se lo portasse via.
Serena scosse la testa, iniziando a spiegare all'allegra comitiva:
«Questo in realtà è un arcipelago, formato da tre isole ravvicinate che distano a poco meno di un'ora, l'una dall'altra, da battelli come quello che stiamo utilizzando ora. Quella» iniziò, indicando la costa dell'isola sulla quale erano atterrati dopo lo scalo «è Mira, la principale, nonché la più grande, dotata di aeroporto e università. La nostra meta è l'isola minore, ma secondo me più bella; la cittadina nella quale abito è molto pittoresca, sono sicura che la apprezzerete moltissimo.» continuò con gli occhi fissi verso la costa in avvicinamento davanti a loro.


I tacchi degli stivali riecheggiavano per i corridoi deserti, nonostante lei si stesse impegnando a fare il meno rumore possibile. Giunta dinanzi al portone che oramai aveva dimenticato lo splendore delle rifiniture in oro di un tempo, prese un bel respiro prima di entrare. Una sgradevole sensazione si impossessava di lei ogni qual volta varcava quella soglia, entrando nella sala principale del castello: nonostante fossero pochi i riferimenti visivi al suo passato glorioso, la giovane ricordava perfettamente ogni dettaglio di quella che era la sua sala preferita dell'intero palazzo. Cercando di ignorare la nostalgia che l'assaliva, ripensando a cos'era stato, camminò sicura fino al centro della sala, per poi inginocchiarsi.
«Perché sei qui, Leya?» domandò annoiata una voce maschile «Pensavo di esser stato piuttosto chiaro richiedendo espressamente di essere lasciato in pace.»
«Sono arrivate.» mormorò semplicemente, levando i propri grandi occhioni bordeaux verso di lui.
«Ne sei certa?» chiese il giovane, mettendosi dritto sul trono e focalizzando tutta l'attenzione sulla giovane dai capelli neri legati in due treccine infantili.
«Assolutamente. Il segnale emesso da otto perle è inconfondibile: si trovano tutte quante tra le acque del Mediterraneo. Stiamo cercando di restringere il campo, per comprendere la loro posizione precisa.»
«Perfetto. Allora torna dalle tue sorelle e adoperatevi per dare un degno benvenuto alle Principesse.» ordinò, mentre un ghigno sinistro compariva sul suo giovane volto.
La ragazza annuì e, rialzatasi in piedi, lasciò la stanza in tutta fretta.
"Ora sì che inizia la vera guerra."


Seira, l'unica veramente attiva tra i viaggiatori, ammirava estasiata ogni dettaglio che i suoi occhi potevano scorgere: dai balconi pieni di fiori ai chioschetti colorati del lungomare; dalle vele delle imbarcazioni all'orizzonte ai sorrisi cordiali dei passanti.
Nonostante avessero lasciato da poco i ragazzi alla loro nuova casa e, dunque, potessero parlare liberamente, nessuno aveva intrapreso il discorso "nuova minaccia", preferendo delle chiacchiere più leggere da turiste in vacanza per percorrere la via verso la casa di Serena, posta in un luogo leggermente isolato, circondata dal verde.
«Arrivati!» trillò Serena, fermandosi davanti ad un grande cancello in ferro battuto al cui interno si riusciva a scorgere una grande villa dai muri color crema.
«Wow! Questo posto è bellissimo!» esclamò Coco, varcando la soglia.
Il giardino, ben curato e delimitato da alte siepi, circondava interamente l'immobile e presentava un grande gazebo con dei divanetti e un tavolino, un dondolo e, poco distante, un'amaca.
«Grazie, ma è tutto merito di nonna.» ammise Serena, iniziando ad armeggiare con le chiavi di casa e la toppa della porta.
«Nonna?» chiese perplessa Hanon.
«La Regina Aqua vi ha narrato la mia storia?» si informò
Serena, per poi continuare a parlare dopo il segno di assenso della combriccola «Per stare sulla terra fui affidata alle cure di un'anziana sirena che ho sempre chiamato nonna, nonostante l'assenza totale di legami di sangue. Se oggi sono così è grazie a lei: è la persona più importante per me.»
Al suo interno la casa sembrava essere ancora più spaziosa di quanto non sembrasse all'esterno. Al piano inferiore si sviluppava la zona giorno -con la cucina, l'ampia sala da pranzo, il bagno e il confortevole salotto- e parte della zona notta -con alcune piccole camere da letto.
«Qui ci sono le stanze per Hippo, Nikora e Madame Taki: le ultime tre porte.» spiegò Serena, indicando un corridoio a sinistra della porta d'entrata «Mentre le vostre stanze sono sopra.» aggiunse, iniziando a salire la rampa di scale, seguita dalle altre sette Principesse «Purtroppo non ne ho una per ciascuna, quindi dovremmo arrangiarci dividendoci in tre stanze.»
Due gruppi non scritti, ma sottintesi e saldati nel tempo, andarono formandosi e sparendo dietro due porte indicate da Serena: Lucia, Hanon e Rina; Karen, Noelle e Coco. Seira con fare timido si avvicinò alla padrona di casa che le sorrise dolcemente, invitandola ad entrare nella sua -loro- stanza.
I due letti si trovavano sulla destra l'uno accanto all'altro, divisi da un comodino
abbastanza grande sul quale era poggiata solo una semplice abat-jour. Sulla sinistra invece vi era un ampio armadio bianco, la cui anta socchiusa faceva intendere che Serena l'avesse svuotato in parte per dar spazio alla futura coinquilina, dei poster e due mensole piene di libri, fumetti e qualche peluche. Ciò che però colpì maggiormente Seira fu la presenza del balcone da cui si poteva ammirare un panorama bellissimo: il mare.
«Mi piace!» esordì la minore, osservando con un sorriso gioioso il nuovo ambiente circostante.
«Cosa? La stanza, il dover condivederla con me o il mare che si vede?» chiese ridacchiando Serena, affiancando la ragazzina «Immagino avresti preferito un'altra compag-»
«Non dirlo nemmeno per scherzo! Io sono davvero contenta e poi potremmo stringere amicizia più velocemente!» la interruppe Seira, prendendola a braccetto.
Serena sorrise, colma dell'entusiasmo di quella ragazzina così gioiosa, e ebbe la netta sensazione che si sarebbe trovata benissimo con la piccola Principessa dell'Oceano Indiano.
«Ma come mai ci sono tutte queste stanze qui?» domandò Seira, saltellando verso il balcone «Da Nikora ce n'erano tante perché lei gestiva un hotel, ma non mi sembra sia questo caso...»
«Questa è la mia camera, quella accanto era di nonna -che ve l'ha ceduta volentieri per andare ai piani bassi- e l'altra era semplicemente una
camera per gli ospiti che, da piccola, chiamavo "sala del sorriso": tenevo lì tutti i miei giocattoli e quando invitavo le mie amiche a casa dormivamo tutte insieme lì» spiegò con un leggero velo di nostalgia nella voce «Invece le camere al piano inferiore non sono molto spaziose, ma sono state costruite per necessità. Infatti, fin da piccola, delle rappresentanti del Gran Consiglio delle Anziane Creature Marine sono venute ad esaminare periodicamente me e il lavoro di nonna per capire se crescevo rispettando tutti i valori stabiliti dalla Regina dei Mari.»
«Il Gran Consiglio? Esiste davvero? Credevo fosse una leggenda!»
Serena annuì, arricciando le labbra ed uscendo sul balcone, per respirare l'aria di mare.
«Le loro apparizioni sono molto rare, effettivamente si mostrano solo per le questioni importanti e, a quanto pare, il mio caso lo era. Da piccola alcuni membri mi facevano paura...» ammise ridacchiando «Ora li reputo "solo" antipatici, ma per fortuna la maggior parte di loro è simpatica e gentile.»
«Quando sono venuti per l'ultima volta?»
«Uhm... circa due settimane fa mi sembra. Dopo la Cerimonia del passaggio all'età adulta, durante la quale verrò presentata al mio regno, dovrebbero smettere di farmi visita. O almeno lo spero! Dopo aver scoperto di essere una Principessa ho iniziato a sentirmi sotto esame con loro a casa; era pesante sapere che c'erano persone venute apposta per analizzare il tuo comportamento, il tuo modo di parlare o agire...»


Dopo essersi sistemate nelle stanze ed aver disfatto le valigie, le otto ragazze decisero di ritrovarsi nel salotto per parlare. Anche questa volta "l'argomento nemico" fu evitato, a favore di chiacchiere più futili, ma necessarie per poter fortificare il gruppo. Serena scoprì moltissimo delle sue nuove compagne che, a loro volta, vennero a conoscenza di aspetti sconosciuti delle altre. L'idillio che si era creato, però, fu interrotto dallo squillo di un cellulare, preannunciatore di brutte notizie.
«Tutto bene?» chiese Seira, notando l'espressione di Serena a fine chiamata.
L'interpellata scosse mogia la testa : «Ho la sensazione che non ci annoieremo per niente quest'estate. A quanto pare iniziano già i primi problemi...»






 
Note del 31/10/2017
Sono sparita? Ebbene sì, ma ho un validissimo motivo: ho iniziato l'università.
Per i primi giorni non ho avuto il wifi nella nuova casa, poi dopo averlo installato non sono riuscita a trovare il tempo da dedicare alla storia, complice l'euforia dovuta alla nuova avventura che sto vivendo. Dopo un mese di silenzio posso annunciarvi che riprenderò regolarmente a pubblicare :)
Il venerdì mi risulta essere troppo complicato, sia perché è il giorno in cui ho più lezioni, sia perché spesso mi capita di prendere il treno per tornare a casa. Di conseguenza l'appuntamento si sposterà, ma non so dirvi di preciso a quando, quindi vi invito a tenere d'occhio la storia oppure direttamente la mia pagina facebook (ebbene sì, ho ceduto anch'io e non so se pentirmene o meno... probabilmente mi trasferirò su Instagram che io reputo il top, ma dettagli).
Tornando al capitolo: se avevate letto la precedente versione non potete notare delle differenze sostanziali. Lo ammetto, così mi convince moooooooolto di più. Voi che ne pensate? Se Melinda, Mary, Benedetta e Arianna vi stavano simpatiche, don't you worry, le ritroverete in altre vesti!
Vi invito sempre a lasciarmi un commentino :)
Almeno capisco se la storia continua ad interessare o se faccio meglio ad impiegare il mio tempo a studiare linguistica generale invece che a revisionare capitoli...
Vi abbraccio,

Marty
  
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