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Autore: albalau    19/12/2013    1 recensioni
Tratto dalla storia:
E anche quell'anno era arrivato. Non che gli piacesse particolarmente il freddo, visto che lo costringeva ad abbandonare i suoi riposi sui prati, ma gli piaceva dicembre.
Adorava vedere come il villaggio venisse addobbato da tutte quelle luci e decorazioni, della felicità che traspariva dai volti dei suoi abitanti. Non contando le storie e le canzoni che allietavano ogni angolo di Konoha.
Sì, lui amava dicembre e amava il Natale.
(partecipante all'iniziativa Nine days were gifted to the race of Black Flies)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E anche quell'anno era arrivato. Non che gli piacesse particolarmente il freddo, visto che lo costringeva ad abbandonare i suoi riposi sui prati, ma gli piaceva dicembre.

Adorava vedere come il villaggio venisse addobbato da tutte quelle luci e decorazioni, della felicità che traspariva dai volti dei suoi abitanti. Non contando le storie e le canzoni che allietavano ogni angolo di Konoha.

Sì, lui amava dicembre e amava il Natale.

-Io odio il Natale!- esclamò e sconsolato, lasciando cadere la testa sul tavolo.

A quell'uscita Choji smise di masticare e Ino lo guardò come se avesse appena bestemmiato.

-Tu ami il Natale.- puntualizzò scandalizzata la bionda.

-Non quest'anno.- mormorò così piano che quasi non l'udirono.

Choji riprese a magiare, capendo al volo il motivo di quell'esternazione.

-Perché? Che è successo di così grave?- indagò Ino.

-Tsunade gli ha rifiutato le ferie.- informò l'Akimichi.

-E che problema vuoi che sia! Tanto avresti avuto sì e no tre giorni.-

Lo vide fare un diniego con la testa prima di alzarla dal piano.

-Mi spettavano due settimane.-

E lì comprese anche Ino.

-Puoi sempre spedirlo il regalo.-

Shikamaru sbuffò, lasciandosi cadere all'indietro e incrociando le mani dietro la nuca.

-Era lui il regalo. Dimentichi che sono sei mesi che non riescono a vedersi.-

-Ah...- e no, non poteva spedirsi da solo.- Ma scusa, se dovevi avere quei giorni perché te li ha respinti?-

Si rimise seduto e poggiò una mano sotto il mento, giocherellando con il riso nella ciotola.

-Più della metà dei dipendenti del palazzo si sono ammalati Shizune compresa e Tsunade mi ha incaricato di occuparmi dei regali da far recapitare agli altri Kage in segno di gratitudine per la collaborazione in guerra.-

-Va bene che conoscendoti ci potresti mettere anche un mese prima di finire, ma se ti dai una mossa potresti farcela. Sono solo quattro in fondo.-

-Dimentichi gli assistenti e i collaboratori stretti.- la informò Choji.

-E quanti mai saranno!-

-Duecentoquarantasei.- sibilò Shikamaru.

 

I pacchi erano finalmente finiti. Ognuno avrebbe ricevuto quello che gli spettava, senza sé e senza ma. Li guardò per un istante nell'insieme. Effettivamente se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe pensato che avevano svaligiato tutti i negozi, negozietti e taverne dell'intero Paese del Fuoco.

Pasta, pasticcini, dolci tradizionali, bevande, sake e chi più ne aveva ne metteva facevano bella mostra nella sala attrezzata per la “riunione dei regali”. Beh se l'usanza era quella...chi era lui per disquisire? Infondo era il pensiero che bastava. Sperando sempre che il mal capitato non avesse intenzione di ricambiare, anche se ne dubitava molto...

-Abbiamo finito?- domandò Naruto che volenterosamente, dopo aver saputo della sua situazione, si era offerto di aiutare, come tutti gli altri del resto.

-Sì, è tutto a posto.- sentenziò il Nara.

-Yuppì!!!!!- il grido che si sprigionò non poté fare altro che farlo sorridere.

Chiuse il grosso fascicolo con annotati i nomi dei destinatari che aveva in mano e si voltò a guardare i suoi amici. Il team 7, l'8, Gai e 10 erano tutti lì, per lui. In verità l'unico che sembrava più un pezzo d'arredamento che un aiuto era Sasuke (che per poco non veniva “incartato” e infiocchettato da un esuberante Uzumaki, rischiando di venire spedito proprio al Raikage...e chi l'avrebbe salvato stavolta!), ma si era comunque offerto (diciamo costretto, ma le prove gli mancavano anche se lo sospettava fortemente) e quello bastava e avanzava.

-Per festeggiare vi aspetto stasera da Teuchi!- urlò il sempre esuberante Naruto.

-Ti ricordo che l'ultima volta abbiamo rischiato l'espulsione a vita.- gli ricordò Choji, estremamente preoccupato.

-Ma stavolta faremo i bravi. Vero?- rincarò la dose Kiba.

-Certo che sì!- confermò il biondo.

-Sarà...- Sakura non ne era molto convinta.-Ma il primo che si comporterà male...- lasciò la frase in sospeso, ma mostrando il suo famoso pugno che ammutolì per un attimo i presenti.

Più che silenziosi erano terrorizzati dalla possibile furia della kunoichi.

-Tu sarai dei nostri, vero Shikamaru?- chiese sempre con entusiasmo, un po' contenuto, Naruto.

-Mi spiace, ma anche se abbiamo fatto il grosso del lavoro, devo sovrintendere alla spedizione dei pacchi, evitando che quelli presi a caso dall'Hokage facciano confusione. Sarà per un'altra volta.-

In verità era ben felice di non partecipare hai festeggiamenti sempre troppo rumorosi degli amici. Per quanto avessero tutti la stessa età, in un certo senso si era sempre trovato fuori luogo.

Ino studiò a fondo l'espressione dell'amico, cogliendo chiaramente quella piccola smorfia di dispiacere.

-Shika, ascolta.- gli disse piano avvicinandosi.- Mancano ancora quattro giorni a Natale e forse riusciresti a fare in tempo.-

L'altro sbuffò, fingendo indifferenza.

-E chi me lo fa fare a sorbirmi tre giorni di viaggio fino a Suna per restare solo un giorno? Meglio che mi risposi, in fondo ho già la cena del gran clan al completo da sostenere.-

Ino non sembrò molto convinta, ma decise di non indagare oltre. Quella testa dura doveva imparare da sé a confidarsi e a risolvere i suoi “pasticci”.

 

Rientrò a casa che era molto tardi. Stanco, spossato e stressato più che mai, ripromettendosi, per l'ennesima volta in quel giorno, che l'anno venturo sotto le feste sarebbe stato irreperibile. A costo di farsi spedire ai confini di qualsiasi Paese conosciuto.

Raggiunse quasi a fatica il divano, lanciando un'occhiata sbieca al quel “coso verde” che Ino l'aveva costretto a mettere nel suo piccolo soggiorno. La scusa era stata semplice e banale...

“Ma Shika! In ogni casa deve esserci un albero di Natale!”

Ma lui poteva benissimo farne anche a meno...

Si accomodò poggiando la testa sul morbido cuscino, indugiando forse troppo su quelle luci che si accendevano e spegnevano ad un intervallo che dir soporifero era riduttivo. Ma proprio quando stava per chiudere gli occhi, rapito da quel mondo onirico che tanto lo affascinava, i suoi occhi caddero su qualcosa che non avrebbe dovuto esserci.

Si alzò di scatto, riconoscendo quell'informe cosa rossa un pacchettino, con tanto di fiocco!

Lo rese in mano, soppesandolo. Lo scosse trovandolo leggero e il rumore che emetteva era sordo e molto ovattato. Dopo averlo profondamente studiato (e deciso che non aveva nulla da temere) lo scartò. Una volta che l'involucro fu tolto e il cartoncino eliminato, rimase senza fiato.

Una piccola clessidra faceva bella mostra nelle sue mani. Ma non una qualunque, ma bensì QUELLA clessidra. La stessa che aveva visto molto tempo prima.

Prima che cominciasse la guerra.

Prima di qualunque sentore di essa.

Prima...

Esattamente in quel giorno che aveva passato a Suna a girovagare per le vie di quel villaggio in compagnia di Temari e quel negozio aveva, stranamente, attirato la sua attenzione, come la creazione al suo interno.

Il legno di ebano finemente intagliato, il vetro soffiato artigianalmente da mani esperte, la sabbia che scandiva lo scorrere del tempo che sembrava oro fuso. Fin dal primo momento era stato rapito da quel manufatto. Come aveva fatto Temari ad accorgersi di quello strano interessamento? Già, perché non poteva che essere stata lei a fare in modo che gli giungesse.

Decise che era meglio non darsi una risposta, ne valeva della sua integrità mentale. Quella donna era e sarebbe sempre stata un mistero per lui. Anche in barba alla sua decantata intelligenza!

Posò il piccolo oggetto sul piano del tavolino e cominciò a fissare la “colata” dorata che scendeva. E si perse nei ricordi. Ricordi lontani, ma che mai come in quel momento gli fecero compagnia, rammentandogli costantemente quando quella “furia della Sabbia” fosse importante nella e per la sua vita.

Quasi non si accorse che la sabbia aveva terminato il suo corso, ma quando accadde si accinse a girare nuovamente la piccola clessidra, ma qualcuno suonò il campanello.

Sbuffò per quell'interruzione e quasi con fare scocciato si apprestò ad andare ad aprire la porta. Chiunque fosse era certo che sapesse che era a casa, vista anche la luce che distrattamente aveva lasciato accesa. Sicuramente sua madre era venuta a prenderlo per fargli svolgere chissà che mansione che il padre aveva “elegantemente” sviato.

-E...tu...- balbettò non appena l'aria riuscì nuovamente ad entrare nei suoi polmoni.

-Sorpreso Nara? Eppure credevo fossi in grado di leggere.-

-Eh?- a che si riferiva?

La vide oltrepassarlo e prendere la clessidra sul tavolo. La guardò sorridendo dolcemente, dopo tutto lui non poteva vederla.

In effetti aveva fatto tutto di corsa non appena Gaara le aveva comunicato che il suo quasi, pseudo, non certo fidanzato non sarebbe stato presente ai festeggiamenti a Suna per via dell'incarico di Natale affidatogli dall'Hokage. In un primo momento aveva sbroccato, adducendo che si era fatto incastrare di proposito per non sorbirsi il viaggio e la presenza, a volte troppo ingombrante (lo riconosceva anche lei), dei fratelli. Ma in seguito, a mente fredda, era giunta alla conclusione che mai le avrebbe fatto una cosa del genere, più che altro perché ci teneva alla vita.

Però non poteva di certo presentarsi a mani vuote, anche se sarebbe bastata la propria presenza e aveva rammentato l'interesse di Shikamaru per quella piccola clessidra che avevano visto insieme.

Si voltò nuovamente assumendo la sua solita espressione. Sicura di sé e maliziosamente seducente. Gli andò davanti, sventolandogli quel biglietto sotto il naso.

-Parlavo di questo pigrone.- sussurrò ad un palmo dal suo viso.

Shikamaru avvertì il calore salirgli sulle guance, non ricordava quanto fosse sconvolgente per lui averla così vicino. Per fortuna che aveva ancora qualche neurone che non era partito per altri lidi ed afferrò il bigliettino. E sorrise.

Portò le braccia intorno alla vita di Temari, attirandosela contro.

-Non pensavo che avresti, un giorno, preferito me ai tuoi fratelli.-

-Con qualche minaccia si può ottenere tutto.-gli spiegò con un ghigno che aveva un che di sadico. E no, non invidiava nemmeno un po' Gaara e Kankuro, ma nemmeno lui stava messo bene, comunque aveva un'arma in più rispetto ai due Sabaku e l'avrebbe sfruttata.

- Inoltre...- continuò Temari.- sono ancora molte le cose che non sai di me, ma hai tutto il tempo per scoprirlo.- rispose prima di lasciarsi andare al bacio che entrambi aspettavano.

 

 

 

Eccomi qui anch'io! Questa "cosa" non so nemmeno da dove è uscita, abbiate pietà.... 

Come il titolo del resto....

Comunque Buone Feste a tutti!



  
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