Parlerò di Spartacus, anche se non ho avuto il suo nome, né un cuore che – mi disse – il dolore aveva già corroso.
Sono stata una moglie fedele e mai avrei creduto d’avere in sorte due amori: quello della casa e quello della fuga.
Spartacus non voleva un’amante: mi sono offerta. È giaciuto con me per non umiliarmi col torto di un rifiuto, eppure le sue mani sono state generose.
Spartacus accoglieva: era onestà e tristezza.
Laeta sorride di una gioia autentica.
“Che gli spiriti dell’inverno ti portino la mia voce, Sura: amalo per quanti ancora accarezzano il falso nome di un uomo vero.”