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Autore: _ChaMa_    19/12/2013    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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≈≈ PRESTO SARÀ TUTTO FINITO  ≈≈


 
 
Florida – Due mesi prima
 
Mason caricò l'ultima valigia; poi si voltò verso di me.
<< Ritornerò >> disse
Sollevai lo sguardo su di lui, trattenendo le lacrime. Volevo essere arrabbiata, dovevo esserlo, ma non ce la facevo.
<< Lo hai già detto >> dissi io
Lui mi sorrise << Non essere arrabbiata >>
<< Non lo sono >>
<< Bugiarda >>
Mi prese le mani e le strinse << Melissa, io voglio davvero prendermi cura di te. Come farebbe un padre, ma prima devo fare una cosa >>
<< Perché non posso venire anche io? >> gli chiesi io, per l'ennesima volta
<< Perché non voglio che tu ti faccia male... >>
<< E se ti accadesse qualcosa? >>
Mason sorrise di nuovo e mi diede un bacio sulla fronte << Non mi accadrà niente, tesoro >>
Distolsi lo sguardo da lui e lo puntai sulla macchina accanto a me. Lo avevo appena ritrovato, non potevo perderlo. Non ancora.
<< Hey >> richiamò la mia attenzione << Se, e dico se, qualcosa dovesse accadermi Kat si prenderà cura di te >>
Rimasi in silenzio. E se fosse successo qualcosa anche a Katherine? Dopotutto andavano insieme.
<< Ripetimi dove state andando? >> chiesi io
<< Te lo dico solo se prometti di restare qui e di aspettarmi... >>
Sbuffai, ma annuì.
<> disse lui. Mi strinse in un abbraccio e mi diede un ultimo bacio sulla fronte. Poi salì in macchina.
<< Mason... >> lo richiamai io << Promettimi che tornerai... >>
Lui mi sorrise << Tornerò >> disse << E quando lo farò saremo una famiglia >>
 
*
 
Io un padre non lo avevo mai avuto.
Mi ero sempre chiesta come fosse: se mi somigliasse, se fosse un licantropo, se sapesse di me. Mia madre mi rivelò la verità solo poco prima di morire e non avevo idea di cosa avrei fatto; volevo conoscerlo, vederlo e dirgli che io esistevo. All'inizio mi disse solo il suo nome: Mason. Lo trovavo un nome meraviglioso e cominciai a scriverlo ovunque, sui quaderni, per terra, sul palmo della mano. Ne ero quasi ossessionata: come se al posto di un padre, stavo cercando la mia anima gemella.
Ma alla fine ce l'avevo fatta e l'avevo trovato. Mi ero presentata alla sua porta, un po' come avevo fatto con Tyler. All'improvviso, affidandomi solo al destino.
Aveva aperto la porta e mi aveva sorriso; aveva i miei stessi occhi. Non avevo idea di cosa fare, non potevo semplicemente dirgli: “Hey, ciao sono tua figlia Melissa. Piacere di conoscerti”.
Non sapevo niente di lui: magari, aveva una famiglia, degli altri figli e una moglie. Chi ero io per distruggere tutti i suoi sogni?
Ma lui mi voleva. Voleva che io stessi con lui e voleva conoscermi. Voleva essere mio padre.
Poi se n'era andato e aveva promesso di tornare. Ma non lo aveva fatto. Avevo pensato il peggio: che si fosse stancato, ma non avesse avuto il coraggio di dirmelo, che non mi volesse più. Nemmeno Katherine era più tornata, o anche se lo aveva fatto io non potevo ricordarmene. Adesso so il perché. Adesso so perché Mason non è mai tornato.
 
<< La mia migliore amica è appena morta >> urlai
<< Non sono problemi miei >>
<< Le hai strappato tu il cuore >>
<< Si >> sibilò << Nello stesso modo in cui l'ho strappato anche a Mason >>
Senza nemmeno accorgermene il respiro mi si mozzò in gola e i singhiozzi smisero di rigenerarsi.
<< C-cosa? >> chiesi
<< Mi hai capito >> disse Damon, avvicinandosi a me con passi lenti e decisi << Io ho ucciso Mason >>
Mi sentì le gambe molli e cominciai a tremare. Gli occhi mi si riempirono di nuovo di lacrime e le mie labbra cominciarono a tremare vistosamente.
Scossi la testa. Non era possibile, Tyler mi aveva assicurato che Mason stava bene; che era fuori città.
<> dissi << Non è vero >>
Quando vide il mio volto, Damon si fermò all'istante.
<< Tyler >> chiamai << Sta mentendo, vero? >>
<< Posso spiegarti tutto >>
Una voragine si aprì dal profondo, dentro di me e iniziò a risucchiare dentro ogni cosa.
<< No >> scossi la testa << Tu hai detto... >>
Tyler si mosse verso di me e allungò una mano verso di me. Appena me ne accorsi, mi ritrassi immediatamente.
Mi portai una mano alla bocca, cercando di trattenermi. Indietreggiai, alternando il mio sguardo da Tyler, a Damon, a Stefan.
<< Melissa, non è come credi... >>
<< Stammi lontano >>
Tyler si fermò e abbassò lo sguardo.
<< Tu avevi detto che... >> cercai di dire << Mason è morto? >>
Tyler annuii << Mi dispiace >>
<< Mi hai mentito >> piansi più forte << Per tutto questo tempo, non hai fatto altro che dirmi un sacco di cazzate >>
<< Melissa, ti prego... >>
<< Mi hai presa in giro fino ad ora >> dissi << Lo sapevate tutti, non è vero? Tu, Caroline...lo sapevate tutti e nessuno me lo ha detto >>
Mi costrinsi a riprendere fiato: avevo così tanta rabbia e dolore dentro di me. Ma le parole di Damon e il silenzio di Tyler era eloquente.
Ero sul punto di esplodere, l'unica cosa che volevo fare era scappare. Andare lontano.
 
*
 
Quando mi accorsi che il telefono stava squillando, guardai con sospetto il nome sul display.
<< Bonnie, c'è un problema! >> la voce di Caroline era acuta e affannata << Melissa è sparita >>
<< Car, cerca di calmarti ok? >> cercai di tranquillizzarla, ma lei non mi lasciò finire
<< Stare calma? Tyler sta dando di matto e se non fosse per Stefan lui e Damon si sarebbero già uccisi >>
<< Sono sicura che sta bene >> riprovai
<< E se si fosse cacciata in qualche guaio? Tyler non se lo perdonerebbe mai. E nemmeno io >> sbottò la mia amica << Elena è con Matt, la stanno cercando! >>
<< Prendi fiato e dimmi cos'è successo? >> dissi
<< Damon le ha praticamente urlato in faccia che ha strappato il cuore dal petto di Mason. E poi le ha detto che noi tutti lo sapevamo >>
Tutti sapevamo che prima o poi la verità sarebbe saltata fuori. Avevamo cercato di tenerla all'oscuro di tutto e non era giusto. Melissa era diventata una nostra amica e aveva il diritto di sapere la verità su Mason.
Una parte di me era convinta Damon avesse fatto la cosa giusta, una volta tanto. Anche se aveva avuto davvero un pessimo tempismo e il tatto di un pachiderma.
Mi schiarii la voce e mi maledissi << Melissa è qui >>
Per qualche secondo dall'altra parte ci fu un silenzio glaciale.
<< Che vuol dire Melissa è qui? >>
Mi voltai, assicurandomi che Melissa non stesse ascoltando la nostra conversazione e mi allontani ancora di qualche passo.
<< Si è presentata qui all'improvviso. Non sapevo cosa fare, era disperata >> ammisi
Io non ero brava in queste cose. Caroline ed Elena se la cavavano decisamente meglio di me quando ci trovavamo in situazioni simili. Ma Melissa era venuta da me e non avevo il coraggio di cacciarla.
<< Vengo a prenderla >>
<< No >> dissi, più forte di quanto non volessi << Le ho promesso che non avrei detto a nessuno dov'era. Qui è al sicuro e credo che non sia arrabbiata con me. Lascia che le parli; ha disperatamente bisogno di qualcuno che le stia vicino. Ti prometto che domani mattina la riaccompagno a casa >>
Sentii Caroline tirare un lungo sospiro dall'altra parte del telefono << Sei sicura? Vuoi che venga lì anche io? >>
Mi morsi un labbro. Avrei tanto voluto qualcuno che mi aiutasse a gestire questa cosa, ma avevo promesso a Melissa che mi sarei presa io cura di lei. Allungai il collo, oltre la cucina e la guardai. Quando era piombata da me aveva gli occhi gonfi di pianto ed era talmente agitata che sembrava stesse per scoppiare da un momento all'altro.
<< No, tranquilla >> dissi, ritornando nel mio rifugio << Dì a Tyler di stare tranquillo >>
<< Grazie, Bonnie >>
<< Ci vediamo domani, Car >>
Riagganciai e tornai da Melissa con un the. Era rimasta ferma nella stessa posizione per almeno due ore, cosa che credevo impossibile per un essere umano.
Poggia la tazza sul tavolino e mi sedetti accanto a lei.
<< Come ti senti? >> le chiesi
Melissa aprì la bocca, ma non ne uscì alcun suono.
<< Lo so che sei sconvolta, ma... >>
<< Non farlo >> disse lei << Non dirmi che è stato per il mio bene, per non farmi soffrire, perché non è vero >>
<< Mi dispiace >> le dissi. Non avevo niente che potesse consolarla o farla sentire meglio.
Per la prima volta, alzò lo sguardo e mi guardò: i suoi occhi, solitamente chiari e splendenti erano spenti e coperti da un velo di sofferenza.
<< Scusa se sono piombata qui all'improvviso. Non sapevo dove altro andare >>
Alzai le spalle << Non fa niente >>
Dentro di me, ero contenta che avesse scelto di venire da me e di fidarsi.
<< Puoi restare qui il tempo che vuoi >> le dissi << Ma Tyler è davvero molto preoccupato per te. E anche Caroline, anzi a dire il vero, lo sono tutti >>
Accennò ad un sorriso << Da quando sono arrivata, mi sono sempre sentita in colpa perché, in un modo o nell'altro, nascondevo a Tyler qualcosa. Mi sentivo in colpa perché vi ho coinvolti in una lotta che non era la vostra. E la cosa peggiore era che stando qui mi sono sentita a casa >>
<< Non dovrebbe essere una cosa positiva? >> le chiesi
Scosse la testa << Mi sono dimenticata di lui >> disse << Io ero venuta qui per cercare Mason >>
Ricominciò a piangere e senza pensarci tanto mi allungai verso di lei e l'abbracciai. Restammo così per qualche minuto, poi i suoi gemiti diminuirono e il suo respiro si calmò. Mi accorsi che si era addormentata; doveva davvero essere sfinita.
 
*
 
<< Tyler, fermati. Non puoi farlo! >>
Caroline cercò di fermarmi, ma io non volevo sentire ragioni. Non mi voltai, perché sapevo che in un modo o nell'altro mi avrebbe convinto. Non mi voltai perché se lo avessi fatto avrei ucciso Damon.
<< Tyler, fermati! >>
Caroline mi piombò davanti agli occhi, bloccando il mio cammino.
<< Caroline >> dissi con voce ferma e decisa
<< Con Bonnie sarà al sicuro >> disse << Devi lasciarle un po' di tempo >>
Cercai di ignorare le sue parole, per quanto vere. Avrei dovuto lasciare a Melissa il proprio spazio, ma dovevo spiegarle.
Rilassai i muscoli, da troppe ore in tensione, e la guardai.
<< So come ti senti >> disse, addolcendo lo sguardo << Ma adesso ha bisogno di stare un po' da sola >>
Non potevo sopportare il peso di sapere di essere stato io quello che le aveva inferto il dolore più grande. Melissa era importante; mi ero affezionato a lei e non volevo essere cancellato dalla sua vita.
Forse, non ero stato io ad uccidere la sua migliore amica né Mason, ma avrei dovuto dirle la verità. Come potevo lasciare che sfogasse il suo dolore senza di me?
Se solo Damon avesse tenuto la bocca chiusa... avrei aspettato il momenti giusto per rivelarle la verità. 
<< Mi dispiace, Car... >> dissi
Lei mi guardò e aspettò in silenzio; sapeva di aver ragione, e lo sapevo anche io. Dopo pochi secondi presi coraggio e la superai. Salì in macchina e mi diressi verso casa Bennett.
 
*
 
<< Damon! >>
La voce di Stefan era diventata particolarmente stridula e fastidiosa.
<< Damon! >>
Lo ignorai di nuovo mentre salivo in camera mia. Chiusi la porta con un gesto deciso del polso e mi diressi verso il bagno.
Avevo bisogno di una doccia: dovevo togliermi tutto quel sangue e quell'odore di morte che avevo addosso. E dovevo riflettere.
Aprii l'acqua della doccia e mi spogliai. Grazie al mio udito super sviluppato riuscii a distinguere la voce di Elena, al piano di sotto.
Mi gettai sotto il getto bollente e iniziai a strofinare. Il sangue si era già seccato e dovetti fregare per riuscire a toglierlo completamente.
Poi restai fermo, con la braccia lungo i fianchi a fissare lo specchio davanti a me, mentre il vapore lo appannava.
 
<< Io non ti piaccio molto, vero? >> 
<< Cosa te lo fa credere? >>
<< Il modo in cui mi guardi >>*
 
Erano i suoi meledettissimi occhi che non mi piacevano. Così simili a quelli di Mason: mi ricordava tutto quello che avevo fatto. Non solo lo avevo ucciso perché rappresentava un pericolo. Lo avevo fatto perché ero geloso di lui; Katherine  teneva davvero a lui e io non potevo sopportarlo. Così come non riuscivo a sopportare che quella ragazzina spuntata fuori dal nulla era riuscita a capire subito che le nascondevo qualcosa.
 
<< Tu sei un vampiro, non un mostro. Ma esserlo è stata una tua scelta >> **
 
Scelte! Lei parlava di scelte. Non aveva idea di che cosa significava essere Damon Salvatore, quello egoista e manipolatore. La seconda scelta per tutto. Io ero il cattivo, ero nato per essere il mostro della situazione.
 
<< Io ho ucciso Mason >>
<>
 
Per un momento, un solo e breve istante si era fidata di me. E io le avevo dimostrato che si sbagliava. Eppure, ogni volta che chiudevo gli occhi riuscivo a vedere le lacrime riempire il suo sguardo e il suo dolore urlare.
Per quell'istante pensava davvero che le stessi mentendo: non voleva credere che fossi stato io. Non voleva credere che Mason fosse morto.
Chiusi l'acqua e uscii dalla doccia, per cercare di smettere di pensare. Presi il primo asciugamano che trovai e me lo legai in vita. Mi avvicinai allo specchio, ancora appannato, e vi passai con il dorso della mano. Vidi la mia immagine riflessa e ancora una volta mi venne in mente quella ragazzina.
 
<< Perché hai paura di ammettere che in fondo ti importa >> ***

Nemmeno io sapevo più di cosa mi importasse davvero. Amavo Elena e, a modo mio, volevo bene a Stefan. Mi ero affezionato alla streghetta, al piccolo Gilbert e perfino a Caroline.
Ogni cosa nella mia vita stava lentamente cambiando; da quando avevo sensi di colpa?
<< Maledetta Fiammiferaia >>
 
*
 
Melissa era ancora addormentata sul mio divano quando qualcuno cominciò a bussare incessantemente sulla mia porta.
Mi avviai sospettosa e quando vidi la figura di Tyler, capii subito che Caroline non avrebbe potuto mantenere il segreto.
Aprii lentamente e lo guardai.
<< Fammi entrare, Bonnie >>
<< Sta dormendo >> dissi
Lui esitò un momento, incerto se io gli stessi dicendo la verità o se gli stessi mentendo.
<< So che è ancora arrabbiata, ma ho davvero bisogno di spiegarle... >>
<< Tyler >> lo bloccai << Quando Melissa è venuta qui, lo ha fatto perché non voleva tornare a casa. Sa che le vuoi bene e le spiegherai tutto. Ma lo farai domani. Per adesso ha solo bisogno di riposare >>
Tyler chinò il capo e si mise le mani in tasca << E se non mi perdonasse? >>
Il mio sguardo si addolcì senza che io lo volessi << Entra >>
Il suo voltò s'illuminò per un attimo e subito dopo si era già catapultato verso il salotto. Ma quando lo raggiunsi, capii di aver fatto la cosa sbagliata.
<< Dov'è? >>
 
*
 (http://www.youtube.com/watch?v=hSH7fblcGWM)
La trovai rannicchiata sotto un albero: gambe al petto, corpo scosso dal pianto e testa nascosta sotto le braccia.
Che stupida! Come poteva starsene lì quando sapeva che c'era un pazzo maniaco che la stava cercando? Stupido io che mi ero fatto prendere dai sensi di colpa!
Mi avvicinai a lei, senza sapere con esattezza quello che avrei fatto. Cercai di fare meno rumore possibile, ma calpestai un ramo secco che si spezzò sotto il mio peso.
Lei mi sentii, ma non si mosse.
Non sapevo come comportarmi: dovevo andare lì o costringerla con la forza? Dovevo lasciarla sola o restare a consolarla?
Restai fermo a guardarla. Ero abbastanza vicino da poterle sfiorare i capelli neri e potevo sentire il cuore che pompava a tutta forza.
Il mio corpo era come un pezzo di ghiaccio e si mosse senza aspettare i miei comandi. Vidi il mio braccio allungarsi verso di lei e posarsi sulla sua spalla. Lei mi ignorò, anzi si ritrasse al mio tocco.
<< Vattene via >> disse; e lo avrei fatto. Ma qualcosa mi diceva che non potevo lasciarla lì.
<< Devi ritornare a casa >> dissi cercando di mantenere un tono freddo e calcolatore
<< La mia casa è lontano da qui perché io ci possa tornare >> urlò; mi mossi e, quando le fui di fronte, mi chinai. Lei voltò subito il volto dall'altra parte, ma io le presi il mento tra le mani e la costrinsi a guardarmi.
<< La tua casa è qui >> dissi  
Melissa, con uno schiaffo allontanò la mia mano e mi spinse lontano. Poi si alzò in piedi e si allontanò di qualche passo.
<< Non toccarmi >> disse con voce rotta << Che cosa vuoi ancora? Non avete fatto altro che mentirmi per tutto il tempo. Tutti voi... >>
<< Lo hanno fatto per proteggerti... >>
Scosse la testa un paio di volte, stringendo gli occhi << Ho perso tutto >> disse cadendo in ginocchio. Ero certo che se non fosse stato per il dolore che provava, avrebbe sentito l'osso destro scricchiolare quando aveva incontrato il suolo.
Essere umani faceva davvero schifo, pensai. Dover sopportare tutto quel dolore, senza avere la possibilità di spegnere tutto.
Eppure una parte di me la stava invidiando; avevo spento le mie emozioni per tanto tempo e non avevo provato nulla. Il vuoto assoluto: un buco nero.
Invece, Melissa aveva reagito con facilità e naturalezza. Ogni lacrime che le solcava il volto era un grido di dolore di speranza. Io non potevo farlo. E mi mancava.
Forse, fu per quello mi avvicinai a lei, mi inginocchiai e la circondai con le braccia; cercò di divincolarsi ma subito si arrese, abbandonandosi pesantemente contro il mio petto.
<< Gen è morta >> gemette << Mason è morto >>
<< Sshh >> la calmai io ; ancora non riuscivo a capire se quella ragazzina fosse increbilmente stupida o se riuscisse a vedere in me qualcosa che nemmeno io riuscivo a vedere. Ero un assassiono; la causa della sua sofferenza. E nonostante questo se ne stava tra le mie braccia.
<< Perché? >> mormorò infine
Non aveva ancora smesso di piangere, però i suoi lamenti erano diminuiti notevolmente.
<< Perché rappresentava un pericolo >> le dissi sinceramente << Ed era mio conto proteggere la mia famiglia >>
Melissa abbassò lo sguardo, lasciando andare ancora qualche lacrima. Probabilmente Tyler le avrebbe raccontato la sua versione della storia, facendomi passare ancora una volta per il cattivo. Ma non mi importava: l'unica cosa che contava era che in quel momento si stesse fidando di me.
La presi tra le braccia e mi alzai. Era ora di tornare a casa.
 
*

Spalancai la porta d'ingresso con un calcio ed entrai, senza preoccuparmi di Stefan. Dubitavo che stesse già dormendo, non con tutto quello che stava succedendo.
Di fatti arrivò trafelato correndo giù per le scale. Aprì la bocca per rimproverarmi, ma quando vide Melissa tra le mie braccia, la sua espressione mutò.
<< Oh Mio Dio >> esclamò << Che cosa le hai fatto, Damon? >>
<< Bel ringraziamento per essere andata a prenderla >>
Lo superai e iniziai a salire le scale.
<< Che vuoi dire? >> mi fermò
<< Era nel bosco. Da sola. Qualcuno doveva pur andare a prenderla >>
Stefan annuii e lanciò uno sguardo alla ragazza.
<< Non le ho fatto niente, Stef >> lo rassicurai << Sta solo dormendo >>
<< Portala di sopra >> disse, come se non ci avessi già pensato <<  Io chiamo Tyler >>
La portai in una delle camere e la posai sul letto. Faceva caldo, quindi evitai di coprirla.
Adesso che dormiva sembrava così tranquilla e serena. Era solo una mia impressione, naturalmente. Chissà cosa avrebbe sognato quella notte.
Il mostro che ero? O il suo Salvatore? Le accarezzai una guangia e sorrisi mentre osservavo il suo petto alzarsi e abbassarsi regolarmente.
<< Presto sarà tutto finito >> sussurrai; poi lasciai la stanza e chiusi la porta.
 
 
 ANGOLO AUTORE 
 
* Tratto dal capitolo 7 (Io non ti piaccio molto, vero?)
** Tratto dal capitolo 16 (Ti piacerebbe vivere per sempre?)
*** Tratto dal capitolo 12 (Ti ho sottovalutata)

Salve gente :) Non vi annoierò con lunghi disorsi, volevo solo ringraziare chi ha inserito la mia storia tra le preferite, le ricordate e nelle seguite. Volevo ringraziare chi ha recensito e comunicare che ormai manca poco alla fine della storia. Quindi preparatevi per il gran finale ;)


 
  
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