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Autore: when_the_sun_dies    20/12/2013    3 recensioni
ATTENZIONE: Questa è una traduzione di una storia inglese che non mi appartiene.
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Introduzione:
Trevor è una una piccola media persona, forse un po' troppo media. Di solito è ignorato da tutti e imparò a chiudersi da queste persone. Ma quando incontrò il capitano della squadra di football e finì di aiutarlo negli studi, impararono molto altro che i libri. Possono gli ostacoli essere di intralcio nel loro amore crescente o diventareanno la fine di se stessi?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 6

--Lunedì--

[NATE POV]

Battei i piedi sul terreno mentre aspettavo impaziente. Guardai il mio orologio. Era in ritardo. Era strano, lui non arrivava mai in ritardo. Diamine, e pensare che delle volte mi rimproverava per due secondi di ritardo.

"Trevor dove sei?" Chiesi al cielo. Guardai ripetivamente il mio orologio, aspettando che si mostrasse. Non potei immaginare che gli sia successo qualcosa. Fui impaziente con la possibilità che potrebbe essere ferito, indifeso e non potrei essere lì con lui. Guardai l'orologio per l'ultima volta prima di saltare in macchina. 


_________________________________________________________

[TREVOR POV]

Mi sedetti di fronte alla tv con i piedi attaccati al mio torace. Non ho avuto il coraggio di raccontare a mia madre la verità. Volevo morire. Feci una doccia siccome mi sentivo ancora sporco. Mi rabbrividii ricordando John su di me e le sue labbra sul mio corpo. Uscii dal bagno, spensi le luci e mi fermai di fronte allo specchio. Abbassai il colletto della camicia per osservermi il collo. Guardai subito da un'altra parte. Sentii che stavo tremando. Con aria mortificata riguardai attraverso lo specchio e le mie mani tremanti abbassarono di nuovo la camicia.

Vidi un segno leggermente rosso che mi fece John, sospirai. Saltai perchè sentii bussare freneticamente alla porta. I colpi continuavano impazienti. Rilasciai la mia camicia, togliendo il marchio dalla vista di tutti. Mi diressi verso la porta e la aprii per vedere Nate. Era molto stressato. Sembrò automaticamente risollevato nel vedermi.

"Oh grazie a Dio Trevor. Stai bene" Disse abbracciandomi.

"Certo che lo sono" Dissi.

"Che è successo" Chiese rilasciandomi.

"Ho vomitato" Dissi. "Ma ora sto perfettamente bene, quindi non allarmarti. Ho mangiato qualcosa di sbagliato" Dissi. Non voglio assolutamente raccontargli dell'incidente con John.

"Oh, per fortuna" Disse sollevato.

"Allora, vuoi fare una sessione di studi oggi?" Chiesi.

"Non lo so. Stai abbastanza bene?" Chiese. Annuii.

"Okay allora andiamo" Disse. Uscii e ci dirigemmo verso casa sua. Entrammo per poi trovarla vuota. Sul tavolo trovammo un foglio.

-Torneremo verso le 21, Brittney è a casa di Jessica.
Mamma e papà.

 P.S. Ciao Trevor-


Andammo al piano superiore ed iniziammo a studiare. Nate mi raccomandò che dopo un'ora ci saremmo riposati. Appoggiai la penna e chiusi i libri. Ci sedemmo per terra di fronte al tavolo da caffè.

"Che ti è successo?" Mi chiese senza guardarmi.

"Credo di aver mangiato qualcosa che non andava bene" Dissi.

"No. Che è successo?" Disse accuratamente.

"Di cosa stai parlando?" Dissi. Iniziai ad avere paura.

"Stavi perfettamente bene quando ti parlai in corridoio e ti ho personalmente accompagnato fino in classe quindi non potresti aver mangiato qualcosa. Che è successo in quei cinque minuti che ti ho lasciato?" Chiese specificamente. La mia bocca si aprì e si chiuse. Non avevo scuse da dargli. Ero intrappolato. Abbassai la testa per vedere in basso.

"uhm..ehm" Non volevo raccontarglielo.

"Va tutto bene, puoi dirmelo" Disse soffocato. Presi un respiro e arrossii.

"John" Sussurrai.

"Cosa c'entra John?" Nate lo conobbe l'anno scorso.

"Lui, ehmm, ha provato, umm, a baciarmi" Dissi. Abbassai la testa e feci scendere il colletto della camicia per mostrare il marchio sul collo che mi fece John. Nate si paralizzò. La rilasciai e, imbarazzato, presi la mia testa tra le mani. Gli raccontai che ero debole e molto vulnerabile. Mi vergognai.

"Ha preso vantaggio su di te? Quel bastardo!" Disse Nate.

"Tutto questo per colpa mia" Nate si incolpò da solo. Tolsi la testa dalle mani.

"No non lo è" intervenii.

"Si, lo è. Se solo fossi stato lì, non sarebbe successo" Disse Nate. Provai a parlare ma non me lo fece fare.

"Ma non allarmarti, Nessuno, dico NESSUNO ti toglierà di nuovo da me. Nessuno ti farà più del male. Io ti proteggerò" Disse Nate e mise le mani sulle mie braccia. Vidi compassione nei suoi occhi. Il mio cuore inizò a battere forte e la mia faccia diventò rossa.

Nate allora mi prese da dietro, facendomi sdraiare sul pavimento sotto di lui. Le sue gambe erano tra le mie e le sue braccia sulle mie spalle per adattarsi sopra di me.

Si avvicinó sempre di più a me e mio cuore non smetteva di batte freneticamente. Lentamente chiusi gli occhi e le nostre labbra si incontrarono. Inizò a baciarmi delicatamente e teneramente. Chiusi le mie mani dietro al suo collo e lo avvicinai. Approfondì il bacio e divenne più passionale. La sua lingua implorò sull'entrata e aprii la bocca lasciandola incontrare con la mia. Non volevo nulla, solo lui.

Lo baciai di nuovo con tutto quel che avevo. Tirammo fiato. Le mie mani scivolarono giù dal collo e andarono sul suo petto. Ci fissammo. Arrossii realizzando quel che era successo.

Guardai da un'altra parte. Mi baciò la fronte gentilmente. Si ritiró e se ne andò da me, lasciandomi alzare. Ci sedemmo in silenzio.

"Uhmm" Volevo chiedere che era successo per accertarmi che non era solo un sogno.

"Ci siamo...Lo sai...?" Dissi. Nate sogghignò. 

"Si" Sorrise prendendomi la testa tra le mani e mi avvicinó a lui. Si sedette in ginocchio e le sue mani mi forzarono a quasi inginocchiarmi.

Avvicinò il mio corpo al suo e le sue mani andarono sulla mia vita. Chiusi gli occhi e lo baciai. Mi tolsi.

"Non posso credere che sto baciando un ragazzo che ho incontrato solo una settimana fa. E siamo entrambi ragazzi!" Dissi incredulo.

"Ma perchè, non è stato così bello?" Nate sorrise. Io mi voltai.

"Io ti conosco solo di faccia, lo stesso vale per te. Ti ho sempre ammirato da quando ho sentito che non hai mai smesso finchè non sei diventato il numero uno" Disse Nate. 

"Ti vedevo molte volte all'ingresso finchè non ti ho incontrato ufficialmente di persona. Eri sempre ignorato, urtato e solo. Ti volevo sempre aiutare quando eri giù ma non avevo il coraggio di parlarti. Finchè ora non siamo abbracciati" Disse guardandomi tranquillamente negli occhi. Mi abbracciò, seppellendo la sua faccia nel mio collo.

Quando John mi baciò, ero spaventato. Ma quando Nate mi baciò, fu strabiliante. 
Quando John mi toccò, fui disgustato. Quando Nate lo fece, il mio cuore inizò a battere forte.

Mi staccai da Nate.

"Ora dovrei andare" Dissi mentre mi alzai.

"Bene" Disse nate e scendemmo le scale. Quando uscimmo di casa, mi mise le braccia attorno la mia vita e mi avvicinò a lui. Mi baciò profondamente. Si piegò leggermente ed inclinò la testa. Mi allontanai per primo. Guardai altrove imbarazzato.

"Sei un ragazzo molto lineare, non è vero?" Dissi, ovviamente. Lui sogghignò mentre lo spingevo verso la sua macchina. 







  
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