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Autore: Scarlet Jaeger    20/12/2013    2 recensioni
Ci fu un tempo in cui un Saint di Atena mi condannò al sonno eterno; ma non tutte le cose sono fatte per durare, e non si può sconfiggere né uccidere un Dio. Perché io sono un Dio.
Sono tornato dalla mia prigionia, ed adesso mi prenderò la mia vendetta.
Sarò di nuovo spettatore del mio siparietto, dietro le quinte di una nuova guerra. Sarò io a manovrare le mie marionette.
Preparati Saint dei Gemelli, verrò a reclamare la tua caduta, perché il mio nome è...
Yoma di Mephistopheles.
Genere: Generale, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Heart of courage



Capitolo 5




                                                                                                                                                                                        “Tic tac..fermati istante, sei così bello




Di istanti ne erano passati parecchi, ed Owl li aveva impiegati tutti ad aspettare che il sangue finisse di gocciarle sull'abito oramai sporco sia dalla polvere, sia dal liquido scarlatto che colava dalla ferita alla mano.
Si era appartata in un posto vicino l'arena, dove poteva sentire i rumori dei combattimenti; il silenzio in quel momento le causava solamente troppo dolore. I ricordi le vorticavano in testa e le parole amorevoli di Shion le ricordavano quanto era stata stupida a non ascoltarle. Di nuovo, si era fatta del male per disobbedirgli. Doveva proprio ammetterlo, non era pronta per una battaglia, ma quello non significava che si sarebbe data per vinta. Assolutamente no, voleva continuare ad insistere come facevano tutti gli altri. Tutti, tranne lei, che ancora si chiedeva cosa avesse di così diverso. Eppure, il nobile Sacerdote aveva sempre trattato tutti alla stessa maniera: uomini e donne. Quel pensiero disegnò una smorfia contrariata sul suo viso tirato dal dolore. Come poteva fare fronte ad un duro allenamento, se solamente una piccola ferita come quella le faceva salire le lacrime agli occhi?
Sicuramente, se Kanon fosse stato lì avrebbe riso di lei. E Saga? Cosa avrebbe detto, vedendola piagnucolare per una ferita come quella, quando sul suo corpo lui ne portava fiero molte di più?
Quella era destinata a rimanere sempre una domanda senza risposta, perché di fronte al bambino che le faceva colorare le gote dalla vergogna, non avrebbe mai voluto farsi vedere in quello stato. Ma i pensieri erano troppo e la sofferenza altrettanta. Si sarebbe alzata dalla sua nicchia solo una volta calmata.
Non era stata abbastanza forte come si era premessa.
Continuava a starsene accovacciata, con le gambe al petto e le mani serrate di fronte alle ginocchia; il viso coperto dalle lacrime, era nascosto negli inserti del vestito spiegazzato.
Com'era già successo con Kanon non molto tempo prima, sentì dei leggeri passi avanzare verso di lei. Non volendo cadere di nuovo nel tranello del gemello, tirò su col naso per darsi una controllata ed assumere un'espressione adirata.
<< Vattene Kanon! >> Sentenziò inviperita, pensando che fosse giunto di nuovo per parlarle in modo strano come aveva fatto poc'anzi.
Ma la sorpresa s'impadronì presto di lei, come la vergogna per aver scambiato una persona delicata come quella che aveva davanti per la figura sicura di sé e mascolina di Kanon.
Non che il bambino di fronte a lei non lo era, aveva solamente un portamento diverso da quello dell'altro ragazzino. Per alcuni punti somigliava più a Saga.
I capelli color miele gli sarebbero caduti sbarazzini sugli occhi se non fosse stato per una spessa fascia rosso porpora che portava legata sulla fronte. Gli occhi azzurri e penetranti erano puntati su di lei, ma non erano inquisitori o divertiti; quel bambino aveva l'aria amichevole come l'elegante sorriso che le aveva quasi spezzato il respiro.
<< Aiolos! >> Si affrettò a dire lei, per scusarsi dell'equivoco.
Conosceva quel ragazzo solamente dagli allenamenti di costui, che sbirciava senza troppe cerimonie. Si poteva dire che conosceva tutti al Tempio, ma nessuno sapeva chi fosse lei; infatti, la reazione del ragazzo nell'udire il suo nome dalle labbra di una sconosciuta, gli fece alzare leggermente un sopracciglio.
<< Ci conosciamo? >> Chiese tranquillamente, andando ad inginocchiarsi di fronte a lei per essere alla sua altezza.
Owl allentò un po' la tensione causata dal pianto liberatorio, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano sana; l'altra era troppo sporca di sangue e non avrebbe fatto altro che sporcarsi il volto e far infettare di più il taglio.
Aiolos aspettò la risposta della bambina, curioso di sapere chi fosse e perché se ne stava appartata a piangere. Credeva fosse una Saint scappata ai suoi dovere e piangeva per il rude comportamento del suo maestro. La trovava troppo esile per gli allenamenti che erano abituati a fare loro, ed il suo vestito era troppo elegante, nonostante fosse sporco di terra.
<< Mi chiamo Owl. >> Si presentò solamente, non rispondendo direttamente alla domanda che le aveva appena fatto. Non amava parlare di lei, perché non aveva null'altro da dire. Oltre al suo nome non sapeva realmente chi fosse, o meglio, chi doveva diventare.
<< Piacere. Sembra però che tu mi conosca. >> Insistette lui con un risolino divertito. La guardò fissa negli occhi, che per una volta lei non abbassò minimamente. Sostenne quelle iridi color del mare diligentemente, prendendo un copioso respiro prima di rivelare anche a lui il perché della sua conoscenza.
Sapeva che, agli occhi un aspirante Saint, una ragazzina che infrangeva delle millenarie regole come lei, doveva sembrargli alquanto libertina.
<< Osservo spesso i tuoi allenamenti. >> Replicò titubante, aspettandosi di veder passare un ombra nel viso del bambino; invece la sua reazione fu una vera e propria sorpresa, perché invece di controbattere sul: “quello che fai è sbagliato”, si mise a ridere nonostante il comportamento posato ed aggraziato.
Questa volta fu il sopracciglio di Owl che si inarcò interrogativo.
<< Ti fa ridere? >> Chiese accigliata, vogliosa di scoprire il motivo di quel buffo comportamento.
<< Scusami! >> Si affrettò a dire Aiolos, portando le mani in segno di resa di fronte a sé. << Sei proprio buffa, sai? >> Sorrise ancora di gusto, facendo gonfiare le guance della ragazzina in un'espressione comica.
<< Non sei il primo che me lo dice! >> Sbuffò lei, portando le braccia al petto e guardando il ragazzino di sbieco, che tentò di riprendere in mano la situazione.
<< Non volevo offenderti, davvero. Lo dico perché lo sanno tutti che è una regola che nessuno ha mai osato infrangere. Non pensavo che una bambina come te avesse il coraggio di farlo. Hai fegato. >> Si scusò il biondo sorridendo amichevolmente, avvicinandosi di più a lei che arrossì al piccolo complimento ricevuto.
<< Beh, io non sono un Saint, quindi possiamo quasi dire che per me questa regola non vale. Il Sacerdote mi fa da padre. I miei genitori non li ho mai conosciuti. >> Si lasciò andare in una confidenza che le alleggerì di poco il peso che portava nel cuore.
Il bambino ascoltò quel piccolo sfogo con espressione triste, alzando gli occhi verso il limpido cielo di quel giorno.
<< Nessuno al Tempio ha più i genitori. Non saremmo qua altrimenti. >> Sorrise, nonostante agli occhi di Owl, quella di non avere più un padre ed una madre sembrava una cosa triste.
<< Nessuno? >> Chiese stupita, sgranando gli occhi in direzione di Aiolos, che sorrise timidamente annuendo con il capo.
<< Ma parliamo di te. >> Riprese lui notando che la bambina aveva stretto i lembi del vestito fra le mani ed aveva indurito la mascella. << Hai detto di non essere un Saint. Sei un'ancella? >> Chiese infine, curioso di saperne di più. Fino a quel momento aveva conosciuto solamente aspiranti cavalieri, comprendendo il suo maestro e suo fratello minore. Non si era mai fermato a parlare con persone che lavoravano per il Sacerdote, anche se doveva ammettere che Owl era forse troppo piccola per essere un'inserviente di Shion.
<< No. >> Rispose decisa. << Non so ancora cosa sono. Il Pope non vuole rendermi partecipe del mio destino. >> Rivelò aspramente, nonostante fossero informazioni troppo personali per rivelarle al primo sconosciuto. Tuttavia sentiva di potersi fidare di lui, con quel sorriso amorevole che le scioglieva ogni dubbio dal cuore. Forse perché era abituato a conferire con Aiolia, più piccolo di lui, e così che riusciva anche sollevare l'animo tormentato di Owl e capirla. Sentiva che con lui poteva sfogarsi, anche se non avrebbe mai voluto che pensasse male di lei. Infondo, non era così coraggiosa come lui credeva.
Il bambino ascoltò il tutto senza commentare, limitandosi ad annuire a quella confessione. Solo dopo averle visto abbassare lo sguardo, si decise ad alzarsi dalla sua postazione e sorridergli, con i raggi del sole che illuminavano i suoi lineamenti delicati, rendendo la sua bellezza non dissimile da quella di un dio.
<< Tranquilla, non devi preoccuparti. >> Si inchinò verso di lei, appoggiando le mani sulle ginocchia e lasciando sul volto il sorriso luminoso che tanto l'aveva colpita. << Shion è un uomo saggio, che sa quel che fa. Possiamo dire che conosce alla perfezione i nostri destini; lui legge nelle stelle. Se non ti ha ancora rivelato il tuo, ci dev'essere sicuramente un motivo. >> La incoraggiò, tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
In un primo momento, Owl rimase a guardare in volto il suo interlocutore, meravigliata della saggezza di un bambino così piccolo. Sicuramente sarebbe diventato un uomo fiero e colto, nonché uno dei migliori Saint che il Tempio avesse mai vantato.
Accolse la mano di Aiolos nella sua, trovandola liscia e calda nonostante quelle mani fossero state abituate a picchiare duro i suoi avversari, e sorrise, come da tempo non faceva. Non ricordava l'ultima volta che si era aperta in quella maniera di fronte a qualcuno, forse solo a Shion, ma sentiva di doverlo fare perché quel bambino le aveva fatto dimenticare per tutto il tempo il dolore incessante sia alla mano, sia al cuore.
Una volta in piedi di fronte a lui, accennò un piccolo inchino ringraziandolo di cuore. Solo dopo averlo salutato però, il cadetto si accorse del sangue coagulato sulla mano della piccola e di quello caduto sul suo abito, rabbuiandosi.
<< Ma tu sei ferita! >> Si allarmò, prendendo saldamente fra le sue la mano ferita di Owl, che si irrigidì ricordando come si era procurata quel brutto taglio. La sua sconsideratezza l'aveva portata a compiere quel gesto folle.
<< Non è nulla! >> Mentì.
<< Sciocchezze, hai bisogno di una fasciatura. >> Accennò con dissenso il biondo, strappandosi un lembo della manica come aveva fatto Saga. Il ricordo di quell'episodio la fece arrossire. Era la seconda volta che uno sconosciuto faceva una cosa simile per lei ed, egualmente a quanto fece il gemello, anche le mani affusolate di questo bambino legarono delicatamente la stoffa, facendola aderire perfettamente alla ferita, bloccando l'emorragia.
Era meravigliata di come degli aspiranti Saint come loro, che non avrebbero esitato a prendere a ceffoni i nemici con quelle stesse mani, fossero così tanto delicati.
<< Ecco, così dovrebbe andare! >> Sorrise, chiudendo per un attimo gli occhi. Per fortuna, almeno non si sarebbe accorto del rossore delicato sulle gote della bambina.
<< Adesso devo andare, il tempo a disposizione per la pausa è scaduto ed il mio maestro mi starà cercando. >> Le disse, scusandosi con un inchino.
<< Certo. Scusami tu per averti portato via istanti preziosi. >> Gli disse abbassando lo sguardo, ma la voce autoritaria di Aiolos fece in modo che rialzasse gli occhi su di lui.
<< Non dire così. Mi ha fatto piacere conversare con te. Almeno adesso sul tuo viso non ci sono più quelle brutte lacrime. >> Le fece l'occhiolino, lasciandola basita per quella risposta. Non ricordava più neanche per cosa stava piangendo, visto che il nuovo venuto le aveva fatto dimenticare ogni dispiacere.
<< Le lacrime non si addiconono ad un Saint di Atena. >> Le disse infine, alzando la mano in un gesto di ossequioso saluto. Oltre che generoso, Aiolos era anche un bambino gentile ed amorevole, ne era certa, e le emozioni che le aveva fatto provare, anche se non erano le stesse che provava per Saga, erano ugualmente positive.
Aveva appena conosciuto un futuro Saint del Tempio. Avrebbe sicuramente conquistato una valorosa Cloth, ne era sicura.


Intanto, non molto lontano dal posto in cui era seduta Owl, Yoma aveva osservato la scena con interesse. Sorrideva sotto i baffi, con dei risolini alquanto malvagi.
Quella bambina sarebbe stata una pedina importante, insieme agli altri abitanti del Tempio.

Presto farete tutti parte del mio teatrino.
Rise ancora, questa volta con più enfasi, facendo scappare alcuni piccioni che si erano appartati sugli alberi. La sua voce però non veniva udita da nessuno e nel Santuario la vita continuava a scorrere tranquillamente.
Dopo aver osservato Aiolos tornare ai suoi allenamenti, Mephistoles decise che per quel giorno aveva visto abbastanza e quindi poteva tornare tranquillamente al quartier generale: il castello di Hades in Germania.
Richiamando a sé il suo inseparabile destriero bianco, salì in groppa e scomparve così com'era giunto: nell'ombra.


La piccola invece, rimasta sola, decise di tornare al Tempio per farsi medicare la mano, incerta sulla reazione che avrebbe avuto Shion una volta venuto a sapere di un altro sconsiderato gesto.
Arrivata ai piedi delle dodici Case, prese un profondo respiro per farsi coraggio ed iniziò a salire le gradinate di pietra bianca con il cuore che le batteva fortemente in petto per l'agitazione. Sapeva di dar profondi dispiaceri al suo Sacerdote e, nonostante fosse un uomo saggio e benevolo, era sbagliato continuare a farlo preoccupare in quella maniera. Sicuramente lui ci teneva a lei, perché l'aveva sempre trattata come un padre tratta una figlia, ma non riusciva a fare a meno di comportarsi in quel modo. Si era prefissata di diventare forte e risvegliare il misterioso Cosmo di cui tutti parlavano, e se non voleva farlo lui lo avrebbe fatto da sola.
Non sapeva a quanti fallimenti sarebbe andata incontro, ma ci avrebbe incessantemente provato.
Quando arrivò di fronte al tredicesimo Tempio, con il fiato corto per via della corsa, strinse con la mano sana la fasciatura che le aveva gentilmente fatto Aiolos con la stoffa della sua maglietta e decise di entrare a testa alta.
Quella volta, anche se Shion fosse andato a sgridarla, avrebbe retto il suo sguardo senza abbassarlo per un solo momento. Sarebbe stata forte, perché una ferita di guerra avrebbe fatto sicuramente più male di una ramanzina.
Fine capitolo 5

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Colei che scrive:

Salve a tutti :3 questo capitolo è decisamente più corto degli altri, ma spero non me ne facciate una colpa xD  
Abbiamo incontrato anche Aiolos ehehe come vi è sembrato? *-* Io lo adoro (insieme ai gemelli, è chiaro!) 
Per quanto riguarda la citazione ad inizio capitolo, è tratta dal manga del Lost Canvas e la dice proprio Yoma :)

Un bacione a tutti e buone feste 3

  
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