Heart of courage
Capitolo 5
“Tic tac..fermati istante, sei così bello”
Di
istanti ne erano passati parecchi, ed Owl li aveva impiegati tutti ad
aspettare che il sangue finisse di gocciarle sull'abito oramai sporco
sia dalla polvere, sia dal liquido scarlatto che colava dalla ferita
alla mano.
Si
era appartata in un posto vicino l'arena, dove poteva sentire i
rumori dei combattimenti; il silenzio in quel momento le causava
solamente troppo dolore. I ricordi le vorticavano in testa e le
parole amorevoli di Shion le ricordavano quanto era stata stupida a
non ascoltarle. Di nuovo, si era fatta del male per disobbedirgli.
Doveva proprio ammetterlo, non era pronta per una battaglia, ma
quello non significava che si sarebbe data per vinta. Assolutamente
no, voleva continuare ad insistere come facevano tutti gli altri.
Tutti, tranne lei, che ancora si chiedeva cosa avesse di
così
diverso. Eppure, il nobile Sacerdote aveva sempre trattato tutti alla
stessa maniera: uomini e donne. Quel pensiero disegnò una
smorfia
contrariata sul suo viso tirato dal dolore. Come poteva fare fronte
ad un duro allenamento, se solamente una piccola ferita come quella
le faceva salire le lacrime agli occhi?
Sicuramente,
se Kanon fosse stato lì avrebbe riso di lei. E Saga? Cosa
avrebbe
detto, vedendola piagnucolare per una ferita come quella, quando sul
suo corpo lui ne portava fiero molte di più?
Quella
era destinata a rimanere sempre una domanda senza risposta,
perché
di fronte al bambino che le faceva colorare le gote dalla vergogna,
non avrebbe mai voluto farsi vedere in quello stato. Ma i pensieri
erano troppo e la sofferenza altrettanta. Si sarebbe alzata dalla sua
nicchia solo una volta calmata.
Non
era stata abbastanza forte come si era premessa.
Continuava
a starsene accovacciata, con le gambe al petto e le mani serrate di
fronte alle ginocchia; il viso coperto dalle lacrime, era nascosto
negli inserti del vestito spiegazzato.
Com'era
già successo con Kanon non molto tempo prima,
sentì dei leggeri
passi avanzare verso di lei. Non volendo cadere di nuovo nel tranello
del gemello, tirò su col naso per darsi una controllata ed
assumere
un'espressione adirata.
<<
Vattene Kanon! >> Sentenziò inviperita,
pensando che fosse
giunto di nuovo per parlarle in modo strano come aveva fatto
poc'anzi.
Ma
la sorpresa s'impadronì presto di lei, come la vergogna per
aver
scambiato una persona delicata come quella che aveva davanti per la
figura sicura di sé e mascolina di Kanon.
Non
che il bambino di fronte a lei non lo era, aveva solamente un
portamento diverso da quello dell'altro ragazzino. Per alcuni punti
somigliava più a Saga.
I
capelli color miele gli sarebbero caduti sbarazzini sugli occhi se
non fosse stato per una spessa fascia rosso porpora che portava
legata sulla fronte. Gli occhi azzurri e penetranti erano puntati su
di lei, ma non erano inquisitori o divertiti; quel bambino aveva
l'aria amichevole come l'elegante sorriso che le aveva quasi spezzato
il respiro.
<<
Aiolos! >> Si affrettò a dire lei, per
scusarsi dell'equivoco.
Conosceva
quel ragazzo solamente dagli allenamenti di costui, che sbirciava
senza troppe cerimonie. Si poteva dire che conosceva tutti al Tempio,
ma nessuno sapeva chi fosse lei; infatti, la reazione del ragazzo
nell'udire il suo nome dalle labbra di una sconosciuta, gli fece
alzare leggermente un sopracciglio.
<<
Ci conosciamo? >> Chiese tranquillamente, andando ad
inginocchiarsi di fronte a lei per essere alla sua altezza.
Owl
allentò un po' la tensione causata dal pianto liberatorio,
asciugandosi le lacrime con il palmo della mano sana; l'altra era
troppo sporca di sangue e non avrebbe fatto altro che sporcarsi il
volto e far infettare di più il taglio.
Aiolos
aspettò la risposta della bambina, curioso di sapere chi
fosse e
perché se ne stava appartata a piangere. Credeva fosse una
Saint
scappata ai suoi dovere e piangeva per il rude comportamento del suo
maestro. La trovava troppo esile per gli allenamenti che erano
abituati a fare loro, ed il suo vestito era troppo elegante,
nonostante fosse sporco di terra.
<<
Mi chiamo Owl. >> Si presentò solamente, non
rispondendo
direttamente alla domanda che le aveva appena fatto. Non amava
parlare di lei, perché non aveva null'altro da dire. Oltre
al suo
nome non sapeva realmente chi fosse, o meglio, chi doveva diventare.
<<
Piacere. Sembra però che tu mi conosca. >>
Insistette lui con
un risolino divertito. La guardò fissa negli occhi, che per
una
volta lei non abbassò minimamente. Sostenne quelle iridi
color del
mare diligentemente, prendendo un copioso respiro prima di rivelare
anche a lui il perché della sua conoscenza.
Sapeva
che, agli occhi un aspirante Saint, una ragazzina che infrangeva
delle millenarie regole come lei, doveva sembrargli alquanto
libertina.
<<
Osservo spesso i tuoi allenamenti. >> Replicò
titubante,
aspettandosi di veder passare un ombra nel viso del bambino; invece
la sua reazione fu una vera e propria sorpresa, perché
invece di
controbattere sul: “quello che fai è
sbagliato”, si mise a
ridere nonostante il comportamento posato ed aggraziato.
Questa
volta fu il sopracciglio di Owl che si inarcò interrogativo.
<<
Ti fa ridere? >> Chiese accigliata, vogliosa di scoprire
il
motivo di quel buffo comportamento.
<<
Scusami! >> Si affrettò a dire Aiolos,
portando le mani in
segno di resa di fronte a sé. << Sei proprio
buffa, sai? >>
Sorrise ancora di gusto, facendo gonfiare le guance della ragazzina
in un'espressione comica.
<<
Non sei il primo che me lo dice! >> Sbuffò
lei, portando le
braccia al petto e guardando il ragazzino di sbieco, che
tentò di
riprendere in mano la situazione.
<<
Non volevo offenderti, davvero. Lo dico perché lo sanno
tutti che è
una regola che nessuno ha mai osato infrangere. Non pensavo che una
bambina come te avesse il coraggio di farlo. Hai fegato.
>> Si
scusò il biondo sorridendo amichevolmente, avvicinandosi di
più a
lei che arrossì al piccolo complimento ricevuto.
<<
Beh, io non sono un Saint, quindi possiamo quasi dire che per me
questa regola non vale. Il Sacerdote mi fa da padre. I miei genitori
non li ho mai conosciuti. >> Si lasciò andare
in una
confidenza che le alleggerì di poco il peso che portava nel
cuore.
Il
bambino ascoltò quel piccolo sfogo con espressione triste,
alzando
gli occhi verso il limpido cielo di quel giorno.
<<
Nessuno al Tempio ha più i genitori. Non saremmo qua
altrimenti. >>
Sorrise, nonostante agli occhi di Owl, quella di non avere
più un
padre ed una madre sembrava una cosa triste.
<<
Nessuno? >> Chiese stupita, sgranando gli occhi in
direzione di
Aiolos, che sorrise timidamente annuendo con il capo.
<<
Ma parliamo di te. >> Riprese lui notando che la bambina
aveva
stretto i lembi del vestito fra le mani ed aveva indurito la
mascella. << Hai detto di non essere un Saint. Sei
un'ancella?
>> Chiese infine, curioso di saperne di più.
Fino a quel
momento aveva conosciuto solamente aspiranti cavalieri, comprendendo
il suo maestro e suo fratello minore. Non si era mai fermato a
parlare con persone che lavoravano per il Sacerdote, anche se doveva
ammettere che Owl era forse troppo piccola per essere un'inserviente
di Shion.
<<
No. >> Rispose decisa. << Non so ancora
cosa sono. Il
Pope non vuole rendermi partecipe del mio destino. >>
Rivelò
aspramente, nonostante fossero informazioni troppo personali per
rivelarle al primo sconosciuto. Tuttavia sentiva di potersi fidare di
lui, con quel sorriso amorevole che le scioglieva ogni dubbio dal
cuore. Forse perché era abituato a conferire con Aiolia,
più
piccolo di lui, e così che riusciva anche sollevare l'animo
tormentato di Owl e capirla. Sentiva che con lui poteva sfogarsi,
anche se non avrebbe mai voluto che pensasse male di lei. Infondo,
non era così coraggiosa come lui credeva.
Il
bambino ascoltò il tutto senza commentare, limitandosi ad
annuire a
quella confessione. Solo dopo averle visto abbassare lo sguardo, si
decise ad alzarsi dalla sua postazione e sorridergli, con i raggi del
sole che illuminavano i suoi lineamenti delicati, rendendo la sua
bellezza non dissimile da quella di un dio.
<<
Tranquilla, non devi preoccuparti. >> Si
inchinò verso di lei,
appoggiando le mani sulle ginocchia e lasciando sul volto il sorriso
luminoso che tanto l'aveva colpita. << Shion è
un uomo saggio,
che sa quel che fa. Possiamo dire che conosce alla perfezione i
nostri destini; lui legge nelle stelle. Se non ti ha ancora rivelato
il tuo, ci dev'essere sicuramente un motivo. >> La
incoraggiò,
tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
In
un primo momento, Owl rimase a guardare in volto il suo
interlocutore, meravigliata della saggezza di un bambino
così
piccolo. Sicuramente sarebbe diventato un uomo fiero e colto,
nonché
uno dei migliori Saint che il Tempio avesse mai vantato.
Accolse
la mano di Aiolos nella sua, trovandola liscia e calda nonostante
quelle mani fossero state abituate a picchiare duro i suoi avversari,
e sorrise, come da tempo non faceva. Non ricordava l'ultima volta che
si era aperta in quella maniera di fronte a qualcuno, forse solo a
Shion, ma sentiva di doverlo fare perché quel bambino le
aveva fatto
dimenticare per tutto il tempo il dolore incessante sia alla mano,
sia al cuore.
Una
volta in piedi di fronte a lui, accennò un piccolo inchino
ringraziandolo di cuore. Solo dopo averlo salutato però, il
cadetto
si accorse del sangue coagulato sulla mano della piccola e di quello
caduto sul suo abito, rabbuiandosi.
<<
Ma tu sei ferita! >> Si allarmò, prendendo
saldamente fra le
sue la mano ferita di Owl, che si irrigidì ricordando come
si era
procurata quel brutto taglio. La sua sconsideratezza l'aveva portata
a compiere quel gesto folle.
<<
Non è nulla! >> Mentì.
<<
Sciocchezze, hai bisogno di una fasciatura. >>
Accennò con
dissenso il biondo, strappandosi un lembo della manica come aveva
fatto Saga. Il ricordo di quell'episodio la fece arrossire. Era la
seconda volta che uno sconosciuto faceva una cosa simile per lei ed,
egualmente a quanto fece il gemello, anche le mani affusolate di
questo bambino legarono delicatamente la stoffa, facendola aderire
perfettamente alla ferita, bloccando l'emorragia.
Era
meravigliata di come degli aspiranti Saint come loro, che non
avrebbero esitato a prendere a ceffoni i nemici con quelle stesse
mani, fossero così tanto delicati.
<<
Ecco, così dovrebbe andare! >> Sorrise,
chiudendo per un
attimo gli occhi. Per fortuna, almeno non si sarebbe accorto del
rossore delicato sulle gote della bambina.
<<
Adesso devo andare, il tempo a disposizione per la pausa è
scaduto
ed il mio maestro mi starà cercando. >> Le
disse, scusandosi
con un inchino.
<<
Certo. Scusami tu per averti portato via istanti preziosi.
>>
Gli disse abbassando lo sguardo, ma la voce autoritaria di Aiolos
fece in modo che rialzasse gli occhi su di lui.
<<
Non dire così. Mi ha fatto piacere conversare con te. Almeno
adesso
sul tuo viso non ci sono più quelle brutte lacrime.
>> Le fece
l'occhiolino, lasciandola basita per quella risposta. Non ricordava
più neanche per cosa stava piangendo, visto che il nuovo
venuto le
aveva fatto dimenticare ogni dispiacere.
<<
Le lacrime non si addiconono ad un Saint di Atena. >> Le
disse
infine, alzando la mano in un gesto di ossequioso saluto. Oltre che
generoso, Aiolos era anche un bambino gentile ed amorevole, ne era
certa, e le emozioni che le aveva fatto provare, anche se non erano
le stesse che provava per Saga, erano ugualmente positive.
Aveva
appena conosciuto un futuro Saint del Tempio. Avrebbe sicuramente
conquistato una valorosa Cloth, ne era sicura.
Intanto,
non molto lontano dal posto in cui era seduta Owl, Yoma aveva
osservato la scena con interesse. Sorrideva sotto i baffi, con dei
risolini alquanto malvagi.
Quella
bambina sarebbe stata una pedina importante, insieme agli altri
abitanti del Tempio.
“Presto
farete tutti parte del mio teatrino.”
Rise
ancora, questa volta con più enfasi, facendo scappare alcuni
piccioni che si erano appartati sugli alberi. La sua voce
però non
veniva udita da nessuno e nel Santuario la vita continuava a scorrere
tranquillamente.
Dopo
aver osservato Aiolos tornare ai suoi allenamenti, Mephistoles decise
che per quel giorno aveva visto abbastanza e quindi poteva tornare
tranquillamente al quartier generale: il castello di Hades in
Germania.
Richiamando
a sé il suo inseparabile destriero bianco, salì
in groppa e
scomparve così com'era giunto: nell'ombra.
La
piccola invece, rimasta sola, decise di tornare al Tempio per farsi
medicare la mano, incerta sulla reazione che avrebbe avuto Shion una
volta venuto a sapere di un altro sconsiderato gesto.
Arrivata
ai piedi delle dodici Case, prese un profondo respiro per farsi
coraggio ed iniziò a salire le gradinate di pietra bianca
con il
cuore che le batteva fortemente in petto per l'agitazione. Sapeva di
dar profondi dispiaceri al suo Sacerdote e, nonostante fosse un uomo
saggio e benevolo, era sbagliato continuare a farlo preoccupare in
quella maniera. Sicuramente lui ci teneva a lei, perché
l'aveva
sempre trattata come un padre tratta una figlia, ma non riusciva a
fare a meno di comportarsi in quel modo. Si era prefissata di
diventare forte e risvegliare il misterioso Cosmo di cui tutti
parlavano, e se non voleva farlo lui lo avrebbe fatto da sola.
Non
sapeva a quanti fallimenti sarebbe andata incontro, ma ci avrebbe
incessantemente provato.
Quando
arrivò di fronte al tredicesimo Tempio, con il fiato corto
per via
della corsa, strinse con la mano sana la fasciatura che le aveva
gentilmente fatto Aiolos con la stoffa della sua maglietta e decise
di entrare a testa alta.
Quella
volta, anche se Shion fosse andato a sgridarla, avrebbe retto il suo
sguardo senza abbassarlo per un solo momento. Sarebbe stata forte,
perché una ferita di guerra avrebbe fatto sicuramente
più male di
una ramanzina.
Fine
capitolo 5
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Colei che scrive:
Salve a tutti :3 questo capitolo
è decisamente più corto degli altri, ma spero non
me ne facciate una colpa xD
Abbiamo incontrato anche
Aiolos ehehe come vi è sembrato? *-* Io lo adoro (insieme ai
gemelli, è chiaro!)
Per quanto riguarda la citazione ad inizio capitolo, è
tratta dal manga del Lost Canvas e la dice proprio Yoma :)
Un bacione a tutti e
buone feste 3