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Autore: Luce97    20/12/2013    2 recensioni
-Riddle.. Tu.. Mi ami..?- Chiese il moro dagli occhi verdi.
-Si Potter, io ti amo.- E tra i due scattò un bacio, un bacio vero, con i cuori che battevano forte insieme.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Harry Potter, Scorpius Malfoy, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Triangolo | Contesto: Altro contesto
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Sono Andrew Jeremy Rïddlë, figlio adottivo di Tom Orvoloson Riddle meglio conosciuto come Lord Voldemort. Venni abbandonato in un orfanotrofio quando ero neonato, non so nulla della mia famiglia.. Mi dissero solo che mi hanno dato via con felicità e che i miei genitori avessero ribrezzo di me, non so per quale ragione. Ma all'età di 7 anni scappai cercando libertà.. Odiavo quell'orfanotrofio più di qualunque altra cosa.. Le persone che ci educavano erano cosi severe, e i bambini cosi stupidi.. Non io. Assolutamente no, avevo una mentalità sviluppata, capivo tutto e nessuno poteva mentirmi senza essere scoperto. Vissi in strada per 2 anni a rubare per sopravvivere, a volte uccidendo anche qualche povero animale. Un giorno, pioveva molto, ero affamato, bagnato fradicio, cosi mi azzardai a rubare del cibo.. Un uomo mi rincorse a lungo, fino ad un vicolo senza uscita.. L'uomo si azzardò a schiaffeggiarmi e darmi un pugno allo stomaco.. Dentro di me si formò una grande rabbia e come per magia, l'uomo incominciò contorcersi, sentivo i suoi gemiti di dolore, sentivo anche che un osso si ruppe.. e poco dopo morì. Non avevo affatto paura, ho sempre pensato che lo meritasse.. Ed era vero, perchè quell'uomo dopo averlo guardato bene, mi somigliava.. Era mio padre. Accennai un sorriso mangiando il cibo che avevo rubato e alzando lo sguardo, notai che a guardare la scena si soffermò un uomo, senza capelli, pallido, magro e con un lungo mantello nero che lo copriva. Era l'Oscuro Signore che dopo otto anni dalla sua sconfitta e tutti credevano che fosse morto, fu sorpreso dalle mie abilità già da bambino, mi prese e mi portò a casa per accudirmi e addestrarmi. In due anni mi insegnò le cose che dovevo sapere. Uccidere, torturare, non avere pietà. Odio coloro senza poteri magici e accetto chiunque li avesse. Ad 11 anni venni spedito ad Hogwarts per migliorare le mie abilità. Fui smistato in Serpeverde, la casa dei maghi astuti, furbi, a volte anche sleali. Questa casa è conosciuta per la sua cattiveria.. Ed io lo ero. Lo ero eccome. Tutti credevano che mio padre adottivo fosse morto.. Ma si sbagliavano di grosso, perchè dopo la battaglia finale, il tanto famoso Harry Potter, credette di ucciderlo.. Ma non era cosi. Ed ora sta per tornare, insieme ai suoi mangiamorte e insieme a me, suo unico fedele suddito e figlio.

Frequento il 6º anno di Hogwarts e ho 16 anni. Sono un purosangue, Prefetto della casata Serpeverde. Sono un animagus, cioè posso cambiare forma, e mi trasformo in un feroce e grosso lupo nero dagli occhi rossi come il sangue. Il mio patronus è ovviamente un lupo. Sono alto 1, 87 m, capelli biondi ma che cambiano colore, degli occhi color azzurro spento, che incantano e fanno tremare chiunque, e labbra non eccessivamente carnose che attirano molte ragazze e ragazzi omosessuali. Solo un particolare che tutti devono sapere.. Sono gay.

E' successo mesi fa, all'inizio della scuola. Stavo salutando tutti i suoi compagni, quando mi ritrovo di fronte un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verde smeraldo.. Mi fecero uno strano effetto.. Ma non sapevo chi fosse, cosi mi presentai.
 
-Piacere, sono Andrew Jeremy ..- Indugiai se dirgli il cognome o no, stringendo le labbra. –Riddle..-  Mormorai e sospirai.
-C-cosa? Riddle?! O per Salazar..- Si leggeva la paura nei suoi occhi, ma lo tranquillizzai.
-Tranquillo! Non ti farò del male! Tu invece chi sei? Non ti ho mai visto.- Il ragazzo parve tranquillizzarsi e mi porse la mano
-Sono Albus Severus Potter e sono al 5° anno!- Mi sorrise e il mondo mi cadde addosso. Un Potter?! Serpeverde?! Lo guardai e me ne andai subito serrando la mascella e impietrito. Sapevo che il ragazzo mi guardava deluso, ma non potevo farci niente. Non potevamo assolutamente essere amici.. Un giorno avrei dovuto distruggere la sua famiglia e non potevo permettermi di esserci amico. Mi dirigo nel sotterraneo, mi apoggio al muro e scendo sedendomi a terra con la testa fra le mani. Quegli occhi non volevano andare via dalla mia mente, mi picchiettavano in testa, mi stavo confondendo e ad un tratto sento una voce. Sapevo che era lui..
-Ciao..- Mi mormorò lui, all’impiedi, guardandomi dall’alto.
-Vattene.- Risposi secco io.
-Ma.. Perché.. Che ho fatto?- Mi rispose deluso lui.
-Non capisci proprio, eh? Il mio cognome non ti fa capire nulla?- Sbuffai, mi alzai e me ne andai in Sala Grande, lasciandolo li da solo. Ci incontrammo al banco dei Serpeverde, ma cercai di ignorarlo, mentre lui era visibilmente triste. La cena andò tutto bene, il solito discorso, il cibo era ottimo e insieme ai miei amici, andai in dormitorio. Dopo una mezz’ora, loro andarono a dormire, mentre io restai con il sotto del pigiama e a petto nudo, davanti al camino ad osservare il fuoco. Sentii una presenza e poco dopo dei passi. Mi voltai subito verso la porta dei dormitori e da li comparse Albus. Sospirai rimettendomi a guardare il fuoco. Albus era molto imbarazzato per avermi trovato in quello stato. Mi si avvicinò lentamente e timidamente, con il viso rosso.
-Posso farti compagnia..?- Mi domandò impaurito lui.
-Questa è la sala comune, puoi sederti dove vuoi, non posso impedirti di metterti con me e farmi compagnia.- risposi freddo e serrai la mascella. Lui timidamente si sedette accanto a me osservando il fuoco.
-So che le nostre famiglie fanno guerra.. Ma che centriamo noi? Perché non vuoi essere mio amico?
-Potter, smettila. Ok? Basta.-
-No.. Spiegami.-
-Vattene-
-Non posso, non sei nessuno per dirmi se andarmene o no, l’hai detto tu.- Mi pentii subito di averlo detto.
-Allora zitto!- Sussultò appena e si morse il labbro, poi lo vidi avvicinarsi a me e mi diede un lieve bacio sulla guancia. Sussultai..
-Ma che diamine fai?!- Scattai all’impiedi guardandolo e arrossendo velocemente mentre lui si ritrasse impaurito e stringeva le labbra. Era sull’orlo di piangere ma se ne era accorto che arrossii.. Mi sentii un po’ in colpa per la mia reazione.
-Scusami.. Adesso vado a dormire, buona notte..- Velocemente tornai in dormitorio, mettendomi sotto le coperte. Stavo per addormentarmi, quando quel bacio sulla guancia mi tornò in mente.. E poco dopo quegli occhi.. Cosi belli.. Cosi verdi.. Una favola.. Quel bacio, la nostra conversazione, quegli occhi.. Mi tennero sveglio per gran parte della notte.
-Deciso, domani gli chiederò scusa e gli parlerò..- Sospirai chiudendo gli occhi e provando ad addormentarmi, anche se inutilmente.

  
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