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Autore: _fly_with_me    20/12/2013    2 recensioni
Sfogo. Sfogo totale. Non c'è bisogno che vi dica altro, a parte una citazione di questo brano:
«Avete presente “Viaggiatore in un mare di nebbia”?
Ecco, io sono così.
Una viaggiatrice, alla ricerca di se stessa nel mondo, quel “me stessa” che gioca a nascondino, quel “me stessa che ha deciso che quella che deve soffrire sono io, quel “me stessa” che ha deciso che devo essere io quella senza amici che mi amino veramente, ma non con quell’amore da fidanzati.
No.
Quell’amore amore, non saprei descriverlo meglio, quello delle persone che non se ne vanno mai.
Qualsiasi cazzata tu faccia.
Ebbene quel “me stessa” ha deciso di abbandonarmi in un mare di nebbia, come una povera viaggiatrice.
Con il mio bagaglio che scoppia.»
Genere: Introspettivo, Poesia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mie lacrime bagnano la tastiera del computer.
Mi metto le cuffiette così non ascolto la circonvallazione e il mio dolore.
Well you only need the light when it's burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
Only know you've been high when you're feeling low
Only hate the road when you're missing home
Only know you love her when you let her go
And you let her go

Perché, perché a me? Perché tutto questo mi deve capitare, devo stare cosi male, proprio l’ultimo giorno di scuola, anzi, già durante le vacanze?

I miei genitori non capiscono una minchia.
Una beata minchia.
Sembro un automa che muove la mia anima, totalmente sotto il controllo del fato.
Anzi, mi correggo, sono un automa che muove la mia anima, totalmente sotto il controllo del fato.

Mi sento così inutile, sola, disperata.
Staring at the bottom of your glass
Hoping one day you'll make a dream last
But dreams come slow and they go so fast
You see her when you close your eyes
Maybe one day you'll understand why
Everything you touch surely dies

E cosi scrivo. Scrivere è la mia valvola di sfogo, un po’ come i rituali dell’antica Grecia.
Mi lascianop sfogare quanto voglio, a patto che poi fuori sembri una persona percettibilmente “normale”.
Penso che se non sapessi trasmettere ciò che sento attraverso la tastiera e usarla allo stesso tempo come il filo bianco dei cavi, sarei un’autolesionista.
Ma di quelli gravi.
Se non peggio.
E poi non capisco le bimbeminchia che tra un po’ fanno le elementari, lamentarsi su Instagram dicendosi delle autolesioniste depresse.

(NDA: Con questo non voglio offendere né criticare gli autolesionisti, solo dare la mia opinione su chi è troppo piccolo)

Le mie lacrime si stanno placando, poco a poco.
Ora due piccoli solchi fastidiosi e umidicci rigano le mie guance.
Me li asciugo con il palmo della mano/manica del golf.

Seduta o sdraiata sul mio letto mi sento Bene.
No, Bene è una parola grossa.
Mi sento Meglio.
Che non è la stessa cosa, ma ci siamo, forse.
Penso che dovrei isolarmi ancora di più dal mondo. Così non va bene. Per niente bene.
Staring at the ceiling in the dark
Same old empty feeling in your heart
'Cause love comes slow and it goes so fast
Well you see her when you fall asleep
But never to touch and never to keep
'Cause you loved her too much and you dive too deep

Cambio canzone.
Basta depressione.

Avete presente “Viaggiatore in un mare di nebbia”?
Ecco, io sono così.
Una viaggiatrice, alla ricerca di se stessa nel mondo, quel “me stessa” che gioca a nascondino, quel “me stessa che ha deciso che quella che deve soffrire sono io, quel “me stessa” che ha deciso che devo essere io quella senza amici che mi amino veramente, ma non con quell’amore da fidanzati.
No.
Quell’amore amore, non saprei descriverlo meglio, quello delle persone che non se ne vanno mai.
Qualsiasi cazzata tu faccia.
Ebbene quel “me stessa” ha deciso di abbandonarmi in un mare di nebbia, come una povera viaggiatrice.
Con il mio bagaglio che scoppia.
Il mio bagaglio pieno di esperienze, di quelle belle, di quelle brutte, di quelle cosi cosi; di foto, ricordi indelebili della mia vita e che mi accompagnano ogni giorno; libri, i libri che amo, che non riesco a non avere sotto braccio; canzoni, le canzoni, la musica, la mia vita, la mia chitarra; amore, amore per la vita e per il mondo che a volte sembra avvievolirsi un po’; odio verso chi è riuscita ad avere ciò che di bello io non ho avuto e l’ha buttato via; pazzia, il mio tratto distintivo, quello che mi caratterizza: se qualcuno dovesse chiedermi la mia caratteristica principale o se chiedete a qualsiasi dei miei amici, vi risponderanno cosi: “Elisa è pazza, principalmente, e secchia…”; l’intelligenza, che tutti mi attribuiscono per i voti di scuola, non conoscendomi nemmeno sono subito pronti a giudicare e a puntare il dito…
Lì, sola in mezzo al nulla.
Anzi, qualcosa c’è.
Nebbia.
Smarrimento.
Appannamento.

Le mie dita si fermano e chiudo gli occhi.
Voce divina.
Mi si appannano gli occhi.
La SUA voce.
Lievemente roca ma gentile.
Fantastica.
Questo ragazzo ha espressione.
Mi emoziona.

Domani non mi sentirai partire
Amarti non è mica così strano
Io ho un nome senza via
Per distrarre la mia voglia di tornare

Perché non sarai lì
In questa casa che decise che ci sapevamo amare
Con la vecchia foto dei miei genitori sull’altare
Con la voglia di restare anche se non ti sai spiegare
Cosa manca a questo amore

E l’estate che non passerà
Si troverà una soluzione
La vita e la felicità Nessuna via
Nessuna convinzione
Qui mi troverai
Qualunque volta vorrai rivedermi
Qui a sognare se vorrai tornare Io rimango qua

Perché sei così piccola che quasi
Potrei tenerti dentro ad una mano
Però sei anche un gigante
E non ti accorgi che io sono sotto il suo passato
E se mi mancherai
Proverò a non affidarti alle foto in cui ridiamo
Senza avere niente al mondo In fondo il mondo lo avevamo
Resto ancora sveglio ad aspettarti che son quasi a casa
Ho nuove storie da ascoltare

E l’estate che non passerà
Si troverà una soluzione
La vita e la felicità
Nessuna via
Nessuna convinzione
Qui mi troverai
Qualunque volta vorrai rivedermi
Qui a sognare se vorrai tornare Io rimango qua

E non stupirti degli errori che è normale aver paura
E ricorda che ci siamo stati sempre fino ad ora
Se mi aspetterai ti aspetterò e vivremo ancora per poi dimenticare tutto il male in un
Ciao amore Amore

E l’estate che non passerà
Si troverà una soluzione
La vita e la felicità
Nessuna via
Nessuna convinzione
Qui mi troverai
Qualunque volta vorrai rivedermi
Qui a sognare se vorrai tornare Io rimango qua

E qui a sognare mi ritroverai sotto il tuo passato



*-* WRITER CORNER *-*

Ebbene, questa “cosa l’ho scritta in un momento di depressione.
L’ho inserita come Flashfic perché non c’entra assolutamente nulla con la storia.
Perdonate la mia irruenza, la mia incapacità di reagire, la mia aggressività.
Non importa se non recensirete, mi basta essermi sfogata con voi.
Grazie per avermi ascoltata. Ne ho bisogno.
Mentre scrivevo, ascoltavo le due canzoni che vi ho scritto.
Per chi non le conoscesse, sono due capolavori:

•       “Let Her go” dei Passengers

•       “La Vita e La Felicità” di Michele Bravi

Fidatevi, meritano.
Il titolo dice tutto.

Quindi, se vorrete compatirmi avete le recensioni, se avete critiche da muovermi dite pure, sono qui apposta.

Aggiornerò presto la storia.

Ciao,
Flai
  
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