Davanti al fuoco morente è infine una ragazzina a chiedere la parola, sporca, selvatica e bruttina come sono un po’ tutte queste figlie strappate alla fame e alla guerra.
“La mia storia d’amore è viva e mi guarda,” dice, la testa alta e una voce ferma, adulta e sicura. “Siete voi, Agron e Nasir, e i vostri baci senza vergogna. Se sopravvivrò all’inverno, voglio una famiglia che vi somigli; un uomo da vivere, da morire, con cui fare la guerra e poi l’amore. Il futuro non può ferirti, ora lo so, quando si è, insieme, la spada e lo scudo.”