“Sei un idiota!”
“Mai quanto te Sasuke!”
 
Sapeva che non sarebbe mai andato d’accordo con Sasuke, lo aveva compreso dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incrociati nel covo di Orochimaru. A nulla erano serviti i consigli di Sakura, a poco erano state utili le frequenti uscite di gruppo proposte da Naruto. Il team 7 aveva recuperato un delicato equilibrio accogliendo fra le sue file il recidivo Sasuke, ma come era prevedibile erano nati aspri conflitti con Sai.
 
Non avevano tempo per lasciar vagare senza controllo tali emozioni, non ora che le missioni si facevano sempre più dure. La pace tanto ricercata da Naruto e molti prima di lui andava mantenuta – senza versare sangue – ma le cose non andavano sempre per il verso giusto. Lo sapeva bene Sasuke che ora si ritrovava al capezzale di Sai, ferito a morte durante l’ultima missione di pace.
Naruto era troppo esausto per rimanere oltre, Sakura troppo impegnata a dirigere l’ospedale e Kakashi non aveva un attimo di respiro.
Dopo giorni di coma, finalmente gli occhi di Sai rividero la luce “Dove… sono?” era esausto, si sentiva debolissimo. Non riusciva a muoversi, ogni angolo del corpo gli procurava dolore.
“Stai fermo, se ti muovi è peggio!”
“Sasuke?” era più che mai sorpreso Sai dalla presenza dell’Uchiha. Perché mai avrebbe dovuto perdere tempo con una persona – che più volte aveva dimostrato platealmente – di detestare?
“Cosa è successo? Non… ricordo…”
“Sei caduto in un agguato, c’è stata un esplosione piuttosto violenta e tu ne sei rimasto coinvolto!”
Sai si sforzava di rammentare ma in quell’istante i ricordi erano tanti pezzi sparsi per la mente, vagano senza meta, non riusciva ad assemblarli fra di loro.
“Vado a chiamare gli altri…” Sasuke sparì dalla sua vista con una velocità a dir poco sorprendete, anche se non gli parve avesse usato un Genjutsu.
 
Passarono alcuni minuti prima che i volti sconvolti di Naruto e Sakura si affacciassero alla stanza. Sakura fu la prima a correre a buttargli le braccia al collo. Naruto dietro di lei aveva gli occhi lucidi, Sai era confuso.
“Naruto… perché piangi?”
“Idiota! Figurati se… se piango!”
“Sakura… che succede?” In qualche modo sperava che l’amica potesse spiegargli quanto stava accadendo perché a suo dire tali reazioni erano assurde.
“Eravamo preoccupati per te Sai! Hai rischiato di morire!” La voce di Sakura era distorta dalle lacrime, non era la prima volta che la vedeva in quello stato. Non ci si abituava mai.
“Morire…” Sai non aveva mai temuto tale parola. Ma in bocca ad un'altra persona, una persona cara, lo terrorizzava. Improvvisamente si sentì mancare l’aria, quale sensazione strana.
“Guarirai presto, te lo prometto! Ma ora devi riposare…” le parole dolci di Sakura furono seguite da una carezza leggera sulla guancia. Si domandava se un simile trattamento speciale fosse stato riservato anche agli altri in passato, quando Naruto o Sasuke avevano rischiato di morire in qualche missione.
Uscirono quieti, ma Sasuke rimase, non che lo volesse ma Sai doveva assolutamente parlargli “Perché fanno così?”
Il giovane Uchiha non mutò quasi espressione, ma Sai comprese il suo dissenso ugualmente. Sospirò, non ne aveva alcuna voglia ma cercò di spiegargli.
“Quando ti abbiamo trovato, non è stato uno bello spettacolo!”
“Come…”
“Eri a terra immobile, perdevi molto sangue dalla schiena e dalla testa e…” schioccò le labbra esitando, dovette rimescolare la saliva prima di proseguire “Tu non respiravi…”
“Oh…”
“Già…” sorrise Sasuke, ma non perché trovasse divertente il rievocare tali ricordi. La ridicola bocca aperta di Sai dinanzi tali rivelazioni non poteva che farlo ghignare maleficamente.
“E’ stata Sakura a rianimarti, anzi per dirla tutta se non fosse stato per lei che mi ha gridato contro io ti avrei mosso spezzandoti la colonna vertebrale…”
“Sono messo così male?”
“Direi di sì! Devi ringraziare l’abilità medica di Sakura se potrai ancora camminare! La mocciosa è cresciuta davvero…”
Sai sorvolò sul significato dell’ultima frase, non era sicuro si trattasse di un offesa e di certo in quel momento non era abbastanza lucido per sostenere una simile conversazione.
“Quindi… Naruto e Sakura erano tristi a causa mia?”
“Sì…”
“Io… pensavo che ora che tu sei tornato…”
“Ti escludessero?” Sasuke si prese il tempo per osservare la reazione di Sai - scioccato quasi - dinanzi una simile esclamazione “Naruto non lascia mai nessuno indietro, dovresti saperlo!”
“Già, nemmeno gli stolti accecati dalla vendetta…” si era preso una piccola rivincita e lo capì dallo sguardo irritato con cui Sasuke lo squadrò.
“Sempre meglio degli imbranati socialmente inetti!”
Ci fu un momento, un breve istante in cui parve che i loro animi fossero entrati in sintonia. Ma forse era solo l’effetto della morfina che invadeva le vene di Sai.
“Io vado, tu devi dormire!”
“Sasuke…”
“Mh?”
“Credi che… tu ed io potremo mai essere amici?”
Sasuke non capiva perché Naruto e Sakura ci tenessero così tanto all’amicizia con Sai. Gli avevano parlato tanto del suo carattere, delle difficoltà, del suo essere inadeguato nella vita quotidiana. Conosceva solo i difetti di Sai, niente altro.
“Sei veramente un idiota…”
 
Ora ne conosceva anche i pregi. Almeno uno.