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Autore: Fee17    16/05/2008    2 recensioni
Ginevra ha sempre temuto il giudizio degli altri, per questo indossa una maschera che non le appartiene. Ma dopo un incontro molto speciale, riuscirà a toglierla. Un incontro che per lei rappresenterà una vera rinascita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come già anticipato ho postato l'altro capitolo. La canzone citata è Love is dead dei tokio, le canzoni che cito mi servono per descrivere i pensieri di Ginevra.

Lally_the best: anche a me piace Bill che si comporta da star, ma Ginevra si renderà conto moooooooolto presto che lui non è solo questo... Grazie per la recensione.

 

La mattina dopo mi svegliai con una sensazione strana, non ero svogliata, ero allegra stranamente e avevo qualcosa che mi pesava sullo stomaco. Eppure non avevo interrogazioni, ma l’ansia era identica… Mi sedetti a tavola ma la fame proprio non c’era quindi decisi di tornare a cambiarmi. Posai lo sguardo su quella maglietta viola che il giorno prima Brigitte era riuscita a farmi acquistare e sulle converse. In men che non si dica erano già addosso a me. Ero stupita di come stessi compiendo delle azioni e provando delle sensazioni che non riuscivo a spiegarmi. E quelle non furono le uniche. Infatti mi ritrovai con l’eye liner in mano che in pochi secondi aveva tracciato una linea perfetta sulle mie palpebre. Gin che ti succede? Ti sei sempre piaciuta così come sei, semplice e naturale, che cosa sta cambiando? Poi mi accorsi di aver detto una bugia. Ieri, nel bagno per la prima volta non mi ero piaciuta, avevo sciolto i capelli e tolto gli occhiali… Ma perché lo avevo fatto?

"Per lui" mi disse una vocina nella mia testa. NO NO NO NO assolutamente no. Lo avevo fatto solo perché mi ero annoiata di vedere sempre il mio solito faccione pallido, per cambiare un pochino, perché era un periodo passeggero, ma poi sarei tornata la Ginevra di sempre. Ecco, doveva essere questa la spiegazione.

Pettinai i miei lunghi capelli, misi il solito piumino che più che altro sembrava una tuta da sci salutai mamma e nel giro di un quarto d’ora già ero davanti scuola. Anzi no, davanti a ciò che rimaneva di essa… Lo spettacolo era lo stesso di ieri mattina, con quelle grida e quelle canzoni che rimbombavano da ogni parte. Ormai ero rassegnata al fatto che sarebbe stato così per ancora un mese, fino a che il porcospino non avrebbe lasciato la mia città.

In aula stranamente non ero la prima da essere arrivata, Linda La Strega era già li ad appendere volantini. Mi avvicinai a lei e lessi ciò che stava attaccando al muro.

" DOMANI SERA, ORE 21:00 TUTTI AL SUNRISE PER DARE IL BENVENUTO A BILL KAULITZ. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A LINDA".

Ecco, era già un po’ che non sfoggiava la sua popolarità e quale sarebbe stato il momento migliore se non adesso che doveva far colpo sul cantante? Poteva fargli capire chi è che comandava organizzando una delle sue solite feste in grande stile, tutte paillettes e lustrini.

Mentre leggevo ciò che c’era scritto la strega mi guardò e mi disse; " Gin, mi stupisci.. anche tu sei capace di indossare qualcosa di quanto meno decente e di truccarti…".

"Oh Linda, grazie, tu invece non mi stupisci affatto… dici sempre le solite cazzate…" le risposi sorridendo, imitando il suo tono di voce. Lei capì dopo qualche secondo (visto che il suo cervello aveva bisogno di un po’ di tempo per connettersi) che la stavo prendendo in giro e con una smorfia si allontanò.

Arrivò Brigy che con occhi sognanti mi supplicò di accompagnarla a quella festa, sicura che io non avrei approvato ma l’avrei accontentata. E infatti così sarebbe stato.

Il vip teutonico arrivò un po’ in ritardo come le grandi dive e dopo aver rallegrato gli animi delle fan come di consueto, entrò nel liceo.

Linda si precipitò, lo salutò e si presentò, più ammiccante che mai. Lui la osservava attentamente, sorridendole in continuazione e guardandola da capo a piedi. La ringraziò per la festa che stava organizzando in suo onore e si scambiarono i numeri di telefono. Lei vedendo le galline che spiavano la scena si avvicinò molto a lui e gli stampò un bacio sulla guancia. Poi lanciò un’occhiata verso le altre come per dire : "Ormai è mio…".

Brigitte l’avrebbe uccisa ed io… non so… ho sempre odiato quella ragazza dal giorno in cui mi soffiò il ragazzo da sotto il naso. E pensare che diceva che ero la sua migliore amica. In realtà ero solo colei che le serviva per evitare la bocciatura. Ma ormai ci avevo fatto l’abitudine. Solo che in quel momento sentii come un vampata di odio salirmi fin sopra i capelli. Non riuscivo a capirne il motivo. Feci finta di nulla ed entrai in aula. Brigitte non faceva che parlarmi di quella festa e di che cosa avremmo dovuto indossare, io invece avevo in mente le labbra di Linda che si posavano sulla guancia di Bill e la scena di Linda distesa sul mio ex ragazzo. Ma cosa c’entra Gin? Stavolta Linda può fare ciò che vuole, perché paragoni le due scene?

La voce della segretaria interruppe il mio processo mentale chiamando il mio nome. Uscii insieme a lei e mi comunicò che avrei dovuto iniziare una nuova attività che mi avrebbe procurato crediti per la maturità. E si sa, per ottenere quel fatidico cento avrei fatto di tutto e i crediti mi servivano.

"Dovrai fare un TANDEM" mi disse.

" Consiste in un’ora extrascolastica che dovrai passare con un madrelingua tedesco nel quale dovrete parlare alternativamente una volta solo italiano e una volta solo tedesco" mi spiegò la segretaria.

"Wow mi piace così potrò perfezionarmi".

" E chi sarebbe il madrelingua? Un ragazzo che fa il gemellaggio?" chiesi curiosa.

" Ehm no Ginevra, è Bill Kaulitz, è una richiesta fatta da lui".

"Cosa a a a a a a aa a a a ? E perché proprio io?"

"E’ stato lui a chiederlo, ha detto che per adesso ha conosciuto solo te. Tiene veramente tanto ad imparare l’italiano ma ha poco tempo. La prof di lettere gli ha suggerito questo metodo efficacissimo e lui ha chiesto di te".

"Oh mio dio ma sarà insostenibile la situazione, voglio dire con le fan,il caos ecc.." Affermai con le mani nei capelli.

"Guarda che è un ragazzo disponibilissimo e comunque pensa ai crediti, il preside te ne assegnerà molti pur di far contento il "suo ospite". In più ti servirà veramente tanto per il tuo tedesco."

"Beh si, in effetti è vero…"dissi titubante.

"Dai ok è fatta, oggi alle 16 vi troverete davanti scuola e deciderete li cosa fare. Il tandem è libero potete fare ciò che volete basta che parliate tedesco e italiano una volta a turno".

" Va bene…". Pensierosa più che mai tornai in classe e raccontai il tutto a Brigitte.

" Non ci credo che spettacolo! Cioè lui ha chiesto di te, ti rendi conto? Pensa quando verrà a saperlo Linda…stasera ti chiamerò e mi racconterai tutto".

Alla fine della mattinata tornai a casa e misi al corrente mamma alla quale non piaceva l’idea che dovessi passare del tempo con quel mostriciattolo che lei non sopportava e che considerava tutto droga e rock and roll…

"Tranquilla mamma è sempre un ragazzino di 18 anni come me..".

"Ok ma stacci attenta".

Andai in camera mia, cosa stavo facendo? Perché aiutavo quel ragazzo che non ho mai sopportato? E perché ultimamente non riuscivo mai a sfuggirgli?

"Perché sono Bill Kaulitz e ottengo sempre ciò che voglio". Mi vennero in mente le sue parole.

Arrivò l’ora di andare e mi incamminai con le mie converse viola.

Erano le 16 e lui ancora non era arrivato. Mi sedetti sul muretto e misi l’Mp3 nelle orecchie. Iniziai a canticchiare qualche canzone lenta, di quelle smielate che mi aiutavano a sorpassare la tristezza per l’aver rinunciato a Federico. Iniziai a pensare a lui e sentii che una lacrima voleva disperatamente fuoriuscire. Ce la fece ed arrivò fino alle mie labbra, dopo poco fu seguita da altre. Mi mancava non sentirlo e non vederlo. Era la persona che volevo accanto a me, il mio migliore amico che mi consolava se ero triste, che mi faceva ridere, che mi accarezzava con dolcezza, che mi telefonava ogni giorno, ma che apparteneva ad un’altra e non sarebbe stato mai mio.

"We lost a dream
We never had
The world in silence
Should forever feel alone
'Cause we are gone
And we will never overcome
It's over now"

E adesso avrei voluto andare da lui, invece ero qui ad aiutare il ragazzo che odio, la checca che ultimamente era diventato peggio del prezzemolo, era dappertutto. Prima su internet, poi alla radio, poi in tv e ora nella mia vita.

Lo vidi arrivare, era vestito da Angelo per fortuna. Mi asciugai le lacrime e gli andai incontro.

"Ehi ciao, sorpresa da questa mia richiesta? Te l’ho detto che non avresti potuto evitarmi." Mi disse in maniera arrogante.

"Senti non iniziare ad infastidirmi che ci metto un secondo ad alzare i tacchi e tornare a casa."

"Quanto sei acida, sorridi di più alla vita, e poi il sorriso ti dona molto, ti sorridono anche gli occhi quando lo fai".

Mi stupii di quelle parole, me lo dice sempre anche mamma.

"Ora non fare il ruffiano solo perché ti aiuto".

" No no è la verità" disse.

In quel momento sembrava davvero l’angelo che avevo sognato. Era lontano da quell’ animale da palcoscenico che faceva strillare milioni di ragazze con un solo sguardo assassino.

"Dove vuoi che ci mettiamo a parlare? " gli chiesi.

"Voglio andare sulle mura della città, abito in un Hotel al loro interno ma non ho ancora mai avuto il tempo di salirci." Mi rispose.

"Ok andiamo". Per adesso il mio tedesco reggeva.

Ci sedemmo su una panchina sotto ad un albero. Di fronte a noi potevamo vedere tutta la città. C’era silenzio d’intorno e non c’era un’anima, forse perché era dannatamente freddo. Ma lui sembrava in estasi. Si appoggiò alla banchina e guardava di sotto, aveva un bel sorriso stampato in viso e gli occhi gli brillavano. Sembrava un bambino che vede il mare per la prima volta.

"Qui è stupendo… che pace… siamo nel cuore della città ma c’è tranquillità, sento il rumore delle foglie degli alberi e siamo circondati dal verde, un’oasi nel deserto direi…" disse l’angelo. Si ora riconoscevo colui che avevo sognato, colui che mi aveva presa tra le braccia, colui che emanava quel profumo indescrivibile. Lasciai andare un sorriso e dissi:

"Sai io qui ci abito, per me non è così straordinario".

"Lo so, tu potrai stupirti della mia vita, di come delle ragazzine si strappino i capelli per me, dei ritmi che sostengo durante il tour, dell’atmosfera di un concerto o dei luoghi che giriamo in solo un mese… Per te questo potrebbe sembrare straordinario, Per me è il contrario. Le uniche cose straordinarie sono quelle più semplici. Per me anche solo il silenzio è prezioso e insolito."

Notai un velo di tristezza in lui. Davvero Bill Kaulitz aveva un cuore? Davvero era così profondo?

"Ora puoi godertelo quanto vuoi per questo mese…" Gli dissi guardandolo.

" Si, per un mese…" C’era un po’ di delusione in quelle parole ma feci finta di niente per non aumentare la malinconia di quel momento.

"Senti Kaulitz, perché non porti sempre i capelli lisci invece di quegli aculei insopportabili?" cercai di distrarlo…

"Perché alle mie donne piaccio nell’altro modo e comunque adoro sentire gli occhi puntati su di me. Ho sempre amato essere al centro dell’attenzione."

"Tu sei il mio opposto Kaulitz".

"Bill… per favore chiamami solo Bill"

"Ok Bill".Sorrisi..

I minuti passavano, era riuscito a strapparmi tante risate con quel suo fare da diva viziata che prima odiavo tanto e che adesso vedevo solo in maniera comica. Avevo scoperto che era una parte di lui, ma Bill kaulitz non era solo quello, era anche il mio angelo e un diciottenne come altri.

"Gin, sei sicura che non ci eravamo mai incontrati prima? Quando ti vidi in bagno ieri ho come avuto la sensazione che non fosse la prima volta e poi sei stata strana, hai parlato di un angelo e hai emesso quell’urlo degno di una fan" mi disse il moro.

Io sorrisi e arrossii non sapevo se dirglielo, ma le parole uscirono da sole:

"Veramente ci eravamo già incontrati si…sulle scale a scuola, stavo per cadere e …"

"E ti ho afferrata…" mi interruppe lui.

"Allora ti ricordi?"

"E come potrei scordarlo? Ahahah già immaginavo di vederti rotolare a terra, ma decisi di non essere egoista e ti presi, ma devo ammettere che se avessi saputo quanto pesavi non lo avrei fatto!" continuò a ridere spalancando la bocca ed emettendo acuti assordanti.

"Che idiota" con il braccio teso per tirargli un sberla mi avvicinai, ma questo mi bloccò il braccio con forza e mi fissò dritto negli occhi. Erano così profondi, come quelli di un bambino, di un angelo. Rimanemmo immobili per qualche secondo in quella posizione fino a che non decisi di interrompere l’imbarazzo dicendo che si era fatto tardi. Lasciò andare il mio braccio e si alzò dalla panchina.

Feci lo stesso e mi accorsi che il mio cuore stavo battendo all’impazzata e che dovevo farlo smettere perché ciò che suggeriva quel battito era qualcosa che non poteva accadere. Lui è Bill Kaulitz, non uno qualsiasi.

"Ti accompagno a casa " mi disse.

"Non fa niente.."

"Dai non fare la difficile non mi va che vai in giro da sola, si è fatto buio".

Quanto è dolce.. pensai. NO, non potevo averlo pensato anche io come Brigitte. Ci incamminammo e arrivati davanti alla porta di casa mi voltai per aprirla e lui mi prese le spalle e posò le sue labbra sulla mia testa. Lo guardai come a chiedere spiegazione di quel gesto e lui che capì il mio sguardo interrogatorio disse:

" Grazie di essere così naturale".

"Smettila o mi verrà una carie" dai Gin ma cosa hai detto, è stato solo gentile, possibile che tu riesca ad essere sempre così cinica, pensai tra me e me. "Adesso vado Kaul..scusa.. Bill! Ci vediamo domani".

"Dimenticavo, complimenti!" mi disse

"Per cosa?"

"Per il tuo fondoschiena,non mi sbagliavo. Quella maglietta che indossavi stamani mi ha dato ragione" sorrise e si allontanò.

Sempre il solito, che stupido… pensai teneramente.

Mamma aspettava ansiosa il mio ritorno mi interrogò su quello che avevo fatto e sorpresa dal mio buon umore smise di torturarmi di domande.

Domande che furono altrettante la sera al telefono con Brigy.

Le raccontai ogni cosa per filo e per segno e lei decise che quello doveva essere l’inizio di una storia d’amore.

Risi di ciò che aveva detto, la salutai e andai a dormire serena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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