Sentii il suo braccio cingermi la vita e le sue labbra baciarmi la nuca.
“Ti amo, piccola”
Accarezzai la sua mano e la avvicinai al mio volto per poi lasciarvi un bacio.
“Mi manchi, sai?”
Tentai di rispondere, ma non uscì nessuna parola della mia bocca. Non avevo voce.
“Mi manca poterti svegliare tutte le mattine facendoti il solletico”
Presi la sua mano e la feci combaciare con la mia.
“Mi manca farti fare tardi a lavoro perché non ne ho mai abbastanza dei tuoi baci”
Intrecciai le sue dita con le mie.
“Mi manca farti le coccole quando torni stanca da lavoro”
Risalii il suo avambraccio con l’indice tracciando il contorno dei suoi tatuaggi.
“Te lo ricordi come ci siamo conosciuti?”
Sorrisi, anche se lui non poteva vedermi.
“Eri su quella panchina che piangevi perché avevi litigato con tua madre e con la tua migliore amica e sembravi veramente disperata.” Lo sentii ridere “Poi sono arrivato io porgendoti un mazzo di margherite e ti ho detto qualcosa del tipo ‘Sono solo margherite, ma spero che bastino per farti smettere di piangere. Sei troppo bella per piangere’ Dio, ti devo essere sembrato ridicolo o peggio ancora avrai pensato che fossi un pazzo. Poi però hai cominciato a raccontarmi del perché stessi piangendo e a parlarmi come se mi conoscessi da una vita. E continuavi a piangere e a ripetere che eri inutile e che la tua vita non aveva più senso, così ho fatto ciò che volevo fare dal primo momento in cui ti ho vista: ti ho abbracciata.”
Alcune lacrime mi rigarono il viso.
“Ci credi se ti dico che è stato uno dei momenti più belli della mia vita? E quando ho sentito che tu volevi quell’abbraccio almeno quanto me, mi sono sentito completo, come se avessi appena ritrovato qualcosa che avevo perso. Poi ha cominciato a piovere così siamo andati in un bar a ripararci e abbiamo parlato talmente tanto  da non accorgerci che fuori fosse già buio. Mi sono offerto di riaccompagnarti a casa e dopo averti dato la buonanotte non ho fatto altro che pensare a quando ti avrei rivista.”
Posò un bacio sulla mia spalla.
“Non vedevo l’ora di riabbracciarti.”
Portai la sua mano sulla mia guancia.
“Da quella sera sono passati ormai tre anni. Sono stati i tre anni migliori che avrei mai potuto vivere, perché li ho vissuti accanto alla donna della mia vita, affianco a colei che mi ha insegnato cosa fosse l’amore, alla donna che mi completava, che mi faceva sentire di avere un posto nel mondo, che mi faceva sentire amato. Lei è quella persona che mi faceva sentire vivo e che aveva dato un senso alla mia vita” 
Mi girai e presi il suo viso tra le mani.
“Un momento che di sicuro non scorderò mai è quando siamo venuti ad abitare insieme, in questa casa, un anno fa. Sentivo che ormai niente e nessuno si sarebbe potuto mettere tra di noi, che il nostro destino era quello di vivere, crescere, invecchiare insieme. Sentivo che tutto ciò che era mio sarebbe diventato tuo e tutto ciò che era tuo sarebbe stato anche mio, che tu saresti stata mia e io sarei stato tuo. In quel momento non c’era altro che desiderassi, c’eri solo tu. Volevo solo te. Voglio te.”
Posai la mia testa sul suo petto e cominciai a piangere contro di esso.
“Louis, perché proprio tu? Perché Dio ha voluto proprio te?” Mi accarezzò la schiena.
“Non c’è un motivo Haylee, è successo e ormai non si può più tornare indietro”
“Ma non è giusto, sarei dovuta morire anch’io in quell’incidente” singhiozzai “Anzi non ci sarebbe proprio  dovuto essere quell’incidente, noi avremmo dovuto vivere insieme la vita che sognavamo”
“Ehi” mi alzò il viso in modo che lo guardassi negli occhi e mi asciugò le lacrime con i pollici “Tu puoi ancora vivere quella vita, anzi la devi vivere per entrambi”
“Ma io non posso, non riesco più a vivere senza te. Non possiamo tornare indietro a prima che tu te ne andassi e ricominciare?”
“Non si può piccola” sospirò “Tu meriti di vivere e non devi più piangere.” A quelle parole singhiozzai e piansi più forte di prima “Non piangere, ti prego. Vederti così mi sta uccidendo di nuovo. E poi non ho neanche delle margherite da regalarti ora”
“Farei qualsiasi cosa per renderti felice” dissi accarezzando la sua guancia.
“Allora non piangere più e sii felice, io lo sarò con te”
“Ti amo, Louis”
Lui mi prese per i fianchi e fece combaciare i nostri corpi.
“Ti amo anch’io, Haylee”
 Mi avvicinai a lui per baciarlo, ma appena le nostre labbra si sfiorarono tutto svanì e mi sentii cadere nel vuoto.
La sveglia stava suonando.
La sveglia stava suonando e mi stava riportando alla vita reale.
La sveglia stava suonando e mi stava riportando alla vita reale, alla vita senza Louis.
Era il 9 Settembre ed erano passati 39 giorni dalla morte di Louis, 39 lunghissimi e tristissimi giorni dalla morte dell’amore della mia vita.
Mi alzai per preparami e notai che sul comò c’era qualcosa.
Era un mazzo di margherite.
Sentii il suo fiato sul collo e capii che niente, nemmeno la morte avrebbe potuto separarci e che lui sarebbe sempre stato al mio fianco.
 
‘Amore mio mi manchi tanto. Ti prometto che un giorno saremo di nuovo insieme e lo saremo per sempre. Io sarò la tua Haylee e tu sarai il mio Louis. Ti amo.’




Angolo autrice
Mi scuso con tutte quelle che sono arrivate fino qui e che hanno trovato questa storia triste e/o noiosa, ma l'ho scritta in momento che non era dei più allegri, diciamo.
Ho scritto questa storia tutta d'un fiato e spero che non sia tanto brutta. Se lasciate una recensione mi fa molto piacere.