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Autore: michaelgosling    21/12/2013    2 recensioni
1935. Una bambina olandese di nome Henny viene mandata a vivere in America perchè in pericolo: sebbene non sia qualcosa a cui Hitler è contrario rischia molto per via di qualcosa di segreto che riguarda il padre.
1947. Henny si ritrova ad essere testimone di una serie di omicidi: è l'inizio di una catena di eventi riconducibili a quel segreto a lei nascosto per anni e che la porteranno ad essere nuovamente in pericolo.
Si svelerà mai questo segreto? E perché qualcuno la vuole morta?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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3 CAPITOLO 27. ABBRACCIO

Non c'era niente di meglio di una fresca barretta di cioccolato.
Sentire quel sapore nella bocca era sempre meraviglioso.
Persino il buonumore ti tornava, anche dopo la peggior giornata del mondo.
Henny si gustava pezzo per pezzo di quella barretta, lentamente: non voleva perdersi neanche un attimo di quella magia surreale che da tanto non sentiva.
Aveva tagliato la barretta in tanti piccoli pezzi, nella speranza di gustare più cioccolato.
Era una barretta piccola, ma per la ragazza era la più grande del mondo.
Era un sacco di tempo che non la teneva tra le mani, e che non la mangiava.
Troppo tempo.
Colton la guardava sospettoso, trovando strano il comportamento della ragazza.
In fondo, era solo una barretta di cioccolato!
"Piantala con questi numeri. Mannaggia a me. Non avrei dovuto portarti del cioccolato." mormorò il detective, scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
"Grazie grazie grazie! Questo cioccolato è il Paradiso!"
"E' solo una barretta di cioccolato. UNA BARRETTA DI CIOCCOLATO."
"Che dopo aver passato mesi a mangiare frutta e verdura è un sogno. Ne vuoi un pezzo?"
"Non mangio cioccolato. E anche se lo volessi non lo prenderei certo ora, dopo che tu l'hai toccato."
Henny sorrise.
Non ci faceva neanche più caso alle battute a sfondo sarcastico del detective.
Quelle battute non la offendevano più, anzi, a volte si divertiva.
Era passato un bel po' di tempo, e anche se non era laureata in psicologia, aveva capito come mai Colton non riuscisse a toccare la gente e perchè reagiva trattando le persone intorno a lui nel modo più scontroso possibile.
Forse si sbagliava, o forse no.
E quella sera era il momento giusto per dirglierlo.
Per esprimere le sue considerazioni.
"Visto che mi hai portato il cioccolato, voglio aiutarti."
"Non verrò a letto con te."
"Veramente non intendevo questo. Se mi lasciassi parlare, magari."
"Dai parla... così mi posso andare a casa." sbottò Butler, chiudendo il giornale.
Henny respirò profondamente, non sapendo come iniziare il discorso.
"Io... io credo.. insomma.. la maggior parte della gente è gentile anche con chi non sopporta perchè è buona educazione. Tu... tu hai il problema opposto. E' come se essere scontroso per te fosse... fosse l'unico modo per sopravvivere."
"Eh?" mormorò confuso il detective, guardando severamente la ragazza.
"Lo sai che è così. Non credo che tutte le persone di questo mondo ti siano antipatiche. Anche il tuo collega? Perchè anche con lui sei abbastanza scontroso."
"Scontroso? Ma come ti permetti?"
"Perchè? Pensi seriamente di non esserlo?"
"Non è questo il punto! Io sono un Detective! MI devi portare rispetto!"
"Guarda che io sto solo cercando di aiutarti."
"Vorrei ricordarti che il patto che abbiamo siglato stabiliva chiaramente che se ad una certa data io non riuscivo a toccarti, tu saresti sloggiata dalla mia vita!"
"Sì, me lo ricordo."
"E vorrei ricordarti che quella data è tra due giorni. Quindi ti consiglio di preparare le tue cose. E andartene. Anche a morire. Non mi interessa. Dovevi pensarci prima di fare un patto simile. Solo una stupida come te poteva farlo."
"Mi dispiace per quello che ti è successo, Colton. Mi dispiace davvero, ma questo non ti dà il diritto di comportarti come ti pare con gli altri, e trattare chi ti sta intorno come dei burattini. Io non credo che tu sia una persona cattiva. Credo che tu ti comporta male con le persone perchè non vuoi affezionarti a nessuno perchè hai paura di soffrire di nuovo e di perdere questa persona. E non vuoi farti toccare da nessuno perchè l'ultima volta che sei stato toccato sei stato picchiato dagli uomini che hanno distrutto la tua famiglia. Io non posso dirti che so cosa si prova perchè non lo so, però una cosa posso dirtela. Non è mai sbagliato essere legati a qualcuno. C'è sempre qualche rischio, ma se non hai il coraggio di affrontarlo, quella che conduci non è vita."
Colton aveva ascoltato ogni parola di Henny, anche se avrebbe preferito non farlo.
Avrebbe preferito sentirla parlare in un'altra lingua, una lingua che non conosceva, così non l'avrebbe capita.
Si era sforzato di rimanere impassibile come era stato per tutta la sua vita, ma sentirsi dire la verità, una verità che lui aveva nascosto per anni, era deprimente.
Aveva rinchiuso in una gabbia l'uomo gentile e buono, quella parte di sé che non poteve assolutamete mostrare alla gente, la parte vulnerabile, per dare libero sfogo alla sua razionalità e alla sua rabbia.
Allora... allora come era potuto succedere che qualcuno avesse... avesse scoperto la sua doppia maschera?
Sentì delle lacrime sul suo volto, e d'istinto chiuse gli occhi.
"Non posso correre un rischio simile... non posso affezionarmi ad una persona, neanche una... fa troppo male." mormorò lui, asciugandosi le lacrime con le mani.
La ragazza si avvicinò a lui stando attenta a non toccarlo, cercando di dargli un minimo di conforto.
"Io non ti farò del male. Te lo prometto." gli sussurrò.
Colton scosse la testa.
No, Colton!
Non farti intenerire!
Anche lei ti farà del male!
Anche lei ti ferirà!
E il tuo cuore ha subito fin troppe ferite.
La ragazza lesse negli occhi Colton uno sguardo che supplicava aiuto.
All'interno del Detective c'era una lotta interiore tra razionalità e vulnerabilità.
Tra testa e cuore.
La sua testa non gli avrebbe mai fatto dire "aiutami. abbracciami.", ma al tempo stesso il suo cuore era stato fin troppo tempo in gambia, e non poteva fare a meno di mandare messaggi alla ragazza.
Messaggi che fortunatamente lei capì.
Infischiandosene della reazione di Colton, la ragazza allargò le braccia e lo abbracciò dolcemente, toccandogli i capelli con una mano.
Butler non si allontanò, e chiuse lentamente gli occhi, appoggiando la testa sulle spalle della ragazza.
Piano piano le lacrime si fermarono, e l'espressione del Detective si fece più rilassata, come non lo era da anni.

AAAAAAAAALLORA.....  grazie grazie grazie per tutte le recensioni :) mi fanno davvero piacere :)
visto che ora ci sono le vacanze di natale e avrò più tempo, forse, e sottolineo forse, aggiornerò più velocemente, ma non vi prometto niente :) fatemi sapere che ne pensate del capitolo :)




  
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