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Autore: WhispererOfTheNight    21/12/2013    4 recensioni
“Non credo che quel sogno potrà mai avverarsi, non ti potrebbe sopportare nessuna ragazza...”
Le parole di Kyuhyun gli risuonavano nella testa. Lui non credeva nei sogni premonitori, anzi ad essere precisi non credeva proprio in nulla al di fuori della realtà tangibile che lo circondava. Ma questo particolare sogno( o incubo, dipendeva dai punti di vista) lo aveva profondamente scosso, quasi terrorizzato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Heechul, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                              Dream runner

L’appartamento al numero 38 di Baekbeom-ro sembrò davvero una residenza reale alle tre ragazze che vi entravano per la prima volta. Avevano impiegato quasi un’ora e mezza dall’aereoporto di Seoul-Incheon per arrivare a quella che per il prossimo anno avrebbero chiamato “casa”, ma ne era valsa la pena. L’appartamento, usato da tutti gli studenti Erasmus provenienti dall’Italia, era a pochi passi dall’università, arredato in maniera essenziale, ma elegante e il soggiorno-cucina al quale si accedeva direttamente una volta entrati in casa, aveva un’enorme finestra che copriva quasi tutta la parete e lasciava passare ogni raggio di luce che il sole intendeva donare in quella fredda giornata di Novembre.

-Dio ti ringrazio!- esclamò una bella mora dagli occhi verdi gettando un borsone in un angolo e andando a stendersi sul divano vicino alla finistra.
-Lavinia! Vuoi apettare il momento in cui avremo pulito tutto prima di piazzare quel tuo culone cellulitico su una superficie morbida?- la rimproverò una rossa di chiara matrice artificiale con un bel paio di occhi color ambra.
-Senti chi parla di culoni cellulitici, non eri tu che volevi cercare una palestra appena arrivate a Seul perchè “quel panino al bar dell’aereoporto mi avrà fatto mettere dieci centimetri sui fianchi”?- la imitò Lavinia senza muoversi dal divano.
-Cassandra, Lavina, piantatela vecchie baldracche! E venite a darmi una mano, mi avete lascato sulla porta con tutti i bagagli!- strillò la terza ragazza esasperata.
Cassandra e Lavinia si precipitarono alla porta ridacchiando per salvare la loro amica dal mare di borsoni e valigie in cui l’avevano lasciata.
-La prossima volta l’Erasmus lo andremo a fare al Polo Sud, vedremo se tra i pinguini e i ghiacciai avrete ancora voglia di fare le oche giulive- commentò sarcastica la bionda scrutando le sue colleghe universitarie con due enormi occhi scuri.
-Andiamo Talia, relax! Siamo a Seul, abbiamo un anno di tempo per fare esperienza della cultura coreana, per imparare meglio la lingua, per trovarci un marito...- disse Lavinia accentuando le ultime parole del discorso.
-Piantala con questa storia del marito Lavi- sbottò Talia guardando acidamente la mora.
-A proposito di Polo Sud, qui si gela, accendo il riscaldamento- disse Cassandra stringendosi nel cappotto che non aveva ancora tolto- e poi puliremo da cima a fondo questo posto- aggiunge mandando un occhiataccia a Lavinia che era intenta a osservarsi a uno specchio appeso alla parete.
Sbuffando, la mora si tolse il cappotto e si mise ad aprie i mobili della cucina per cercare secchi e stracci. Talia si diresse verso la finestra per osservare il panorama. Anche se erano solo al terzo piano, la mancanza di strutture alte le permetteva di vedere in lontanaza il fiume Han, la cui superfice brillava in quella splendida giornata di sole. Una serie infinita di piccoli negozi costeggiavano i bordi della strada e l’università poco distante sembrava pulsare di vita. Talia sapeva che sia lei che le sue colleghe meritavano pienamente di stare lì: nonostante avessero in comune una passione smisurata per le lingue orientali, di certo la facoltà non era uno delle più semplici. Avevano passato giorni(e molto spesso anche le notti) a ripetere la fonetica, la morfologia e la grammatica della lingua coreana, si erano impegnate come nessuno avrebbe mai fatto pur di ottenere i tre posti riservati alla Corea sui quindici presenti per l’Asia. E su venti candidati per Seul, il loro impegno era stato pienamente ripagato.
-Manca il detersivo, i ragazzi precedenti hanno lasciato la bottiglia quasi vuota- sbottò Lavinia piazzando sul tavolo al centro della stanza una bottiglia il cui fondo era praticamente da raschiare.
-Ho visto un supermercato mentre scendevamo dal taxi, possiamo andare a comprarlo, considerando che saremo dovute uscire comunque a prendere qualcosa per cena- disse Cassandra indicando il frigorifero vuoto.
-Non possiamo prenderci una pizza?- chiese Lavinia con gli occhi imploranti.
-Una pizza. In Corea. Italiane che mangiano una pizza in Corea.-commentò Talia spostando lo sguardo verso Lavinia e marcando ogni frase con sarcasmo.
Lavinia rimase in silenzio per qualche secondo, poi, fingendo immenso entusiamo, esclamò -andiamo a far la spesa come le migliori casalinghe della terra!-
-Ma che battona...-commentò Talia cercando di nascondere un sorriso che invece era più che evidente sul viso di Cassandra.

-Prendiamo il ramen istantaneo?Prendiamo i noodles?- cinguettava Lavinia passando di scaffale in scaffale come un bambino in un negozio di giocattoli.
-Dio Lavi, se non stai zitta giuro che ti ficco una melanzana nel culo!- esclamò Cassandrà al limite della sopportazione.
-Non lo fare, non la riavresti indietro- commentò acidamente Talia mentre confrontava il prezzo di due pacchi di biscotti.
-Siete due stronze- piagnucolò la mora rassegnandosi all’idea che non l’avrebbero assecondata.
-Ehy Cassie, hai trovato i detersivi?- chiese Talia senza staccare gli occhi dai biscotti.
-Trovati, tu hai deciso quali dannati biscotti prendere o vogliamo aprire ogni pacco per assaggiarli- le domandò di rimando l’amica
-L’idea non è male...-osservò la bionda prendendo in seria considerazione l’ipotesi.
-Non vorrei interrompere il vostro adorabile scambio di battutte da coppia di bagasce in pausa pranzo, ma sono quasi le sei, siamo qui da un’ora- si lamentò Lavinia.
-Per una volta hai ragione Lavi, penso che possiamo anche andare a pagare- disse Cassandra rivolgendodi a Talia. Per tutta risposta lei annuì e si recarano alle casse per uscire dal suermercato.
All’uscita stavano per attraversare la strada, ma qualcosa attirò la loro attenzione. Una specie di decappottabile a velocità minima era seguita da un gruppo di ragazzine piangenti e urlanti. Sull’auto erano seduti quattro ragazzi che a prima vista sembravano una banda di idioti. Uno di loro riprendeva gli altri con un telefono e pareva che si stessero divertendo molto in quello strano contesto. L’attenzione di Talia venne catturata però da uno dei quattro. Nonostante cominciasse a fare buio, la bionda riuscì a distinguere un paio di occhi scuri che, quasi come se si sentissero osservati, si girarono verso i suoi. Gli sguardi si sostennero per diversi secondi, valutando momento per momento se fosse il caso di restare intrecciati, poi la macchina accellerò di colpo, lasciando le ragazzine starnazzanti indietro e non permettendo ai due sguardi di continuare a studiarsi.
-Ma chi accidenti erano?-chiese retoricamente Lavinia.
-Bha, sembrava di essere in presenza dei Guns‘N’ Roses- commentò laconica Cassandra.
Talia non disse nulla. La sua mente sembra essersi persa in un altro pianeta. Quel nodo che improvvisamente le aveva stretto lo stomaco le faceva quasi male. Continuava a passarvi una mano sopra, domandandosi che diamine fosse successo. 
  
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