Si aggira nella neve: guardinga, eppure piena del coraggio che solo la fame alimenta.
Somiglia a loro, pensa Nasir: il prezzo della libertà è un’eterna mancanza, l’incertezza del domani, un salto nel vuoto. Guarda la cerva che affonda il muso appuntito nel terreno gelato, alla ricerca di bacche o chissà cosa. Da servo non ha mai avuto appetito: sua era la lingua torpida delle fiere addomesticate. Dopo Spartacus, niente gli ha più riempito la pancia. Prende la mira, poi trattiene l’asta tra le dita.
Non violerà la neve, non oggi.
La fame è un istinto buono, quando scioglie le catene.