L'unica cosa che sembrava rimanere, impressa anche dopo il passaggio dell'acqua per lavare tutto e del tempo per dimenticare, era il tocco dei quelle mani.
Non di un paio in particolare, ma di tutte. Tutte le mani che si erano posate su di me quel pomeriggio in discoteca, e io avevo rifiutato per paura dei pregiudizi di chi mi stava accanto. Perché alla fine, era solo quello il motivo, e lo sapevo bene. Se fossi stata sola, mi sarei abbandonata al buio a quelle labbra, appartenenti ad un viso che non avrei mai visto, e mai avrei voluto vedere, e che io avrei per sempre associato solo ad un attimo di debolezza, incapace di ammettere di aver cercato con forza quei contatti, quella passione latente che mi avrebbe spinta contro un muro al pari di una puttana, quella passione condivisa con uno sconosciuto che mi avrebbe fatta sua solo per quella notte.
Quella passione che mi avrebbe trascinato giù.
Come una droga...