C'è stata una volta in cui Chiara mi ha raccontato il suo sogno, che io non ho potuto fare a meno di mettere per iscritto.
Quindi ecco qui, cosa ne è venuto fuori. Rispettando trama e dialoghi originali, mi sono attenuta al minuzioso racconto che mi ha fornito. Spero vi piaccia, ed un enorme grazie a lei.
No, non va bene niente, ma
proprio niente. Neanche il nuovo cd dei The Script, nemmeno la risata
di Niall che riesce a sentire dalla fine del bus e nemmeno Louis.
Su questo ancora non è sicuro. Il punto è che non
lo sa. Semplicemente non sa più che fare, pensare, dire,
sognare su di lui. La figura di Louis si è come trasformata
in un enorme punto interrogativo che vede vagare e avvicinarsi (e
sentirlo comunque dentro di sé) e allontanarsi nello stesso
momento. Un casino, per intenderci.
La cosa ancora più bella è che non sa nemmeno
come ci sia arrivato a questo punto.
E va bene lo stress, e vanno bene anche gli attacchi di gelosia verso
qualunque forma vivente e che respiri che si aggira attorno al suo
fidanzato, ma poi ad Harry basta ricordarsi che Louis gli ha giurato di
amarlo ed essergli fedele per sempre per smettere di preoccuparsi.
Quindi escludendo tutti questi motivi su cui può passare
sopra, esattamente qual è il problema? Oppure potrebbe
essere la somma di tutti questi elementi. Harry non lo sa, proprio no.
Come quando fino a pochi anni prima si sforzava per risolvere un
problema di matematica, ma era inutile: se non sapeva la formula non
poteva risolverlo. E ora qual è la formula? Come si risolve
questo problema? Di solito basta Louis con i capelli arruffati al
mattino e i baci che sanno di “non andartene, resta ancora
cinque minuti”, l’odore del caffè che
viene dalla cucina e la sua impronta sul cuscino. Di solito bastano i
segni sul collo per ricordarsi di appartenersi, anche di nascosto. O
anche gli sguardi che sanno di parole e le mani che sembrano non
volersi lasciare. Questo basta, o è sempre bastato almeno.
Non si sono mai definiti, etichettati o nominati,
“harryelouis” è
quel che è e
quel che basta a entrambi ed è anche così che gli
altri li hanno sempre chiamati.
C’è Niall che giura che “tra Harry e
Louis c’è qualcosa che non sappiamo
spiegare” o Zayn che semplicemente abbassa gli occhi e
sorride perché ha capito tutto, o forse lo crede solamente.
Improvvisamente, questo è come se
non bastasse più.
Harry ha sempre creduto che per sentirsi liberi non servissero un paio
di ali ma qualcuno che ti faccia sentire tale. Oppure un posto, o
qualcuno che diventi il
tuo posto. E
così pensava di averlo trovato il suo posto nel mondo quando
due occhi davvero troppo azzurri per essere veri lo hanno fatto sentire
vivo.
Ma è come se tutto questo lo chiudesse, come se lo sentisse troppo
stretto attorno
a sé, come sentirsi in gabbia e non avere fiato.
Come quando tutto quello che vuoi fare è correre e ti dicono
“fermati”. O semplicemente tu vorresti urlare
“fermate il mondo, voglio scendere”. E semplicemente non
puoi. “Non
puoi” è la frase che si è sentito dire
più spesso in questi ultimi anni. Da piccolo non avrebbe mai
creduto di non poter fare qualcosa una volta diventato
“grande”. Come tante altre cose questo
l’ha imparato a sue spese.
L’ha imparato quando non gli è stato consentito
sedersi vicino a Louis, toccarlo o anche semplicemente parlargli.
Inutile dire che i primi tempi gli sembrava di impazzire.
Tutto questo era semplicemente ingiusto e
inaccettabile, tanto che faceva male.
Faceva male come un pugno nello stomaco e sentirsi mancare
l’aria.
Era proprio questo che sentiva, come se gli avessero risucchiato via
l’aria dal corpo e non potesse farci niente. Tutto inutile,
come cercare di afferrare il fumo a mani nude.
Quindi ora si passa una mano tra i capelli, cambia traccia
sull’ipod perché quella che sta ascoltando
è troppo triste e drammatica perfino per lui, e lo spinge a
pensare troppo.
E questo non va bene. A volte Harry vorrebbe semplicemente prendere i
suoi pensieri uno a uno e metterli nel pensatoio, tipo quello di
Silente. Pensa proprio che gli farebbe comodo. Ma indovinate? Non
può. Non può semplicemente sparire e tornare
quando vuole, non può mollare tutto e andarsene. Andarsene
dove poi quando Louis è il suo posto? Che senso ha scappare
da qualcosa che ci appartiene e a cui apparteniamo?
È come girare in cerchio e tentare di arrivare alla fine, o
all’inizio perché tutto è relativo.
Se gli avessero detto che si sarebbe trovato in una situazione del
genere qualcosa come quattro o cinque anni fa, non ci avrebbe creduto.
E non per l’enorme vendita di dischi con sopra il suo nome
(anche se ci si deve ancora abituare del tutto) ma per quello che sta
provando adesso.
È come una spirale, una costante nello stomaco e nel cuore.
Ha sempre pensato che innamorarsi significasse portare un pezzo di
qualcuno nel cuore. Ed è proprio quello che fa: porta Louis
dentro di sé, sempre. Ha il suono della sua risata nelle
orecchie che gli fa brillare il cuore, sente il tocco delle sue mani
tipo ovunque e il suo sguardo puntato addosso, in questo istante. Anche
non volendo, Harry lo sente sempre Louis. E lo sente così
tanto che fa male. Fa male quando vorrebbe solo prendergli la mano e
far notare la differenza di grandezza con le sue, davanti a tutto il
mondo e non da soli davanti a un camino acceso.
Vorrebbe urlarlo e cercare di spiegare, anche se sa già che
non ci riuscirebbe perché certe cose vengono sminuite dalle
parole, quanto ami Louis e che non potrebbe smettere nemmeno se
volesse. È come se il suo cuore avesse vita propria e
facesse un’azione involontaria, amando Louis. Come se fosse
deciso, se fosse così e basta.
Quindi Harry ha smesso di farsi tante domande e ha imparato ad
accettare le cose come vengono. Ogni giorno è una sorpresa,
è voglia di amare in più.
E cosa capita se questa forza, questa voglia si ferma? Che cosa capita
quando ci si sente in un mare in tempesta e con l’acqua alla
gola? Harry giura che potrebbe spiegarlo in questo momento,
perché ormai è semplicemente troppo. Potrebbe
spiegare di come ci si senta con la voglia di stare con Louis e la
sensazione stessa al momento che questo non basti, che non sia
abbastanza per stare bene. Ma se Louis non basta, cos’altro
può funzionare?
L’hanno notato tutti ormai, ma sono troppo buoni per
dirglielo. Il suo umore ultimamente non è dei migliori.
Insomma, evitare le chiamate, rispondere a monosillabi e parlare solo
se interpellati, non è il suo solito atteggiamento.
È in pullman con le cuffie alle orecchie e tutti questi
pensieri e paure in testa.
Non manca molto all’arrivo, finalmente torna a casa. Quindi
passa il resto del viaggio ascoltando musica e si alza controvoglia una
volta arrivati. Si toglie le cuffie, mette l’ipod in tasca,
si passa una mano in faccia e sui capelli per ravvivarli un
po’ e sospira. Mai un viaggio di ritorno gli è mai
sembrato così lungo. Ma per fortuna tutto passa.
Scende dal pullman e Liam gli batte una mano sulla spalla, come per
rassicurarlo. Liam sa.
Sa sempre quando c’è qualcosa che non va, ha una
specie di dono nel saper capire le persone. Louis si limita a
guardarlo, ma Harry sa che lo sta guardando dentro e che stanno avendo
una delle loro conversazioni silenziose.
A passi ciondolanti entra in casa e si lascia cadere sul divano.
È stanco, semplicemente stanco. Si sente solo anche in mezzo
alla gente e giura che è una delle peggiori sensazioni che
ha mai provato.
Poggia la testa sullo schienale del divano provando a chiudere gli
occhi, mentre tutti gli altri poggiano i bagagli a terra. Sente dei
rumori ovattati, come quando al mare si sta con la testa sotto
l’acqua e sembra tutto così lontano. Sicuramente
non potrà restare così per molto. Qualcuno deve
essersi seduto accanto a lui a giudicare dal divano che si è
abbassato e fortunatamente quel qualcuno è Zayn che non
parla, non gli domanda ma gli passa un braccio sulle spalle come a
dirgli “Io ci sono” e questo è quanto
basta e tutto quello che cerca Harry. A un certo punto i rumori attorno
a lui cessano e si sente improvvisamente osservato, segno che gli altri
sono nella stessa stanza.
Non può evitarlo, sapeva che questo momento sarebbe
arrivato. Sperava solo il più tardi possibile. Il primo a
parlare è Niall che con un “Harry, lo sai che puoi
parlarne se vuoi” aumenta solo il nervosismo di Harry. Lo sa
che potrebbe parlarne, ma cosa potrebbe dire? Ha così tante
parole in testa e pensieri e cose che non saprebbe proprio da dove
iniziare. Poi forse non è nemmeno il tempo e il luogo
adatto. Quindi si limita a non rispondere, trattenendosi a tanto cosi
dal non sospirare. Non apre nemmeno gli occhi, spera solo che tutto
questo finisca al più presto.
When you knock on my door
And tell me you
don’t want to fight
Oh, baby I’m
sure that I’m not gonna fall this time
Poi
un’altra voce, più forte e più vicina
al cuore stavolta, che però non dice ciò che
vorrebbe sentirsi dire. “Si può sapere cosa cazzo
c’hai da tutta la giornata? Se ti manca così tanto
Grimmy va da lui, e non rompere le palle a noi”. È
come una cascata gelida sul corpo, come cadere dal trentesimo piano di
un edificio, come morire un po’. Perché
è proprio lui, è proprio Louis a dirle e non
riesce nemmeno a crederci. Apre gli occhi di scatto, guardando in alto
per trattenere qualche lacrima che non vuole saperne di stare al posto
suo e che allora scorre sul viso. Troppo, questo è
semplicemente troppo. Non sa
né perché né come o chi gli
dà la forza di alzarsi ma in un attimo raggiunge Louis, che
rimane sbigottito e afferrandolo per un braccio lo porta nella loro
stanza, sotto gli occhi preoccupati degli altri.
“Io
sono arrivato al limite, basta. Domani farò coming out, non
so ancora come ma mi inventerò qualcosa.” Tutto
d’un fiato sentendosi più leggero, senza la
sensazione di essere schiacciato da un peso. Non si sentiva
così da qualche tempo. E non sa come gli siano uscite quelle
parole, forse sono il frutto di mesi o di anni di bugie che non
è più disposto a mantenere.
L’espressione sul volto
di Louis passa dal furioso, all’arrabbiato allo sconcertato.
“Spero tu stia scherzando! Ho sopportato tutto questo per tre
anni, non ti permetto di rovinare tutto, non ora.” Louis non
si riconosce nemmeno in se stesso, non gli pare Harry quello che ha di
fronte. Non è più ormai l’Harry
sedicenne tutto ricci e fossette e così ingenuo che era un
tempo. L’ha visto diventare un uomo sotto i suoi occhi sotto
tutti i punti di vista. E così ora eccolo là, di
fronte a lui, che forse sta per rovinare tutto. Tutto quello che hanno
costruito e per cui hanno lottato finora, sgretolarsi come gesso tra le
dita.
“Non ho detto coming out di entrambi, ho detto solo
io.”
Louis se sta ben attento può sentire le pareti del suo cuore
crollare.
And
you left it so late that my heart feels nothing nothing in towers
Once we were made like towers
Everything could’ve been ours
But you left it too late now my heart feels nothing nothing at all
Harry non sa davvero dove abbia trovato il coraggio e la forza di dirlo al mondo ma ora sente nel petto una strana sensazione, somiglia forse alla libertà? Non è stato facile, affatto, ma ormai l’ha detto al mondo. Non si sarebbe mai aspettato di farlo da solo, in diretta nazionale ma ciò che è fatto è fatto. Potrebbe quasi dire di sentirsi più leggero, rilassato, ora che tutte le voci sul suo conto sono state smentite e ora che può finalmente camminare per strada senza fingere di essere qualcuno che non è.Ora è certo che chiunque lo incontri o lo conosca saprà chi è davvero lui, senza filtri, paure o bugie. Essendo semplicemente “Harry”, da quanto tempo non era così? Non ricorda nemmeno quando sia iniziato, quando la sua vita è diventata un susseguirsi di bugie, recite e paura? Gli pare quasi di volare, di ricominciare a vivere. È come dire qualcosa che si pensa, che si è, finalmente ad alta voce e in modo che tutti possano sentire. Sa che non sarà facile, che è appena cominciata in realtà perché i riflettori sono puntati su di lui e che ogni scusa è buona per parlarne. C’è chi inventerebbe notizie per poi venderle, ci sono le agenzie pubblicitarie che vogliono usarlo come sponsor e sembra tutto così complicato di nuovo. Harry sa anche che oramai potrà guardare al futuro senza paura.
It’s a shame
You’re to
blame
‘Cause once
you owned my heart
I remember feeling so
high
But I’m right
back at the start
I still feel loved when
I see your face
But all these tears I
can’t erase
Sorry hard,
I’m sorry hard
But we’ll
have to start again
Harry dovrebbe esserci abituato,
insomma accade questo da due anni. Eppure fa sempre male, stavolta
forse più di tutte le altre volte. Forse perché
adesso, a maggior ragione, Louis dovrebbe trovarsi accanto a lui sul
divano, bevendo una cioccolata calda, e non sulla copertina di uno
stupido giornale mentre bacia, con passione, Eleanor.
E questo a Harry fa male più di tutte le chiacchiere del
mondo. Fa male più di quanto dovrebbe, più di
quanto potrebbe. Semplicemente, non dovrebbe
essere così.
Le cose dovrebbero essere l’esatto opposto di quello che sono
ora. Dovrebbe sentirsi felicissimo adesso, e non spaccato a
metà e allo stesso tempo con un peso sullo stomaco che
sembra divorarlo. E vorrebbe staccare gli occhi da quelle foto ma
proprio non ce la fa a non immaginarsi al suo posto, mentre passeggia
per la mano con quello che è l’uomo della sua
vita. Proprio non ce la fa. E non bastavano le promesse, i baci appena
che Louis tornava dalle sue uscite “Mi sei mancato
troppo” e nemmeno gli abbracci troppo lunghi.
Non è bastato niente di tutto questo, non sono bastati loro.
Harry è sdraiato sul letto della camera d’hotel,
gli occhi che scrutano il soffitto, i ricci sparso sul lenzuolo e si
sente vuoto. Come se il mondo continuasse a continuare e lui fosse
rimasto bloccato là dentro.
So don’t
knock on my door and tell me you don’t wanna fight
‘Cause
I’ve heard it before
And I’m not
gonna let this time
Not going back this time
All’improvviso la
porta si apre e Harry pare quasi risvegliarsi. Fanno capolino due occhi
azzurri e spenti e un enorme giacca di jeans che riconosce come sua,
sul corpo di Louis.
Si alza e si mette seduto sul letto, mentre l’altro poggia il
telefono e gli occhiali sull’unico tavolino della stanza.
“Ho visto le foto con Eleanor, complimenti, molto credibili.
Ma per quanto sei bravo tu come attore, non penso tu sia migliorato
così tanto in una settimana.”
Sputa fuori perché sperava forse di sentirsi meglio, ma non
c’è riuscito, nemmeno un po’.
“Cosa stai cercando di insinuare? Non sono io quello che ha
rovinato tutto. Esco con Eleanor da anni ormai, non ho fatto niente di
speciale.”
Dopo che si è girato e l’ha guardato finalmente
negli occhi. Harry, dopo tutto quello che è successo, dopo
tutto questo tempo si sente ancora a casa guardando Louis negli occhi.
“Sì, ma infilarle la lingua dentro quella dannata
bocca, no Lou, non l’hai mai fatto!”
Louis forse si trova senza parole, o forse non ci sono parole da dire.
Improvvisamente non sembrano neanche loro. Non sembra la loro vita e la
loro storia quella sul filo di un rasoio.
Harry riprende dopo quelli che sembrano passati anni “Sai
cosa? Ho sempre sperato che un momento così difficile come
il coming out non l’avrei affrontato tutto da solo, che avrei
avuto vicino la persona che amo, e vedere tutta questa merda davanti
gli occhi fa un male cane Lou, non te lo auguro per niente. Sai pure
cosa c’è? Penso che tu non ci tenga abbastanza.
Preferisci scoparti quella davanti ai fotografi pur di non ammettere di
amarmi. Quindi basta, per quanto mi faccia male ammetterlo, tra noi
è finita da un bel po’, e non per la gente che non
ci vuole insieme, non per le fans, per i soldi o per il management, ma
per colpa tua.” Lo dice sbattendo la porta dietro di
sé e lasciando un Louis Tomlinson vicino alle
lacrime.
Never helped me in my darkest
hours
And you left it so late
that my heart feels nothing nothing in towers
Once we were made like
towers
Everything
could’ve been ours
But you left it too
late now my heart feels nothing nothing at all
Ora che non sono più
HarryeLouis i giorni sembrano tutti gli uni uguali agli altri.
Come non ci fosse più un senso, un motivo per andare avanti.
Come essere lontani pur stando nello stesso gruppo, nella stessa
stanza. Come dimenticarsi di non potersi parlare e allora cercarsi
spontaneamente, poi una nuova consapevolezza e quindi fermarsi appena
in tempo. È come se i loro corpi e le loro anime
continuassero a cercarsi inesorabilmente, senza sosta e senza
perché.
Harry vede Louis trasformarsi man mano, diventare sempre più
spento, come un fantasma di quello che era. Anche gli altri lo notano,
le vede le facce preoccupate di Zayn e Liam e Niall che cerca di farlo
sorridere nonostante tutto. Non può fare a meno di sentirsi
in colpa.
Gli impegni sono sempre di più e cercano di cavarsela al
meglio possibile e di non far trasparire nulla davanti alle telecamere.
È il loro lavoro, non possono permettere che le loro vicende
personali siano d’intralcio, come gli ripetono da tre anni a
questa parte.
Harry vorrebbe semplicemente urlare. Poiché ha visto Louis
cambiare davanti ai suoi occhi e non ha potuto fare nulla. Anche se
avrebbe voluto assorbire tutto quel dolore, o almeno in parte
è stato costretto a guardare e basta.
Questo è ciò che pensa Harry mentre sono in
pullman diretti all’ennesima intervista in cui non
succederà altro che quello che succede da tre anni in questa
parte.
I tatuaggi di Zayn che aumentano ogni volta, Liam che risponde alle
domande sulla musica, lui a quelle sulle donne che ha conquistato e
Louis su Eleanor, mentre Niall fa divertire tutti. Pare quasi un
copione, una recita che va avanti da anni.
Sa già le domande che saranno poste, le risposte che
daranno, come saranno seduti e quanto durerà
l’intervista. Sempre tutto così prevedibile.
Quindi quando arrivano e si accomodano, Harry non fa altro che
aspettare.
Liam parla del nuovo disco, del fatto che questa volta hanno scritto la
maggior parte dei testi e Louis sorride soddisfatto. Louis fa una
battuta per smorzare l’atmosfera e forse per provare a
rilassarsi. Poi è il turno di Zayn e del suo presunto
matrimonio, mentre l’intervistatrice non fa altro che
fissarlo e dà parecchio fastidio. Louis deve averlo notato,
poiché gli ha appena lanciato un’occhiata davvero
poco amichevole.
Finalmente ecco la domanda che aspettava, così da togliersi
il peso.
“E la tua ragazza, Louis?” Harry non può
impedirsi di sospirare, puntare gli occhi in alto per trattenere le
lacrime e sperare che tutto questo finisca al più presto.
Quello che non sa è che Louis nel frattempo si è
alzato per avvicinarsi a lui, lasciando tutti a bocca aperta e
abbassarsi per baciarlo. Harry sta baciando Louis, non sa nemmeno da
quanto tempo e in diretta nazionale. Tutto questo è assurdo.
Harry si pizzica un fianco per essere sicuro di essere sveglio, e non
prima di aver sorriso e di averlo abbracciato, Louis si volta verso
l’intervistatrice e “Questo vale come
risposta?” chiedere nel modo più innocente
possibile, con l’amore negli occhi.
When you’re
close I wanna change mind
But I remember you and
know we’re lying
Non è stato
facile, non lo è stato affatto. E non lo è
tuttora, con le pressioni addosso, il management, la stampa e i
paparazzi e tutte le questioni burocratiche.
A volte Louis si sveglia nel cuore della notte a causa di qualche
incubo o qualche paura di troppo, poi nota il corpo nudo di Harry che
dorme accanto e si ripete che sì, ora va tutto bene. Harry
al mattino, prima che si svegli, senza fare rumore, prepara la
colazione a Louis e i toast con le uova che gli piacciono tanto, per
essere ricompensato con una lunga serie di baci che lo fanno tremare.
È come ritornare a vivere.