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Autore: BlueAngelxx    22/12/2013    3 recensioni
"Fu così che, la solitudine o chi per lei, in uno strano gioco di coincidenze fece incontrare Dean e Cas. Due gatti talmente diversi da essere quasi uguali."
Ebbene si, con la rivincita del Fluff è venuto fuori questo. E' colpa di una gif di Tumbrl, che mi ha dato l'idea
(Ringrazio in anticipo chiunque sia il suo proprietario)
Beh questa è la mia versione degli Aristogatti in Supernatural =)
(ho visto anche quelli di recente, facendo la babysitter) xD
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Cas rimase sorpreso dalla quantità di cose sparse dentro quella vecchia libreria dismessa dove dentro c’erano altri quattro gatti, che non nascosero la sorpresa quando lo videro entrare dalla finestra, con un trench, insieme a Dean.

Il primo sguardo che incrociò fu quello di un vecchio gatto persiano randagio, anche lui, a giudicare dallo stato un pò spelacchiato del pelo suo pelo lungo. Quasi rabbrividì a causa dello sguardo arrabbiato di quello strano gatto. Il secondo fu quello di un altro gatto che, seduto a pancia in giù su quello che sembrava un letto lo guardava. I suoi occhi giallastri, sorpresi come quelli dell’altro non nascondevano la sorpresa di vederlo lì, creavano un contrasto con il colore marroncino del suo pelo.  Cas avrebbe scommesso che stesse seduto su quello che sembrava un computer. 

Un strano siamese era seduto su un tavolo di mogano e lo guardava, mentre gli occhi neri lo scrutavano con attenzione, insieme a quelli dell’ultimo componente di quella strana combriccola: un gatto rosso che da lontano poteva essere facilmente scambiato con una versione più grande di Dean. Solo quando fu più vicino poté dire che poco c’entrava con Dean, i suoi occhi erano di un verde leggermente più scuro, come quello delle foglie all’ombra, colore che non aveva niente a che fare con l’erba in primavera degli occhi di Dean.

 

 

-Ma come Dean…? - si pronunciò il gatto seduto sul computer, con l’aria di colui che voleva prendersi gioco dell’altro -…ci porti un micio randagio che è successo?- 

-Stai zitto Ash, quello che faccio fuori da questo posto non sono affari tuoi.-

-Smettela- l’intrusione del persiano -Sembrate due ragazzini!- 

Cas si ritrovò a deglutire nervosamente mentre Dean passava vicino al gatto bianco guardandolo dal basso verso l’alto con astio. Erano una famiglia, lui voleva bene a tutti quanti solo che, ogni tanto gli facevano proprio saltare i nervi. 

-Bentornato Dean.- fu il commento laconico del vecchio gattone arrabbiato.

-Grazie Bobby- l’altro rispose con altrettanta “enfasi”.

 

Mi raccomando eh, non emozionatevi troppo. Potrebbe partirvi una coronaria.

 

-Tu…saresti?- in effetti la domanda sarebbe sorta spontanea a chiunque. Fortunatamente era pronto per rispondere. -Il mio nome è Castiel, non sono un randagio, sono un micio di casa e…-

-…e sei una cosa molto simile ad un unicorno.- 

-Come scusa?-  chiese sinceramente spaesato mentre l’altro si girava a guardarlo con un sorriso a trentadue denti.

 

Il solito commento idiota di quel cazzone di mio fratello.

-Ciao Sam- disse Dean rivolgendosi al proprietario di quella voce, l’altro rosso che ormai si era alzato ed era sceso dal tavolo di mogano per avvicinarsi e dare una musata al fratello.

-Bentornato a casa.-

Non mi sono mai sentito un gatto piccolo, insomma, ho delle dimensioni rispettabili la mia età eppure lui è enorme. 


-Io sono Sam, e sono il fratello minore di questo imbecille che vedi qui.-

-Puttana- fu il commento dell’altro mentre se andava verso qualche zona interna di quello strano edificio. Aveva finito le energie e non voleva passare altri momenti imbarazzanti con Cas per quella sera. 

-Dove vai?- la domanda di Bobby non era né curiosa né preoccupata, poteva sembrare tranquillamente una richiesta per prendere nota di qualcosa.

-Non sono affari tuoi.- 

 

Che carattere di merda.

Cas lo pensava davvero, anche se in effetti era abituato con i suoi due coinquilini nella tenuta. Lo guardò andare via mentre saltava prima sulla balaustra e poi lo vide sparire dietro l’angolo della finestra in alto. 

-Non farci caso- disse un’altra voce che cas non fu in grado di riconoscere subito, parlava con uno strano accento orientale, probabilmente cinese o anche coreano. -Dean fa sempre così, dopo un po' ti ci abitui.-

-Non credo che sarei mai capace.- 

-Ha un carattere di merda è vero, ma ha un gran cuore.-

 

Cas lo sapeva, non c’era certo il bisogno che quello strano siamese gli dicesse quello che già sapeva. Aveva avuto modo di appurarlo quando gli aveva messo addosso il trench e quando lo aveva “aiutato” buttandosi nel lago. Sospirò, nonostante tutto però non riusciva a capire il perché del suo atteggiamento, se era un gatto così buono, perché fingere di essere qualcun altro?

 

-Non prendertela ragazzo.-

Quella era la voce del persiano che poco prima Dean aveva chiamato Bobby. 

-Ho visto la tua faccia, puoi darla a bere a Dean che ha gli occhi foderati di prosciutto crudo ma non a me.

Cas fu costretto a girarsi, sorpreso e inquietato da quell’affermazione. Non fu subito in grado di replicare niente ma, dopo il cenno del capo dell’altro decise di seguirlo per poi saltare e uscire da un’altra finestra diversa da quella da cui era uscito poco prima il micio rosso. 

-Forse non ti importerà molto quello che sto per dirti, però io te lo dico lo stesso perché Dean è come un figlio per me.

L’altro annui, pronto ad ascoltare e sapere di più su quel misterioso randagio che aveva incontrato durante una passeggiata nella macchina di Hellen. 

 

-Sappiamo tutti che Dean ha un caratteraccio, lo dico io come lo dice Sam, o Ash, o Kevin. Noi tutti a volte lo uccideremmo, ma gli vogliamo bene per quello che è. Non ha avuto una vita semplice. Quando li ho fatti venire qui, due anni fa, Dean era ancora un cucciolo e Sam ancora non era completamente svezzato. Ho fatto i salti mortali per aiutarli, ho aiutato Dean a rubare le scatolette di tonno e l’ho aiutato ad aprirle. 

-Cosa è successo?

-Serve anche te lo dico ragazzo? 

 

In effetti, non era necessario che lo sapesse nel dettaglio, c’erano solo due cose che avrebbero potuto portare un gatto in quella situazione. 

-Non è necessario, ma voglio saperlo lo stesso. 

-Tu sei un gatto di casa si vede, ma so che conosci la realtà che si nasconde nelle famiglie più povere di questa città. La madre di Dean e Sam era una gatta di casa come te, aveva il pelo lungo e due begli occhi verdi. L’ho vista qualche volta girando con il mio padrone. 

La sorpresa fu evidente negli occhi del micio nero.

-Già… sono stato abbandonato anche io. Kevin e Ash invece, anche non essendo fratelli sono randagi dalla nascita, nati da gatte randagie a loro volta. 

Conoscevo Mary, aveva la stessa espressione dolce che riesci a vedere negli occhi di Dean sotto la sua malinconia, e negli occhi di Sam quando lo prendi in quei giorni quando è particolarmente felice per qualcosa.
Quando sono stato abbandonato non sono più riuscito a cercarla ma, vedendo l’espressione di quel gattino che era Dean due anni fa e leggendo quella stessa espressione in quel micetto microscopico che si portava sempre in spalla non ci ho messo più di due secondi a capire che doveva essere successo qualcosa a Mary.-

-Come lo sapevi che erano i figli di Mary?
-Dean ha gli occhi di sua madre-

-Cosa le è successo?

-E’ morta. Di vecchiaia. Il suo proprietario dopo la sua morte non riusciva ad occuparsi dei suoi due unici cuccioli e per questo, invece di preoccuparsi a cercargli una casa li ha abbandonati.-

 

Quell’ultima frase colpì Cas con la stessa forsa che ci si può aspettare da una padella di ferro. Allora era quello che Dean si portava dietro da una vita. 

Siamo davvero diversi io e lui.


Quell’ultima considerazione lo colpì molto più forte di quanto si sarebbe mai immaginato. Aveva avuto la presunzione di capire le emozioni e i pensieri di Dean senza neanche sapere la sua storia, non aveva neanche pensato. Sospirò, maledicendosi per quello che aveva detto poco prima. Lui sapeva che avrebbe reagito esattamente nello stesso modo

-Sono un idiota.-

-Non credo proprio- rispose l’altro. -Sono sicuro che tu abbia qualcosa di speciale, Dean non ha mai portato qui nessun altro gatto, randagio o gatto che fosse. Non ci ha mai neanche fatto vedere nessuna delle gatte con cui è stato e io sono sicuro che siano abbastanza. Sam ha detto la stessa cosa solo in un modo diverso.-

-Come ci si sente quando si è abbandonati?

-Esattamente come ti senti tu adesso.

-Io non sono stato abbandonato. Il maggiordomo della mia padrona mi ha rapito e mi ha portato in questo quartiere per prendere i soldi della mia padrona che, altrimenti sarebbero spettati a me. Che motivo avrebbe avuto di darmi i suoi soldi se poi voleva abbandonarmi?

 

L’altro mosse la punta della coda, come a voler riflettere su quello che aveva appena sentito. 

-Devi parlare con Dean di questo. Non è il caso che te ne parli io. 

-Non credo che voglia parlare con me…

Bobby non degnò l’altro di una risposta, ma rientrò dentro per mostrare la finestra dal quale era uscito Dean.

-Di solito si mette sul comignolo che sta poco lontano da questa finestra. Forza, so che vuoi andare a parlarci. 

Dopo di che sparì anche lui in uno dei numerosi corridoi lasciando Cas, che continuava a fissare la finestra,  con i suoi pensieri e la sua indecisione, non sapendo se saltare o meno.

-Oh e va bene!- borbottò dopo un pò, salendo sui mobili per arrivare alla giusta altezza. Ignorando l’espressione sorniona comparsa sul viso di Sam. 

 

Uscito sul davanzale della finestra non poté non vedere Dean che, sul comignolo, guardava con il muso in alto le stelle. Cas sorrise, il cielo donava ai suoi occhi verdi una bella sfumatura, rendendo il verde dei suoi occhi leggermente più scuro.
Qual è il colore più simile adesso? Verde erba bagnata? 

Sospiro, per poi cambiare subito idea, non esisteva probabilmente un nome per quel colore, era il colore degli occhi di Dean e tanto bastava.

Fuori faceva freddo e Cas non riuscì a trattenere un brivido, durante quei giorni si era chiesto parecchio come facesse a non sentire il freddo nonostante avesse il pelo così corto mentre lui, nonostante avesse circa due o tre centimetri di pelo rischiava di morire di ipotermia un giorno si e l’altro pure. 

 

-Dean?-

-Che vuoi?-

-Mi dispiace io…-

-Fa niente.-

-No, davvero. Ascoltami. Mi dispiace, ho parlato senza sapere quando ho detto che sapevo come ti sentivi. Io non lo so e non puoi capire quanto questo mi stranisca, è una settimana che siamo in viaggio e io non so niente di te. Mi fa arrabbiare mi intristisce allo stesso tempo sapere che non riesco a capire.

-Cas…

-Come ci si sente?-

-Non ne voglio parlare.

-Perfavore Dean, aiutami a capire.

 

Non sono certo che sia una buona idea Cas, 

Nonostante questi pensieri iniziò a parlare. -Vuoi sapere come ci si sente quando qualcuno ti abbandona? Come se ti crollasse il mondo addosso, all’inizio ti limiti solo ad osservare quella macchina che sparisce con una nuvola di fumo, tu non puoi fare altro che rimanere lì ad osservarla mentre se ne va.  All’inizio pensi che tornerà, speri di rivedere quella stessa macchina ricomparire dietro l’angolo e vedere lui scendere e sedersi vicino a te allungandoti le braccia e chiedendoti scusa.  Ti dice di aver fatto un errore, ti chiede di perdonarlo… allora tu che fai? Non puoi fare altro che rimanere fermo ad aspettarlo
Dopo un pò, neanche dio sa dopo quanto, realizzi che lui non tornerà.. che se ne è andato per sempre. Da lì in poi non fa altro che andare sempre peggio, ti tormenti pensando che è stata colpa tua, pensi di aver fatto qualcosa di sbagliato. Penso che la cosa che descrive meglio questa cosa sia il rumore del vetro che cade, potrai passare una vita a cercare tutti i pezzi, ma qualcosa mancherà sempre. Vai avanti, sempre e giorno dopo giorno ti accorgi che, nonostante avessi creduto di morire, ricominci a respirare, prima piano e poi sempre più forte ma quel dolore non va via. Rimane lì, fino a che non diventa parte di te.-

 

Il silenzio cadde tra i due, mentre Cas si avvicinava a Dean che si spostò per fare in modo che c’entrasse anche lui sul comignolo. Nessuno sapeva come romperlo. 

-Ti senti mai solo Cas?

-Ogni giorno. Tu?

-Ogni santo giorno.

Silenzio, di nuovo. Eppure entrambi non avevano bisogno di parole. Ad entrambi quel silenzio andava bene. Silenzio ricco di promesse e privo di parole superflue, le parole tra loro non servivano. 

 

-Ho parlato con Bobby, mi ha raccontato tutto. Mi dispiace Dean.

-Dispiace anche a me, per te indendo.

-Perchè mi hai aiutato? Tu odi i gatti di casa.

-Odio gli spocchiosi, tu non sei spocchioso, sei come me.

 

Quell’ultima provocò a Cas un’altra fitta di imbarazzo. In quel momento seppe che questa avrebbe potuto essere una delle cose più carine che avrebbe potuo sentirsi dire da quel burbero di un gatto rosso. 

-Ti ho aiutato perché quella prima volta che ci siamo visti non avrei voluto che andassi via, ho voluto avvicinarmi perché nei tuoi occhi ho visto quello che vedo nei miei ogni giorno che mi alzo la mattina, ogni volta che vado in giro cercando qualcosa da mangiare e mi specchio nelle vetrine dei negozi, nelle pozzanghere per strada. Ho visto in te quello che vedo in me stesso. 


L’altro non rispose, aumentando ulteriormente l’ansia di Dean.

-Di qualcosa ti prego…-

-Vuoi che io viva la vita che vivi tu?

-Detto così sembra una cosa brutta. 

-Non so cosa replicare…-
-Ah..-

-Davvero Dean…sono stato bene questa settimana ma io devo tornare a casa.-

-Perchè?-
-Perchè Hellen ha bisogno di me, lei non mi ha abbandonato. 

-Si..- mormorò l’altro con un filo di voce. -Lo sapevo…-
Lo sguardo di Dean in quel momento non fece altro che provocargli una stretta allo stomaco.
Cosa aveva appena detto? Era quella la scelta giusta? Cas non lo sapeva più.
Non era una supplica la sua, quanto la consapevolezza della realtà, la sua era l’espressione di chi aveva perso la fiducia. Nei suoi occhi si leggevano le ferite del suo cuore. 

-Dean…-

-Non fa niente Cas, ho capito. Non vuoi vivere la mia vita. Lo sapevo. Uno come te si merita di meglio della vita che posso dare io. Comunque mi sono fatto due calcoli. Domani dovremmo riuscire a tornare a casa prima di sera.  Hellen sarà contenta di riaverti a casa per Natale, io lo sarei.-

 

Non riuscì a fermarlo quando lo vide scendere dal comignolo per avvicinarsi alla finestra, non poteva farlo, gli aveva appena detto che lo avrebbe abbandonato. Non aveva il diritto di esercitare pretese. 

-DEAN! Mi dispiace.- fu l’unica cosa che riuscì a strillare quando lo vide sparire entrando direttamente senza voltarsi indietro


La risposta provenne dopo un po' da dentro, Dean doveva essere accoccolato vicino al davanzale interno della finestra 

Anche a me Cas, non immagini quanto. 

 

Sono un idiota. fu il pensiero che accompagnò la nottata di Cas, che rimase fermo su quel comignolo, per guardare le stelle venir coperte dalle nuvole. 

Contemporaneamente Dean si era messo vicino al davanzale con la stessa speranza di quel gattino  che due anni prima aveva ricevuto quel rifiuto dalla persona che riteneva una delle più importanti.

 

 

Note dell’autrice.

Vi chiedo scusa, davvero. Doveva essere una fanfiction verde questa qui, poi non so perché sono partita per la tangente e sono arrivata a parlare delle tematiche che mi fanno stare peggio. L’abbandono e la solitudine. Comunque sia è colpa di Demonwithashotgun, lei e le sue angst. Io le ho passato un pò del mio fluff iniziale (quello con cui era iniziata questa storia) e lei mi ha dato il suo angst, comunque.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno seguito questa storia. E’ stato il mio primo adattamento di una storia non originariamente Destiel quindi ringrazio per la pazienza <3
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo e Cas tornerà a casa.

La citazione di Harry Potter poi mi ha steso, ultimamente me ne ronzano troppe in testa :S
Beh mi dispiace di lasciarvi così con l’angst ma mi rifarò con il fluff (altrimenti credo che mi ucciderete, senza contare che potrei uccidermi da sola xD) 

Ah si, colgo anche l’occasione per farvi gli auguri di Natale. Io sono molto molto Grinch quindi non è importante per me il natale però già che ci sono. Per le fan che del dottore invece faccio un in bocca al lupo. Spero sopravviviate anche anche a quello <3

   
 
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