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Autore: LiftingShadows_    22/12/2013    1 recensioni
Questa è la mia prima fic, quindi spero che vi piaccia! Questo primo capitolo l'ho scritto mentre ero in classe. *a chi pensi che può fregargliene qualcosa!* Avevo voglia di scrivere e sono uscite cose campate per aria, ma spero che vi piaccia comunque. E se Matt avesse incontrato una persona incredibilmente persuasiva e travolgente mentre era con Gaia? E se nonostante amasse Dom ci fosse qualcosa a mettersi in mezzo? E se il desiderio folle e maniacale di una persona portasse alla distruzione di tutto? Leggete! E recensite, se vi va. Sapere quel che pensate è molto importante per me. Ah, in questa storia c'è un nuovo personaggio, di cui sono gelosissima. Probabilmente ce ne saranno anche altri, vediamo dove mi porta la mia musa ispiratrice. Baci,
I
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Cap. 5 Ed eccomi qua a rigirarmi nel letto senza riuscire a prendere sonno. Alle 3:15 del mattino.
 E' un'ora che continuo a rigirarmi nel letto e a stiracchiarmi, ho anche provato a contare pecore e leopardi e a fare le ombre cinesi sul soffitto sfruttando  la poca luce che filtra dalle persiane ma niente.  Niente sonno, solo pensieri.
Pensieri che dovrebbero essere rivolti alla ragazza che  giace profondamente addormentata accanto a me.
Già, Jessica ha un sonno profondo e pesante, è una di quelle persone che vanno svegliate con le cannonate - specialmente dopo un rapporto -. Sì, un rapporto che è stato un bisogno per entrambi, un bisogno fisico, impellente e animalesco da parte mia e lo stesso bisogno da parte sua, con l'aggiunta di un po' d'affetto, o amore, o di qualunque cosa si tratti. Cosa che, da tempo - e non realizzo da quanto - non provo più per lei. E non è neanche attrazione fisica, è solo un bisogno di scaricare le tensioni e di svuotarmi. E così i miei pensieri finiscono  inevitabilmente per essere rivolti a qualcun altro - e più precisamente al moro dagli occhi di un blu incredibile che sicuramente starà dormendo nella stanza accanto sognando di suonare imbracciando una nuova chitarra con chissà quanti effetti spettacolari o  forse intento a dimostrare al mondo che esistono gli alieni o probabilmente a guidare qualche rivolta.
E tutto questo mentre magari è abbracciato alla sua ragazza.
No, non posso pensarci.
E così mi concedo di concentrarmi, invece, su ciò che è successo l'altra notte e inevitabilmente gli angoli della mia bocca si distendono in un sorriso al pensiero di quel corpo accanto al mio, così vicino e alla breve, brevissima distanza di quegli occhi che si abinavano perfettamente con il mare calmo e con il cielo stellato di quella notte. Sì, quella notte. Mi sento invadere da un'ondata di calore al pensiero di quelle labbra sulle mie - qualcosa che fino a quella notte non avrei creduto possibile - e a quella voce calda e suadente nel mio orecchio.

You could be my unintended
choice to live my life extended
you could be the one I'll always love


Quanto ho dovuto aspettare, Matt!
Si, e poi la sento, odiosa, maledettamente odiosa, quella vocina che dice 'sì, ma aveva trinkato quella notte! Aveva diversi drink all'attivo! Ti illudi davvero che se fosse stato sobrio avrebbe fatto quello che ha fatto?'.
Ed è l'oblio.
Una voce nella mia mente, questo basta a farmi sprofondare nell'insicurezza.
Sì, perché una parte di me è perfettamente consapevole che se Matthew fosse stato sobrio due notti fa  non ci sarebbero stati abbracci e tantomeno baci.
Sento le palpebre farsi pesanti e decido che è il caso di smettere di indugiare su questi pensieri. Penso al fatto che Unintended sia una canzone speciale da dedicare a una persona davvero speciale e lui l'ha dedicata a me due notti fa. Mi concedo di sperare e mi impongo di non lambiccarmi più la mente, almeno durante la notte, almeno per questa notte.
Così mi volto su un fianco e dopo poco cado fra le braccia di Morfeo.

*********************

4:05 dicono i numeretti rossi dell'orologio sul comodino.
E io non riesco a dormire. Chissà perché.
Gaia invece dorme, eccome se dorme!
Mi volto verso di lei e ne osservo il leggero e ritmico sollevarsi ed abbassarsi del petto e il viso seminascosto dai capelli castani.
La guardo e mi sento invadere da un moto d'affetto. Sì, affetto, non amore.
Ormai non ho neanche più la più pallida idea di quanto tempo sia passato da quando ho smesso di pensarci, di desiderarla con tutto me stesso e di provare amore.
A volte bramo le sue labbra sulle mie, i nostri corpi insieme, le sue mani affondate nei miei capelli o intente ad aggrapparsi alle mie spalle fino a graffiarle e la voce che pronuncia affannosamente il mio nome.
Ma in realtà è un altro il corpo che vorrei avere accanto al mio, altre mani che vorrei sfiorare, altri gli occhi che vorrei così incredibilmente vicini ai miei e il sapore di altre labbra sulle mie.
Sì, quelle labbra-- 
Quegli occhi che nell'arco di pochi giorni ho visto cambiare così tante volte. Prima contenti, poi malinconici, tristi, addolorati, felici-- E incredibilmente luminosi, ardenti di qualcosa che non so definire (amore? passione?) mentre mi confessava di quanto fosse bello stare in spiaggia di notte sotto il cielo stellato con me, vergognandosene un attimo dopo, come se fosse stato sorpreso nell'atto di rubare.
Si, quegli occhi colmi di un misto di felicità e timore.
E poi colti da un moto di sorpresa al contatto repentino con le mie labbra.
Sì, è qualcosa che ho fatto senza pensarci, istintivamente.
"E' complicato--".
E poi: "tu non provi quello che pro--".
Sì, invece. Sì che provo quello che provi tu. Dico davvero.
E non gli ho lasciato finire la frase. L'ho baciato.
C'è una parte di me che vorrebbe lasciar perdere tutto, fregarsene di tutto e prendersi ciò che brama con così tanto impeto. Dominic Howard, il batterista, il mio migliore amico.
E tuttavia c'è un'altra parte che pensa intimorita cosa succederebbe se uscissimo allo scoperto. Cosa porterebbe tutto questo? Distruzione? Rammarico? Pregiudizi?
E se fosse tutto un sogno-- E se si fosse trattato di qualcosa di passeggero dimenticato nell'alcool di quella sera?
E se invece lui non volesse più-- E se adesso la nostra amicizia ne uscisse rovinata?
Gaia ne uscirebbe distrutta, scandalizzata.
E cosa ne penserebbero Chris e Kelly?
E Jessica?
Cosa ne sarebbe per i Muse?
E pian piano, delicatamente, i pensieri che mi attanagliano la mente si confondono e diventano densi e nebulosi, confusi finché non ne rimane niente, finché le palpebre diventano pesanti e scivolo nei sogni.

*** *** ***  (IL MATTINO DOPO)

Era una bella giornata di sole e tutti erano in salotto a prendere il caffè mattutino quando a Chris venne un'idea:
"Che ne dite se andiamo a giocare un po' a beach volley?".
"Sì!" disse Dominic.
"Io vi--" disse Matt. Sorseggiò un po' di caffè; poi continuò.
"Vi straccerò tutti!".
"Ahahaha, sì, sentitelo il modesto!" rise Dom.
"Sei sempre molto convincente nelle stronzate che dici, peccato che tutti sappiano che nello sport sei uno zero!".
"Stronzate? E chi dice stronzate! Secondo molti sono una delle rockstar più intriganti, affascinanti, intelligenti, acculturate e sexy dell'ultimo decennio!" disse Matthew, ghignando.
"E secondo molti sei anche una delle rockstar più folli, angosciate, depresse, strampalate e megalomani dell'ultimo decennio!".
"E' proprio questo che mi rende intrigante, affascinante e sexy!". La risatina acuta di Matthew riecheggiò per la stanza.

Le ragazze, in piedi  appoggiate al lavandino sorseggiavano caffè e osservavano i ragazzi, ascoltandone i discorsi.
"Ma quanto possono essere stupidi?" chiese Kelly in un sussurro, guardando le altre due prima di rivolgersi all'italiana:
"Tu che studi psicologia ci potresti dire che problemi hanno?".
"Ahahah!". Gaia ridacchiò.
"Ahm--" si grattò il mento con aria apparentemente pensierosa. Poi disse:
"sono uomini ma fondamentalmente si comportano come bambini. Sono famosi e questo basta a gonfiare il loro ego smisurato più di quanto già non lo sia e poi beh-- Come tu hai detto," (e qui guardò Kelly), "sono taaaaanto ma tanto stupidi!".
Risero tutte e tre.
"A saperlo avrei preparato i pop corn!" disse infine Jessica.
Ridacchiarono piano mentre i ragazzi continuavano a punzecchiarsi, incuranti:
"--E di te-- Beh, cawo il mio Dommie, sai cosa dicono di te?" chiese Matthew con un'aria un po' saccente e un po' misteriosa.
Al silenzio di Dominic continuò:
"Di te dicono che sembri una battona e gli animalisti ce l'hanno a morte con te! Dicono che i tuoi vestiti sono tutti leopardi ammazzati e riconvertiti e che con tutti quei pantaloni rosa, fuxia, fluo, shocking sembri un truzzo! Per non parlare degli occhiali!".
Lo stupore si dipinse sul bel viso del biondino, stupore che si trasformò quasi istantaneamente in tristezza.
<< Sembro una battona. Non ti piace come mi vesto. Non ti piaccio. >>.
"Ah, sì? E' così?" chiese.
"Bene, allora se la metti così, tu non ti sai vestire!".
"Cooosa?". Matthew era sbalordito.
"Metti le prime tre cose che ti capitano e pensi di essere uno schianto!".
E poi si rivolse a Gaia: "perché non gli dai tu qualche consiglio su come vestirsi?".
Matthew mise il broncio quando fu Chris a intromettersi:
"Hem, hem," si schiarì la voce in modo che gli prestassero attenzione sia Matthew e Dominic che le tre ragazze.
Quando ottenne l'effetto desiderato continuò con un sorrisino furbetto.
"--E dite un po', voi due. Sapete invece quali sono le voci che girano su vostro conto?".
Il ghigno di Chris si fece più evidente e le ragazze lo fissarono incuriosite.
Dominic iniziò a giocare nervosamente con i capelli e Matthew fissò il bassista con aria preoccupata.
"Beh, molta gente - sia fan che critici del web - fa certe insinuazioni su-- beh, su-- voi due," scandì le ultime due parole.
Le ragazze risero fragorosamente.
Dominic si arricciò una ciocca di capelli sul dito.
<< Su noi due, voci su noi due. Su di me e su Matt, il mio Matt. Magari! >>.
"Come, come, come?".
Matthew era spiazzato.
"Cosa? Cioè--".
Il viso di Matthew - occhi e bocca spalancati - era la personificazione dello stupore e del disorientamento, cosa che fece piegare in due dalle risate le ragazze e Chris, il quale continuò imperterrito:
"--Avete mai sentito parlare del Belldom?".
Dominic soffocò una risata e Matthew quasi sputò il caffè che in quel momento stava bevendo.
"Il cosa? Cioè-- Che-- T-tu--  che hai detto?".
"Beh, sai certe coppie famose-- Che ne so, Brangelina, ad esempio".
"Ma noi non--". Cris lo interruppe.
"Tutti interpretano le vostre movenze sul palco e la vostra complicità allo stesso modo. E addirittura c'è un sito di fanfiction dove, fra le altre cose, le fan inventano storie su di voi come coppia! Alcune di queste storie sono moooolto piccanti, davvero!".
Inspiegabilmente, sia Matthew che Dominic sussultarono e balzarono in piedi come fossero stati seduti su dei cactus fino a un secondo prima.
"Ah, davvero?!" disse Gaia.
Ridacchiarono.
"Belldom! Viva la Belldom!" disse Jessica.
Tutte e tre scoppiarono a ridere. Naturalmente nessuna delle tre credeva a queste cose. Erano semplici fantasie delle fan più giovani che si divertivano a immaginare i loro ragazzi in questa prospettiva.
Matt e Dom guardarono male Chris, che disse:
"andiamo in spiaggia a fare questa partita?".
I due amici si rilassarono un po'.
Si cambiarono, presero il pallone e uscirono.

L'aria mattutina tiepida era resa piacevole dalla brezza marina così com'erano piacevoli il profumo salato e frizzante del mare e il rumore delle sue lievi onde.
C'era ancora poca gente in spiaggia e quando i tre ragazzi ebbero trovato un posto abbastanza appartato e Dom si fu tolto la maglietta, iniziarono a giocare.
In realtà Dom e Chris erano piuttosto bravi con i passaggi ma Matt non becava una sola palla, neanche una.
No, Matt fissava rapito la figura dai capelli biondi che tirava la palla così agilmente. Si, fissava il suo viso sorridente e a tratti intento a concentrarsi, i capelli scompigliati dalla brezza mattutina e il petto nudo; e mentre i suoi occhi erano così intenti a contemplare quella meraviglia del mondo, si stava verificando qualche cosa anche nei suoi pantaloncini che ora erano inspiegabilmente più stretti.
Matt fece appena in tempo ad accorgersene completamente e a mettersi le mani in grembo quando Chris si girò verso di lui nel momento in cui la palla lanciata da Dom quasi lo colpì in faccia.
"Che ti succede?".

Intanto anche le ragazze avevano pianificato qualcosa. E i ragazzi sarebbero andati con loro, volenti o nolenti. Eccome se sarebbero andati!
Il loro piano era di fare shopping nel pomeriggio e di comprare qualcosa per loro e per i ragazzi perché, secondo tutte e tre le ragazze sia Matthew che Dominic avevano bisogno di 'ridimensionare' un po' il loro look.


"--I-- Niente, proprio. Non succede niente è che--".
"Non ne azzecchi una!" Dominic rise.
"E meno male che-- Cosa dicevi? 'Vi straccerò tutti!'" fece il verso a Matt, gonfiando il petto.
Lo sguardo di Matthew fu assassino.
"Dai, Matt" Chris gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. A quel punto Dom sentì una fitta di qualcosa. Gelosia. No, dai, non poteva essere geloso! Non doveva! E di chi, di Chris?
Beh, sarebbe dovuto essere Dominic ad avvicinarsi a Matthew e a chiedergli cosa fosse successo. E quella mano sulla sua spalla-- No, non poteva pensare questo, non doveva, non ne aveva motivo. Chris era loro amico.
Ma in realtà Dom non era geloso di Chris ma era arrabbiato per il proprio comportamento.
La notte prima aveva deciso di buttare via certi pensieri, almeno per il tempo di una sana dormita.
Ma ora era sveglio e i maledetti pensieri erano tornati alla carica.
Aveva rovinato tutto. E non avrebbe dovuto stupirsi se Matthew fosse diventato improvvisamente freddo e distaccato. Ora non lo era, era normale per loro stuzzicarsi come avevano fatto quel mattino ma c'erano le ragazze e c'era Chris e nessuno di loro sapeva cosa era successo la notte prima.
E ora erano lì, sulla stessa spiaggia dove era successo tutto. Ma tutto cosa?
C'era stata una velata dichiarazione da parte di Dom e segni di Matt di corrispondere i suoi sentimenti. Ma avevano bevuto. Dom non tanto, ma Matt sì.
E cosa sarebbe successo quando si sarebbero trovati loro due soli? Ci sarebbe stato risentimento, distacco?
O qualcos'altro? E cosa? Nessuno dei due sapeva che l'avrebbero saputo mooolto presto.

E fu proprio Dom a rompere il silenzio.
"Riprendiamo a giocare?".
Matthew guardò con un sorriso prima Chris poi Dom.
"Ok, allora. Stavolta vi straccio sul serio!".
Dominic teneva ancora gli occhi fissi su Matthew.
Gli aveva sorriso!
Sì, gli aveva sorriso e Dom aveva provato un'ondata di calore che lo aveva invaso.

********* ****** ***

Intanto Matt aveva la palla. Si stava concentrando.
Nello sport era un autentica schiappa ma era stato così spaccone e megalomane da vantarsi che li avrebbe stracciati.
E ora non aveva preso neanche una palla.
Era una cosa risaputa. Sapevano tutti e tre che sarebbe stato così.
Ma si era distratto.
Si era distratto per fissare Dominic.
Non doveva far vedere agli altri due che era così distratto. Già si erano preoccupati.
E, almeno un tiro decente poteva farlo, diamine!

**** ****** ****

Ma così non poteva continuare, proprio no.
Doveva smetterla di comportarsi come un'adolescente isterica con gli ormoni a mille!
Eppure ora era sicuro dei suoi sentimenti, almeno, lo era più di prima.
C'era stato qualcosa, un piccolo passo.
E ora Dominic sapeva cosa fare: doveva scoprire se i suoi sentimenti erano corrisposti.
Se non lo sarebbero stati avrebbe lasciato perdere e avrebbe cercato di soffocarli.
Avrebbe sofferto ma alla fine sarebbe riuscito a considerare Matthew solo come amico.
Si sarebbe impegnato seriamente nella relazione con Jessica.
E se non avesse funzionato avrebbe cercato un'altra ragazza, pur di adescare una ragazza ogni sera.
Ci sarebbe riuscito.
Oppure no?
Si impose che ci avrebbe pensato più tardi. Ora restava da scoprire cosa provava Matt per lui e, senza alcool in circolo non era una cosa così facile!

******* ****** *****

Stava concentrando tutta l'energia nella sua mano.
Doveva riuscire a tirare quella palla. Ormai non sentiva niente, solo la brezza che gli scompigliava i capelli.
Non sentiva neanche Chris e Dom che lo incalzavano a tirare. Vedeva solo i loro occhi fissi su di lui e le espressioni sorridenti e vagamente canzonatorie del tipo 'tanto è inutile che ti concentri, non ce la fai comunque! Ma almeno sbrigati!'.
E probabilmente i suoi due amici stavano dicendo proprio questo, ma lui non li sentiva.
Aveva la palla in mano da troppo tempo con le dita arquate su di essa per non farsela sfuggire.
Sospirò.
Fece due palleggi a terra.
Riprese la palla.
Prese lo slancio con l'altra mano.
Sarebbe stato un tiro epico e--
"Ahi!".
Lo sentì improvviso e forte.
La palla che lui aveva tirato aveva quasi preso Chris in piena faccia, ma Chris si era spostato in tempo.
In compenso Matt aveva sentito lo strappo forte in corrispondenza della spalla destra.
Sul suo viso si dipinse una smorfia e portò automaticamente una mano a massaggiarsi la spalla.
"Wow!" disse Dom e batté le mani.
"Sì, wow. E intanto io mi sono preso uno strappo alla spalla!".
"Oh, povero Matty!" disse Dom, simulando una voce infantile.
In realtà era davvero dispiaciuto che il chitarrista si fosse fatto male ma - come si suol dire - ogni cosa ha i suoi vantaggi.
E forse per qualcuno ce n'erano e andavano solo sfruttati.
Chris stava per dire qualcosa ma in quel momento gli squillò il cellulare.
Si allontanò un poco e rispose.

Intanto Matt e Dom facevano sfoggio del loro lato più infantile.
Matt fece una pernacchia con la bocca in direzione di Dom e gli mostrò il dito medio.
Dom ridacchiò. "Ma allora! La tua faccia concentrata era impagabile! Pareva che da quel tiro sarebbe dipesa la tua vita!".
"Sì, e poi, beh--".
"Poi è stato il fiasco! Dalla tua faccia sembrava avresti fatto il tiro del secolo, e invece-- Epic fail!".
Dom si beccò una linguaccia da parte di Matt, il quale, dopo qualche secondo disse: "e poi, tutto il resto è storia!".
E Dom rise a sua volta, prima di dire: "hai quasi tirato la palla in faccia a Chris e ti sei pure fatto male. Ma sei comunque megalomane!".
"E come altro hai detto prima?".
"Uhm--" Dominic ci pensò su per un attimo.
Quella conversazione stava prendendo una piega diversa, molto interessante.
Rivolse lo sguardo su Matthew che si teneva ancora la spalla e disse: "Ho detto-- che eri-- A parte 'depresso e 'angosciato'?".
"A parte 'depresso' e 'angosciato! Ehi, io non sono così!" protestò Matt, sbuffando.
"Io-- Avevo detto che eri folle, strampalato e megalomane!".
E ripensò a Matthew che quella stessa mattina in cucina - subito dopo - aveva detto che queste cose lo rendevano intrigante, affascinante e sexy.
Lui, naturalmente lo aveva detto per scherzo, ma a pensarci, Dominic era proprio così che vedeva Matthew.
Intanto Chris aveva finito di parlare al telefono.
"Era Kelly!" disse.
"Immaginavo" rispose Dom. "I due piccioncini!".
Chris sorrise e poi si rivolse a Matthew: "ti fa ancora male la spalla?".
Matthew assentì e Chris gli disse che in tutto c'erano dei vantaggi.
"Allora credo che abbiamo giocato abbastanza per oggi" disse Chris.
"Almeno, se non altro, oggi te ne starai tranquillo e avrai una scusa per farti coccolare e per risparmiarti l'uscita di shopping con le ragazze!".
"Che fortuna!" disse Dom a Matt, un attimo prima di rivolgersi a Chris con una faccia a metà fra l'allibito e il contrariato.
"Cooosa?! Le ragazze vogliono andare a fare shopping? O meglio, loro vogliono portare noi a fare shopping?".
"Sì" disse Chris.
"E Bells ora può restarsene a casa. Solo alcuni godono di certe--".
Stava per dire "fortune" ma poi ci ripensò.
Avrebbe potuto comprarsi qualcosa di nuovo e forse anche--
Quel giorno aveva ricevuto due notizie che per lui potevano rappresentare un vantaggio. E chi l'avrebbe detto!
"Ok, allora credo che per oggi abbiamo giocato abbastanza" disse Chris.
Gli altri due fecero un cenno di assenso

***** ******* *****

Erano sul taxy che li avrebbe portati fino al centro commerciale: le tre ragazze e-- Chris.
Dominic aveva voluto andare con loro - per nulla al mondo avrebbe sprecato l'occasione di comprarsi qualcosa di nuovo ed estremamente appariscente - ma Jessica, al suo annuncio che sarebbero dovuti andare per negozi, al vedere il ghigno e la beatitudine sul viso del suo ragazzo, aveva cambiato idea.
E visto che a Matthew doleva ancora la spalla, Gaia gli aveva detto che sarebbe stato carino se Dominic gli avesse fatto compagnia per un po'.
In quanto a Chris, lui non aveva avuto molta voglia di uscire con le ragazze - ovviamente avrebbe preferito stare con gli amici - ma davanti alle moine e agli occhi dolci di Kelly non aveva saputo resistere.
E così erano loro quattro, su un taxy, in un pomeriggio torrido diretti verso la frenesia di un pomeriggio di shopping folle.

****** ******* *******

Dominic era così felice all'idea di rimanere da solo con Matthew per un pomeriggio intero che ancora non riusciva a credere alle proprie orecchie.
Ed era teso.
Così teso che da quando gli altri erano usciti di casa dieci minuti prima, non aveva detto una parola.
Anche Matthew dal canto suo era teso come le corde di un violino.
Cosa avrebbe dovuto fare?
E così non aveva detto una parola, neanche lui.
Avevano passato dieci minuti a guardarsi di sottecchi come due rincitrulliti, schiarendosi la voce di tanto in tanto, prima l'uno poi l'altro ma senza dire niente, facendo finta di concentrarsi sulla tv per poi guardarsi di nuovo.
Alla fine Matthew ruppe il silenzio.
"Vado a farmi un bagno".
Dominic lo guardò, fece un cenno d'assenso ma non disse nulla.
Matthew si alzò e tese le braccia per stiracchiarsi. Non l'avesse mai fatto! Sentì di nuovo la spalla fargli male più di prima.
"Maledizione!".
"Tutto a posto?". Dominic si avvicinò.
"Sì". Matthew si girò e si avviò in direzione del bagno con la mano sulla spalla, bestemmiando.

********** ******** ****

"Devo parlargli. Subito. Ora che ne ho l'occasione. Devo sputare il rospo. Dire tutto. Non ce la faccio. Non posso perdere questa fottutissima occasione. Sarei scimunito completo a sprecare quest'occasione d'oro".
Erano questi i pensieri di Dominic che stava a pochi centimetri dalla porta del bagno, dal quale proveniva solo lo scroscio della vasca che si riempiva d'acqua.

******** ****** *******

"Un bel bagno è ciò che ci vuole per rimuginare e rilassarsi. E chi se ne fotte".
Nell'attesa che la vasca si riempisse, il moro si stava spogliando.
Dopo essersi tolto pantaloncini e boxer e aver chiuso il rubinetto della vasca, cercò di togliersi anche la t-shirt - operazione evidentemente non molto facile a causa della spalla dolorante.
Ma mentre sollevava il braccio per facilitare lo sfilarsi della mezza manica sentì di nuovo lo strappo alla spalla e gli sfuggì una sorta di gemito.
"Aaahhhi! Ma porca troia! Sia maledetto io, sia maledetta la mia spalla, sia maledetto il mio essere così fottutamente impedito e sia maledetta la pallavolo!".
Cose che, naturalmente, al biondo dall'altra parte della porta non sfuggirono.
"Tutto bene? Che succede? Hai bisogno d'aiuto? Ti ho sentito gridare!".
"Tutto a posto" stava per rispondere un imbronciato Matthew, quando si ricordò improvvisamente di non avere con sé vestiti di ricambio.
Era stato così preoccupato di sfuggire a conversazioni imbarazzanti con l'amico, di rilassarsi e di mettere in chiaro la situazione con se stesso che non era andato a cercare altro da mettersi dopo il bagno.
Di rimettersi quelli che aveva avuto in precedenza per poi cambiarsi una volta in camera sua non se ne parlava proprio. Faceva caldo, aveva giocato a pallavolo in spiaggia.
"Tutto a posto?" ripeté il batterista.
"Col cazzo." borbottò il cantante.
Solo che ora non aveva voglia di rimettersi la maglietta. Già gli faceva male la spalla così, ci mancava solamente sforzarla ancora.
"Che c'è?" chiese di nuovo il batterista, stavolta bussando.
"Niente. Devo andarmi a prendere le cose di ricambio".
"Ehm-- tranquillo, se vuoi vado io!".
Occasione perfetta. Ecco. Tutto il resto doveva ancora succedere.
"Tranquillo, non ti preoccupare".
"Ma piantala!".
Matthew si stava già rivestendo quando Dominic disse: "torno subito!".
Il moro stava per rispondergli ma al sentire i passi del biondo che si allontanavano, cambiò idea.
Girò la chiave nella porta, si avvicinò alla vasca, infilò prima un piede per saggiare la temperatura dell'acqua e si infilò del tutto.
Fece colare una generosa quantità di gel da bagno nell'acqua e aprì ancora un po' il rubinetto per ottenere abbondante schiuma.
"Eccomi!" annunciò una voce, mentre dei passi si avvicinavano, prima che il biondo aprisse la porta ed entrasse con vestiti puliti e un asciugamano tra le braccia.
"Grazie" disse il moro.
Si aspettava - e in parte sperava - che il biondo uscisse.
Non voleva affrontare conversazioni scabrose. Non in quel momento. Doveva rilassarsi ed elaborare una strategia prima di tutto.
Al dunque sarebbe arrivato dopo.
Ma il biondo non uscì. Chiuse la porta e si sedette sul bordo della vasca.
Matthew era visibilmente a disagio.
Mentre si sfregava il collo e il petto con la spugna tirò su col naso.
"Allora?".
Voleva risultare scostante e a giudicare dalla faccia del biondo, ci era riuscito alla grande.
Ora era Dominic quello a disagio. Si era prefissato di affrontare il problema di petto, con impeto e di non lasciare tempo a Matthew di replicare.
Troppo tardi.
"Allora-- Ehm--". Trattenne il fiato.
"Allora niente".
Occhiata obbliqua da parte di Matthew.
"Allora niente?".
"No".
"Interessante".
Il cantante si ricoprì di schiuma e continuò a lavarsi come se niente fosse.
Aprì il rubinetto, mise la testa sotto il getto d'acqua e iniziò a lavarsi con cura i capelli.
"Cioè, sì". buttò lì il biondo.
Matthew non ce la faceva più.
"'Cioè sì' cosa?".

****** ****** ******

Ok, doveva smetterla di comportarsi come una fottuta ragazzina, una volta per tutte.
Sentiva lo sguardo del moro - impegnato a frizionarsi energicamente i capelli con lo shampoo - su di sé.
Finora non si era neanche girato a guardarlo. Aveva blaterato quattro parole in croce senza arrivare al dunque, nonostante se lo fosse prefissato.
Ogni volta il moro aveva il potere di fargli cambiare idea. Non poteva pianificare cose, quando di mezzo c'era Matthew Bellamy.
Se lui si prefissava di dirgli qualcosa, un sorriso o un'espressione contrariata del cantante potevano fare la differenza.
Da quando era così? Dominic non lo sapeva.
Non dall'inizio. Ciò avveniva da poco. Non riusciva a capire per certo da quanto tempo e non capiva perché.
Ma quel giorno le cose dovevano cambiare.
Il biondo si girò verso il moro, tenendosi con le mani al bordo della vasca.
Lo guardò negli occhi e l'altro lo fissò di rimando. I loro sguardi si incontrarono per qualche secondo. Occhi verdi in occhi blu.
Smeraldi e lapislazzuli.
"Dobbiamo parlare".

***** ******* *****

Ecco.
"Ci siamo." fu il pensiero del moro.
Che doveva fare? Non lo sapeva.
Il biondo trovava sempre l'occasione di coglierlo alla sprovvista.
Non c'era piano che reggesse, quando di mezzo c'era Dominic Howard.
Eppure-- Forse poteva fare qualcosa. Poteva far finta di essersi scordato tutto, di non ricordarsi nulla di quella notte.
Aveva bevuto, sarebbe stata una cosa plausibile.
Non era corretto nei confronti del biondo, ma forse valeva la pena tentare.
Forse anche il biondo non aveva fatto molto caso a ciò che era successo, attribuendolo alle circostanze.
C'era una minima possibilità che Dominic volesse parlare d'altro?
Matthew stava per concedersi un barlume di speranza quando Dominic disse: "dobbiamo parlare dell'altra notte".
"Ecco. (ti pareva?)".
Matthew sospirò.
Dominic solo sapeva quante cose avrebbe voluto dire, quante altre ne avrebbe volute chiedere a Matthew, ma, nell'udire la rassegnazione nel tono di voce del moro con cui aveva detto "ecco" - Dominic almeno l'aveva interpretata come rassegnazione - alla fine disse soltanto: "ero sincero".
Matthew rimase disarmato.
Cosa avrebbe dovuto fare?
"Io-- Di cosa stai--?".
"Lo sai benissimo di cosa sto parlando," lo interruppe ferocemente Dominic.
Lo sapeva. Matthew non avrebbe dovuto fare finta di niente. Aveva ferito Dominic.
Gli dispiaceva molto. Moltissimo. In quell'istante, nel vedere la delusione negli occhi del biondo, si pentì moltissimo.
Aveva anche finito di lavarsi ma non aveva alcuna voglia di uscire da quella vasca.
In un secondo passarono per la sua mente mille cose da dire, mille modi di giustificarsi. Non sarebbe valsa la pena usarli. Niente valeva a sua discolpa. Niente. Né l'opinione che avrebbero avuto gli altri, né le loro relazioni con le ragazze né altro.
Disse soltanto: "hai ragione. So benissimo di cosa dobbiamo parlare. Mi dispiace".
"Ti dispiace?".
"Sì.".
"E con questo? Cosa vuoi dire con questo? Spiegati!".
Detto questo, il biondo si alzò dal bordo della vasca in direzione della porta.
"Esco da qui e arrivo. Hai ragione. Dobbiamo parlare. Aspetta solo qualche minuto".
Il biondo annuì e uscì.

****** ******* *****

Stava seduto sul divano del salotto quando il moro arrivò, perfetto nei suoi pantaloncini blu, la t-shirt a motivi indefiniti e i capelli ancora umidi.
Gli si sedette accanto. Era passata più o meno solo una mezzora da quando Chris e le tre ragazze erano usciti di casa.
Matthew si schiarì la voce ma prima che potesse dire qualcosa Dominic lo interruppe: "Riguardo all'altra notte ero sincero. Ero sincero quando ti ho detto quelle cose. E le penso ancora. Non so quello che senti tu ma io sono stato sincero. A giudicare dal fatto che hai cercato di far finta di niente, forse sto sprecando il mio tempo. Ma non m'importa. Ciò che volevo dire l'ho detto. Mi sono sentito benissimo l'altra notte. Ero felice come non mai, non credo di aver mai provato qualcosa di così forte con Jessica né con qualunque altra ragazza. E forse per te non era niente. Forse hai fatto quello che hai fatto solo perché hai bevuto, non lo so. Ma ciò che ho provato, ciò che tu mi hai fatto provare è stato bellissimo. E' durato poco, ma c'è stato. E per me conta".
Fissò il moro. Aveva finito. Ora toccava a lui rispondergli.
Rimase disarmato ancora una volta dalla sincerità totale del biondo. Gli aveva detto che veramente provava qualcosa per lui. Si era messo a nudo, gli aveva donato il cuore. Ed era vulnerabile, ora. Tutto sarebbe dipeso dalla decisione di Matthew.
E Matthew lo sapeva.
"Anche io ho provato delle cose, l'altra notte. E penso di provare qualcosa anche adesso--".
All'occhiata interrogativa del biondo che stava per dire "pensi?", si corresse con "provo anche adesso qualcosa per te. Davvero. E' solo che--".
Sospirò.
"--E' solo che ogni volta mi fermo a pensare a cosa succederebbe se io dessi retta al mio cuore. Penso alle conseguenze. E ho paura".
Il viso del biondo si illuminò in un sorriso.
"Anche a me capita di pensare alle conseguenze, non sai quante volte!".
"Penso alle ragazze, penso a Chris, penso a noi come gruppo--".
Dominic lo zittì.
"E se dovessi dare retta al tuo cuore--  in questo momento cosa ti dice di fare?".
Il volto del moro si avvicinò pericolosamente a quello del biondo finché i loro nasi non furono l'uno contro l'altro, finché l'uno non fu in grado di scorgere ogni minimo particolare degli occhi dell'altro - smeraldi contro lapislazzuli - finché le loro labbra non si fusero e le loro lingue non si cercarono in un bacio bollente, appassionato, bramato da entrambi.
Quando si staccarono l'uno dall'altro, Dom disse: "Wow! Dovresti dare retta al tuo cuore più spesso!".
Risero entrambi.
Il biondo prese per mano il moro.
"Dove andiamo?" fu la domanda di Matt.
"Lo vedrai".
Dom condusse Matt nella stanza che lui condivideva con Jessica.
Era sul retro della casa e chiunque fosse arrivato non li avrebbe visti.
Lo condusse fino al letto e gli disse di accomodarsi.
"Che hai in mente--?".
L'altro non rispose.
Si sedette sul letto, mise un cuscino sulla testata, vi appoggiò comodamente la schiena e stese le gambe, divaricandole.
"Ti fa male la spalla?" gli chiese con voce suadente.
Il moro lo guardò e sorrise, per poi esibire un'espressione dolorante.
"Direi di sì".
"Vieni qui!" lo esortò allora Dominic, tirandolo a sé.
Matthew si sedette nello spazio libero fra le gambe di Dominic e appoggiò la schiena al suo petto.
Il batterista, dal canto suo iniziò a sfregare il naso sulla nuca del moro e prese a scompigliargli i capelli e a inspirarne il profumo fresco di shampoo.
"Mmmmh." mugugnò il moro.
"Che fai, ti bei di così poco?".
Smise di scompigliargli i capelli e gli infilò le mani nella t-shirt lungo la schiena, poi sui fianchi, sulla pancia e sui pettorali.
"Mmmmi piacee!" trillò il cantante.
"Aaah, aspetta!".
Gli sollevò la maglietta.
"Alza le braccia," ordinò il biondo.
"Nnnnnnoo. Questo non mi piace. Mi fa male la spalla. Non voglio!".
"Adesso ci pensiamo alla tua spalla. Alza le braccia".
Controvoglia, ma felice al pensiero di ciò che lo attendeva, il moro obbedì e non appena si fu liberato della maglietta - che finì sulla televisione davanti a loro - sentì le calde mani dell'amico massaggiargli delicatamente la spalla.
"Che te ne pare?" fu la domanda del batterista, che ora esibiva un sorrisone.
"Mmmmmh-- Fantaaaastico!".
Il sorriso del batterista si allargò.
"E adesso?". Mentre le sue mani erano intente a massaggiargli la spalla strappata, con i denti aveva preso a mordicchiargli l'altra.
"Mmmmh, wow! Stai cercando di ridurre male anche l'altra spalla?".
Dominic si finse dispiaciuto.
"Ops, mannaggia, mannaggia! Mi hai scoperto, che disdetta! Non ti sfugge niente!".
"Ma se combini casini, dopo sei tu che devi rimettere le cose a posto. Questo vuol dire-- Ancora e ancora massaggio".
"Ti dispiacerebbe?".
"Direi di no!".
Il biondo trasse ancora più a sé il moro, che cambiò posizione e si girò. Il biondo mise le gambe sotto di sé e così fece anche il moro in modo da trovarsi l'uno di fronte all'altro.
Il chitarrista schiantò le sue labbra quelle del batterista e il bacio si fece intenso.

******* ******* ****** (UNA MEZZORA DOPO)

Matthew aveva passato ancora qualche minuto a farsi massaggiare da Dominic e poi si erano abbandonati alle effusioni.
Quando furono entrambi un po' stanchi si stesero l'uno accanto all'altro.
"Chris già lo sa". buttò lì, casualmente, il batterista.
"Che-- Chris cosa?".
"E' da un po' che gliel'ho detto.".
Il viso di Matthew era lo sconcerto totale per la seconda volta in quella giornata.
"E che ne pensa? Scommetto che ci è rimasto!".
"No, anzi. Mi ha detto che i miei sentimenti per te erano palesi. E anzi, mi ha incoraggiato lui stesso a rivelarli!".
Ormai gli occhi e la bocca di Matthew erano così spalancati che per un istante Dominic credette che sarebbe rimasto così per sempre, come pietrificato.
Poi disse: "Wow. E in tutto questo tempo non me ne sono accorto solo io. Wow.".
"Già".


******* ******* ****** *** (UN'ORA DOPO)

Era ormai pomeriggio inoltrato. I due stavano abbracciati, stesi con gli occhi socchiusi.
"Mmmh, possiamo continuare ciò che abbiamo lasciato in sospeso due notti fa?" chiese il biondo.
"Ehm-- Cosa?".
"Stavi cantando per me. Mi piace quando canti per me e per nessun altro. Addormentarmi tra le tue braccia, con la tua voce è qualcosa di fantastico. Ne ho avuto prova due notti fa (non l'avrei mai creduto possibile) e ho scoperto che faccio dei sogni bellissimi. Provo una leggerezza incredibile. Nonostante io abbia provato una volta sola tale esperienza, sappi che questo è diventato il mio modo preferito di addormentarmi. Si può avere una replica?".
Il moro sbadigliò.
"Owa e tutte le volte che vuoi, cawo Dommie".
Gli accarezzò la guancia con un dito lungo e affusolato da pianista, gli diede un bacio a fior di labbra, si schiarì la voce e iniziò a cantare:

"You could be my unintended
choice to live my life extended
you could be the one I'll always love.
You could be the one who listens
to my deepest inquisitions
you could be the one I'll always love--".



****** ***** **** (UN'ORA DOPO)

I due dormivano già da un pezzo, abbracciati, quando una persona sveglia avrebbe sentito il cigolio di un cancello.
Ma non loro--

****** ******* ********




Fine di questo capitolo
Che dire-- Niente. Intanto non ho giustificazioni a mia discolpa, come Matt durante il bagno.
Sono mesi che non aggiorno e non mi merito uno straccio di recensione. Inutile dire cose tipo: non ho avuto tempo, scuola, moroso ecc ecc (anche perché il moroso non ce l'ho, vabbè, dettagli).
Sono IM-PER-DO-NA-BI-LE. Nient'altro.
Ok, basta con i salamelecchi.
Riguardo al capitolo. Come al solito è notte fonda. Quindi sicuramente avrò fatto erroracci, ma a quest'ora non ho intenzione di rileggere. Quindi se recensite, fatemeli notare e provvederò.
E' il capitolo più lungo di questa ff finora ma i miei piani sono stati stravolti (il massaggio doveva avvenire in altre circostanze).
Non avevo mai scritto cose così spinte-- La scena del bagno-- Bellamyane sbavate! Ho sbavato anche io, un po'.
E-- vi sembra troppo repentino il tutto? Ci sono cambi continui di punti di vista, il presente all'inizio mentre poi è passato (può risultare un po' confuso). Era per rendere meglio l'idea. Cooomunque dite pure cosa ne pensate, le critiche sono ben accette.
E quei puntini di sospensione alla fine-- Ne vedrete delle belle, cercherò di aggiornare più di frequente!
Ormai non mi credete, ovviamente.
Devo comunque ringraziare Pwo_Pah, xinnocence__ (Iwis :3) e chi recensisce/mette fra le preferite/seguite. Grazie.
A pwesto, Iza :3   



   
 
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