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Autore: 341 KC    22/12/2013    1 recensioni
L'amicizia che lega House e Wilson dura da molti anni, ma possono i loro cuori iniziare a provare qualcosa di diverso? Qualcosa che va al di là della semplice amicizia? Potrebbe essere complicato per una persona con tre matrimoni falliti alle spalle e una che semplicemente odia l'umanità, e si chiude nel suo guscio per evitare di soffrire.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Greg House, James Wilson, Un po' tutti | Coppie: Greg House/James Wilson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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La mattina arrivò lentamente. Wilson non aveva chiuso occhio, mentre House era riuscito a fare qualche ora di sonno dominato dagli incubi. Era spaesato, confuso, come l’amico. Troppe domande da porsi. Troppe emozioni da comprendere.
 
Wilson era rimasto tutta la notte seduto sul divano, accovacciato. Non si era più mosso da quando House lo aveva lasciato lì andandosene in camera. Le lacrime non smisero di scorrere sulle sue guance per ore. Quel giorno non aveva intenzione di andare al lavoro. Quel giorno non aveva intenzione di fare nulla, se non di crogiolarsi nella sua malinconia. Sperava che House non uscisse mai da quella porta. In quel momento avrebbe voluto che il tempo si fermasse per riuscire a capire cosa gli stesse succedendo. Era realmente innamorato del suo migliore amico? Faceva veramente fatica a crederlo. Era tutto così irreale, inverosimile che quello stesse succedendo.
 
Alle 7 House si svegliò madido di sudore gelato. Gli colava lungo le tempie, bagnandogli il viso. Gli occhi sbarrati, le pupille dilatate. Non si era mai sentito così da che ricordasse. Tutto in lui gli faceva male. Perché non poteva semplicemente alzarsi, andare in soggiorno e abbracciare l’amico dicendogli che sarebbe andato tutto bene. Perché non poteva? Cosa c’era a impedirglielo? Come un fulmine a ciel sereno un pensiero attraversò la mente di House. Tu lo ami? Tre parole. Sette lettere. Sarebbe bastato un semplice sì, o un no. Ma era così complicato. La sua mente era affollata. E non riuscì a darsi una risposta.
8.01 “Devo uscire di qui,” pensò House. “Devo affrontare Wilson. Sistemare la situazione. Accidenti, è il mio migliore amico.” Sospirò. “È il mio UNICO amico.”
Spalancò la porta della camera con un colpo secco che fece trasalire Wilson, che fissò l’amico, sbalordito. House gli andò a sedere vicino a lui senza smettere di guardarlo. Entrambi potevano vedere quel che l’altro provava. Adesso si trattava solo di parlare, di essere sinceri.
“Mi dispiace Jimmy… per tutto quello che ti ho sempre fatto passare.” Eccole le lacrime che ricominciarono a scendere da quegl’occhi color nocciola. House aveva pensato tutta la notte a quello che avrebbe potuto dire, ma decise di improvvisare, di dare a sé stesso ciò di cui aveva bisogno. “Credo di provare… qualcosa. Per te.” Pronunciò questa frase con un’eterna lentezza. Il cuore di Wilson scoppiò di gioia. Per lui di dubbi non ce ne erano. Non più. Aveva passato tutta la notte, sveglio, a darsi una spiegazione razionale a ciò che gli stava succedendo e l’unica cosa che aveva capito era che non c’era. Era innamorato di House. E adesso sapeva di essere ricambiato.
Non poteva più aspettare. Mise le sue labbra sopra a quelle dell’amico con tutta la sua forza –per paura di essere respinto. House si trovò inizialmente spiazzato, ma subito dopo –quando capì cosa stesse succedendo- cominciò a godersi quel bacio tanto aspettato. Socchiuse le labbra e infilò la lingua nella bocca di Wilson che apprezzò, gemendo. Era un suono che l’uomo non aveva mai sentito avendo avuto sempre e solo esperienze etero. Pensò che non poteva esserci niente di più adorabile. Lentamente si sdraiò sopra a Wilson, che stava cercando di togliere la maglietta al “suo uomo”, o meglio “a colui che l’avrebbe fatto uomo” senza interrompere il bacio più bello della sua vita.
Dopo poco Wilson era completamente nudo mentre House –non si sa per quale ragione- aveva ancora addosso i boxer. Con la mano aveva lentamente iniziato a massaggiare il membro dell’amico che era più che felice, regalando ad House quel suono che in così poco tempo aveva imparato ad amare. Dopo svariati minuti le loro labbra si staccarono con uno schiocco secco. L’eccitazione stava salendo. Jimmy avvicinò le sue labbra all’orecchio sinistro di Greg “Fammi tuo.” e  tirò giù l’ultimo indumento.
Si ritrovarono lì, su un divano, entrambi nudi intenti a completare l’amplesso. L’ultima cose che House avrebbe voluto era fargli male, ma non aveva né lubrificanti né nient’altro. Così, appoggiò la bocca sulla sua apertura e leccò cercando di allargare un po’ quell’entrata così stretta e così sconosciuta.
Aveva sempre pensato che cose del genere non le avrebbe mai fatte. Gli omosessuali non gli recavano fastidio né gli piacevano, ma era certo di non fare parte di quella categoria di persone. E adesso chi era quell’uomo che ne stava facendo godere un altro infilando la lingua dentro e fuori? “Non venire ancora, eh?” “No… no.Ci provo… Sei molto bravo, lo sai?” House rispose con un sorriso.
 
Drinn drinn !
Il campanello? No. Il telefono!
“Non rispondere Jimmy.” “È la Cuddy, devo.” Detto questo non fece in tempo a salutarla che House salì a cavalcioni sopra le gambe di Wilson, iniziando a masturbarlo, e gli prese il cellulare. “Cosa vuoi Cuddy?” “Sono le 10 santo cielo! Dove sono i primari del mio ospedale?” “Siamo occupati.” “Io vi pago per fare un lavoro. Quindi, a meno che non sia morto qualcuno, venite subito!”
“Ahhhhhhh” Wilson venne imbrattandosi l’addome mentre la Cuddy era ancora in linea. “È successo qualcosa?” “No.” rispose House seccato per non essere riuscito a godersi il primo vero orgasmo con il suo uomo. “Adesso arriviamo.” Riattaccò. “Dai, dobbiamo andare.” Wilson sospirò e andò a farsi una doccia alla quale si unì anche House. Ma non successe nulla. La Cuddy aveva azzerato l’entusiasmo nei due.
House si fermò sulla soglia di casa, a riflettere –sembrava. Wilson era dietro di lui, che lo aspettava chiedendosi il perché di quella pausa. Ma poi lo vide girarsi e dargli un forte bacio appassionato. Gli si sciolse letteralmente tra le braccia. Mai nella sua vita aveva mai anche solo pensato di poter meritare un amore del genere. Con nessuna delle sue ex mogli aveva provato ciò che adesso provava con il suo amico.
 
Varcarono la soglia dell’ospedale tenendosi la mano, ma staccandosi ancora prima che la porta si richiudesse alle loro spalle. Salirono in ascensore e Wilson rifletté su ciò che era successo lì dentro e sul suo viso comparve un tenero sorriso, che House ricambiò. Al piano si divisero promettendosi di rivedersi per pranzo. Ognuno andò nel proprio ufficio.
 
 House entrò nella stanza, ma era vuota. “Probabilmente sono in clinica.” pensò. Poco male. Aveva bisogno di riflettere su ciò che aveva appena fatto. Ma cosa gli era successo? Perché si era lasciato andare a un tale ‘eccesso’? La mattina aveva ammesso di provare qualcosa. Si era esposto, si era reso vulnerabile. Adesso Wilson lo avrebbe potuto ferire, ma dentro a sé stesso sapeva che non lo avrebbe mai fatto. Si… fidava di lui.
“Lui non mi ha detto niente. Come faccio a sapere quello che prova? Si è limitato a baciarmi… Tutto lo sforzo l’ ho fatto io. Però è stato bello. Probabilmente la più bella cosa degli ultimi 10 anni. E se mi lasciassi veramente andare fra le sue braccia e lui nelle mie?” disse pensando a voce alta.
“House, ma con chi stai parlando?” chiese Foreman guardandosi attorno insospettito. “Stavo provando un monologo. Ho intenzione di fare il provino per West Side Story nella parte di Tony” “Non sapevo cantassi.” “È uno dei miei tanti pregi” disse sfoderando uno dei suoi sorrisi.
“Dove sei stato questa mattina?” “Ho avuto da fare.” “Cosa?” “Hei hei hei, cos’è questo? Un’ interrogatorio? È stata la Cuddy vero? Vuole che mi fai da balia.Tranquillo Foreman, sono abbastanza grande per parlare io con mammina.” così dicendo uscì dall’ufficio dirigendosi in quello della Cuddy.
 
“Oh House, finalmente sei arrivato. Allora, Cameron e Chase stanno facendo ambulatorio. Foreman…” “L’ hai inviato da me a cercare di scoprire cosa ho fatto questa mattina.” La Cuddy assunse uno sguardo truce. “Quell’urlo… Cosa…è stato?” “Perché ti interessa tanto?” “È il mio lavoro prendermi cura dei miei dipendenti.” “Io sto bene, Wilson sta bene, qual è il problema?” “Ecco, volevo parlarti proprio di Wilson.” House sapeva che la donna da quell’urlo aveva capito cosa i due erano intenti a fare nel momento in cui gli aveva telefonato, ma non lo avrebbe mai ammesso. Non era neancora pronto e in quel momento pensò che non sarebbe mai stato. Provò quasi un senso di vergogna per aver amato in quel modo l’amico. Avrebbe negato. La Cuddy continuò. “So che tra Wilson e Julie ci sono dei problemi, specialmente dopo che è venuta qui in ospedale. E so che si è trasferito da te.” “Momentaneamente.” “Dormite insieme?” “Cosa? No! Il mio letto non lo condivido nemmeno con le prostitute.” si affrettò a dire cercando di rimanere nel suo personaggio. “…cosa vorresti insinuare, Cuddy?” “Io pensavo che quell’urlo fosse…Cioè…Devi ammettere che sembrava…” “Nulla del genere, ma che mente sporcacciona che ha la direttrice sanitaria di questo ospedale!” “House! Cerca di capirmi…” House se ne andò. Erano ormai le 12 AM, dopo poco avrebbe dovuto incontrarsi con Wilson, ma decise di non farlo.
 
Alle 2 PM passate Wilson era ancora al tavolo della caffetteria, da solo. Non ci credeva che lo aveva già abbandonato, dopo quello che era successo la mattina! Ma dopotutto non avrebbe dovuto aspettarsi nient’altro da House. Con la malinconia nello sguardo tornò dai suoi pazienti.
 
House era andato a rifugiarsi dove ormai erano anni che non metteva più piede. Sul tetto dell’ospedale. Ricordò che era suo solito recarsi lì durante il periodo in cui ebbe la relazione con Stacy. Erano ormai passati più di cinque anni. Ignorava il fatto che sotto di lui, da qualche parte, c’era un’anima in pena che dentro di sé si chiedeva cosa avesse sbagliato –domanda a cui non avrebbe mai potuto trovare una risposta.
Pensava a sé stesso cercando di vedersi da fuori. “Io, gay?No…Non si può dare un nome a questa cosa. Sarebbe minimizzarla. E non posso, il misto tra gioia e dolore che sento dentro al petto è troppo grande. Che casino…” “Se non fossi me. Se fossi Cameron e House venisse da me dicendomi di stare con un uomo, cosa farei? Sverrei. Lei è innamorata di me. Cioè di lui, cioè io…” Sospirò, capì subito che quel ragionamento non lo avrebbe condotto da nessuna parte.  Nonostante ciò,  non si mosse dal tetto fino a sera.
 
21.34 Wilson gira la chiave dentro nella serratura. Non sapeva bene cosa avrebbe fatto ora. Poteva prendere tutta la sua roba e andare a dormire in albergo; o poteva aspettare l’amico per chiarire. Optò per la seconda. Andò in cucina e si mise a preparare la cena, ma quando House tornò a casa alle 23.57 ormai era fredda. Trovò Wilson addormentato sul suo letto. Gli fece tenerezza, e capì che quel che provava era reale. Non era solo frutto delle circostanze a cui era stato sottoposto negli ultimi giorni. La sua mente tornò per un’ istante a Stacy, chiedendosi se l’avesse mai trovata così attraente come in quel momento trovava Jimmy. Un cucciolo sperduto che aveva bisogno di coccole.
Si tolse i vestiti restando, nuovamente, solo in boxer. Si avvicinò di soppiatto al letto, cercando di non svegliare Jimmy e si infilò sotto le coperte. Dopo poco sbarrò gli occhi. “Cosa ci fai qui?” “È il mio letto, non ricordi?” “Ah già.” disse guardandosi intorno con aria confusa. “Ti avevo preparato la cena, ma ormai sarà fredda.” Sospirò. “Ho capito, ho capito… Non vuoi proprio mangiare con me, oggi.” House cercò di inventarsi in tutta fretta una bugia che potesse giustificare quello che aveva fatto, ma in quel momento gli fu difficile. “Mi dispiace.” Wilson sospirò di nuovo. “Okay, vado di là. Buona notte.” dicendo questo fece per alzarsi dal letto, ma House lo fermò. “Ma dove vai? Il tuo posto è qui… con me.” Jimmy gli si avvicinò e lo baciò sulle labbra. “Credo che dovrei essere arrabbiato con te, sai?” “Ah sì?” “Mi hai dato buca due volte, e in un giorno solo!”
Wilson andò in bagno a preparasi per la notte, mentre House era a letto che rifletteva. Si sentiva sereno. Dopo un po’ l’amico tornò a letto. “Pensi che dovremmo dirlo agli altri?” “A chi?” “Non lo so… Alla Cuddy, ai ragazzi… a tua mamma.” “Heiii, non siamo neancora sposati, aspetta a stilare la lista degli invitati. Comunque la Cuddy sospetta già qualcosa.” Wilson lo guardò in modo interrogativo. “Sì, in ufficio, mi ha praticamente detto che quell’urlo che ha sentito era dovuto a un’ orgasmo. E che quindi stavamo facendo sesso.” “E tu cosa hai detto?” “…” “Humm?” “Ho negato.” “…perché?” “Non c’è nulla di concreto, ancora. Abbiamo fatto un’esperienza, ed è stato bello e probabilmente la rifarei, ma non stiamo assieme. Voglio dire…” “Neancora.” “Già.” “Credo di amarti.” A questa affermazione House fece una carezza al volto di Wilson, in quale gli si mise a cavalcioni e iniziò a baciarlo con sempre più passione. Si spogliarono, e capirono che quello era il momento.
Wilson si sdraiò di schiena e mise le gambe sopra le spalle dell’amico. Infilò il preservativo sul membro che tra non molto lo avrebbe penetrato. House lo posizionò sulla sua apertura e lentamente iniziò a spingere. Vide la faccia di Wilson contorcersi e non resistette all’impulso di baciarlo. Spinse un po’ più forte, fino a fare entrare l’intera lunghezza poi si fermò. Voleva che si abituasse e che si rilassasse. “Va tutto bene?” “Sì…sì. Fa un po’ male, ma è una bella sensazione. Perché sei tu. Sei sempre stato tu.” “Sei bellissimo. Anche se sei tutto sudato e un po’ sconvolto. Ma hai un pene su per il retto, quindi non ti biasimo.” disse sorridendo e ricominciando lentamente a spingere. “Anche in queste situazioni non riesci a non essere te, è incredibile.” “Sbaglio o è proprio di me che ti sei innamorato?” “Hei, non…Ahhh...Ahhhhh. Continua ti prego! Sì sì!” Il ritmo stava aumentando. House muoveva il bacino sempre più veloce, ormai il suo membro entrava e usciva dalla sua apertura con molta facilità. “Credo di stare per venire Jimmy!” “Ah ah. Anche io.” Vennero insieme, in un idillio di amore e passione. House uscì. Subito si addormentarono, sfiniti. Uno abbracciato all’altro.
 
 La mattina si svegliarono con i raggi del sole che gli baciavano il viso. La testa di Wilson era appoggiata sul petto di ‘ colui che l’aveva reso uomo ’. Adesso poteva vedere tutto in modo diverso. Pensò che da quel momento in poi nulla avrebbe potuto rovinare il loro rapporto. Lo avrebbero detto a tutti, si sarebbero fidanzati e poi sposati. E chissà, avrebbero pure potuto adottare un bambino o  una bambina. 
Era venerdì, ma nonostante questo si alzarono con assoluta calma, sorpresi di non essere in ritardo. Non si dissero molto mentre si preparavano, solo sguardi complici e sorrisi. Giunsero davanti all’entrata dell’ospedale alle 9.12 e decisero di non entrare assieme. Così Wilson andò, mentre House rimase ancora un po’ fuori.
9.32 House entra nel suo ufficio dove ci sono i suoi collaboratori. “Avete un caso per me?”
 

 
 
 
 
 
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Note dell'autrice.
Va bene, ho scritto una parte che è praticamente un porno. Ma dovevo, il loro rapporto doveva arrivare a qualcosa. Ho cercato di ispirarmi a quello che avevo già letto e spero renda l'idea. Grazie a tutti quelli che hanno letto ^^
  
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