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Autore: Yume no_Hana    22/12/2013    0 recensioni
"Mi avvicino alla tv e gioco tutto il giorno con la Playstation, battendo i miei migliori record, finchè mi accorgo che sono le 9. Elisa dovrebbe essere arrivata un'ora fa, ma non ho sentito la sua voce. Chiederò a mamma.
Vado in cucina e vedo mia madre in piane crisi di pianto e papà che cerca di consolarla. Chiedo cosa stia succedendo e mia madre risponde:
-Tesoro, dobbiamo dirti una cosa.- non mi piace quando mi chiamano tesoro, non promette nulla di buono."
Una storia semplice sul legame di due fratelli, che anche se lontani, non lo saranno mai davvero...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il melo
Mi chiamo Fabio, sono un bambino di 9 anni.
La mia famiglia è composta da mia madre, mio padre e mia sorella maggiore, Elisa. Essendo il suo fratellino è mio compito prenderla in giro e farle degli scherzi, per cui non andiamo d'accordo. Ha i capelli corti castani, come me, solo che io ce li ho più scuri, e gli occhi neri, caratteristica presa da nostro padre.
Anche questa volta ho litigato con lei, per un motivo infantile. Dato che lei voleva andare in gelateria e io in sala giochi. Nostra madre ha provato a farci ragionare, ma non è servito a niente, eravamo già in piena fase di litigio.
-Ogni volta andiamo dove vuoi tu!- mi urla contro. E' vero, ma non voglio darle felicità.
-L'altra volta siamo andati dove volevi tu, oggi tocca a me!- le urlo di rimando. Sto mentendo, ma le parole mi escono di bocca, non voglio perdere l'orgoglio, dandogliela vinta. Devo essere io a vincere il litigio, io solo io.
-Fabio, ti odio!- mi risponde con la voce spezzata, starà per scoppiare a piangere. Non aveva mai detto di odiarmi, mi aveva detto di essere stupido, infantile, tonto, ma mai di odiarmi. Non so cosa dirle, quando lei, in preda dalle lacrime, esce di casa. Non so se fermarla, per cui rimango fermo lì, senza fiatare.
-Avete ancora litigato? Valla a cercare, così farete pace.- mi dice papà, appena rientrato da lavoro.
Seguo il suo consiglio, esco e corrò verso le stradine di campagna. So dove trovarla, al vecchio melo. E' un albero centenario che si trova appena fuori città ed è il suo posto preferito, ci va per studiare, leggere qualche libro, o semplicemente per avere un pò di pace.
Sono arrivato. Girò intorno all'albero e la vedo, è raggomitolata vicino ad una radice sporgente, mentre piange. A volte mi chiedo chi ha 9 anni e chi 12.
Mi avvicino e l'abbraccio, chiedendole scusa. Lei si asciuga le lacrime, mi sorride e dice:
-Sei perdonato, per questa volta!- si alzà e si pulisce i pantaloni, mentre a me scappa una risatina. Lo dice sempre, ma alla fine non è vero, lo sa anche lei. Ci prendiamo per mano e torniamo a casa.
Adoro litigare con lei soprattutto per il momento in cui facciamo pace, mi fa sentire davver felice. Peccato che questo sia il nostro ultimo litigio...

Oggi è un'altro giorno. Vado a fare colazione e vedo Elisa alle prese con una borsa, non riesce a chiuderla ed è davvero ridicola. Mi scappa una risata, che spero lei non abbia sentito. Oggi deve andare in un parco che si trova appena a 5 km con la scuola. Ci siamo già andati, ma la gita vale qualche punto scolastico, per cui deve partecipare. O almeno, così ha detto...
Qualcuno suona e va ad aprire, per poi tornare indietro a salutarci. Mi da un bacio sulla guancia e se ne va.
Come mi sento in questo momento?
Normale direi, mi mancherà un pochetto, ma tornerà stasera, quindi va tutto bene. Mi avvicino alla tv e gioco tutto il giorno con la Playstation, battendo i miei migliori record, finchè mi accorgo che sono le 9. Elisa dovrebbe essere arrivata un'ora fa, ma non ho sentito la sua voce. Chiederò a mamma.
Vado in cucina e vedo mia madre in piane crisi di pianto e papà che cerca di consolarla. Chiedo cosa stia succedendo e mia madre risponde:
-Tesoro, dobbiamo dirti una cosa.- non mi piace quando mi chiamano tesoro, non promette nulla di buono. Il discorso lo continua mio padre:
-Tesoro, ecco...Elisa è morta...- ditemi che devo andare da un ottorino, ditemi che è così. Dall'espressione di mia madre capisco che ci sento benissimo. Mi escono le
lacrime, una dopo l'altra e piano piano mi metto ad urlare cose tipo:
-Torna qui, codarda!-
-Non scappare!-
-Se credi che non ti prenderò a calci quando ci rivedremo ti sbagli di grosso!-
Comincia a farmi male la gola, ma continuo a piangere e urlare incessantemente. Alla fine però mi addormento sul pavimento, stanco.

Sono passati 20 anni da quel giorno, mi sono sposato e ho avuto due figli, Elisa e Mattia. Oggi sono andato sulla collina, con in mano un mazzo di rose, dato che oggi è
l'anniversario della sua morte. La sua tomba si trova lì, un pò distante dal grande melo.
Mi sono pianto addosso tutti questi anni, certo, sono andato avanti, ma è sempre mia sorella, non posso dimenticarla.
Quando arriaviamo alla tomba, faccio per appoggiare i fiori, ma Elisa mi dice:
-Pà, posso mettere io i fiori sulla tomba della zia?- non l'ha mai conosciuta, ma le vuole tanto bene. Le do il mazzo e lei lo appoggia, recitando una piccola preghiera.
Mia moglie mi poggia una mano sulla spalla, segno che comprende il fatto che sono triste.
-E' morta cadendo nel fiume del parco, durante la gita. Era tanto imbranata.- una mia lacrima esce e cade a terra.
-Le volevi tanto bene, vero?- annuisco, litigavamo spesso, ma le volevo davvero bene. Mi alzo e mi accorgo che Mattia e Elisa non sono affianco a noi, ma vicini all'albero.
Mi avvicino a loro e gli dico:
-Andiamo a cas...-
Vengo interrotto da qualcuno che canta melodiosamente.
"Fermo restando che gli alberi piangono foglie in autunno,
son certa che presto, tornerò ad amare, si tornerò ad amare anche me.
Finalmenteeee..."
Riconosco questa canzone, è Tornerò ad amare, la canzone preferita da lei. Guardo oltre i miei figli e vedo una bambina di circa 12 anni che mi saluta, mentre sorride piangendo. Assomiglia tanto ad Elisa.
Le sorrido, mentre lei mi saluta un ultima volta e va dietro il melo. Mattia la segue, ma torna subito, dicendo che era scomparsa. Ora ne sono sicuro, è Elisa.
Mi scappano alcune lacrime, mentre sento nel vento come una voce che mi dice:
-Fratellino, ti voglio bene.-
-Anche io, sorellona, anche io.-







Angolo dell'autrice piangente
Ok, sto per scoppiare a piangere...datemi un attimo...
*si riprende*
Questa storia mi è venuta in mente un sabato sera, ma ho aspettato a pubblicarla. Si, lo so, dovrei aggiornare I maghi di Astras!
Per i nomi ho usato quelli di due persone che conosco, che appunto sono fratelli...
Per chi non la conoscesse, la canzone cantata alla fine da Elisa è Tornerò ad amare di Annalisa, di cui ho messo solo l'inizio, vi consciglio di ascoltarla ^^
Adesso però la domanda che ho in mente è: Come ho fatto io, figlia unica, a scrivere questa storia?
Alzi la mano chi sa la risposta XD
Beh, recensite, spero vi sia piaciuta e mi scuso per gli errori grammaticali che son scappati ai miei occhi!
  
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