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Autore: Manila    22/12/2013    3 recensioni
Il rosso è davvero l'unico colore che si può attribuire al Natale? Mariemaia lo scoprirà grazie a una prospettiva particolare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Mila, solo Dio sa il perché;
alle ragazze del Woman’s Café, sempre e per sempre;
al mio calciatore preferito, per tutte le volte che ha letto pur non volendo;
a Jack83, per la fiducia e la gentilezza;
a Ljn, per l’allegria;
a Heero, Duo,Trowa, Quatre e Wufei, perché loro malgrado si lasciano bistrattare da questa penna;
a tutti coloro che leggono o leggeranno, questa fan fiction ha l’unica pretesa di augurare a tutti voi un buon Natale.
Manila.

 
 
Blu di Prussia


L’inverno sulla Terra era soggetto a variazioni climatiche che le colonie non conoscevano, poiché su di esse le stagioni venivano scandite da un sofisticato congegno tecnico ideato apposta.  L’effetto era decisamente diverso, privo di quella sorpresa che costringeva le persone a correre per strada per sfuggire a un temporale, oppure a dismettere gli abiti pesanti per un’improvvisa e inaspettata ondata di caldo.  Per dare una connotazione particolare alle stagioni, gli esseri umani che popolavano il pianeta si divertivano ad attribuire un colore a ognuno di esse a seconda delle sfumature cromatiche che le caratterizzavano.
La primavera era verde.
L’estate veniva chiamata la stagione azzurra.
L’autunno era il tripudio dei colori che andavano dal giallo, al marrone, all’arancio.
In linea generale, l’inverno era grigio, tuttavia accoglieva una particolare festività il cui colore ufficiale era il rosso.
A Mariemaia, però, quella tonalità suscitava inquietudine, le ricordava le divise di alcuni soldati, il sangue degli innocenti e le luci intermittenti con cui si mandavano segnali ai mobile suit, segnali che spesso causavano un bombardamento. Viste le numerose analogie tra il rosso e la guerra, aveva preso l’abitudine, in quei giorni, di guardarsi bene attorno e di capire se le dicerie su quel colore e all’associazione con il Natale fossero vere.
Relena le passò un’altra pallina.

Rosso e oro.

Il cellulare squillò e Duo lasciò la stanza per dedicare tutta la sua attenzione a Hilde, stringendosi un po’ di più nel maglione di lana, un regalo della sua interlocutrice.

Nero e grigio.


- Questi li metto qui?- domandò Rareba, carico pacchi.
- Puoi appoggiarli accanto al camino, per il momento - risposte la principessa, accarezzando uno dei nastri che li teneva chiusi.

Giallo e arancio.

Chang Wufei era fermo in un angolo della sala e guardava fuori dalla finestra, lo sguardo fisso verso il cielo e la mente vagante. Se non fosse stato per il colore del suo vestito nessuno lo avrebbe notato.

Bianco.

Trowa giocherellò con qualche decorazione, per poi riporla nel contenitore dal quale Relena attingeva per decorare l’albero.

Verde.

Fuori non nevicava più e le nubi fumose avevano lasciato posto a un cielo trapunto di stelle.

Blu notte e argento.

Mariemaia sospirò e si concentrò sul maestoso abete.
Il clima natalizio sulla Terra era molto diverso da quello che si respirava sulle colonie.
Tutto era diverso da ciò che ricordava, compresa l’allegria.
Il fuoco scoppiettante nel camino, la tavola ricoperta da una lunga tovaglia rossa e bianca, i candelabri con le candele lunghe a forma di spirale, i centrotavola realizzati con il pungitopo, il vischio sotto le arcate delle porte, i profumi provenienti dalle cucine, le musichette allegre che Rareba suonava al piano, i ricami policromi disegnati sulle carte da regalo dei pacchetti, il calore della gente che sembrava più spensierata, nulla di tutto questo le ricordava gli anni precedenti, quelli in cui la sua sola compagnia era rappresentata dal nonno Dekim, più impegnato a plagiarla e ad alienarla che a condividere con lei una semplice festicciola.
Guardò l’albero, i suoi cento e più rami protesi come tante braccia pronte ad accogliere le palline che Relena si accingeva ad appendere, facendo attenzione alla grandezza, alla vicinanza, alle proporzioni, all’armonia dei colori, dita gentili e delicate che facevano attenzione a non pungersi con gli aghi di una pianta che aveva insistito per avere in casa, che sapeva per certo essere la più bella, quella giusta, ma che avrebbe richiesto molta pazienza per poter esprimere il meglio di sé.
Una piccola disattenzione e la principessa si portò un dito alla bocca, sorridendole come una monella sorpresa ad allungare di nascosto la mano sul piatto di biscotti ancora caldi, per poi insistere sullo stesso ramo ed esultare perché la decorazione non era cascata al suolo.
Mariemaia osservò con interesse la campanella che, grazie alle attenzioni della bionda, mostrava il lato dipinto e celava alle sue spalle la parte priva di disegni. Poi volse lo sguardo sulla ragazza, intenta a scegliere l’ennesima pallina.
Era in quel modo che aveva conquistato il cuore degli umani: con la determinazione.
Relena le porse una stellina e le sorrise nuovamente, incrociando gli occhi con i suoi.

Azzurro.

L’abete, alto e diffidente, si lasciò sfiorare anche da lei.
Il tenente Noin inserì una presa e un tripudio di lucine si resero protagoniste di una danza lenta.
Com’erano diverse dai pulsanti che, fino all’anno prima, le facevano compagnia, mentre aspettava di pigiarne uno con lo scopo di distruggere la Terra.
Ricordava benissimo la luce lattiginosa degli schermi che le si rifletteva sul viso dai tratti paffuti, troppo fredda e asettica per essere paragonata al calore di quella stanza.
Era tutto troppo diverso da ciò a cui era abituata.
E quel tutto aveva rischiato di scomparire per sua mano.
Per un momento si sentì spaesata.
Per un momento si sentì colpevole.

- Assaggia- le disse Trowa, porgendole una mandorla.
- Così si rovinerà l’appetito!- gli fece notare Lady Une, con un vassoio di tartine in mano e un grembiule dai bordini ondulati.

Rosa pallido.

- Io scommetto di no! - s’intromise Duo, rubando una tartina e suscitando le proteste della donna.
- Pazientate, non manca poi molto per mettersi a tavola – li informo Lucrezia.
Una sola persona, pensò la bambina.
- Scommetto che Duo riuscirebbe a mangiare anche i candelabri se lo lasciassimo fare- scherzò Rareba.
- Ah, se è per questo riuscirei a mangiare un Babbo Natale intero- lo corresse il giovane dalla lunga treccia.
Una risata generale rese l’ambiente ancora più allegro.
Mariemaia pensò che la gioia si esprimesse in tanti suoni, da quelli dolci e cullanti del flauto di Trowa, al carillon squillante sul bordo del camino, alle risate cristalline dei ragazzi.
Tornò con l’attenzione all’albero. Il riflesso della stanza nelle palline le rimandava un’immagine bombata in cui ciò che la circondava si deformava. Ognuno diventò la caricatura di se stesso: Duo si ritrovo improvvisamente con una treccia più corta e grassoccia, il cranio coperto dai lisci capelli di Wufei si appiattì fino a sembrare un alieno, il flauto di Trowa d’un tratto le parve un trombone, il nasino di Relena si tramutò in una proboscide, Lady Une e il tenente Noin presero a somigliare ai nanetti della storia che la principessa le aveva letto la sera precedente, mentre il maggiordomo … Beh, quello era già buffo di suo e le palline non riuscirono a fare alcuna magia su di lui.
I suoi sensi erano accarezzati da mille e più stimoli piacevoli e la cosa la rassicurò, poiché, sebbene il rosso fosse presente in gran quantità sia nella sala da pranzo che nel resto del palazzo, era affiancato da un numero indefinito di tinte e sfumature che le rendevano l’impatto meno duro rispetto a quanto si era aspettata.
Allora, qual era il vero colore del Natale?
 Una figura si palesò alle sue spalle e fu curiosa di sapere chi fosse e, soprattutto, che aspetto le avrebbe conferito la magia delle palline.
Scelse una sfera argentata, dalla superficie liscia e ci guardò dentro.
La persona alle sue spalle si avvicinò di qualche passo, fino a giungere in prossimità dell’albero.
La pallina le propose il riflesso di un ciuffo lungo a ricoprire la fronte, una postura rigida e le labbra che si tesero in un fugace guizzo verso l’alto solo quando Relena attirò la sua attenzione.
Gli occhi freddi e brillanti incrociarono i suoi nello specchio della pallina.

Heero Yui …

Mariemaia sorrise.
Adesso lo sapeva …

Il colore del Natale era il blue di Prussia.
 
  
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