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Autore: Arya Tata Montrose    22/12/2013    4 recensioni
I suoi passi risuonavano veloci nel silenzio della notte sul ciottolato delle strade deserte. Nella sua testa vi era posto per una sola destinazione: quella via e quella panchina.
Come ogni notte, del resto.
Quando si accorse di essere giunta a destinazione si fermò e alzò lo sguardo.
La Luna piena sullo sfondo blu inteso e scuro del cielo, non una stella a rubarle la scena.
Quello era il terzo anniversario del tradimento di Konoha da parte di Sua. Erano passati tre anni – trentasei mesi e millenovantacinque giorni – da quando l’aveva lasciata sola.
§§§
Salve gente. Ho scritto questa cosina per il compleanno della mia Imo-chan.
Ovviamente è una SasuSaku.
Spero vi piaccia.
Tata
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I muri cadono.
 
 Dedicata a tutte coloro che ancora cedono in loro e nel loro lieto fine.
Dedicata a chi non si lascia scoraggiare dagli eventi, a chi ama ancora.
Dedicata a Kucchan_, la mia Imo-chan.
Ma soprattutto dedicata a Sasuke e Sakura.
 
 
 
I suoi passi risuonavano veloci nel silenzio della notte sul ciottolato delle strade deserte. Nella sua testa vi era posto per una sola destinazione: quella via e quella panchina.
Come ogni notte, del resto. 
Quando si accorse di essere giunta a destinazione si fermò e alzò lo sguardo.
La Luna piena sullo sfondo blu inteso e scuro del cielo, non una stella a rubarle la scena.
 “ È il 22 dicembre, “ricordò la ragazza, “ed è tutto come allora.”
Quello era il terzo anniversario del tradimento di Konoha da parte Sua. Erano passati tre anni – trentasei mesi e millenovantacinque giorni – da quando l’aveva lasciata sola.
Ed ora tutto le riportava alla mente la fatidica notte in cui la sua anima aveva seguito Lui.
La ragazza osservava ogni particolare con occhi pieni di nostalgia mentre ricollegava ciò che la circondava a quel momento: la Luna, la strada, la panchina, il Suo respiro sulla sua pelle.
Interruppe la contemplazione quando sentì le gambe cederle a causa del ricordo, del dolore del ricordo.
Si sedette sulla panchina che oramai considerava sua - perché era proprio su quella panchina che erano avvenute delle svolte importanti nella sua vita e quella notte era solo l’ultima di una lunga serie - e osservò ancora intorno a sé.
Scorse un’ombra che appena si accorse di essere stata vista si sottrasse alla sua vista nella fitta boscaglia che circondava la strada.
Fu allora che Sakura cominciò a piangere. Piangere lacrime amare di solitudine e d’amore ripensando all’eterea figura che in quei tre anni aveva cercato di seguire e riportare tra le sue braccia, consapevole però che non avrebbe mai raggiunto il suo cuore.  Lei sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto scalfire quella corazza d’odio che aveva costruito interno a se e che lo stava portando all’oblio.
 
- Sakura.- .
 
Ecco, ancora s’immaginava la sua voce che accarezzava il suo nome in un sospiro.
 
- La solita stupida.- si rimproverò in un sussurro.
- Noiosa.- fu anche questo un sussurro, ma Sakura non se lo lasciò sfuggire e gli occhi, prima tristi e dolorati, le si riempirono di speranza e un sorriso le si dipinse sulle labbra.
-Sasuke.- lo chiamò.
 
Scese dall’albero su cui si era nascosto e la osservò, sostituendo la nuova immagine di lei ai lineamenti della ragazzina che aveva conosciuto. Era davvero cambiata, Sakura, era una donna ora: le curve un po’ più accentuate e il volto più maturo che ancora conservava quegli occhi, -così luminosi, così vivi- della ragazzina che era stata.
 
Non sapeva però cominciare un dialogo. Era sempre stata lei a cominciare.
 
- Ci sei mancato... –
 
Come allora anche quella volta.
 
- Lo so.-
- Mi sei mancato. Tanto.-
- Lo so.-
 
“Già,” pensò lei, “sapeva sempre tutto di me, quando eravamo piccoli”.
Si alzò dalla panchina e portò gli occhi all’altezza dei suoi.
- Sai anche che ti amo.- affermò lei, sicura.
- Sì.-.
 
Era sorpreso. Pensava che dopo tutto ciò che aveva fatto lei l’avrebbe odiato, ma infondo un po’ se lo aspettava. Era cresciuta ma i suoi occhi erano - ancora, sempre- un libro aperto per lui.
 
- Sono un libro aperto, vero?-.
-Sì. Non sei cambiata.-
- Lo so.-
 
Ecco, aveva abbattuto il primo muro. Quando lo si lasciava senza parole era un muro che lasciava accesso al suo cuore.
 
- Ti amo.- scandì ancora. Stavolta seria, senza lacrime, ma con una luce negli occhi che diceva che era tutto vero, radicato nel più profondo della sua anima.
 
Effetto domino. I muri erano caduti, uno dopo l’altro con un semplice movimento di aria.
 
- Anch’io.-
 
E l’attirò a sé, veloce, facendo congiungere le loro labbra in un tocco gentile e delicato quanto deciso.
 
 
Una stella solitaria apparve nel manto del cielo, unica testimone, insieme alla luna, di quell’amore così forte da essere cresciuto nell’odio.
 
E fu così che i muri dell’odio caddero, uno dopo l’altro, lasciandolo libero di amare.
 
 
 
Angolo autrice pazza.
Salve popolo di EFP.
Volevo dire che la data è inventata da me, per dare un senso alla dedica. Non ho idea di che giorno e mese fosse nel manga.
Allora, oggi è il compleanno della mia carissima Imoto-chan Kucchan_ , a cui dedico questa fic. Spero che questo mio piccolo regalo possa piacere a lei e a tutti voi, anime buone e caritatevoli che mi seguite.
Buon compleanno Imo-chan e buon Natale a tutti.
Tata-chan
 
 
 
 
 
 
   
 
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