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Autore: milly92    22/12/2013    3 recensioni
Stanchi delle solite storie in cui un'alunna e un professore si amano e riescono ad essere felici superando mille ostacoli? Allora questa storia fa per voi, visto che il professore in questione non sa nemmeno che la ragazza con cui ha a che fare sia una sua alunna e non ha per nulla intenzioni "serie"...
"Mi... Mi stai incoraggiando a...".
"Ad uscirci, sì".
Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".
"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.
"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".
Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perchè, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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La Famiglia Inverno


29 Dicembre 2012

La musica in sottofondo diffondeva le note di una canzone natalizia, nonostante Natale fosse passato, ed io, Lisa e alcune mie cugine ce ne stavamo in un bar, sedute quasi una addosso all'altra a causa di alcuni ragazzi che si erano aggiunti dopo il nostro arrivo.
Erano amici di Chiara, e, da quel che potevo immaginare, tutti erano usciti con lei almeno una volta.
"Avete stilato la lista dei buoni propositi per il nuovo anno?" domandò Lisa, dopo aver bevuto un sorso del suo Mojito.
"Fare una lista del genere è da perdenti!" la rimbeccò Chiara, approfittando del poco spazio per gettarsi ancora di più addosso al più alto dei ragazzi, un tale Christian.
"E perchè mai?" chiesi.
"Perchè la vita si vive senza progetti, cogliendo mano a mano le opportunità che ti offre...".
"Ecco perchè sei parcheggiata all'università da quasi otto anni! Aspetti di cogliere un'opportunità per laurearti, vero?" la prese in giro Christian, facendo ridere quasi tutti, mia cugina Alice in primis visto che non aveva buoni rapporti con l'oggetto della battuta.
"No, sono all'università da otto anni perchè non mi prendo mai un esame se non con il massimo e...".
"Ma se fai massimo due esami all'anno e mi prendi in giro quando prendo trenta!" sbottò Alice. "Dillo che ti piace perdere tempo dietro al tuo blog di moda e falla finita, sii onesta con te stessa!".
"Ragazze, calma! Ognuno ha la sua vita e la gestisce come vuole" m'intromisi, sapendo che quelle due avrebbero finito con il picchiarsi visti alcuni diverbi avuti in passato.
"Senti chi parla! "Miss mi laureo entro novembre"! Sei patetica, vai in giro a vantarti di essere una grande intellettuale e poi non sai tenerti un uomo! La vita non si può imparare dai libri!" mi urlò contro Chiara, con un tono canzonatorio che mi ferì profondamente.
"Beh, non mi sembra che tu sia più brava di me visto che quelli con cui esci non ti richiamano più" risposi a tono.
"Come osi...".
"Ehi, Lena, io con te ci uscirei volentieri, dammi il tuo numero!" l'interruppe Christian, scrollandosela di dosso e sorridendomi con aria divertita, come se fosse un gioco.
Chiara sgranò gli occhi, colpita e stupita, mentre io, sorpresa, mi limitai a fare un sorriso di vittoria.

*°*°*°
Il giorno dopo l'ultima chiacchierata con Leo, mi ritrovo a Caserta dopo circa due mesi, con un eccitato Dario che si guarda intorno come un bambino.
“Non ero mai stato qui, sai?” confessa, mentre il rumore delle rotelle dei nostri trolley fa da sottofondo alla conversazione.
“Beh, non ti sei perso molto, a parte la Reggia” rispondo, mentre attraversiamo la strada che conduce al condominio in cui abito, a circa duecento metri dalla stazione. “Comunque, ho detto io a papà di non venire a prenderci, abito così vicino che mi sembrava assurdo”.
“Ma figurati! Spero di essere simpatico alla tua famiglia” aggiunge, con un’evidente nota di preoccupazione nella voce.
“E perché non dovresti esserlo, scusa?”.
“Boh, sai, dicevo così…”.
Ormai vicini al portone d’ingresso del condominio, premo il pulsante del citofono, anche se il mio gesto si rivela inutile visto che la porta si apre all’improvviso, rivelando una chioma ramata perfettamente boccolosa e un sedere spiaccicato in una gonna a tubino grigia.
“Chiara” dico quindi, cercando di trattenere un sospiro, mentre il mio amico sembra confuso.
Mia cugina si volta e, vedendomi, fa una faccia falsamente sorpresa e mi sorride. “Lena, tesoro, ciao!”.
Sono abituata ai suoi sorrisi non proprio sinceri, visto che purtroppo abitiamo nello stesso condominio grazie a mio nonno paterno che regalò due appartamenti vicini ai suoi due figli maschi.
Noto che ha tra le mani un bouquet di rose e la sua tesi di laurea, per cui la fisso senza capire, sentendo di essermi persa qualche pezzo.
“Mi sono persa qualcosa? Ti sei già laureata?” domando quindi.
“Ma no, no, sciocchina, sto solo facendo una serie di scatti per il mio blog! I miei followers vogliono vedere il mio outfit per l’evento e temo che quel giorno non verrò bene a causa dell’ansia e dell’emozione, quindi sto facendo una serie di prove!”.
Mentre parla, suo fratello emerge dall’ingresso del condominio, con in mano la sua Canon ultimo modello e un’aria scocciata. “Ciao, Lena!” esclama.
“Ciao, Massimo! Come va?”.
“Diciamo… ‘Sta scema non ha voluto usare l’autoscatto come al solito…”.
“… Ma che dici, scemo!”.
“Così devo perdere tempo a causa sua, quando domani ho pure l’interrogazione di latino!”.
Massimo è uno dei miei cugini più simpatici - mi chiedo come possa essere geneticamente legato a Chiara-, ha diciotto anni e frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico, proprio come mio fratello Daniele.
Ironia della sorte, frequentano anche loro il Manzoni, che ospita il liceo classico, scientifico, pedagogico e linguistico, quindi da domani dovrò vederli spesso nei corridoi, e sarà strano visto che invece che una studentessa ricoprirò il ruolo di una tirocinante.
“Studi dopo, c’è tempo!” sbotta Chiara. Poi, notando Dario, gli sorride e gli porge la mano, ovviamente perfettamente smaltata e adornata con mille anelli.
“Tu devi essere l’amico di Lena, vero?”.
“Sì, sono Dario, piacere” risponde lui, rispondendo alla stretta.
“Io sono Chiara, ma di sicuro lo sai già”.
Cercando di non ridere, visto che Dario sembra un bel po’ confuso e spiazzato dalla grandezza dell'ego di mia cugina, mi volto verso Massimo. “Dai, dopo vai a studiare così mi farai fare bella figura con i tuoi prof e mi vanterò di avere un cugino super studioso”.
“Se questa scema mi lasciasse libero…” sbotta lui, lanciando un’occhiataccia alla sorella che, contro le mie previsioni, invece di inveirgli contro, gli toglie la macchina fotografica dalle mani e guarda Dario nello stesso modo in cui un leone farebbe con una gazzella.
“Penso avrai tempo da perdere visto che inizierai domani il tirocinio. Perché non mi fai da fotografo?” domanda, imitando un sorriso mieloso e uno sguardo da cerbiatta.
“Oh, beh, io dovrei sistemare le mie cose, salutare i genitori di Lena e ringraziarli per l'ospitlità, sai” risponde lui, in difficoltà.
“E vai, ti ci vorranno cinque minuti! Ti aspetto qui, così mi sistemo il rossetto. Contento? Vai a studià, Cicerone!” sbotta, rivolta verso Massimo.
“Mi dispiace” dice quest’ultimo, diretto verso Dario, per poi andarsene.
Il mio amico, dal canto suo, non proferisce verbo, alquanto intimidito dalla sicurezza di Chiara.
“Bene, allora andiamo, dai…” borbotto, dicendomi che il mio ritorno a casa sia già stato abbastanza movimentato ancor prima di mettere piede nell’ingresso.
Qualcuno definirebbe la famiglia Inverno aperta, divertente e socievole, se non fosse per me: spesso, da piccola, credevo di essere stata adottata perché mi sentivo diversa dai miei familiari, che erano in grado di fare amicizia con chiunque nel giro di pochi secondi.
Mia madre, Stefania, è una chiacchierona instancabile; mio padre, Antonio, è un simpaticone di prim’ordine; mio fratello, Daniele, è il ragazzo più popolare della sua scuola e ha un gruppo di amici che comprende una trentina di persone.
E poi ci sono io, la figlia tranquilla che ha pochi amici stretti e che preferisce una serata in pigiama con pop corn e pizza davanti alla tv piuttosto che uscire a fare baldoria chissà dove. Deve essere per questo che i miei mi hanno consentito di prendere casa a Napoli: “Nostra figlia è troppo riservata e pigra per fare qualcosa di assurdo come ubriacarsi e farsi mettere incinta senza che la sorvegliamo”, devono aver pensato tre anni fa.
Appena suono il campanello, mia madre apre la porta e ci sorride con un felice: “Ciao!”.
“Ehi, mà! Ciao!” esclamo, abbracciandola. “Lui è Dario” aggiungo, entrando e facendogli cenno di seguirmi.
“Ciao, piacere di conoscerti, sono Stefania!” risponde mia madre, porgendogli la mano.
“Piacere di conoscerla, signora! Devo dire che mi sembra di stare davanti a una Lena con venti anni in più” risponde il mio amico, sorridendole.
“In realtà ne sono ventisei, ma lo prendo come un complimento!” ridacchia mia madre, afferrando il suo trolley senza troppe cerimonie.
“Certo che lo era”.
“Wow, sei qui da dieci minuti e hai già fatto colpo su mia cugina e mia madre, complimenti” ridacchio, dandogli una pacca sulla spalla.
“Cosa, cosa? Hai conosciuto Chiara?” s’intromette mamma.
“Sì, e lei gli ha chiesto di scattarle delle foto per il suo blog” dico.
“Attenzione, Dario, che poi non te la scrolli più di dosso”.
“Ma cosa avrei dovuto dirle? Ha deciso lei per me”. Dario sembra imbarazzato, e la cosa evidentemente diverte mia madre, che lo conduce nella sua stanza.
“Spero ti troverai bene, qui”.
“Ne sono sicuro, grazie per l’ospitalità, signora Inverno”.
“Chiamami Stefania, mi fai sentire vecchia!”.
“Oh, ok”.
Vedere mia madre e il mio migliore amico insieme è strano, perché ognuno di loro rappresenta uno dei mondi in cui vivo, ed ora, grazie a questo evento, sembrano essersi fusi.
“Maaaà, dove hai messo il mio cappello grigio?”.
Disinvolto e bello come sempre, in jeans e felpa grigia un po’ grande per la sua taglia, mio fratello entra nella stanza, per poi squadrare Dario.
“Ehi, Bro!” esclamo, avvicinandomi e lasciandogli un bacio rapidissimo sulla guancia, visto che quando si tratta di me, Daniele sembra tornare all’asilo e alla fase “Le femmine? Che schifo!”.
“Guarda chi c’è, che palle, sei ancora viva! E io che volevo fondere le nostre camere e crearmi un monolocale tutto mio…” risponde lui, falsamente seccato.
“Sei sempre lo stesso, eh? Tanto lo so che ti manco tanto!”.
“Mi manchi solo quando non capisco i compiti di inglese e non ci sei per farli al posto mio” risponde, dandomi una pacca sulla spalla.
“Idiota! Comunque lui è Dario…”.
“Ciao, piacere!” dice il mio amico.
“Piacere! Ma come fai a sopportare questa cozza?”.
Dario ride, seguito da mamma, ed io incrocio le braccia, falsamente arrabbiata. “Bene, visto che sono una cozza non ti darò il cd di Eminem che mi avevi chiesto di prenderti”.
“Tanto me lo prendo stasera!”.
“Ehi, ehi, che succede qui?”.
Mio padre è appena entrato nella stanza ed io, in perfetto stile cocca-di-papà, corro ad abbracciarlo.
“Babbo, ciao!”.
“Lena!”.
“Papà, lui è Dario”.
“Piacere di conoscerti, Dario! Lena ci ha parlato tanto di te”.
“Il piacere è mio, signor Inverno, grazie mille per l’ospitalità” risponde Dario, sorridendo seppur in un modo un po’ intimorito.
“Ci manca avere gli amici di Lena in giro per casa, da quando va all’università” dice papà.
“Che dite, vi preparo qualcosa? Sarete affamati, dopo il viaggio” si intromette mamma.
“Ma il viaggio è durato solo mezz’ora, mamma…”.
“Zitta, tu, Dario ha fame, vero?”.
Lui mi guarda, senza sapere cosa dire, perché di sicuro, come me, non ha fame visto che abbiamo pranzato poco prima di metterci in viaggio.
“Dario, preparati ad ingrassare, mia madre non ti farà lasciare la tavola prima di averti fatto ingerire migliaia di calorie! Non a caso sono dimagrita quando mi sono trasferita” ironizzo, facendolo ridacchiare.
“Bene, allora venite in cucina!”.
“Io però ora esco, mà, dimmi dove sta il cappello grigio…” dice Daniele.
Nel giro di pochi istanti, ho la conferma di essere sul serio a casa: mia madre che sbraita contro il disordine di mio fratello, mio padre che si siede vicino a me in cucina e mi chiede dell’università, del lavoro e delle ultime novità… E poi c’è lui, Dario, la new entry che ci guarda tra l’attonito e il divertito, chiedendosi, evidentemente, cosa lo aspetterà in queste settimane in cui vivrà con noi.
Quando mamma entra nella stanza, subito si dà da fare per preparare il caffè, mettere in tavola patatine e stuzzichini vari e fare un panino per il nuovo arrivato.
Nel frattempo, qualcuno suona alla porta, così papà si alza per aprire e per poi tornare, ovviamente, con una Chiara alquanto infastidita alle calcagna.
“Ciao, zia. Dario, ti sto aspettando da venti minuti!” esclama, alquanto indignata, con il rumore dei tacchi che conferma il suo stato d'animo.
“Chiara, Dario è appena arrivato, lascialo riposare…” s’intromette mamma, cauta ma decisa, ricevendo una smorfia di disappunto come risposta.
“Ehm, Chiara, scusami, ma…”.
“Ti bastava dire di no, Dario” lo interrompe lei.
Papà guarda la scena senza capire, chiedendosi, evidentemente, che nesso ci sia tra mia cugina e il mio amico.
“Chiara, sono sicura che verrai benissimo nelle foto il giorno della laurea” cerco di rassicurarla, pensando, tuttavia, che la sua mania riguardo le foto sia assurda.
“Ah sì? Con l’ansia, lo stress, tutti che mi guardano?”.
- Come se ti dispiacesse – borbotta la vocina nella mia testa.
“Beh…”.
“Fa niente, le farò a casa con l’autoscatto, ciao”.
“Chiara, dai, perché non ti fermi qui con noi?”. Mamma, come al solito, cerca di sistemare tutto, ma, questa volta, senza alcun esito perché mia cugina si congeda senza dire altro, alquanto offesa e arrabbiata.
“Fatemi capire, Dario doveva scattarle le foto per quel blog di moda?” chiede papà, dopo averla accompagnata alla porta.
Annuiamo, e lui ride. “Sappi che noi siamo normali, Chiara è l’unica eccezione in famiglia” dice, facendo ridere il mio amico.
“Allora, tutto bene?”.
Papà e Dario hanno scoperto di amare entrambi i film della saga di Rocky, così stanno vedendo il primo nel soggiorno, con l’intenzione di vederne uno al giorno, mentre io e mamma ci stiamo occupando della cena, finalmente da sole dopo mesi e mesi.
- Sì, mamma, va tutto a meraviglia. Ho fatto sesso con un professore, e anche con Matteo, solo che ora abbiamo chiuso definitivamente…- dice la vocina nella mia testa, che scaccio come al solito.
“Tutto bene… Sto aspettando i risultati della prova di letteratura inglese III, sto continuando a lavorare per la tesi e…”.
“Lena, lo so che la vita universitaria va bene. Mi riferivo al resto. Stai con Dario?” chiede a bruciapelo, squadrandomi con i suoi bellissimi occhi verdi che, purtroppo, non ho ereditato.
“Cosa?!”. Quasi mi taglio mentre sto affettando una melanzana, e la fisso, stralunata. “No! Siamo amici, come sempre”.
“Sicuro? Non direi nulla, cioè, anzi, è un bravo ragazzo, mi piace!” continua imperterrita lei.
“No, mamma. Siamo amici. E poi al momento voglio stare in pace…”.
“Ma come, non penserai ancora a Matteo! E passato un anno, devi andare avanti, guardarti intorno…”.
“Ci ho provato, mamma, ma il problema era che non avevo chiuso definitivamente con lui dal momento in cui non avevo saputo perché mi aveva lasciato. Solo pochi giorni fa ho saputo che mi aveva tradito con la ragazza che ora ha lasciato… Ed ora ho capito di dover andare avanti, avanti sul serio” spiego.
“Oh. Non è mai piaciuto quel ragazzo, era solo bello, non aveva nulla, non mi trasmetteva nulla” dice mamma, indignata per la recente scoperta.
Annuisco, per poi tornare a dedicarmi alla melanzana con una minuziosità maggiore del solito, e lei comprende che non voglio parlarne più.
In un certo senso, mi sembra di essere tornata indietro di qualche anno, quando mi insegnava a cucinare qualcosa con, purtroppo, scarso esito, e ci perdevamo in lunghe chiacchierate che riguardavano gli argomenti più disparati.
Devo riconoscere che mia madre è sempre stata una sorta di migliore amica per me, perchè non è una di quelle donne che hanno una visione del mondo antiquata e piuttosto rigida, anzi: spesso, per prenderla in giro, dico che io sembro la mamma e lei la figlia.
Abbiamo passato anni a vedere "Una mamma per amica", a ridere per le follie delle protagoniste e per i loro dialoghi assurdamente lunghi, rapidi e un po' frivoli, e lei mi diceva che ero la sua Rory.
"Sono sicura che saprai farti valere come lei, un giorno. Anzi, sappi che non ho bisogno di un'università come Yale per essere fiera di te" mi disse a tal proposito, qualche giorno prima del mio diciottesimo compleanno.
Furono le parole più belle che mi avesse mai detto, e, spesso, tendo a ricordarle nei momenti più difficili.
Ho appena finito di indossare il pigiama che la voce di Dario mi chiede se può entrare, dopo aver bussato alla porta.
"Sì, entra pure" rispondo, mentre sto chiudendo l'armadio.
Mi viene da sorridere nel vederlo con addosso un pigiama blu e bianco, e, notandomi, mi guarda in un modo interrogativo.
"E' la prima volta che ti vedo con il pigiama, al posto dei tuoi pantaloncini e magliette improponibili" spiego, scrollando le spalle.
"Sono ospite dei tuoi, non posso girare per casa come un selvaggio" spiega. "Tra l'altro, vedendo che stavo entrando in camera tua, tuo padre mi ha minacciosamente detto: "Sono le undici, eh". Ho avuto paura" ammette, per poi ridacchiare e scaturendo in me la stessa reazione.
"Beh, sei il primo ragazzo che entra qui. Lo sai che non ho mai avuto amici maschi e non ho mai osato portare un ragazzo a casa".
Annuisce, comprensivo. "Comunque... Chiara mi ha aggiunto su facebook" dice.
"Non avevo dubbi" ribatto.
"E mi ha contattato... Mi ha invitato per un caffè, domani pomeriggio" spiega lentamente, torturando il cellulare che ha in mano.
"Ci andrai?" chiedo, sforzandomi di risultare neutrale.
"Io... Ho detto che non lo so, che non so se sarò libero a causa del tirocinio" ammette.
"Ma sai che lavoreremo solo la mattina" obietto, senza capire.
"Lo so, ma... Lena, cioè, è tua cugina, e non mi è sembrata proprio simpatica, onestamente. Poi ha tipo cinque anni in più a me e...".
Lo blocco, parandomi una mano davanti, e lui si zittisce all'improvviso.
"Chiara è fatta così, sente il bisogno patologico di avere qualsiasi ragazzo che la circonda ai suoi piedi. In più, non ha mai digerito che uno con cui si frequentava anni fa mi avesse invitato a uscire durante le vacanze di Natale, quest'anno, quindi penso che uscire con te sia la soluzione ad entrambi i casi. Se vuoi, vacci pure, tanto non ti si incollerà, fidati, lei cerca una storia seria con uno ricco che le consentirà di fare shopping trecentosessantacinque giorni all'anno...".
Dario esita, deglutisce e si aggiusta gli occhiali sul naso, per poi guardarmi con decisione.
"Non ci andrò, te l'ho detto, non mi sembra proprio simpatica" mormora.
"Lo sai che probabilmente farà sesso con te se accetti, vero?" chiedo.
"Perchè dovrei voler far sesso con una che non mi interessa?".
"Ma dai, l'hai fatto con la spagnola e...".
"Te lo ricordi, eh?" mi interrompe, probabilmente perchè è imbarazzato. "Senti, non ci uscirò e basta. Voglio vivere al cento per cento l'avventura del tirocinio, e mi basta che ci sia tu con me, senza cugine fashion blogger tra i piedi" sussurra, regalandomi uno dei suoi sorrisi più belli.
"Sono lusingata signor Boni" rispondo, sentendomi improvvisamente più serena, felice e spensierata.
Sono nella mia città natale con una delle persone più importanti della mia vita... Forse questa volta ce la farò ad affrontare il liceo senza problemi e le solite insicurezze, posso tornarci a testa alta e senza paura alcuna.
"Deve esserlo, signorina Inverno, è un privilegio, sa?" risponde lui, prima di stringermi a sè e accarezzarmi i capelli con la sua tipica dolcezza.
"Lo so. Ti voglio bene" gli dico nell'orecchio e, sorpresa, lo sento tremare per un istante, come se avesse la pelle d'oca.
"Te ne voglio anch'io..." sussurra in risposta, per poi baciarmi una guancia.
"Ragazzi, ha detto mamma... Oh".
Daniele se ne sta fermo sulla soglia della porta, per poi portarsi teatralmente le mani sugli occhi per coprirli. "Scusate, io... Cioè, Lena ha detto che eri solo un amico e...".
In effetti, la visione di noi che ce ne stiamo così stretti l'uno all'altra è un po' equivoca, così allontano Dario e mi alzo dal letto con uno scatto, con il viso che va a fuoco e gli occhi bassi.
"Infatti lo siamo, gli amici si abbracciano, no?" chiedo.
"Sì, certo... Guarda mi sta bene, Dario è simpatico, tifiamo pure per la stessa squadra, poi può portarmi allo stadio visto che è di Napoli" dice mio fratello, facendo  l'occhiolino al mio amico che se ne sta immobile, ancora scioccato e imbarazzato.
"Siamo amici, Daniele, ma puoi venire allo stadio con me quando vuoi".
Daniele scrolla le spalle, come se nulla fosse.
"Bene, sei un grande, Dà! Dai, ti credo, chi la vorrebbe quella cozza di mia sorella..." blatera, come se non fossi presente.
Tuttavia, non bado alle sue ciance, presa dalla scenetta a cui ha assistito.
"Comunque, dicevo, mamma ha preparato la cioccolata calda, venite in cucina" dice, per poi uscire.
Io e Dario ci guardiamo, ancora impacciati, così indosso le pantofole e prendo un bel respiro.
"Cioccolata calda dopo quella cena super abbondante! Ora capisci perchè ero un po' in sovrappeso?" borbotto, come se nulla fosse, ma, tuttavia, senza ricevere alcuna risposta mentre cambiamo stanza.
*°*°*
Here I am! :)
Quella che vi sta scrivendo è una Milly incasinatissima, che dovrebbe fare milioni di cose visto che negli ultimi giorni ha preferito dormire e uscire, cose che tra parentesi fa raramente a causa del suo voler sempre portare a termine tutto in tempo, e che quindi si consola con il solito "A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai" xD
Tralasciando le idiozie e la mia pazzia, che dire... E' iniziata la fase del tirocinio, abbiamo conosciuto Chiara e... Non so, lascio a voi i commenti, io mi diverto molto a scrivere di lei!
Le cose sono sempre più strane, ma in un modo "tacito", visti i caratteri di Lena e Dario.
Non so cos'altro dire se non augurarvi BUON NATALE e dirvi che tornerò la prossima settimana con l'ultimo capitolo prima della pausa di un mese e mezzo :)
Di solito non chiedo queste cose ma... Vi va di farmi sapere cosa ve ne sembra come regalo di Natale?xD
Auguri e Buone Feste!
milly92

  
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