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Autore: Pervinca95    22/12/2013    14 recensioni
Avete presente "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg? Ecco, immaginate qualcosa di vagamente simile in cui i protagonisti, però, sono due ragazzi del liceo e il cui unico sentimento capace di accomunarli è l'odio reciproco: David Trent e Sarah Anderson.
Il primo è il tipico bello e dannato, arrogante fino al punto giusto e indisponente oltre i limiti dell'immaginazione.
La seconda è una ragazza come tante, determinata e testarda, che non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno; al contempo, però, è anche sensibile e dolce, un'inguaribile romantica.
*REVISIONE E CORREZIONE IN CORSO- POSSIBILI AGGIUNTE*
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Dal capitolo tredici:
Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio-
Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.
- Vuoi scommettere?-
- Ci sto-
- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti-
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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Mille pensieri








È passato un altro giorno. Il vento freddo soffia sulla città facendo smuovere le foglie cadute a terra e lo sporco nei canaletti di scarico, o almeno questo è quello che immagino. 
Vorrei poter aprire quella porta, uscire e respirare una boccata d'aria fresca.
Vorrei poter sentire quell'aria entrarmi nei polmoni, riempirli e sorridere soddisfatta. Ma non posso. Non posso, relegata come sono in questa piccola casa.

Mi siedo sul vecchio divano sgualcito e consunto e rannicchio le gambe al petto per potermi tenere più al caldo. 
Rabbrividisco e sfrego le mani per poi portarmele davanti alla bocca ed alitarci contro. Se solo si potessero accendere i riscaldamenti... accidenti, non ne va una giusta.

- Hai freddo?- mi domanda Bim, seduto accanto a me.

Sorrido debolmente.- Un po'- 

- Ti riscaldo io- propone facendosi più vicino e circondandomi le spalle con un braccio. 

Inizialmente m'irrigidisco e percepisco lo sguardo di Trent posato su di me. Alzo la testa e punto gli occhi su David per constatare se sono pazza e mi sono immaginata tutto, oppure se la mia percezione è reale.
Ok, sono pazza ed ho immaginato tutto: il troglodita sta guardando il muro davanti a sé e tra le labbra stringe una sigaretta.

- Grazie Bim- sussurro appoggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.

- Non c'è di che principessa. È mio dovere aiutare una fanciulla in difficoltà. Del resto a Natale si è tutti più buoni- dice infine, facendomi corrugare la fronte.

- Non è Natale Bim, è Novembre- lo correggo guardandolo e sorridendogli.

Mi osserva confuso e poi si apre in un sorriso.- Ah davvero? Va be' comunque non importa, il concetto è quello- 

Ridacchio e ritorno con la testa sulla sua spalla. Il suo corpo è tiepido, non esattamente caldo, e inizialmente rabbrividisco per una seconda volta. 
Bim si avvicina ancora di più e posa la mano libera sulle mie per tentare di riscaldarle.

- Lo sapevi che esistono le coperte?- interviene una voce antipatica, odiosa e maleducata: Trent.

Apro gli occhi e lo guardo.- Lo sapevi che in questa casa non ce ne sono?- rispondo a tono, ripagandolo con la stessa moneta.

- Invece sì, ne ho prese due al supermercato- afferma facendo un'espressione altezzosa e di sfida.

Ecco, adesso avrei l'istinto di prendergli la testa e sbattergliela al muro ripetutamente fino a farne uscire qualcosa... sempre che ci sia qualcosa lì dentro, s'intende.

- Se tu non parli io non posso sapere le cose- ribatto acida e fulminandolo nel momento in cui mi lancia una coperta di pile addosso.

- Basta chiedere- replica incrociando le braccia al petto e sollevando il mento con fare provocatorio.

Mi scatta un sopracciglio in alto per un attacco di nervosismo incontrollabile e mi alzo in piedi arrivandogli davanti per fronteggiarlo.

- Se stai cercando di farmi incavolare ci stai riuscendo benissimo- sibilo riducendo gli occhi a due fessure.

Fa un sorrisetto divertito e un passo avanti accorciando le distanze tra noi.- L'avevo notato, e ti confesso che la cosa mi diverte parecchio- 

- Trovi gioia nel far esplodere il sistema nervoso ad una povera fanciulla indifesa?- domando guardandolo innocentemente ed indicandomi.

- No, alla povera fanciulla indifesa no. A te sì- puntualizza sempre più divertito dalla situazione.

- Ah e io cosa sarei? No sentiamo, sono curiosa di saperlo- 

Si porta un dito sotto il mento e sembra pensarci, poi torna con lo sguardo su di me e sorride sornione.- Una specie di belva assatanata- 

Il mio tic nervoso diventa sempre più incontrollabile e mi ritrovo a stringere le mani per evitare di prenderlo a pugni.- Tu invece sai cosa sei? Un mostro con corpo di animale e testa di...-

- Non si dicono parolacce- m'interrompe facendo di no con l'indice e sghignazzando.

- Non ho detto parolacce- sputo rabbiosa.

- Ma lo stavi per fare-

- Dettagli- 

Sorride divertito e scuote la testa.- Vuoi sempre avere l'ultima parola eh?-

- Sì, con te sì- affermo sicura e riducendo gli occhi a due fessure.

- Mi devo sentire privilegiato quindi?- domanda con un tono di scherno.

Scrollo le spalle e piego il labbro in giù.- Be' più che altro ti dovresti sentire onorato dato che spreco il mio prezioso fiato con te, ma vedila come ti pare- 

- Grazie vostra altezza per così tanta generosità... O forse dovrei dire bassezza?- conclude ponendosi un'altra volta il dito sotto il mento e ridacchiando.

Basta! Lo uccido! O ora o mai più! 
Sento le fiamme bruciare dentro i miei occhi, le mani che prudono e la rabbia che sale velocemente, a questo punto decido di agire: lo afferro per la maglietta e lo strattono poco gentilmente verso di me fino a far arrivare i nostri visi vicinissimi.

- Senti simpaticone che non sei altro, vuoi forse che ti spacchi la faccia? Basta chiedere- sibilo mostrando un sorriso inquietante persino per me.

Solleva un sopracciglio e ghigna sprezzante del pericolo a cui sta andando incontro.- Ho sbagliato, mi correggo, sei una belva assatanata e violenta- 

- Ti rendi conto che stai accorciando il tempo che ti divide dalla morte?- domando guardandolo come se fosse uno stupido... cosa che poi effettivamente è.

- Cosa sei una delle Parche? Magari quella che taglia il filo e decide quando far morire- 

- Allora qualcosa hai studiato anche tu, troglodita disturba-lezioni. Se sfoggi così le tue conoscenze mi emozioni però- dico prendendolo in giro e sorridendo soddisfatta.

Sorride e punta lo sguardo sulla mia mano che lo sta quasi per strangolare.- Ti sarei molto grato se tu lasciassi la mia maglietta, me la stai sgualcendo- Fa una pausa e poi torna a guardarmi con una strana luce maliziosa negli occhi.- O forse preferisci levarmela?- 

Sgrano gli occhi ed assumo un'espressione disgustata.- No grazie, preferirei amputarmi le mani piuttosto- dico lasciandolo andare e pulendomi le mani, come se il contatto con lui mi avesse sporcata.

Sghignazza alle mie spalle mentre io torno sul divano e mi siedo, imbottendomi come un fagottino dentro le coperte. 
Ne passo la metà a Bim che mi sorride e si avvicina per mettercisi sotto. Nello stesso istante Trent lancia l'altra coperta addosso a Bim e si piazza davanti a noi a braccia conserte.

- Voglio dormire, quindi dovete spostarvi di lì- se ne esce fuori coraggiosamente.

Bim, senza fare un minimo di protesta, si siede a terra e fa segno di ok al suo grande capo. Non capisco perché lo stimi tanto, è uno scemo patentato! Come fa a non notarlo?!
Io invece mi pianto lì e, anzi, mi distendo pure, trascinando la coperta con me.

Stranamente Trent non dice nulla e si siede sul divano. 
Perché non si lamenta, non cerca di spostarmi, non mi prende di peso e lancia per terra? È impazzito? O forse è stato intimorito dalla mia furia omicida di poco prima... probabile, chi non si sarebbe spaventato?

Alza la coperta e si stende accanto a me senza pronunciare la minima parola. 
Ok, c'è qualcosa che non va. Tutto ha un limite, e non posso tollerare quest'indifferenza.

Picchietto un dito sulla sua spalla e dopo poco comincio a strattonarlo con violenza per farlo girare dalla mia parte.

- Ehi un attimo! Fammi sistemare, non vedi che sto per cascare?- si lamenta facendo dei lenti movimenti per voltarsi. E finalmente arriva con la faccia ed il corpo davanti a me.- Cosa vuoi?- domanda scocciato ed annoiato.

- Perché non ti lamenti?- parto all'attacco, guardandolo incredula.

- Veramente mi sto lamentando- 

- No, ma non di quello- specifico muovendo una mano.- Io sono rimasta qui- gli faccio notare indicando con un dito il divano.

- E allora? Me ne ero accorto- 

- Ma sei scemo?-

- Direi di no, tu?- domanda improvvisamente divertito.

- Non è questo il punto- dico scuotendo la mano.- Io sono qui, e tu non dici nulla?- 

Alza gli occhi al cielo e sospira.- Mi fa fatica prenderti di peso e buttarti di sotto, quindi per stavolta ti permetterò di dormire sul divano con me. Tutto qua, non era difficile da capire- 

- Sei tu che sei difficile da capire- dico flebilmente, abbassando gli occhi sulla mia mano.

Cala il silenzio. L'unico rumore è provocato dal russare di Bim. Come ha fatto ad addormentarsi così velocemente?! Incredibile.

- Nemmeno tu sei facile- bisbiglia Trent, all'improvviso serio.

Alzo lo sguardo su di lui.- In che senso? Che sono complessata e piena di problemi?- domando senza rabbia o fastidio per la sua affermazione.

Sorride e si passa la lingua sulle labbra.- No, anche perché non sei né complessata né piena di problemi- dice, lasciandomi a dir poco stupita. 
Sbaglio o sta dicendo qualcosa di carino nei miei confronti? Miracolo!

- Trent ti avverto che se stai per farmi un complimento mi farai emozionare e potrebbe essere l'ultima cosa che sentirò tanto sarà forte il colpo al cuore- lo prendo in giro ridacchiando.

- Tranquilla, non ho intenzione di farti un complimento- mi rassicura con uno splendido sorriso stampato in faccia... Splendido?! Un decente sorriso volevo dire.

Mi metto una mano sul cuore e sospiro.- Avvertimi il giorno in cui me ne farai uno, potrei non reggere al colpo- ironizzo ridendo sommessamente, per non svegliare Bim.

Sghignazza e mi scosta un ciuffo di capelli caduto sul viso. Lo prende tra le dita e comincia a giocarci ammaliato, come se fosse ciò che di più bello abbia mai visto.
Mi perdo a guardare la sua espressione concentrata e non mi accorgo nemmeno che ha cominciato a tirarmi i capelli delicatamente.

- I tuoi capelli sono la seconda e ultima cosa che mi piace in te- asserisce ghignando.

- Perché ti piacciono?- domando incuriosita.

Tiene lo sguardo fisso sulla ciocca con la quale sta giocando e fa una smorfia con la bocca.- Non so, mi piace il loro colore e la loro morbidezza, come ti ricadono sulla schiena, e come te li sposti dal viso quando sei nervosa.- Sorride perso in qualche pensiero e si rigira la ciocca tra le dita.- E anche quando te li leghi nella treccia perché t'infastidiscono- 

Ammutolita. Ecco come sono rimasta: ammutolita. 
Sento solo il cuore battere freneticamente nel petto e rimbombare nelle orecchie. 

- E... perché è la seconda?- chiedo con la gola secca e inghiottendo un litro di saliva subito dopo.

- Perché c'è una cosa che mi piace ancora di più, o meglio, due cose- risponde, come se fosse un'ovvietà e io fossi scema a non arrivarci. 

- E cioè?- Deglutisco un blocco di saliva che sembra essersi solidificato ed attendo impaziente.

Porta lo sguardo su di me e tace per vari secondi, facendo salire la mia curiosità alle stelle.
Ma dico io, si diverte a farmi patire in quest...

- I tuoi occhi- spara all'improvviso, interrompendo il corso dei miei pensieri.- Sono... sembrano pezzi di cielo- Fa una pausa e s'inumidisce le labbra.- Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima, non ci ho mai creduto, ho sempre avuto delle convinzioni solide e inespugnabili però... be' quando guardo i tuoi è come se queste convinzioni si sgretolassero. Quando menti, quando dici di stare bene, quando qualcosa ti dà noia o t'infastidisce, in tutti questi casi riesco a capirlo guardandoti in quelle specie di gocce d'acqua- conclude indicando con il mento i miei occhi.

Come fa a dire certe cose così facilmente? Cioè, a me si è fermato il cuore nel momento in cui ha detto che i miei occhi sembrano pezzi di cielo e lui non pare nemmeno essersi accorto della portata di ciò che ha detto.
Riesce a spiazzarmi e stupirmi ogni volta. Ed è l'unico ad esserne in grado. Perché?! 

Sbatto le palpebre più volte e velocemente ed abbasso lo sguardo imbarazzata. "Pezzi di cielo e gocce d'acqua" li ha chiamati. Sa essere anche poetico quando vuole, e questo aspetto di lui fa galoppare il mio cuore innaturalmente. Accidenti! Perché non riesco a regolarizzarlo?! Ci mancava il cuore impazzito ora!

- Non ti chiedo cosa ti piace in me perché mi rendo conto che sia impossibile non amare tutto- scherza indicandosi e facendo una faccia come dire "lo so, lo so, è difficile".

Ridacchio divertita e sospiro puntando gli occhi nei suoi.- In realtà ci sono delle cose che mi piacciono di te- confesso portandomi le mani sotto la guancia.

- La cosa non mi sorprende, è naturale- si vanta sghignazzando.

- Dicevo sul serio- affermo ridendo.

- Anche io- ribatte scrollando le spalle.

- Ok, allora non te le dico- concludo voltandomi e dandogli le spalle. 

Cala il silenzio e dopo poco avverto un suo braccio intorno al mio fianco. Sorrido, non so per quale astruso motivo, e volto la testa verso di lui.

- Che vuoi?- domando cercando di mantenere un'espressione arrabbiata... cosa che non mi riesce a giudicare dal suo sorriso divertito.

- Ormai mi hai incuriosito, me lo devi dire- 

- No- 

- Sì- 

- No- 

- Sì- 

- No sempre una volta in più di te. Ho vinto- constato mostrando un sorriso a trentadue denti vittorioso.

Inizialmente sembra stordito da ciò che ho detto, poi si riprende ed aumenta la presa intorno al mio fianco.- Vuoi costringermi ad usare la forza?- minaccia credendo di intimorirmi.

Gli rido bellamente in faccia e concludo con una linguaccia degna di Oscar.- Non uscirà una parola da questa bocca- affermo convinta ed indicandomi le labbra con un dito.- Adesso sei pregato di farmi dormire, grazie- 

Torno a dargli le spalle e ridacchio sommessamente. 
Ti ho fregato Trent! Piglia e porta a casa! Ho vinto io stavolta...

- Nemmeno un piccolo bacio della buonanotte?- chiede all'improvviso, spiazzandomi e facendomi sgranare gli occhi.

Con degli scatti lenti e quasi meccanici volto la testa per guardarlo nuovamente. Sta scherzando vero? Non me l'ha chiesto sul serio...
No, ha detto sul serio a giudicare dal suo sguardo... profondo, ipnotico, stranamente concentrato e non di scherno.

- Perché? Da quando in qua hai bisogno del bacio della buonanotte?- domando cercando di mascherare l'imbarazzo con dell'ironia.

- Da sempre, solo che tu non me lo dai mai- si lamenta mettendo su il broncio. 

- Ci sarà un motivo se non te lo dò- 

- E quale?- 

- Non te lo meriti e non sono cose che si dovrebbero chiedere- rispondo piccata. 

Fa uno strano sorriso malizioso e divertito e fa scorrere la mano sulla mia pancia, bloccandomi il respiro.- Quindi d'ora in poi non te lo dovrò mai più chiedere?- 

- Esatto, sei pregato di non...- Non termino la frase che all'improvviso, senza nemmeno capire come possa essere successo, mi ritrovo con la sua bocca sulla mia.

Mi bacia delicatamente, lambendo le mie labbra e toccandole appena con le sue. Si ritrae leggermente per spostare la testa di lato e ricomincia con la sua lenta e dolce tortura, facendomi irrimediabilmente staccare il cervello e rispondere al bacio. 
Mi stendo a pancia in su e nello stesso istante si posiziona sopra di me, permettendo al suo petto di sfiorare il mio e alle sue gambe di chiudere le mie in una gabbia mortale.
Sento che il cuore tra pochi secondi smetterà di battere e mi scoppierà dentro al petto. Dire che sta correndo furiosamente è un puro eufemismo.

Una sua mano corre al mio viso e prende ad accarezzare delicatamente la mia guancia, scostando di tanto in tanto dei capelli che intralciano il suo percorso. 
Le mie mani s'intrecciano tra i suoi capelli, cominciando a giocarci, e sollevo la testa per avvicinarla alla sua. Fa scorrere la mano dal mio viso lungo tutto il braccio fino a stringerla intorno al mio polso e, a questo punto, approfondisce il bacio prendendo a leccare lentamente le mie labbra, senza però mai chiedere completo accesso alla mia bocca.

Si può impazzire tanto per un bacio e volerne sempre di più? Arrivata a questo punto credo proprio di sì. Ma... accidenti lui è David Trent! Non stiamo parlando del mio amico d'infanzia, stiamo parlando del mio nemico d'infanzia. Va be', non proprio d'infanzia, ma comunque sia degli ultimi quattro anni. 
Non ci capisco più nulla, è tutto così... confuso, strano, fuori dal normale. Oramai non riesco più a basarmi su niente di logico e razionale.

Mi allontano per riprendere fiato ed apro gli occhi. 
I suoi mi stanno osservando, anzi, mi correggo, mi stanno scandagliando l'anima. Sembra che non si soffermino solo a guardarmi, ma che vadano più in profondità riuscendo a toccare le corde del mio animo e a tramutare in musica i miei pensieri più nascosti.

- Buonanotte- sussurra riposando le sue labbra sulle mie per un ultimo delicato bacio.

- Buonanotte- bisbiglio guardandolo come ipnotizzata. 

Ricambia il mio sguardo per qualche secondo, poi sorride ed appoggia completamente il suo corpo sul mio, reggendosi con gli avambracci, adagiati ai lati del mio viso, per non schiacciarmi sotto il suo peso.- Che c'è?- domanda divertito.

Scuoto la testa in senso di diniego ed arriccio istintivamente il naso.- Nulla- 

- Stai mentendo- se ne esce fuori, trapassandomi con lo sguardo.

- Non è vero- ribatto innervosita.

- Sì invece- insiste convinto.- Hai arricciato il naso e distolto lo sguardo, segni inequivocabili che hai mentito e stai continuando a farlo- 

Rimango spiazzata ed annaspo alla ricerca di una risposta soddisfacente. Ma non mi viene in mente nemmeno uno straccio di parola e così mi ritrovo a sospirare stancamente e ad abbassare gli occhi.

- Non...- comincio, prendendo a giocare con il colletto della sua maglietta.- Non... non ci capisco più niente- 

- Cosa non capisci?- domanda con un tono di voce serio ed attento, privo di alcuna traccia di scherno o d'ironia.

Mi mordo il labbro inferiore e stritolo il colletto.- Non capisco te, non capisco cosa sta succedendo e non capisco perché continui a baciarmi come se fosse una cosa naturale- confesso alzando lo sguardo sui suoi occhi.

Sorride divertito.- E non lo è invece?- 

- No che non lo è!- dico spalancando gli occhi e scuotendo la testa.- David, io e te ci siamo sempre disprezzati, siamo come il diavolo e l'acqua santa, tu poi hai sempre detto che ti avrebbe fatto impressione anche solo toccarmi, adesso... insomma che sta succedendo?- 

Fa spallucce ed assume un'espressione disinteressata.- Forse perché non è vero che mi avrebbe fatto impressione anche solo toccarti; non hai mai pensato che lo dicessi per provocarti e farti incavolare?- domanda sorridendo divertito.

- Sapevo che lo facevi per farmi innervosire, ma ho sempre creduto che tu stessi dicendo la verità- ammetto sbalordita.

Solleva un sopracciglio compiaciuto.- E secondo te uno come me dice sempre la verità?- 

- Quindi potresti mentirmi anche adesso?- 

- Non ne avrei motivo- risponde velocemente, serio in volto.

Sorrido ed abbasso nuovamente lo sguardo sulle mie mani intorno al suo colletto.- Il fatto che io non ti faccia impressione non spiega comunque perché tu continui a baciarmi. Cioè, ci possono essere milioni di ragazze che non disprezzi eppure mica le baci tutte- noto leggermente imbarazzata.

- Infatti bacio solo quelle che trovo attraenti- spara con nonchalance, mozzandomi il fiato.

- Quindi... Tu mi trovi attraente?- domando stranita e confusa.

Sorride divertito.- Intendevo ragazze, non belve, è diverso- 

Riduco gli occhi a due fessure e lo fulmino.- Grazie simpaticone- 

- Prego simpaticona- risponde scrollando le spalle.- Quando vuoi- 

Ridacchio e sbadiglio rumorosamente, ricordandomi comunque di portare una mano davanti alla bocca e non mostrare ai quattro venti la mia gola.
Trent scivola accanto a me ed io mi metto di spalle a lui, avvicinando però la mia schiena al suo petto per sentirne il calore. Rimbocca la coperta fin sopra la mia spalla e poi quello stesso braccio va a circondarmi la vita per attirarmi a sé e far combaciare i nostri corpi come pezzi di un puzzle.
Sorrido stranamente felice e dopo poco perdo la cognizione del tempo cadendo in un sonno profondo.




Apro gli occhi quando è ancora buio e la stanza è immersa in una penombra quasi rassicurante. 
Sbatto più volte le palpebre per abituarmi all'oscurità e sbadiglio, ancora assonnata.

E ora che mi sono svegliata che faccio? Purtroppo ho la brutta abitudine di non riuscire più ad addormentarmi, a meno che non sia estremamente calma.
In questo momento, al contrario, sono agitata. Cioè, in realtà non so perché, ma quando mi sveglio è come se fosse pieno giorno e se sto ferma mi viene la smania.
Ho bisogno di muovermi.

Il braccio di David mi sta ancora avvolgendo delicatamente la vita procurandomi calore e riscaldando tutto il mio corpo e la mia schiena è sempre attaccata al suo petto. Conclusione: nessuno dei due si è mosso.
È naturale che mi senta tutta indolenzita allora. 

Mi muovo delicatamente fino ad arrivare con la faccia davanti alla sua ed a distendere le gambe, facendo attenzione a non svegliarlo.
Perfetto, ci sono riuscita con ottimi risultati, adesso mi sento meglio. Riesco ancora a percepire la presenza delle gambe. 

Punto gli occhi sul viso di David e l'osservo assorta: ha le labbra leggermente dischiuse e le palpebre distese, le guance arrossate e il respiro regolare, i capelli scompigliati e la fronte rilassata, come se non stesse pensando a nulla.
È bello. Indubbiamente bello. Per quanto possa non sopportarlo a volte, devo ammettere a me stessa che David Trent è di una bellezza particolare. Una di quelle che spicca sulle altre a livello estetico, ma che si nasconde a livello interiore. 
È... strano, difficile da spiegare, ma Trent è bello anche dentro e lo si può notare solo nei momenti in cui LUI ti permette di notarlo. 
Si comporta spesso in modo arrogante, indisponente, quasi cattivo talvolta, ma ormai ho la certezza che lo faccia solo per nascondere ciò che ha dentro. È una sorta di corazza, un qualcosa che faccia fermare le persone a giudicarlo solo per quello che vedono e non per quello che non vedono. 
E lui ne è consapevole, per questo motivo si comporta in questo determinato modo. Non vuole che tutti lo conoscano veramente. Anche se credo comunque che l'essere arrogante ed insopportabile faccia parte del suo carattere... del resto lo ha detto lui stesso che si diverte a farmi innervosire.
Fatto sta che David ha una bellezza non solo esteriore, ma anche interiore, e se la prima la ostenta a tutti, la seconda la tiene per sé e per quelle poche persone che lo conoscono veramente e che lo amano.

Chiudo gli occhi e sorrido assorta nei miei pensieri. 

Non avrei mai creduto che un giorno mi sarei ritrovata a pensare che David Trent, il mio incubo, la persona da me più detestata al mondo, il mio nemico numero uno, è una bella persona.
Se mi avessero detto: "ehi Sarah un giorno arriverai alla conclusione che Trent è bello anche dentro e che quello che tu vedi è solo uno scudo che usa perché non gliene frega nulla di farsi conoscere dalla gente" mi sarei fatta una di quelle risate che ti fanno rotolare per terra... anzi, probabilmente sarei morta dal ridere.
Eppure è così strana la vita... Ci si trova a cambiare idea anche sulle persone che prima avremmo volentieri evitato anche solo di vedere. 

Se c'è un aspetto positivo che riconosco a quest'orribile situazione è che sto conoscendo meglio me stessa, e Trent. 
Me stessa perché ogni giorno mi vengono sbattute in faccia le mie paure, le mie debolezze, e non ho altra scelta se non quella di superarle; ed in questo modo, facendo violenza contro me stessa, mi sono resa conto di essere più sensibile e forte di quanto credessi. 
Forse sono queste le uniche cose che riconosco di positivo a quest'inferno, sì, le uniche.

La mano di David scivola lentamente dalla mia vita e lo sento sospirare pesantemente, muove le gambe e si volta stendendosi a pancia in su, come se stesse per alzarsi...
Velocemente sgrano gli occhi e porto un braccio sul suo petto per trattenerlo.

- Dove vai?- chiedo ansiosa ed impaurita che possa abbandonarmi di nuovo.

- Sei sveglia?- domanda con la voce impastata e stropicciandosi un occhio.

- Sì, da un po'- Stringo tra le dita la sua maglietta e sollevo la testa per guardarlo.- Perché ti volevi alzare?- 

Punta i suoi occhi nei miei, smarrito.- Volevo andare in bagno...- Poi sorride divertito.- Hai paura che me ne vada di nuovo?- 

E contro ogni mia previsione sputo fuori la verità, senza riuscire a fermarmi.- Sì- affermo infatti, senza allontanare lo sguardo dal suo.

- Non ne hai motivo- sussurra serio.- Perché non succederà più- 

Sorrido rassicurata ed appoggio la testa sulla sua spalla, stringendomi a lui.- Mai più?- chiedo alla ricerca di un'ulteriore conferma.

Alza un braccio e mi circonda le spalle con fare protettivo.- Mai più... Anche perché non avrei ragione di andarmene- 

- Bene, anche perché se riuscissi a ritrovarti ti farei a pezzi- lo minaccio divertita, alzando leggermente la testa per guardare il suo profilo.

Sorride ed abbassa il viso per guardarmi.- Credo che se ti incavolassi sul serio riusciresti a far paura anche a quei mostri, di sicuro scapperebbero a gambe levate- ironizza divertito.

Riduco gli occhi a due fessure.- Puoi giurarci- affermo convinta.

Ridacchia sommessamente e poco dopo cala il silenzio. Stavolta non so perché, ma riesco ad avvertire la tensione fra i nostri corpi, e soprattutto una sorta di scarica elettrica attraversare il mio. Ehi calma Sarah, che ti sta prendendo?!

Guardo ancora i suoi occhi e lui fa lo stesso, poi abbassa ancora di più il suo viso mentre io mi ritrovo ad alzarlo per avvicinarlo al suo. Pazza, fermati!
Le sue labbra sfiorano e sfregano contro le mie, e continua a fare lo stesso movimento per qualche secondo, alla fine mi lascia un tenero e veloce bacio a stampo e si allontana per osservarmi.

- E invece tu perché mi baci?- chiede di getto, procurando il battito accelerato del mio cuore.

Abbasso la testa e stringo la sua maglietta fra le dita, prendendo a giocherellarci.- Io... cioè... mi ritrovo a rispondere, non c'è un perché- dico arricciando il naso e facendo spallucce.

- Menti, hai di nuovo distolto lo sguardo ed arricciato il naso- afferma con un tono di voce divertito. Mi solleva il mento e fa incontrare i nostri occhi.- Perché lo fai? Voglio saperlo- domanda poi, serio in volto.

- Io... non lo so... non lo so, è... automatico- rispondo, quasi con un tono interrogativo sull'ultima parola. 

- Sei una macchina per caso?- 

- Vuoi un calcio là dove non batte il sole per caso?- 

Sghignazza e scuote la testa.- No grazie, ho già avuto prova dei tuoi calci- 

- Perfetto, noto con piacere che hai ancora la capacità di ragionare dal bacino in sù. Il tuo cervello ogni tanto si mette in funzione, questa cosa mi rallegra- affermo ridacchiando.

- Sì infatti, il mio funziona, è quello di qualcun'altra che non si decide a mettersi in moto- ribatte lanciandomi uno sguardo di sfida.

- Non ti conviene fare lo spiritoso proprio in questo momento visto che ho il ginocchio vicino al tuo collega- dico sorridendo soddisfatta.- O forse lo vuoi davvero questo calcio?- 

Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio- 

Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.

- Vuoi scommettere?- 

- Ci sto- 

- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti- 

- Di tutto?!- domando sgranando gli occhi.

- Dato che fa freddo ti concedo di solo la maglietta- Ghigna divertito.- Non puoi tirarti indietro, ormai hai accettato-

Sbuffo infastidita ed alzo gli occhi al soffitto.- Se io vinco tu, invece, dovrai lasciarmi il divano libero per una settimana. In altre parole dormirai per terra tutti e sette i giorni- 

- Ok, ci sto- accetta velocemente, continuando a ghignare.

- Bene, che vinca il migliore- 

- Hai detto bene, il migliore, non la migliore- afferma ridacchiando.

Lo fulmino con lo sguardo.- Staremo a vedere- 

Senza aspettare un "via" o il conto alla rovescia, faccio scattare il mio ginocchio all'attacco con l'intento di colpirlo violentemente in quel punto X. 
La sua mano scatta repentina sul mio ginocchio e lo ferma un secondo prima dell'impatto.- Furba e veloce, ma non abbastanza- commenta divertito.

Sbuffo rumorosamente e torno all'azione. Mi posiziono sopra di lui e gli lancio un'occhiata capace di uccidere... solo che con lui non succede, peccato.
Comune sia ritraggo il ginocchio assassino e, dopo avergli bloccato le mani sopra la testa (anche se è stato troppo docile nel farselo fare), parto di nuovo all'attacco, ma nemmeno stavolta va a buon fine.
In meno di due secondi riesce a capovolgere le posizioni e a schiacciarmi sotto il suo corpo. 

- Ho vinto, mi dispiace- afferma facendo il finto affranto e piegando il labbro inferiore in giù.

- Hai barato sicuramente- sbotto innervosita. Odio perdere. Per me l'importante non è partecipare, è vincere!

- Veramente quella che ha barato sei stata tu, del resto non hai aspettato nemmeno che dessi il via. La prima volta ci sei andata molto vicina, fortuna che ho i riflessi pronti- si vanta sghignazzando.

- Non avevamo programmato che dovesse esserci il via, quindi fino a prova contraria non ho barato- 

- È inutile il tuo tentativo di scagionarti, hai comunque perso e devi rispettare la punizione- 

Gli lancio ripetutamente occhiate assassine, ma il risultato rimane invariato: Trent è sempre vivo e vegeto davanti a me. Alla fine sbuffo e gli faccio segno di sollevarsi.

- Alzati un po', se no non riesco a togliere la maglia- constato innervosita e allo stesso tempo sconfitta.

Sorride divertito e pone le mani ai lati del mio viso per fare pressione sul divano e sollevare il suo corpo dal mio. 
Alzo leggermente la schiena, porto le mani ai lati della maglietta e la tolgo velocemente, poi l'appoggio sullo schienale del divano e torno a distendermi stizzita. 

- Va bene?- domando incrociando le braccia al petto.

- Togli le braccia- ordina osservando il mio corpo.

Sbuffo e le tolgo per dargli una visione completa della mia pancia e del mio seno, coperto dal reggiseno fortunatamente. 
Sorride sghembo e, non appena rabbrividisco per il freddo, riporta delicatamente il suo corpo sul mio, cercando di non pesarmi troppo e sistemando la coperta intorno a noi. 

- L'avevo detto che avevi un fisico niente male- commenta divertito.

- L'avevo detto che eri un maiale- ribatto sempre più stizzita, nonostante mi abbia appena fatto un complimento.

Ridacchia ed avvicina il viso al mio, tenendo lo sguardo puntato sulle mie labbra dischiuse.
Oh cavolo... fermo cuore, fermo cuore, non fare stupidaggini! Non è proprio il momento più opportuno per scoppiare!
Appoggia la bocca sul mio mento e un istante dopo comincia a percorrere un tragitto immaginario sul mio viso: prima la guancia destra, poi lo zigomo, la tempia, la fronte, il naso ed infine la bocca, dove si sofferma più del dovuto.
Istintivamente muovo le labbra e catturo le sue in un bacio. Pazza! Che hai fatto?! Tu ce l'hai un cervello, usalo!
Risponde immediatamente e quasi con urgenza, muovendo una mano ed adagiandola sul mio viso per avvicinarlo ancora di più. Io, da pazza furiosa quale sono diventata, porto le mani sull'orlo della sua maglietta e vengo pervasa dall'istinto di togliergliela, ma fortunatamente non tutto il mio cervello è partito per la tangente, e rimango ferma. 
Intanto la sua lingua si muove con la mia in un misto di passione e dolcezza, riuscendo a farmi rabbrividire ogni secondo di più e ad uccidere lentamente ogni mio neurone. 

Accidenti, ma che mi sta prendendo?! Ma la vera domanda è: perché io lo bacio? Non ho saputo rispondergli e tuttora non riesco a trovare una risposta soddisfacente. 
Ci deve essere un perché, c'è sempre. E allora come mai non lo trovo stavolta? Perché accidenti?! Non ha senso tutto questo, non ha un briciolo di logica. 
Se una persona non mi piace non la bacio, è ovvio. Quindi... Trent mi piace?! Eresia, pura eresia. Non è possibile. 
Forse però... forse fisicamente mi piace... cioè, deve essere questo. Non trovo altra spiegazione altrimenti.

La sua calda mano si sposta dal mio viso e mi sfiora delicatamente il collo... la clavicola... la spalla... il braccio... infine si ferma sulla pelle nuda del mio fianco e lì comincia a massaggiarla.
Allontano la bocca dalla sua per riprendere fiato e apro gli occhi per guardarlo. Ma non trovo nulla dal momento che le sue labbra sono già scese sul mio collo e stanno lasciando una calda scia di baci.
Devo mantenere il controllo... della situazione... non posso alzargli la... maglietta e...
Si allontana di scatto da me e si sfila via la maglia, lanciandola malamente per terra, poi ritorna a far combaciare i nostri corpi e qui sento il mio tendersi come una corda di violino e il suo irrigidirsi istantaneamente.
I miei occhi corrono veloci alla ricerca dei suoi, e stavolta li trovano immediatamente. Sono liquidi, caldi... due tizzoni ardenti... due scintille di fuoco in una notte senza luna... Gli occhi più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita.

Si abbassa lentamente sulla mia bocca e riprende a baciarmi con calma, senza nessun tipo di foga, poi dopo poco sposta le sue labbra sulla mia clavicola e lì gioca con la lingua, stuzzicando l'anfratto di pelle coperto dalla sua bocca.
Mi ritrovo a sospirare in un modo tutt'altro che normale e appoggio le mani sulla sua schiena, cominciando ad accarezzarlo delicatamente con le mie esili dita. Scende ancora di più e stavolta passa a stuzzicare l'anfratto di pelle del seno non coperto dal reggiseno, facendomi irrigidire e al tempo stesso surriscaldare in tutto il corpo.
Hanno acceso i termosifoni? C'è una stufa da qualche parte? Sto cominciando ad avere un caldo indicibile. 
Trent trema leggermente e mi rendo conto che forse sono io l'anormale... cioè, lui ha freddo ed io caldo?!

- Hai freddo?- domando con un filo di voce.

Alza la testa e mi guarda confuso, poi sorride e torna ad adagiarsi sul mio corpo, tenendo però sollevata una parte...- No, non è quello- dice divertito e rocamente.

Corrugo la fronte confusa e a quel punto si distende completamente su di me, anche se non riesco a capire cosa... Oh cavolo! Sento il suo coso... sulla mia gamba... ed è... oh mammina! 

- Capito ora?- domanda sorridendo sghembo.

- Sì sì... molto chiaro, grazie per la dimostrazione pratica- affermo imbarazzata e spostando lo sguardo sul pavimento.

Ridacchia e mi spinge a destra per potersi distendere accanto a me. Gli faccio spazio mettendomi su un fianco e lui fa lo stesso, ritrovandoci così l'uno di fronte all'altra.

- Scusa, ma... cioè... adesso come fai?- domando ancora più imbarazzata. Scema io a fare certe domande.

Solleva un sopracciglio e si apre in un ghigno divertito.- Be' ci sono due alternative: una è quella di farmi una doccia ghiacciata- Schiocca la lingua e allarga il suo ghigno.- L'altra è quella di sfogare la voglia- 

- Allora vatti a fare una doccia ghiacciata, ti posso anche aiutare se vuoi- affermo, alludendo a quella volta che gli ho rovesciato addosso tutta quell'acqua. Un momento epico!

Sorride divertito ed un lampo malizioso attraversa i suoi occhi.- Anche nel fare l'altro potresti aiutarmi...- lascia la frase in sospeso e si passa la lingua sulle labbra.

Per un attimo perdo la cognizione del tempo e mi concentro sul movimento della sua lingua, poi, non appena me ne rendo conto, sobbalzo e sposto velocemente lo sguardo sui suoi occhi.- Sei un maiale, ci tengo a ribadirlo- dico cercando di mostrarmi sicura.

Ride ed appoggia un gomito sulla mia testa.- Comunque sta passando, non ti preoccupare, non rischierai che ti salti adesso- 

- Sei pregato di spostare... questo gomito... non sono...- afferro il suo braccio e cerco di allontanarlo, invano.- Un appoggino, chiaro?- 

Parto all'attacco anche con l'altra mano, mentre lui sghignazza, e lo strattono malamente con la speranza di scollare il suo maledetto gomito dalla testa. Ma ce l'ha attaccato con il vinavil?! 
Ha il muscolo del braccio teso... è ovvio che in forza mi batta, accidenti!
Sospiro affranta e allontano le mani sconfitta.

- Già arresa?- mi canzona divertito.

Poi un lampo di genio attraversa la mia mente... Sorrido diabolica e il secondo dopo gli sferro un pugno, leggero ovviamente... no per nulla leggero, nello stomaco.
Inarca la schiena e allontana il gomito dalla mia testa, e a questo punto rido soddisfatta e vittoriosa. 

- Ho vinto- gli faccio notare con un sorriso a trentadue denti.

- Solo perché hai barato come al solito- ribatte fulminandomi.

Scrollo le spalle e sogghigno.- In guerra ogni mezzo è lecito, lo avevi detto tu. E poi il fine giustifica i mezzi- concludo affermando la mia tesi.

Sorride e si avvicina lentamente a me, dirottando con la bocca verso il mio orecchio.- Sappi, per precauzione, che non ti conviene toccarmi quando ce l'ho alzato, perché a quel punto dovresti davvero temere che ti salti addosso- alita contro la mia pelle, procurandomi dei piacevoli brividi lungo la schiena.

- A parte la finezza con cui dici le cose che mi lascia a dir poco basita, tu non eri quello che sapeva fermarsi se solo lo avessi chiesto?- domando sollevando un sopracciglio.

Sorride sul mio collo e torna a guardarmi.- Certo che ne sarei capace, ti faccio notare che l'ho già fatto... Solo che se tu mi stuzzichi potrei non avere più tanta voglia di fermarmi- 

- Non ti ho stuzzicato!- ribatto indignata.

- Oh sì invece- 

- Tu deliri. Se ti avessi voluto stuzzicare avrei fatto... non so, così- Passo la mano sul suo petto e la tolgo dopo qualche secondo come scottata.- Non ti avrei di certo tirato un pugno nello stomaco- 

- Mi stai mettendo alla prova? Perché mi hai appena toccato e ti avevo detto di non farlo- mi ricorda sorridendo divertito.

- Ah... giusto- sussurro imbarazzata.- Scusa, non ci avevo pensato- 

- Pensaci la prossima volta, perché poi non avresti giustificazioni se ti saltassi addosso- 

- Che antipatico che sei- ribatto stizzita e guardandolo male.

- Parla la simpatica- 

- Sicuramente più di te- 

- Ho i mie dubbi- 

- Ma taci- 

- Taci tu, gallina- 

- No taci tu, scemo-

- Coda di paglia eh?- 

- Tu hai quella dei pavoni, quindi fai te- Scrollo le spalle e sorrido divertita.

- Ah, mi sono dimenticato di dirti che al supermercato ho preso anche le forbici- Tagliuzza l'aria con le dita e ghigna.- Sai, nel caso tu mi dessi fastidio... potrei volerci dare un taglio- 

Sgrano gli occhi e mi tocco immediatamente i capelli.- Provaci e non vedrai la luce del giorno dopo- 

- Ti ho avvertita- Sorride vittorioso ed indica con il mento la maglietta alle mie spalle.- Ti conviene metterla, prendi freddo altrimenti- 

Mi volto per afferrare la maglietta e la infilo velocemente, rabbrividendo non appena esco da sotto la coperta.- Anche tu dovresti, dove ce l'hai?- domando una volta essere tornata al calduccio. 

Fa una smorfia con la bocca e scrolla le spalle.- Boh, da qualche parte- 

- Te la prendo- affermo togliendomi la coperta e preparandomi a scendere dal divano... anche se la cosa è un po' difficile visto che lui sta proprio dal lato più esterno.

- Non importa, non ho freddo- interviene afferrandomi per un polso.

- Ho detto che te la prendo e così farò, punto- insisto cocciutamente. 

Scendo dal bracciolo e comincio a cercare per terra, mentre sento lo sguardo di David su di me. Percorro con lo sguardo la stanza e vedo Bim che dorme placidamente avvolto nella sua coperta, TJ che sta rannicchiato in un angolo con il suo grande occhio chiuso e... la maglietta! L'unico problema è che si trova ai piedi di Bim...
Mi avvicino a passo felpato e metto un piede in mezzo a quelli di Bim per abbassarmi e prendere la maglia, ma nell'esatto momento in cui compio questo movimento, Bim si muove ed imprigiona il mio povero piede fra i suoi, facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra. Precisamente di sedere. 

Soffoco un urlo di dolore e mi mordo il labbro per evitare d'inveire contro l'innocente Bim dormiente. Recupero la maglietta e libero delicatamente il mio piede prestando attenzione a non svegliarlo, poi mi alzo in piedi e, una volta arrivata davanti a David, gli porgo la maglia.

- Ti sei fatta male?- domanda senza alcun tono derisorio, come invece mi sarei aspettata.

- No no, sto bene- mento ripassando dal bracciolo e tornando sotto la coperta.

- Dov'è che ti fa male? Sei cascata di sedere, probabilmente l'osso sacro- ipotizza infilandosi la maglia e tornando a guardarmi.

- No, sto bene ti ho detto- ribatto piccata e voltandomi per dargli le spalle, con l'assurda speranza che smetta d'interrogarmi.

- Ok- dice.- Quindi se ti tocco qua...- Posa le dita sul fondo della mia schiena, proprio all'inizio del sedere, e fa una leggera pressione.- Non ti fa male?- 

Attendo qualche secondo prima di rispondere e l'ignorante aumenta la pressione, procurandomi non poco dolore.

- Sei pregato di allontanare la mano- asserisco infine.

- Perché ti fa male vero?- insiste senza staccare le dita.

- Un po', adesso togli la mano- ripeto, incapace di sopportare per un secondo di più il dolore.

- Ferma, ti faccio un massaggio- spara all'improvviso, facendo arrestare il mio cuore.

- Che?!- domando con un tono di voce a dir poco stridulo.

- Ho detto che ti faccio un massaggio, ora stai ferma così- Mi alza la maglietta ed appoggia la sua calda mano sul punto dolorante, prendendo a sfiorarlo e toccarlo delicatamente, senza procurarmi alcun dolore.

Chiudo gli occhi e mi abbandono ai suoi movimenti.
È incredibile come ogni volta riesca a sorprendermi, a fare l'esatto opposto di quello che credo farebbe. Forse è per il fatto che non lo conosco abbastanza... comunque sia è l'unica persona tanto imprevedibile che io conosca. Sembra quasi che riesca a leggermi il pensiero e decida di fare il contrario di quello che ho immaginato. 
Questa cosa da una parte è spaventosa... insomma, Trent è l'unica persona in troppe cose: l'unico che riesca a zittirmi una volta per tutte, l'unico che riesca a farmi tanto male con le sue parole, l'unico capace di stupirmi tanto.
Mi sto rendendo conto che più faccio la sua conoscenza e più mi rendo conto quanto sia diverso da me, quasi l'opposto... Anzi, l'opposto, senza il quasi.
Una volta mi pare di averlo già pensato... sì: io il ghiaccio, lui il fuoco. Siamo i due poli opposti, se io sono bianco lui è nero, se io vedo il bicchiere mezzo vuoto lui lo vede mezzo pieno. Non c'è un punto d'incontro, o almeno ancora non lo abbiamo trovato. 
Io sono razionale, prudente, logica. Lui invece è impulsivo, sprezzante del pericolo e totalmente irrazionale. L'unica cosa che ci accomuna è l'orgoglio, e non è proprio l'aspetto migliore dei nostri caratteri. Alla fin fine l'orgoglio di entrambi non fa altro che allontanarci invece che unirci.

- Va meglio?- sussurra al mio orecchio, facendomi tornare alla realtà.

Apro gli occhi e sobbalzo.- Sì sì, grazie- 

Mi abbassa la maglietta e sbadiglia tra i miei capelli... o almeno mi sembra, poi sistema meglio la coperta sulle nostre spalle e sembra addormentarsi di schianto.
Ma... manca qualcosa... manca il suo braccio intorno alla mia vita, manca il calore del suo corpo contro il mio... Accidenti, così non riesco ad addormentarmi!
Muovo la mia mano all'indietro e, dopo aver tastato un po' a vuoto, afferro il suo polso e tiro il braccio verso di me, circondandomi così la vita. Dopo un attimo d'incertezza, decido anche d'intrecciare la mia mano con la sua e a questo punto sorrido soddisfatta.
Adesso posso dormire tranquilla. 
Fortunatamente lui sta già dormendo e non si è accorto di quello che ho appena fatto, se no sarei sprofondata nella vergogna più assoluta.
Non ho mai avuto bisogno neanche di un pupazzo per addormentarmi e adesso ho bisogno di Trent... incredibile.

Il suo braccio fa una maggiore pressione intorno alla mia vita e le sue dita stringono le mie, poi mi sento scivolare verso il suo corpo e in quel preciso istante mi rendo conto di un'inquietante verità.

- Eri sveglio?- domando flebilmente e ingurgitando un blocco di saliva.

Sorride tra i miei capelli e con la mano libera me li scosta dal collo.- Piuttosto sveglio direi- risponde facendomi decidere di porre fine alla mia vita una volta che lui si sarà addormentato sul serio.

- Ah... ehm... io non...- butto là, senza nemmeno riuscire a trovare le parole per dire qualcosa...e non so di preciso cosa.

- Tu non?- domanda divertito. Maledetto, nemmeno cerca di aiutarmi!

- Buonanotte e sogni d'oro, ci rivediamo domani- taglio corto stizzita.

- Puoi anche ammetterlo che non riesci a starmi lontana- dice sfiorandomi il collo con le labbra e sorridendo.

- Ma per favore, non essere ridicolo- sbotto guardando insistentemente il divano, come se fosse la sua faccia.- Ti ho preso il braccio solo perché avevo freddo, così ti sfrutto e mi riscaldi- 

Solleva le nostre mani intrecciate e le porta davanti al mio viso.- E questo come lo spieghi?- insiste ancora più divertito.

- Avevo freddo alle dita. Tu non lo hai mai? E poi se non sbaglio anche la tua mano sta stringendo la mia, quindi fai poco lo spiritoso- ribatto annuendo con la testa per dare più enfasi alla mia sentenza.

Ridacchia e mi stringe ulteriormente a sé.- Anch'io avevo freddo alle dita... tanto freddo- 

- Ecco vedi? Quindi lo abbiamo fatto per lo stesso motivo, ci sfruttiamo a vicenda. Benissimo- concludo soddisfatta.

- E se invece ti dicessi che l'ho fatto per un altro motivo?- domanda all'improvviso, facendomi sgranare gli occhi e battere all'impazzata il cuore.

- Ti chiederei qual è questo motivo- bisbiglio cercando di trattenere l'ansia che sto provando per la sua risposta.
Ringrazio il cielo che in questo momento non siamo faccia a faccia o potrei morire prematuramente d'imbarazzo.

- Semplicemente perché non sono solito rifiutare le avance da una belva... Ora che ci penso da una belva non le ho mai avute, no, solo da ragazze...- Non termina la frase che comincia a ridere non appena tento di colpirlo col gomito nello stomaco, ed ogni volta riesce a fermarmi. Accidenti!

- Avance?! Ma non farmi ridere! Probabilmente sei stanco, per questo deliri- 

- Anche se sono stanco riesco comunque a ragionare lucidamente- 

- Ed è proprio qui il problema, tu non ragioni, non lo hai mai fatto, e quindi provare a farlo ti fa dire scemenze- replico divertita e fermando il mio gomito assassino.- Ma non è colpa tua poverino, sei solo arrivato tardi alla consegna dei cervelli, ma sono sicura che alla prossima saprai riscattarti- concludo con un tono di finta drammaticità.

- Tu invece non ci sei proprio arrivata eh?- domanda a mo' di sfida, sghignazzando.

- Io non ne avevo bisogno dato che fin dalla nascita sono fornita di un cervello- 

- Che puntualmente non usi- 

- Che puntualmente uso-

- Ah, scusa, è ovvio che non lo usi... non lo attivi nemmeno poverina- 

- Ti assicuro che ho un cervello più attivo del tuo e di quello dei tuoi amici messi insieme... Anche se mi rendo conto che questa sia un'offesa al mio cervello- constato facendo una smorfia.

- Brad sarebbe molto triste se sapesse ciò che hai detto- dice con un tono di voce tra l'ironico e il divertito.

- Ancora con quello! Uh, ma sei petulante. Ti ho già detto che non m'interessa minimamente- 

- A Brad invece interessi, e parecchio anche- dichiara serio.

- La situazione non cambia... a me non piace, mi dispiace- sussurro abbassando lo sguardo sulle nostre mani unite.

- Perché ti dovrebbe dispiacere?- domanda sempre serio, ma stavolta con una nota di curiosità nella voce.

- Be', perché se a me piacesse qualcuno e venissi respinta ci rimarrei male- spiego ovvia.

- A me non è mai successo, non riesco ad immaginarlo- 

- Modesto il ragazzo- 

Ridacchia divertito e poi sospira.- L'hai detto come se potesse dispiacere a me se a te non piace Brad... A me invece non me ne frega una mazza, fate quello che vi pare- afferma scrollando leggermente le spalle. 
Perfetto, non gliene importa nulla... è normale del resto, e allora perché la cosa mi... delude? Perché il sorriso che avevo dipinto si è subito scolorito perdendo i colori della felicità di poco prima? Accidenti a lui! È sempre colpa sua se rimango così colpita da ogni parola che dice.

- Ci tengo a ribadire che sei molto galante nel dire le cose- affermo stizzita.

- Lo so, grazie- 

Sbadiglio e chiudo gli occhi non appena sento le palpebre farsi sempre più pesanti.- Buonanotte troglodita- sussurro flebilmente, prima di addormentarmi con mille pensieri che frullano per la testa... tutti riguardanti una sola persona: Trent.











Angolo dell'autrice:

Eccomi quaaaa! Allora, innanzitutto.... Buone feste! A voi e alle vostre famiglie! Vi auguro di trascorrerle nel miglior modo possibile!!! <3
Finalmente il carcere (scuola) è finito e sono cominciate le vacanze, perciò non vedo l'ora di mettermi sotto con tutte e due le mie storie!! >.<
Che bello! Finalmente del tempo libero da dedicare a cose che mi piace fare!!!! <3
Ma comunque, dovete scusarmi per gli errori/orrori che avrete trovato in questo capitolo ma essendo di fretta non mi sono nemmeno fermata a rileggerlo >\\< scusate! Lo sistemerò il prima possibile! Promesso!
Spero che vi sia piaciuto :) Sarah comincia a farsi moooolte domande ed il suo cuore pare impazzito da quanto batte ;) Ihihih, si preannuncia qualcosa? ;)
E David... Be', è David. Sempre il solito ahahahah. Butta là frasi con doppi sensi allucinanti e non si premura nemmeno di spiegare che cosa vuol dire, e questo manda ancora più in confusione la nostra protagonista.
David è terribile... ma lo amiamo *-* *-* *-*
Concludo qua, il resto lo lascio a voi! Risponderò prestissimo alle vostre recensioni! 
GRAZIE E BUONE FESTE A TUTTE!!!!!

  
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