“Soph, sbrigati: mancano dieci minuti!” mi urlò Styles dal piano di sotto. “Arrivo, un momento!!” dissi infilandomi le all stars, ormai estremamente consumate. Scesi sotto e Harry mi aprì la porta. Salimmo sulla sua auto che ci portò a scuola. Forse adesso dovrei dirmi come ci siamo conosciuti io ed Harry, funziona così nelle storie no? Bene, ecco il mio flashback. Eravamo al parco, mi si avvicinò un bambino e mi disse: Che bei capelli! Mi dice sorridendo. “G-Grazie..” gli rispondo, è così diventammo amici. Quando crescemmo però gli andavano dietro troppe ragazze e ci allontanammo.. Purtoppo ci sta l’intoppo.. (ci avete già pensato, eh?) Sì, lo ammetto, mi piace Styles. Peccato sia un fottuto stronzo. Gli vanno indietro, diciamo, tutte le tipe della scuola.. Solo questo! Poi lavora per mio padre… E’ troppo giovane, perché lavora? Gli voglio bene però… Per me è solo il tipo che mi porta a scuola, tutto qua. (Dio come vorrei non pensare fottutamente ogni secondo a lui) Arrivati a scuola, c’è l’ora di matematica. “Psst” mi fa Harry. “Cosa vuoi Styles?” dico con acidità. “Nervosetti stamattina? Andiamo Sophie!” “Smettila.” “Dai so che ti piaccio” “Tu?? A me??? Aahahahah, ti piacerebbe!” “Si, come a te piacerebbe sbattermi qui, adesso.” “Sei un ragazzo perverso..” dico alzando gli occhi al cielo. Interrompe la nostra conversazione la campanella dell’intervallo. Mi dirigo verso la mensa quando mi sento afferrare per un polso. Ovviamente chi è? Styles.. Mi giro di scatto e gli dico “Lasciami in pace!” “Calma principessa, tutto okay?” “Se te ne andassi lo sarebbe, e non chiamarmi principessa” gli urlai. Alzò un sopracciglio e accennò un sorriso, dio quanto mi piaceva! Ma non dovevo stargli dietro, non sono come tutte le altre ochette che gli stanno dietro. Quando si fece pomeriggio mio padre chiamo la famiglia e ci disse: “Stasera faremo una cena con tutti i colle..” “Colleghi??? Anche Styles??” “Sì tesoro, anche lui.” Mi rispose guardandomi stranamente. Avrei accettato di tutto, ma Styles a casa mia NO!!!! Mai è poi mai! Si fece sera: non volevo essere particolarmente elegante per quell’idiota. Misi dei pantaloncini neri corti e una canotta bianca con una scritta nera “Rock Me” e delle converse nere. Cominciavano ad arrivare tutti e arrivò anche Styles. Entrando mi sussurrò “Come sei elegante piccola” io risposi nervosamente “Pensa per te Mr.Elegantone”. A cena si sedette vicino a me, aimè dovetti sopportarlo. Pentre parlavano tutti, tranne me, odio i discorsi da adulti, Harry mi mise una mano sulla coscia. Io alzai la coscia fino a farla sbattere sul tavolo e a schiacciare la mano di Styles, che mi guardò maliziosamente e io sbuffai. Finita la cena andai fuori a prendere una boccata d’aria e a riposarmi da quei discorsi noiosissimi. Harry mi raggiunse e si sedette vicino a me. “Andiamo, perché non ammetti che ti piaccio?” “Perché non dico le bugie!” “Ahah, certo amore. Senti, so che mi vuoi baciare. Facciamolo e basta!” “Mah, smettila idiota.” Arrivarono mio padre e gli altri e io mi alzai per farli sedere e mi misi in piedi accanto a Harry. Mentre parlavano Harry mise il gomito tra le mie cosce e mi sorrise. Quando tutti se ne andarono mi prese per mano e mi portò nel garage. “Senti Sophie, mi piaci. Facciamolo, ti voglio mia!” “Ahahah, scherzi vero? Sei occupato, ricordi?” “Occupato?” “Sandy Wilson, ti dice qualcosa?” “Sì, ma forse tu puoi farmela dimenticare” disse sorridendomi maliziosamente. “Andiamo Styles, non ci penso proprio!” “Eddai, solo per poco!!” “Pfft..” Mi prese per i fianchi e mi sbattè al muro. Cominciò a baciarmi il collo. Poi mi prese in braccio e io attorcigliai le gambe alla sua vita e continuammo a baciarci per qualche minuto. Appena ci staccammo mi disse “So che volevi farlo..” “Non credi davvero che lo faccia qui con te adesso vero?” dissi staccandomi. Quando stavo per andarmene gli urlai “Te lo scordi!!! Puoi sempre immaginarci mentre lo facciamo visto che non accadrà mai! Ahahahah.” “Ciao amore!” “Ciao Harry..” Oh-Mio-Dio. Era successo? Sì, era successo. Farò finta di niente, A ME NON IMPORTA NIENTE… O forse, un po’…