Prologo ~ I miei guai non possono avere fine (?)
Salve. Mi chiamo Isabella Swan [
Bella per gli amici ]
e ho 18 anni.
Scusate per la presentazione incontro-degli-alcolisti-anonimi
Style, ma era strettamente necessaria per ribadire 3 cose di cui
sono del tutto certa - le ultime convinzioni che mi mantengono aggrappata al
mondo reale:
Primo,
io sono Bella. E non mi faccio chiamare così perchè ho manie
narcisistiche [ a differenza del mio ragazzo/fidanzato alias amore della mia
esistenza di cui parleremo più avanti ], ma perchè soltanto mia nonna mi
chiamava Isabella. E qualche altro vecchietto non meglio definito.
Secondo,
perchè questo non è un incontro di alcolisti anonimi, sebbene dal mio
modo di camminare ed inciampare io sembri costantemente sotto effetto di
alcoolici.
Terzo,
per l'età. 18 anni sono ancora perfetti per una bella crisi ormonale.
Sì,
perchè mi sono ritrovata immischiata in un quadrato triangolare amoroso di cui io
sono il vertice.
Sì, lo
so, quello tradizionalmente amoroso è il triangolo. Ma nella mia storia
non c'è niente di tradizionale.
[ e
in più non mi andava di scomodare il povero Renatone Zero così da farmi
prestare un triangolo decente ]
Comunque,
lasciamo la geometria da parte - il prof Varner me l'ha fatta semplicemente odiare.
Chiunque
abbia letto tutti e tre i libri di una sicuramente nota Stephenie Meyer, è a
conoscenza degli amori che hanno caratterizzato la mia altrimenti miseramente
vuota esistenza, dei miei guai incredibili, e della mia sfiga onnipresente.
Diciamo che sono una sorta di Mary Sue al contrario.
C'è un
pericolo nel raggio di 30 km?
Tranquilli,
vi farò da paraguai per una modica cifra + assicurazione garantita!
Perchè,
perchè, proprio quella sera dovevo uscire senza la mia scorta di
creature leggendarie al seguito?
Perchè
quello era stato proprio l'unico bar aperto nel cuore della notte a Forks?
[
Cioè, già è tanto trovare un bar, figuriamoci aperto per una a cui la sfiga
di Paperino gli fa un baffo ]
Per un
fenomenale momento, guardando quel bar malandato, aperto nel cuore della notte,
in una cittadina dimenticata da Oh My Gold, ho pensato al bar di Boe.
Sì,
quello dei Simpson, dico sul serio.
E quindi
ero entrata, curiosa di scoprire se realmente dentro quella catapecchia che
osava chiamarsi "bar" ci fosse il Gobbo di Notre Dame dal muso giallo.
Invece
dietro il bancone trovai solo un cinese. Va bene, sempre giallo è, ma la mia
sfiga è colossale...
Così,
mi appollaiai al bancone con la grazia di un panda, ordinando qualcosa - una
qualunque cosa - da bere.
Meglio
affogare i miei dolori nell'alcool, mi dissi.
Il muso
giallo [ che non aveva nulla da invidiare al povero Boe in quanto ad aspetto
fisico ] mi porse una Heineken.
La stavo
osservando già da qualche secondo con un'espressione decisamente
intelligente, [ ci vuole tempo per le rotelline del mio cervello di
mettersi in moto, e ordinare ad una parte del corpo un qualunque sensato
comando ] , quando una donna dai capelli corvini si sedette comodamente
lungo il bancone, qualche sgabello più in là rispetto alla mia postazione.
Ma
ovviamente di lei non me ne fregava un tubo, e così cominciai a bere.
Non so
esattamente a che punto della ciucca nelle mani di quella donna malefica
spuntarono un blocco per gli appunti e una bella biro blu.
So solo
che, dopo qualche tempo, passando per l'assurdamente piccola libreria di Forks,
intravidi un libro nero con su stampata una mela rossa stretta da due mani
alabastrine.
Lo
comprai.
Lo
lessi.
Mi venne
un infarto.
Giuro.
Ma,
tornando a noi.
Tutte
sanno - e so che mi odiano profondamente per questo - del mio amore per Edward,
il super fig vampiro.
Tutte
conoscono il mio amore per i tentativi di palpeggio e i baci killer da
parte di Jacob, il licantropo.
Ma non
tutti sanno dell'amore che mi è piombato fra capo e collo in maniera del tutto
inaspettata.
E non
voluta, precisiamo.
Perchè,
sì, sono innamorata di Edward Cullen.
Sì,
sono innamorata di Jacob Black.
E, sì,
mio malgrado, sono anche innamorata di Alice Cullen.
Ma i
miei guai non possono aver fine, vero?
*~*~*
«Alice, per quanto ancora dovrà durare tutto questo?»
L’acidità della mia voce, accompagnata dall’occhiata
con cui fulminai la vampira dai capelli corvini, era palese. Con la precisione
geometrica degna del miglior architetto, ero stata posizionata al centro di una
delle tante e bellissime stanze di casa Cullen, e di fronte ad un enorme
specchio. La mia espressione scocciata, adesso impressa anche sulla superficie
riflettente, venne liquidata con una risata argentina.
«Eddai Bella!» il sorriso di Alice non era stato per
niente scalfito dal mio umore.
Sospirai, occhieggiando alla figura seminuda
pericolosamente in bilico sopra un pouf beige. Ossia me medesima.
Abbassai le braccia che la vampira mi aveva costretto a
tenere «bene in alto, Bella, non vorrai che la stoffa si sgualcisca prima del
dovuto!», beccandomi un leggero colpo sulla schiena scoperta.
«Sei una lagna, Bella» borbottò Alice, intenta a girarmi
attorno ed esaminando la gonna che mi aveva fatto indossare. Ancora niente a
coprirmi le spalle nude. Solo lo stupidissimo reggiseno di raso azzurro che mi
aveva costretto a provare e che mi permetteva di non arrossire di vergogna ogni
volta che volgevo lo sguardo verso la mia immagine riflessa.
«Non avrai intenzione di farmi uscire così» mi lasciai
sfuggire un gridolino di finto panico, mentre indicavo lo specchio e di
conseguenza la mia figura.
La gonnellina scozzese a pieghe era decisamente troppo
corta per i miei gusti – ma in fondo, qualunque gonna per me è semplicemente troppo.
Sullo sfondo blu, il disegno a righine nere e bianche risaltava appena. Ma
contro la pelle pallida delle mie cosce abbondantemente scoperte era tutto un
altro discorso. Ondeggiai pericolosamente quando lanciai un’altra occhiataccia
alla mia stilista, che continuava ad osservarmi con occhio critico. Poi un
sorriso sbocciò sulle sue labbra pallide, illuminando la stanza.
«No, ad Edward piacerà tantissimo!» battè una volta le
mani, prima di precipitarsi verso un’anta aperta dell’enorme armadio di
ciliegio. In quell’unica anta – grande quanto tutto il bagno che io e
Charlie dovevamo dividere a casa – Alice aveva fatto scorta di vestiti
azzurri, blu, indaco…
Tutti per me, ovviamente.
E tutti per appagare i desideri di Edward, per Alice più
importanti dei miei.
Quando ormai la vampira sembrava completamente scomparsa
dietro l’odiata matassa di vestiti, osai poggiare un piede sul pavimento, così
da sfuggire all’orrofico pouf.
Pessima mossa.
E grazie allo specchio che rifletteva ogni mia movenza,
potei vedere la mia goffagine e la mia sfiga anche da un altro punto di vista.
Ossia come mi vedevano gli altri. Una “O” perfetta si dipinse sulle mie
labbra, mentre un grido lacerò il silenzio della stanza.
Tempo tre secondi, ed ero già spiaccicata per terra, a
qualche centimetro da due occhi color cioccolato.
I miei.
Per non so quale miracolo divino, ero riuscita ad evitare
altri 7 anni di disgrazie, non rovinando sullo specchio di Alice e quindi non
rompendolo.
Mi misi velocemente a sedere, a gambe incrociate, mentre
portavo una mano al petto e sospiravo. Il peggio era passato.
O almeno, così credevo.
Infatti Alice era tornata come un lampo non appena captato
l’urlo, ma non aveva potuto evitare di ridere alla mia caduta.
«Oh, no!» cominciai a protestare, non appena notai altri
pezzi di stoffa – adesso color pervinca – risaltare contro la pelle bianca
delle sue mani.
«Oh, invece sì» un sorrisino cancellò completamente la
risata dal viso di Alice.
Poi, non la vidi più.
«Ehi, ma cos..» boccheggiai, quando mi sentii caricare di
peso e riportare sul pouf. Inutile protestare.
Quando l’apparentemente più giovane dei Cullen si
metteva in testa di utilizzarmi come Barbie 3D, non c’era niente da fare.
Detto fatto, sentii una stoffa leggera scivolarmi addosso,
coprirmi le spalle e la pancia, accompagnata da un tocco freddo e precipitoso.
Lanciai un’occhiata scettica al profilo di Alice, intenta ad allacciarmi i
bottoni dell’infida camicetta. Rifiutandomi di parlarle e dipingendomi in viso
un broncio da manuale, continuai ad osservarla, mentre, dopo aver girato attorno
al pouf per guardarmi da tutte le angolazioni possibili, schioccava la lingua,
soddisfatta.
Solo allora, osai guardarmi allo specchio.
«Sono orrib…»
«Sei bellissima, Bella!» sentenziò, battendo nuovamente
le mani, e ridacchiando.
Scossi la testa, mentre un sorriso rassegnato si dipingeva
sulle mie labbra. Sembravo una di quelle scolarette dei manga orientali. Quelle
con i maxi-fiocchi allacciati sul petto, e le mini-mini-gonne. Quindi
quell’immagine non mi rispecchiava per niente.
«Come preferisci, Alice, ma adesso io tornerei ai miei
vecchi jeans» Nuovamente feci per scendere, e lei, molto intelligentemente, mi
porse il braccio, non impedendosi però, di borbottarmi una sequela di brutte
parole riguardo al mio stile. La afferrai, e abbandonai definitivamente il
malefico appoggio che fino a quel momento aveva attentato al mio equilibrio.
Come se le superfici piane non fossero abbastanza precarie.
La sentii ancora borbottare riguardo T-Shirt e pantaloni
griffati, ma ormai avevo disconnesso il cervello per puntarlo contro un unico
pensiero.
Edward, ovvio.
Non mi resi conto Alice mi aveva lasciato andare, almeno
finchè non cozzai il ginocchio contro la poltrona su cui avevo appoggiato i
miei vestiti. Solo allora notai che era entrato Jasper, e la mia migliore amica
gli era logicamente corsa in contro.
Distolsi lo sguardo, poggiandolo sui miei vestiti e sulla
poltrona, non appena notai l'espressione intensa con cui si scrutavano.
Lui le teneva un braccio attorno alla vita, lei gli
accarezzava un braccio.
Rimasi ferma qualche secondo, avvicinandomi ancora alla
poltrona e trafficando con la maglietta, tentando di fare più rumore possibile,
ma i due vampiri non accennavano a staccarsi l’uno dall’altra - e forse si
erano anche scordati della mia presenza.
L’aria si era fatta decisamente calda e pesante.
Tossicchiai appena, giusto per far notare che ero ancora lì – e che cavolo,
non volevo assistere ad una scena a luci rosse tra la mia designer e il suo
ragazzo –, mezza nuda e coperta solo dai miseri pezzi di stoffa azzurrognola
che Alice mi aveva procurato, ma ancora una volta non mi notarono.
Strano, davvero strano.
Jasper ed Alice non si lasciavano quasi mai andare a gesti
intimi davanti ad altre persone. Si limitavano a lanciarsi sguardi profondi, di
cui io non potevo neanche sperare di conoscere il significato.
Mi voltai lentamente, giusto per sincerarmi che i due
fossero ancora lì, e che io non mi stavo semplicemente facendo dei flash
mentali alquanto discutibili. Purtroppo, il biondo e la bruna erano ancora fermi
davanti la porta, i visi a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Quasi imprecai, mentre a quel punto tentavo di farmi
piccola piccola, per sfuggire a quell’intimità imprevista. L’aria sembrava
irrespirabile, calda e densa. E, senza rendermene conto, il mio cuore batteva
contro il mio petto sempre più velocemente.
Reazione solitamente collegata alla vicinanza di Edward.
Quando finalmente le labbra dei due si sfiorarono, mi sembrò
che i battiti fossero impazziti, insieme al respiro.
Non potei evitarmi di scivolare contro la poltrona, gemendo
appena, e tenendomi la testa tra le mani.
Mi sembrava stesse scoppiando.
Cominciavo già a non distinguere più i contorni, quando
sentii due dita fredde sotto il mento che mi sollevavano il viso: due splendidi
occhi dorati mi fissavano ansiosi.
Me lo aspettavo.
E, prima di sprofondare nel buio, quasi ridacchiai.
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Spazio
autriciaH ~
Ok, che
io fossi pazza non era una novità.
Ma ritrovarmi a pensare una storia del genere, beH... Non uccidetemi! >.<
Avevo bisogno di staccare un po' la spina da argomenti delicati come quelli di
Forgotten Sunset, e dedicarmi un po' ai sani casini che Bella combina da umana.
Spero che lo stile non sia troppo stupido °L°
Il periodo in cui si svolge la storia va più o meno dopo la fine di Eclipse, ma
prima dell'epilogo. Per cui, Jake è ancora in gioco -ok, adesso voleranno mouse
da parte delle pro-Edward *asd* - , e di matrimoni ancora neanche l'ombra -
muore sotto il colpo di un mouse kamikaze -.
Diciamo che è si svolge in un universo parallelo XD Anche perchè, Bella
innamorata di Alice è incredibile °L° Ma giuro che c'è una spiegazione
valida anche se assurda. Ma in un mondo di vampiri, cercare di trovare qualcosa
di sensato è impossibile ù.ù Libere citazioni da vari capitoli di Twilight,
New Moon ed Eclipse (c) Stephenie Meyer, giusto per rendere la storia un po' più
credibile.
Per favore, criticate se c'è da criticare, ma questa vicenda mi frullava già
da un po' in testa ed era un obbligo scriverla ù.ù"
Proverò
ad aggiornare il prima possibile, ovviamente se la storia vi intriga.
Non sarà molto lunga, lo prometto *-*
Un
bacione
W.