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Autore: Whattina    17/05/2008    12 recensioni
[ ... ]non tutti sanno dell'amore che mi è piombato fra capo e collo in maniera del tutto inaspettata.
E non voluta, precisiamo.
Perchè, sì, sono innamorata di Edward Cullen.
Sì, sono innamorata di Jacob Black.
E, sì, mio malgrado, sono anche innamorata di Alice Cullen.
Ma i miei guai non possono aver fine, vero?
Perchè la sfiga che perseguita Bella non può, e non deve, aver fine ù.ù
Genere: Commedia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Prologo ~ I miei guai non possono avere fine (?)

 

Salve. Mi chiamo Isabella Swan [ Bella per gli amici ] e ho 18 anni.

Scusate per la presentazione incontro-degli-alcolisti-anonimi Style, ma era strettamente necessaria per ribadire 3 cose di cui sono del tutto certa - le ultime convinzioni che mi mantengono aggrappata al mondo reale:

Primo, io sono Bella. E non mi faccio chiamare così perchè ho manie narcisistiche [ a differenza del mio ragazzo/fidanzato alias amore della mia esistenza di cui parleremo più avanti ], ma perchè soltanto mia nonna mi chiamava Isabella. E qualche altro vecchietto non meglio definito.

Secondo, perchè questo non è un incontro di alcolisti anonimi, sebbene dal mio modo di camminare ed inciampare io sembri costantemente sotto effetto di alcoolici.

Terzo, per l'età. 18 anni sono ancora perfetti per una bella crisi ormonale.

Sì, perchè mi sono ritrovata immischiata in un quadrato triangolare amoroso di cui io sono il vertice.

Sì, lo so, quello tradizionalmente amoroso è il triangolo. Ma nella mia storia non c'è niente di tradizionale.

[ e in più non mi andava di scomodare il povero Renatone Zero così da farmi prestare un triangolo decente ]

Comunque, lasciamo la geometria da parte - il prof Varner me l'ha fatta semplicemente odiare.

Chiunque abbia letto tutti e tre i libri di una sicuramente nota Stephenie Meyer, è a conoscenza degli amori che hanno caratterizzato la mia altrimenti miseramente vuota esistenza, dei miei guai incredibili, e della mia sfiga onnipresente. Diciamo che sono una sorta di Mary Sue al contrario.

C'è un pericolo nel raggio di 30 km?

Tranquilli, vi farò da paraguai per una modica cifra + assicurazione garantita!

 

Perchè, perchè, proprio quella sera dovevo uscire senza la mia scorta di creature leggendarie al seguito?

Perchè quello era stato proprio l'unico bar aperto nel cuore della notte a Forks?

[ Cioè, già è tanto trovare un bar, figuriamoci aperto per una a cui la sfiga di Paperino gli fa un baffo ]

Per un fenomenale momento, guardando quel bar malandato, aperto nel cuore della notte, in una cittadina dimenticata da Oh My Gold, ho pensato al bar di Boe.

Sì, quello dei Simpson, dico sul serio.

E quindi ero entrata, curiosa di scoprire se realmente dentro quella catapecchia che osava chiamarsi "bar" ci fosse il Gobbo di Notre Dame dal muso giallo.

Invece dietro il bancone trovai solo un cinese. Va bene, sempre giallo è, ma la mia sfiga è colossale...

Così, mi appollaiai al bancone con la grazia di un panda, ordinando qualcosa - una qualunque cosa - da bere.

Meglio affogare i miei dolori nell'alcool, mi dissi.

Il muso giallo [ che non aveva nulla da invidiare al povero Boe in quanto ad aspetto fisico ] mi porse una Heineken.

La stavo osservando già da qualche secondo con un'espressione decisamente intelligente, [ ci vuole tempo per le rotelline del mio cervello di mettersi in moto, e ordinare ad una parte del corpo un qualunque sensato comando ] , quando una donna dai capelli corvini si sedette comodamente lungo il bancone, qualche sgabello più in là rispetto alla mia postazione.

Ma ovviamente di lei non me ne fregava un tubo, e così cominciai a bere.

Non so esattamente a che punto della ciucca nelle mani di quella donna malefica spuntarono un blocco per gli appunti e una bella biro blu.

So solo che, dopo qualche tempo, passando per l'assurdamente piccola libreria di Forks, intravidi un libro nero con su stampata una mela rossa stretta da due mani alabastrine.

Lo comprai.

Lo lessi.

Mi venne un infarto.

Giuro.

 

Ma, tornando a noi.

Tutte sanno - e so che mi odiano profondamente per questo - del mio amore per Edward, il super fig vampiro.

Tutte conoscono il mio amore per i tentativi di palpeggio e i baci killer da parte di Jacob, il licantropo.

Ma non tutti sanno dell'amore che mi è piombato fra capo e collo in maniera del tutto inaspettata.

E non voluta, precisiamo.

Perchè, sì, sono innamorata di Edward Cullen.

Sì, sono innamorata di Jacob Black.

E, sì, mio malgrado, sono anche innamorata di Alice Cullen.

Ma i miei guai non possono aver fine, vero?

 

 

 

 

 

*~*~*

 

 

 

 

 

«Alice, per quanto ancora dovrà durare tutto questo?»

L’acidità della mia voce, accompagnata dall’occhiata con cui fulminai la vampira dai capelli corvini, era palese. Con la precisione geometrica degna del miglior architetto, ero stata posizionata al centro di una delle tante e bellissime stanze di casa Cullen, e di fronte ad un enorme specchio. La mia espressione scocciata, adesso impressa anche sulla superficie riflettente, venne liquidata con una risata argentina.

«Eddai Bella!» il sorriso di Alice non era stato per niente scalfito dal mio umore.

Sospirai, occhieggiando alla figura seminuda pericolosamente in bilico sopra un pouf beige. Ossia me medesima.

Abbassai le braccia che la vampira mi aveva costretto a tenere «bene in alto, Bella, non vorrai che la stoffa si sgualcisca prima del dovuto!», beccandomi un leggero colpo sulla schiena scoperta.

«Sei una lagna, Bella» borbottò Alice, intenta a girarmi attorno ed esaminando la gonna che mi aveva fatto indossare. Ancora niente a coprirmi le spalle nude. Solo lo stupidissimo reggiseno di raso azzurro che mi aveva costretto a provare e che mi permetteva di non arrossire di vergogna ogni volta che volgevo lo sguardo verso la mia immagine riflessa.

«Non avrai intenzione di farmi uscire così» mi lasciai sfuggire un gridolino di finto panico, mentre indicavo lo specchio e di conseguenza la mia figura.

La gonnellina scozzese a pieghe era decisamente troppo corta per i miei gusti – ma in fondo, qualunque gonna per me è semplicemente troppo. Sullo sfondo blu, il disegno a righine nere e bianche risaltava appena. Ma contro la pelle pallida delle mie cosce abbondantemente scoperte era tutto un altro discorso. Ondeggiai pericolosamente quando lanciai un’altra occhiataccia alla mia stilista, che continuava ad osservarmi con occhio critico. Poi un sorriso sbocciò sulle sue labbra pallide, illuminando la stanza.

«No, ad Edward piacerà tantissimo!» battè una volta le mani, prima di precipitarsi verso un’anta aperta dell’enorme armadio di ciliegio. In quell’unica anta – grande quanto tutto il bagno che io e Charlie dovevamo dividere a casa – Alice aveva fatto scorta di vestiti azzurri, blu, indaco…  

Tutti per me, ovviamente.

E tutti per appagare i desideri di Edward, per Alice più importanti dei miei.

Quando ormai la vampira sembrava completamente scomparsa dietro l’odiata matassa di vestiti, osai poggiare un piede sul pavimento, così da sfuggire all’orrofico pouf.

Pessima mossa.

E grazie allo specchio che rifletteva ogni mia movenza, potei vedere la mia goffagine e la mia sfiga anche da un altro punto di vista. Ossia come mi vedevano gli altri. Una “O” perfetta si dipinse sulle mie labbra, mentre un grido lacerò il silenzio della stanza.

Tempo tre secondi, ed ero già spiaccicata per terra, a qualche centimetro da due occhi color cioccolato.

I miei.

Per non so quale miracolo divino, ero riuscita ad evitare altri 7 anni di disgrazie, non rovinando sullo specchio di Alice e quindi non rompendolo.

Mi misi velocemente a sedere, a gambe incrociate, mentre portavo una mano al petto e sospiravo. Il peggio era passato.

O almeno, così credevo.

Infatti Alice era tornata come un lampo non appena captato l’urlo, ma non aveva potuto evitare di ridere alla mia caduta.

«Oh, no!» cominciai a protestare, non appena notai altri pezzi di stoffa – adesso color pervinca – risaltare contro la pelle bianca delle sue mani.

«Oh, invece sì» un sorrisino cancellò completamente la risata dal viso di Alice.

Poi, non la vidi più.

«Ehi, ma cos..» boccheggiai, quando mi sentii caricare di peso e riportare sul pouf. Inutile protestare.

Quando l’apparentemente più giovane dei Cullen si metteva in testa di utilizzarmi come Barbie 3D, non c’era niente da fare.

Detto fatto, sentii una stoffa leggera scivolarmi addosso, coprirmi le spalle e la pancia, accompagnata da un tocco freddo e precipitoso. Lanciai un’occhiata scettica al profilo di Alice, intenta ad allacciarmi i bottoni dell’infida camicetta. Rifiutandomi di parlarle e dipingendomi in viso un broncio da manuale, continuai ad osservarla, mentre, dopo aver girato attorno al pouf per guardarmi da tutte le angolazioni possibili, schioccava la lingua, soddisfatta.  

Solo allora, osai guardarmi allo specchio.

«Sono orrib…»

«Sei bellissima, Bella!» sentenziò, battendo nuovamente le mani, e ridacchiando.

Scossi la testa, mentre un sorriso rassegnato si dipingeva sulle mie labbra. Sembravo una di quelle scolarette dei manga orientali. Quelle con i maxi-fiocchi allacciati sul petto, e le mini-mini-gonne. Quindi quell’immagine non mi rispecchiava per niente.

«Come preferisci, Alice, ma adesso io tornerei ai miei vecchi jeans» Nuovamente feci per scendere, e lei, molto intelligentemente, mi porse il braccio, non impedendosi però, di borbottarmi una sequela di brutte parole riguardo al mio stile. La afferrai, e abbandonai definitivamente il malefico appoggio che fino a quel momento aveva attentato al mio equilibrio.

Come se le superfici piane non fossero abbastanza precarie.

La sentii ancora borbottare riguardo T-Shirt e pantaloni griffati, ma ormai avevo disconnesso il cervello per puntarlo contro un unico pensiero.

Edward, ovvio.

Non mi resi conto Alice mi aveva lasciato andare, almeno finchè non cozzai il ginocchio contro la poltrona su cui avevo appoggiato i miei vestiti. Solo allora notai che era entrato Jasper, e la mia migliore amica gli era logicamente corsa in contro.

Distolsi lo sguardo, poggiandolo sui miei vestiti e sulla poltrona, non appena notai l'espressione intensa con cui si scrutavano. 

Lui le teneva un braccio attorno alla vita, lei gli accarezzava un braccio.

Rimasi ferma qualche secondo, avvicinandomi ancora alla poltrona e trafficando con la maglietta, tentando di fare più rumore possibile, ma i due vampiri non accennavano a staccarsi l’uno dall’altra - e forse si erano anche scordati della mia presenza.

L’aria si era fatta decisamente calda e pesante. Tossicchiai appena, giusto per far notare che ero ancora lì – e che cavolo, non volevo assistere ad una scena a luci rosse tra la mia designer e il suo ragazzo –, mezza nuda e coperta solo dai miseri pezzi di stoffa azzurrognola che Alice mi aveva procurato, ma ancora una volta non mi notarono.

Strano, davvero strano.

Jasper ed Alice non si lasciavano quasi mai andare a gesti intimi davanti ad altre persone. Si limitavano a lanciarsi sguardi profondi, di cui io non potevo neanche sperare di conoscere il significato.

Mi voltai lentamente, giusto per sincerarmi che i due fossero ancora lì, e che io non mi stavo semplicemente facendo dei flash mentali alquanto discutibili. Purtroppo, il biondo e la bruna erano ancora fermi davanti la porta, i visi a pochi centimetri l’uno dall’altro.

Quasi imprecai, mentre a quel punto tentavo di farmi piccola piccola, per sfuggire a quell’intimità imprevista. L’aria sembrava irrespirabile, calda e densa. E, senza rendermene conto, il mio cuore batteva contro il mio petto sempre più velocemente.

Reazione solitamente collegata alla vicinanza di Edward.

Quando finalmente le labbra dei due si sfiorarono, mi sembrò che i battiti fossero impazziti, insieme al respiro.

Non potei evitarmi di scivolare contro la poltrona, gemendo appena, e tenendomi la testa tra le mani.  

Mi sembrava stesse scoppiando. 

Cominciavo già a non distinguere più i contorni, quando sentii due dita fredde sotto il mento che mi sollevavano il viso: due splendidi occhi dorati mi fissavano ansiosi.

Me lo aspettavo.

E, prima di sprofondare nel buio, quasi ridacchiai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

• - • - • - •

Spazio autriciaH ~

Ok, che io fossi pazza non era una novità.
Ma ritrovarmi a pensare una storia del genere, beH... Non uccidetemi! >.<
Avevo bisogno di staccare un po' la spina da argomenti delicati come quelli di Forgotten Sunset, e dedicarmi un po' ai sani casini che Bella combina da umana. Spero che lo stile non sia troppo stupido °L°
Il periodo in cui si svolge la storia va più o meno dopo la fine di Eclipse, ma prima dell'epilogo. Per cui, Jake è ancora in gioco -ok, adesso voleranno mouse da parte delle pro-Edward *asd* - , e di matrimoni ancora neanche l'ombra - muore sotto il colpo di un mouse kamikaze -.
Diciamo che è si svolge in un universo parallelo XD Anche perchè, Bella innamorata di Alice è incredibile °L° Ma giuro che c'è una spiegazione valida anche se assurda. Ma in un mondo di vampiri, cercare di trovare qualcosa di sensato è impossibile ù.ù Libere citazioni da vari capitoli di Twilight, New Moon ed Eclipse (c) Stephenie Meyer, giusto per rendere la storia un po' più credibile.
Per favore, criticate se c'è da criticare, ma questa vicenda mi frullava già da un po' in testa ed era un obbligo scriverla ù.ù"

Proverò ad aggiornare il prima possibile, ovviamente se la storia vi intriga.
Non sarà molto lunga, lo prometto *-*

Un bacione
W.

  
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