Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: rescuemeidol    22/12/2013    2 recensioni
Dominique era ubriaca, ma sapeva ciò che voleva.
James era timido, ma avrebbe combattuto.
Lei aveva detto che ventiquattro ore sarebbero state più che sufficienti, e lui era d'accordo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I personaggi in questa storia non mi appartengono, sono proprietà di JK Rowling.
Storia non scritta a scopo lucro.
Titolo: 24 Ore.
Autore: Rescuemeidol
Fandom: Harry Potter
Raiting: Arancione
Coppie: Het, James Sirius/Dominique (coppia incestuale) 
Avvertimenti: Incest
A Giorgia, che mi aiuta sempre, da quando ci siamo conosciute.
 

24 Ore


«James» Rose stacco le sue labbra da quelle di Malfoy e si degnò di osservare il cugino. «Hai intenzione di dirglielo o no?»
«No» rispose Potter, con lo sguardo imbronciato.
«Ora non iniziare a rispondere a laconici, piccolo ingrato» scherzò la rossa.
Scorpius rise.
«Secondo me» iniziò il biondo «se ti piace devi dirglielo, così si inizia» e si scambiò uno sguardo troppo sdolcinato e vomitevole con la Weasley.
«Non so se l'avete capito, ma è mia cugina» dopodiché il suo sguardo si posò al centro della pista.

Dominique ondeggiava al ritmo della musica, gli occhi chiusi. Aveva in mano un cocktail dall'odore forte... chiunque l'avesse annusato avrebbe giurato che fosse qualcosa di più forte e col tasso alcolico molto più alto del whisky incendiario.
Era ubriaca fradicia, ma non le importava. 
Qualche ragazzo impertinente le si avvicinava e provava a strusciarsi sul suo corpo, ma lei se ne andava, senza degnare nessuno di uno sguardo. Anzi, quasi nessuno.
James era seduto su un divanetto poco distante da dove si trovava lei, vicino a un'affiatata Rose, impegnata con uno Scorpius molto eccitato. Si staccarono, scambiandosi uno sguardo d'intesa e dirigendosi verso il bancone del bar.

«So proprio cosa ci vuole qui» affermò Rose, con un'aria troppo sospetta per passare inosservata.
«Whisky Incendiario, lo so Rose» sospirò il fidanzato.
«No, ciccio» rise «i babbani sanno come divertirsi meglio di noi»
«Come posso fare con voi Weasley babbanofili?» 
«Vodka, assolutamente»
«Come?» chiese Scorpius confuso «Vodga? Fodka?»
«Caspisco del volume eccessivo della musica, ma tu sei proprio rincoglionito»
«Sono d'accordo» squillò la voce dell'altro Potter, dietro il bancone. Si occupava lui di far “sballare” la gente, quella sera.
«Potter» scherzò Scoprius «come va? Ho saputo che ti ha piantato quella riccia di Corvonero» ghignò.
«Si, caro Malfoy, dopo avermi fatto un bel servizietto non ricambiato» gli strizzò l'occhio.
«Bando ai tassi» intervenne Rose con poca panzienza.
«Hei, poveri tassi» disse Albus.
«Al, fammi il cocktail più forte e impregnato di vodka che conosci» sorrise malignamente.
«Vodka? Se proprio devi avere qualcosa “Made in Babbano-world” prendi qualcosa di più serio ed esperto, quella roba è da tredicenni che scorpono l'alcol per la prima volta»
«Non importa, devo far passare il limit...»
«Tu non ingurgiti proprio nulla del genere, Rosie» esclamò il Potter dagli occhi smeraldini. «Scorp, non le dici nulla?»
«Non è per lei»
«Ma questi limiti non li imponi a Domi?» chiese Rose, seriamente sconvolta dall'iperprotettività del cugino.
«Come?» chiese Albus confuso, e lei gli indicò la cugina (completamente andata) al centro della pista. «Cazzo...» si fece sfuggire, subito dopo.
«Zio Bill non ti perdonerà mai»

«James» Rose si avvicinò con un particolare fare amorevole al cugino «festeggia con noi» e gli passò il bicchiere da un colore roseo.
«Cos'è, Rosie?» 
«Nulla di che» sorrise, troppo rigida.
«Scorpius?» chiese al biondo.
«Nulla di pericoloso» 

Dopo aver ingurgitato il contenuto del bicchiere era molto compiaciuto dal sapore della bevanda.
Si diresse verso il bar e chiese ad Albus ciò che Rose gli aveva portato.

La serpe gli sorrise maliziosamente, e procedette dell'operazione.
«Come va con Dominique?» 
James, ancora sobrio, ma per poco, sbiancò.
«Tu come...?»
«Dai, Jamie, buttati» e gli parò davanti il cocktail.


James Sirius Potter per la prima volta si buttò in pista, con voglia di ballare, nata chissà dove.
Gli occhi di Dominique si illuminarono nel vedere la scena, e si buttò tra le braccia del cugino, non curandosi degli sguardi sbigottiti dei presenti.
Ballarono, per la prima volta insieme.

«Domi» iniziò James, sussurrandole all'orecchio. «Cosa siamo?»
L'acol fa miracoli, si sa.
«Ventiquttro ore, James» rispose lei.
«Come?» chiese lui confuso.
«Ventiquattro ore per scoprirlo, insieme»
Allora capì.

1ª ora.

Erano già 30 minuti che i due giovani ubriachi si strusciavano. La sala si stava svuotando pian piano.
Dopo pochi minuti rimasero solo loro due e qualche altro ragazzo che ci aveva dato troppo dentro con l'amata vodka di Rose.
«Cosa facciamo, Domi?» chiese Potter.
«Che ne dici di non dormire proprio?»
«Sono un po' stanco a dir la verità» ammise il ragazzo.
«Dai, James, domani è domenica»
«Va bene»

2ª ora.

Era l'una di notte e i due cugini si trovarono sulla riva del Lago Nero. Ci impiegarono ben un'ora ad arrivarvici, date le scarse facoltà mentali temporanee.
Erano arrivati in silenzio, e solo dopo parecchio tempo Dominique scelse di spezzarlo.
«James, ti ricordi quel Natale alla Tana quando ti regalarono quella mini-scopa»
«Si, Domi. Me la rubasti e per poco non si distrusse» sospirò «Eri sempre tu a combinare queste cose»
«Mi spezzasti il cuore» disse lei.
«Come?» chiese James, un po' agitato.
«Ti odio» disse imbronciata «mi hai detto»
«Non lo pensavo sul serio»
«Non avevo dubbi» sorrise amaramente Dominique.
«Ero parecchio incazzato»
«Non avevo dubbi, ripeto» risero assieme. 
Si guardarono negli occhi.
«Ero innamorato di te, allora»
Allora, e Dominique avrebbe dato la vita per posizionare un da davanti ad allora.
«Sì?» chiese sorridendo amaramente, ma cercando di camuffare le sue emozioni insipide, al contrario delle lacrime che cacciava dentro... quelle erano salatissime.
«Sì.»
«Anche io, eri il primo ragazzo...» quel falso sorriso scompariva di secondo in secondo «bambino, scusami, comunque il primo che adocchiai» 


3ª ora.

Erano abbracciati e ciondolavano sotto un albero nel giardino della scuola.
Se fossero stati sorpresi lì in mezzo, a quell'ora sarebbero stati messi in punizione, ma non si smuovevano. Stavano bene, nonostante le parlone non dette.
Si piacevano, lo sapevano tutti, tranne loro due.

«Jamie, cosa hai preso prima nel dormitorio?» 
«Il mantello dell'invisibiltà» 
«Oh, che ne dici di tornare nel dormitorio?» chiese Dominique, sorridendogli.
«Non eri tu quella che voleva passare la notte sveglia?»
«Si però...» 
«Che ne dici di andare nella Stamberga Strillante?» la interrupe James.
«Come? Ma sei impazzito?» 
«Dai, sappiamo tutti e due la verità. Non c'è nessun fantasma, mostro o roba simile»
«Non lo so, James» sospirò «Cosa vuoi fare?»
«Ci sono tante cose che voglio fare, ora.»
«Tipo?» chiese Dominique, ed un po' ci sperava... qualche gesto dolce sarebbe stato apprezzato.
«Tipo questo
» e senza pensarci due volte, si buttò.
Congiunse le loro labbra, eliminando la distanza.

No! Niente sinonimi e stronzate simili... la baciò.
Si staccarono dopo poco, il cuore pieno e lo sguardo vuoto.

4ª ora.

Faceva freddo nella Stamberga, e Dominique era coperta da un semplice vestitino.

«Dominique» fece lui.
«Dimmi» 
«Scusami per prima»
«James, non c'è bisogno di scusarsi»
«No, sul serio, non dovevo» pareva esasperato, a tratti.
«Ti chiedo una sola cosa James» disse lei con un filo di voce.
«Sì, DomDom, non lo farò più»
«Non intendevo questo» sorrise.
«E cosa, allora?»
«Quando arriva il momento giusto...» si fece coraggio «Ti prego, rifallo
»
E si buttò tra le sue braccia, niente baci, niente sguardi che lasciavano a desiderare. 
Solo due anime in pena, che parevano essere diventate un'unica cosa.

5ª ora.

Erano le quattro.
Due corpi giacevano sul pavimento dell'abitazione più temuta del posto, la più infestata, si diceva.
Erano stati colpiti dal mal di testa post-sbornia.
Lei era avvolta dalle braccia di lui e sognava.
Sognava che qualcuno le cingeva i fianchi e le sussurrava frasi dolci.
Era stata distrutta da chiunque la sfiorasse, ma era sicura che questa volta sarebbe stato tutto perfetto.
Quella voce, ben conosciuta, sussurrò.
Proibito, non perfetto
Sussultò e spalancò gli occhi.
James era lì, sveglio anche lui, e la guardavo come poche ore prima.

6ª ora.


«Sai, James» iniziò la bionda «forse non dovremmo»
«Perché?» 
Era assorta dai suoi pensiero, troppo confusa per addormentarsi.
La compagnia era ottima, lo ammetteva.
Non rispose al cugino, ma dopo poco ritrovò la parola.
«C'è una canzone babbana che dice una frase particolare»
«Quale?»

«If the truth has be forbidden then we're breaking all the rules»*
«Se la verità è stata proibita stiamo infrangendo tutte le regole» ripetè lui.
«Cosa ne pensi, James?»
«Domi, ci sono persone per le quali infrangerei tutte le regole al mondo, e tu sei in cima alla lista... da sempre
» sorrise.
E una lacrima le rigò il volto.
Sbaglio o mi sta aggiustando il cuore?

«Mi fai bene, James» ammise lei.
E vi fu un altro bacio, poi basta.

7ª ora.


Correvano per i corridoi, sotto il mantello di Harry.
Arrivarono ai dormitori e si salutarono.
Niente baci, solo sguardi e un minuscolo sorriso sulle labbra l'uno dell'altro.
James si girò e proseguì il suo cammino. 
Era tardi, troppo.
Le parole di Dominique gli avevano ricordato tante canzoni babbane, tra cui una che diceva: “Maybe tonight I'll call you, after my blood turns into alcohol”.*
Se lo ripeteva in testa...

«Forse stasera ti chiamerò, dopo che il mio sangue diventerà alcol»
Sembrava scioccato. Un po' di alcol gli aveva fatto vivere le ore più belle della sua vita.
Il pensiero che ne rimanevano ancora 17 gli riempiva il cuore.

«Magari quando saranno concluse ce ne saranno altre 24, e poi altre 48» pensò ad alta voce.

8ª ora.

Dominique sognò ancora.
Anche se ciò che vedeva mentre dormiva non poteva essere chiamato “sogno”, bensì incubo.

C'era tutta la sua famiglia, i genitori, gli zii e i cugini. 
Erano sconvolti per la loro relazione, e non l'accettavano.

«Non sei degna di essere nostra figlia» disse il padre «siamo stati così pessimi come genitori, eh Dominique?»
«Bill ha rogione» disse sua madre con l'accento francese, che nonostante gli anni passati in Inghilterra non spariva. «Ti obbiamo dato tutto»
«Questo è il modo di ripagarci? Facendoti tuo cugino?
»
Si svegliò sussultando, ancora una volta.
Non era possibile, i suoi genitori avrebbero accettato la cosa non sarebbero stati così duri.
Però le lacrime erano lì lì per uscire.

9ª ora.


«Domi, oh mio dio» disse la voce squillante di Margaret, la sua compagna di doritorio. «Cosa è successo?»
«Niente» Dominique cercò di mascherare le lacrime, senza successo.
«Parla con me, ti prego.» sembrava agitata «Farò di tutto per vederti sorridere. Sono tua amica»
«Ti è mai capitato di amare qualcuno che non puoi? Che non è concesso?»

Margaret si mise a riflettere per una manciata di secondi, poi disse «Se ami non ci sono barriere»
«Hai ragione» rispose Dominque. «Grazie, dai vieni»
Le fece spazio nelle coperte e Margaret l'abbracciò per farle sentire la sua presenza. Lei c'era sempre.
«Ora dormi»

10ª ora.

James era già sveglio, nonostante fossero le nove. Aveva dormito più o meno due ore.
Aveva lo sguardo vuoto, non sorrideva come al solito.
I suoi compagni si stavano preparando per la colazione.
«Jamie, hai preso la mia sciarpa?» chiese uno, non si accorse manco chi. Lui non aveva preso niente.
Era sconvolto, felice e distrutto. 
Aveva mille domande per la testa.
Aveva bisogno di un confidente, un amico, qualcuno col quale sfogarsi. Ma non c'era.
«Sei stanco?» chiese Mark, uno di loro, passando di lì. «Chi ti sei trombato ieri, eh?»
«Proprio nessuno» rispose il ragazzo.
«Ci vediamo in giro, Jamie»
Solo in una stanza affollata.

11ª ora.

Dominique era decisa ad alzarsi, nonostante le occhiaie e le borse sotto agli occhi.
Si preparò e corse in Sala Grande.
Cercò i suoi occhi tra quelli degli altri, ma non li trovò.
Sapeva dove si trovava.
Quando James ne aveva abbastanza del mondo e delle persone che lo vivevano era sempe lì, dove si erano baciati.
«Ho baciato James» ripetè più volte, in piccoli sussurri, solamente per riuscire a crederci.
Arrivò dopo non molto e le venne un colpo al cuore.

12ª ora.

«James» rise «non farlo mai più?»
Erano in silenzio da una manciata indeterminata di minuti.
«Cosa?» chiese lui, parecchio confuso.
«Non piangere mai più» lo abbracciò più forte. «Quando ti vedo piangere il cuore mi si spezza»
«Vale lo stesso per me, Domi.»
«Ci voglio credere»
Silenzio ancora.

13ª ora.

A volte il silenzio era più efficace delle parole, le quali spesso servono a rovinare solamente le cose.
James questo lo sapeva, ma aveva voglia di fare una domanda alla cugina.
«Dom?»
«Si Jam»
«Preferisci i baci o gli abbracci?»
Lei sembrò essere spiazzata dalla domanda.
«Perché me lo chiedi?» 
«Così» sorrise «magari in certe situazione so cosa fare»
Lei ci pensò su.
«Le carezze» sorrise, con palese imbarazzo.
«Come mai?»
«Ehm...»

14ª ora.

Non ci poteva credere che l'aveva ammesso. Erano minuti che ci pensava.
«Le carezze»
«Come mai?»
«Ehm... perché quando mi accarezzavi, da piccoli, mi sentivo a casa»

Ed ora erano sotto al sole di Marzo, che non riscalda mai abbastanza.
Lui l'accarezzava, e le sorrideva.
«E tu, James?» le chiese,  nonostante la domanda, da lui, era stata posta un'ora prima.
«Cosa?»
«Preferisci gli abbracci o i baci?» chiese, il rossore sulle guance.
Non ci pensò due volte su.
«Gli abbracci» rispose lui.
Dominique schiuse un po' la bocca, si aspettava i baci, come ogni ragazzo comune.
«Come mai?»
«Gli abracci ti fanno sentire protetto, no?» rispose, senza essere imbarazzato «Anche amato. Come se chi ti abbraccia ha intenzione di esserci per sempre»
Senza pensari due volte Dominique si alzò e lo abbracciò.
Dopo qualche minuto, parevano solo istanti, lei parlò, provando a non vergognarsi delle sue parole.
«Ora però voglio un bacio, James»
E lui non ci pensò neanche, a sua volta.
Le loro labbra si muovevano l'una su quella dell'altro.
Dopo un po' anche le loro lingue decisero d'incontrarsi.

15ª ora.

«Non trovi che la vita sia ingiusta?» chiese la rossa.
«Spiegati, Rose» rispose Dominique, quella frase le ricordava terribilmente il suo amore platonico.
«Guarda cosa sto facendo!»
La piccola Weasley stava divorando una barretta di cioccolata al latte.
«E allora?»
«Questa roba è squisita, ma fa ingrassare... Non ce la faresti a resistere, eppure devi, se no ti ritrovi un'esplosione nucleare di brufoli in faccia e troppi chili»
«Perché ogni cosa che dici è così sempre vera?» chiese la bionda.
«E' un talento naturale, Domi» si elogiò scherzosamente.
«Le tue parole mi...»
«Ti ricordano James?»
«Esatto»
«Vi ho visti prima, eravate così carini»
«Come devo fare?»
«Vivitelo, viviti una persona, tutto il resto non importa. Ricordati che può finire all'improvviso tutto, e non ci saranno spiegazioni da dare a nessuno»
«Molto incoraggiante» 
«Un'amica vera cerca di dirti la verità sempre, ma ti tira anche su» sorrise Rose «Siete perfetti assieme, sti gran cazzi degli altri o dei rapporti sanguigni»
«Hai ragione»
«Però ricorda, le amiche vere non ti gridano mai dietro. Ed è orrendo avere qualcuno a cui tieni sul serio che ti offende con la scusa di aiutarti»
«E questo cosa c'entra, Rosie?»
«Niente, ricordi. Solo fottutissimi ricordi» pareva repirmere la rabbia, poi sferrò un calcio al letto.
«Con Scorpius?»
«Lui sta bene» sorrise «Sai ieri abbiamo fatto...»
«E non me l'hai detto?» La bionda, sconvolta e sorridente saltò in braccio alla rossa.

16ª ora.


Scorpius trangugiava una cucchiaiata di budino.
«Cosa significa ventiquattro ore?» chiese con il boccone in bocca.
«Ventiquattro ore per scoprire cosa sono» disse mimando delle virgolette Albus.
«E tu cosa ne sai?»
«Dai, James, solo perché tu non hai avuto esperienze perfette non significa che tuo fratello non sia esperto» gli diede una pacca sulla spalla.
«Mi chiedo perché sono amico di due serpeverde» disse James.
«Invidia?» disse Albus, sorridendo a Scorpius.
Il tavolo di Grifondoro era quasi vuoto.
Erano ormai le tre.
«Allora tu? Cosa avete fatto»
«Be', l'ho baciata tre volte, o quattro»
«Solo?» chiese Albus, con un tono parecchio sconcertato. «Quando diedero a me le fatidiche ventiquattro ore alla terza ora già eravamo al secondo round di sesso»
«Ma perché devi essere sempre così poco delicato?» chiese Rose, che passava di lì, mettendosi accanto a Scorpius e stambandogli un bacio sulle labbra.
«Lei dov'è?» chiese James.
«Nella Sala Comune, finiva i compiti di Incantesimi» e dopodiché la rossa si avvinghiò al suo ragazzo in modo parecchio sdolcinato e disgustoso.

17ª ora.

«Hai bisogno di una mano?» chiese James, avvicinandosi alla poltrona, sulla quale Dominique era immersa nella lettura.
«No, non ti preoccupare» rispose lei, con le guance arrossate.
«Sicura, guarda che dopo ho gli allenamenti»
«James, ci ho pensato» 
Lui sembrava spiazzato, ma la invitò a proseguire.
«Non so se sia la cosa giusta»
«Cosa hai intenzione di fare, Domi?»
«Ci devo pensare ancora su questo» ammise lei.
Lui le prese il libro e la piuma di mano.
Scrisse qualcosa sul libro, sigirò e se ne andò.

18ª ora.

Dominique era completamente confusa.
La parole di James le avevano fatto creato ancora più caos in testa.
Aveva scritto:
“Se non ci metti troppo, ti aspetterò tutta la vita”*
Nessuno le aveva mai scritto nessuna frase del genere, tantomeno di uno degli scrittori babbani più importanti della storia.
Una volta lesse un libro di Oscar Wilde, e da allora se ne innamorò.
Decise di andare sul campo da Quiddich, insieme a Lily, e seguire gli allenamenti.

19ª ora.

«Secondo me ne sei innarmota» disse Scorpius, sorridendomi.
«Ne sono convinta anche io» 
«E perché non buttarti, allora?»
«E se poi va male?» 
«E se rimani così, e non lo scorpirai mai?»
Per la prima volta Scorpius Malfoy aveva detto una cosa intelligente.
Dominique ci pensò su, e scelse.
«Hai ragione, cazzo»

«Lo so»
Aveva sempre voluto lui, ed ora che lo aveva, ci ripensava.
Quanto si può impazzire per colpa dell'amore?


20ª ora.

Rinunciare a tutto e correre rischi o senza ciò che si desidera ma tranquillamente?
«Ti amo, James» ripetè la bionda «Da sempre, voglio solo te»
«Ma sei scema per caso?»
Rose la squadrava sbalordita.
Non era una cosa da tutti i giorni trovare la proprio adorata e bellissima cugina dichiarare ad uno specchio il proprio amore.
«Il mio amore per il cibo è giustificabile, però per uno specchio, proprio no» rise.
«Rose, sto impazzendo»
«Me n'ero accorta, giuro
»

Era buffo come James era silenzioso ma calmo. Il suo sguardo parlava.
E Dominique pensò di essere stupida e pazza quando provò a rivelare il suo amore, davanti uno specchio.

Non t’ama chi amor ti dice, ma t’ama chi guarda e tace disse Shakespeare.*
Dominique lo sapeva bene. Zia Hermione lo ripeteva spesso, colpa sua e dei suoi amatissimi libri babbani.
«Questo momento mi ricorda Shakespeare» ammise Dominique.
James parve confuso per un attimo, ma poi capì.

«Le citazioni di Hermione» rise.
«Te la ricordi?»
«Non t'ama chi amor ti dice, ma t'ama chi guarda e tace» rise.
«Esatto»
«Domi» inizia lui «Se amarti è un errore, io continuerò a sbagliare»

21ª ora.

La Sala Grande straripava di persone, eppure loro due si trovarono con uno sguardo.

«Gli sguardi si incrociano subito» disse Rose, vedendo ciò che accadeva tra i cugini.
«Si chiama amore» disse Louis, passando lì vicino.
«Io direi più "bussola sanguigna"» scherzò Albus.
«Non è divertente» disse seria Rose, conoscendo la situazione delicata.
Uno sguardo equivaleva ad un brivido, che non erano stati mai così piacevoli.

«Hai presente i flebo che usano i babbani?» chiese James a Dominique.
«Certo» rispose lei.
«Tu sei quello per me» le sorrise lei «E non sono mai così sdolcinato, non abbituartici»
Erano in Sala Comune, e la cena era appena terminata.
«E tu hai presente quella canzone del film Titanic, però quella senza parole» disse Dominique «Non riesco a spiegarmi bene... il titolo è Hymn To The Sea» 
«I film babbani, deprimenti della Granger, come no» 
«Amo quella canzone, e ci stavo pensando quando mi lasciasti la scritta di Wilde sul libro» sorrise.
«Non trovi che sia una giornata troppo profonda e dolce?» chiese lui
Lei annuì.
«Non ci sono abituato»

22ª ora.

Quella sera Dominique si ritirò presto.
Tropp
o stanca per andare ancora avanti.
Chiuse gli occhi e pensò a lui, alla loro relazione impossibile, all'amore
più forte di tutto.
Chi sei tu, che nel buio della notte osi inciampare nei miei più pronfondi pensieri? disse Shakespeare.*
Santo uomo, lui!
Non era la prima volta che Dominique trovava ogni sua frase paragonabile al suo stato d'animo.


Si sentiva troppo vuota, un cucino freddo non emanava calore da poter sostituire a quello di una persona.
Decise di alzarsi ed avviarsi in Sala Comune, c'erano gli ultimi ritardatari che si accingevano a finire i compiti.
Senza farsi troppi scrupoli salì la scala che conduceva ai dormitori maschili, troppo consapevole di dove era diretta.

23ª ora.

Due corpi avvinghiati l'un l'altro emanavano calore.
Esausti e sfiniti come lo si può essere solo dopo una notte di passione.
Dominique aveva sempre visto le relazioni incestuali come qualcosa di inconcepibile e disgustoso, ma solo quando lo visse per la prima volta scoprì che in mezzo all'amore e alla passione nasceva una brezza di adrenalina che quasi faceva impazzire, era tutto molto di più.
Parevano essere perfetti, l'uno all'interno dell'altra. Sembravano fatti apposta.
Lui le baciò il collo.
Una volta sentì una frase che le piacque tanto: baci sul collo, fino ai brividi, fino ai lividi.
Le venne immediatamente in mente.
Poi tutti i pensieri sparirono quando incrociò lo sguardo con quello di James.
Non era mai stata così completa fino ad allora.

24ª ora.

Amare. Parola troppo grossa per due ragazzi, due cugini, due persone cresciute assieme.
E allora cos'era quel vuoto nello stomaco che colpiva entrambi quando si guardavano?
«Ventiquattro ore fa eri la cosa che desideravo di più al mondo, ma ero sicuro che non ti avrei mai avuto» disse lui.
«Ti rendi conto di quante cose possono cambiare in ventiquattro ore, solo ventiquttro?»
Lui rappresentava qualcosa di forte in lei, la colmava. 
Una volta e per tutte Dominique era viva e non veniva usata.
Una volta e per tutte James era sicuro e non era schiavo delle ossessioni.
«Una cosa è certa» disse lui. «Le ventiquattro ore più belle della mia vita
»
E le loro mani si strinsero sempre di più.
Forever is gonna start tonight.*
 
* Read All About It (part 3) - Emeli Sande.

* Give Me Love - Ed Sheeran

* "Se non ci mette troppo, l'aspetterò tutta la vita" frase di Oscar Wilde.

* Shakespeare. 

*Shakespeare di nuovo.

* Total Eclipse Of The Heart - Bonnie Tyler.


 

Welcome to the dark side, we have cookieeeees

In poche parole, ho amato tutto ciò che ho scritto.
Ci ho messo per lo meno una decina di ore,

contando la pausa per fare l'albero di Natale.
L'ho fatto solo ora, lo so. lol

Avevo in mente diverse fan fiction, ma ho deciso di metterle assieme.
Questa è una delle coppie che amo di più al mondo.
Insieme ai miei diletti Rose e Scorpius, che non ho fatto mancare. :B

SPERO VI SIA PIACIUTA.
RIBADISCO CHE LA DEDICO ALLA MIA GIORGIA ORGIA, CHE AMO TANTO.

Se lasciate una recensioncina non vi mangio.

Chiara. 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: rescuemeidol