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Autore: Miriel_93    23/12/2013    1 recensioni
Dopo "It took a long time", i nostri eroi sono ritratti nella vita a un anno dalla sconfitta di Naraku. Come trascorrono le loro giornate, ora che il loro acerrimo nemico è stato cancellato dalla faccia della terra e, a parte qualche demone minore, la pace regna nell'epoca Sengoku?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Sesshomaru cominciava ad averne le tasche piene dei battibecchi tra Jaken e Rin. I toni si mantenevano sempre relativamente bassi, questo è vero, e raramente si protraevano troppo a lungo, ma si presentavano uno dopo l’altro, a un ritmo vertiginoso. A volte arrivava a sperare che Jaken se ne andasse di sua iniziativa, anche se poi si rendeva conto che il piccolo demone gli era troppo appiccicato addosso per farlo. Così, di tanto in tanto, aveva bisogno di prendere e andarsene a fare quattro passi tra i fitti alberi che circondavano l’isolata capanna in cui si erano stabiliti.
Quel giorno un odore familiare lo spinge a interrompere la camminata.
“Non può essere”,  pensa, voltandosi verso la direzione da cui proviene il vento.
Una macchia rossa attraversa velocemente il suo campo visivo.
«Inuyasha» Sibila, portando istintivamente la mano sull’elsa di Tenseiga. Sentendosi chiamare il mezzo demone arresta la sua corsa, fermandosi a pochi metri dal fratello.
«Sesshomaru» Risponde, gli occhi socchiusi in un’espressione di profondo astio. «Non è giornata, quindi levati dai piedi» Gli intima, scrocchiando le lunghe dita affusolate.
«Pensi che m’importi qualcosa della tua giornata?» Domanda retoricamente Sesshomaru, squadrando il giovane da capo a piedi. «Scommetto che hai litigato con quell’umana» Lo prende in giro, con un sogghigno lieve dipinto sul volto. «Sei un rammollito. Lasciarti turbare da una sciocchezza del genere» Incalza, estraendo la spada. “Non potrà ferirlo, ma qualche livido glielo può sempre lasciare”, pensa, prima di scagliarsi contro il fratello.
Sfoderando Tessaiga, Inuyasha schiva il fendente di Sesshomaru, atterrando poco più in là, impugnando la propria spada a due mani.
«Va’ al diavolo, Sesshomaru!» Ringhia, prima di lanciarsi all’attacco, accecato dalla rabbia.
«Sei sempre il solito» Nota il demone, scansandosi il minimo indispensabile per evitare la lama di Tessaiga ma riuscire comunque ad assestare un poderoso colpo sulla schiena di Inuyasha con l’elsa di Tenseiga, mandandolo a faccia in giù sul terreno. «Ti lasci guidare dalla rabbia e attacchi alla cieca. Mi sorprendo ogni giorno di più del fatto che tu sia vivo, fratello. E ancora di più del fatto che l’umana che ti ostini a proteggere sia sana e salva» Lo provoca, attendendo che si rialzi.
«Smettila di tirare in mezzo Kagome!» Urla Inuyasha, completamente fuori di sé dalla rabbia. Una volta in piedi infila di nuovo Tessaiga nel suo fodero, sfilandolo dalla cintura. Scaglia il tutto lontano da sé, allargando le braccia. «Avanti, Sesshomaru, attaccami!» Lo incita. «Attaccami e lascia che sia il mio sangue di demone a darti il ben servito!» Continua.
Sesshomaru, per tutta risposta, ripone la spada nel suo fodero, senza degnare Inuyasha nemmeno di uno sguardo. «Non ho intenzione di combattere contro uno sciocco che cerca il suicidio» Lo canzona, dandogli le spalle.
«Non darmi le spalle, Sesshomaru!» Urla Inuyasha, lanciandosi nuovamente all’attacco. Con un gesto rapido e preciso, il demone lo afferra per la gola, sollevandolo da terra.
«Torna in te. Fai pietà persino a tuo fratello, vergognati» Lo ammonisce, lasciandolo cadere a terra una volta pronunciate quelle parole.
«Che tu sia dannato» Ringhia Inuyasha a denti stretti, tenendosi una mano sulla gola.
«Pensa piuttosto a farti perdonare da quella donna. Da patetico mezzo demone quale sei non sei in grado di fare a meno di quella Kagome. Tanto vale che la smetti di comportarti come l’idiota che sei» Suggerisce, cominciando a tornare sui propri passi.
«Sesshomaru, aspetta, dannato!»
«Non ho nient’altro da dirti. Ed evita di farti rivedere da queste parti, la prossima volta non ti riserverò alcuna pietà» Gli intima, senza fermarsi. “Gira voce che quella sacerdotessa sia incinta. A quanto pare il sangue impuro di quell’idiota non sparirà con lui”, riflette. “La paternità deve avergli dato al cervello, anche se devo ammettere che la luce di follia che aveva negli occhi puzzava di pericolo. Pare che, invece di assopirsi, la sua metà demoniaca accumuli forza di nascosto. Potrebbe essere un problema”, continua, mentre la capanna sembrava non sbucare mai attraverso gli alberi. “Non credevo di essermi spinto tanto lontano”, nota, senza mutare minimamente l’andatura.
Dopo diversi minuti di cammino, immersi nel silenzio più assoluto, l’aria cominciò ad incresparsi intorno alla voce di Jaken.
«Padron Sesshomaru! Padron Sesshomaru, dove siete finito?» La sua gracchiante tonalità graffiava i timpani del demone con fastidiosa decisione. Trattenendo una smorfia di disgusto, Sesshomaru segue placidamente il suono di quella vocetta irritante, raggiungendo in poco tempo il piccolo demone.
«Che hai da gridare tanto, Jaken?» Domanda, con la sua tipica freddezza.
«Ah, padron Sesshomaru, che sollievo! Rin e io…no, a dire il vero è tutta colpa di Rin, il buon vecchio Jaken sapeva che sareste tornato presto, invece quella ragazzina insopportabile continuava a…» Blaterava, prima di rendersi conto di quanto gli usciva dalla bocca. «Fate finta che il vostro umile servitore non abbia detto assolutamente nulla, padron Sesshomaru. Perdonatemi!» Implora, prostrandosi a terra. Senza troppi complimenti, Sesshomaru gli cammina addosso, reputando superfluo girargli intorno.
La capanna, a pochi passi di distanza, era silenziosa. Entrando, Sesshomaru non vede subito Rin e, per un istante, sente il gelido cuore stringerglisi nel petto.
«Rin» Chiama, semplicemente.
«Sesshomaru!» Una voce un po’ nasale, dal retrogusto amaro delle lacrime lo raggiunge. Un movimento lieve, al di sotto delle coperte attira la sua attenzione.
«Perché piangi?» Chiede il demone, avvicinandosi alla ragazza.
«Avevo paura che non tornassi, stavolta» Confessa, tirando sul col naso.
«Sono tornato ogni volta, continuerò a farlo» Sussurra il demone, cingendole le spalle con un braccio. Forse un po’ poteva dire di capire il fratello. Ma se il suo cuore cominciava a liberarsi dalla gelida presa che lo soffocava, il suo orgoglio ancora non gli permetteva di fare certe considerazioni. Era già abbastanza che ammettesse, con se stesso, di provare qualcosa per quella ragazzina umana. Per il resto c’era tempo.

Ci ho messo un po', come al solito, ma finalmente sono iniziate le vacanze di Natale (=ho più tempo per scrivere, e scriverò!). Spero che mi perdoniate ^^"
Mi rendo conto che questo capitolo è un po' più corto degli altri, ma credo sia un po' più intenso degli ultimi che ho postato, forse perché c'è questo intenso momento tra fratelli che, bo, mi sembrava giusto mettere :3
Spero sia chiaro che questo capitolo è una sorta di flashback: mostra, in sostanza, cosa è successo prima che Inuyasha chieda scusa a Kagome nel capitolo 17. Diciamo che il fatto che proprio Sesshomaru gli abbia fatto "la ramanzina" gli ha fatto aprire un po' di più gli occhi sul proprio comportamento ^^
Spero che vi sia piaciuto! Alla prossima! 
Baci baci!

 
  
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