Cap
3
Elijah
osservava con la coda dell’occhio i movimenti
del più imprevedibile dei suoi fratelli. Per un certo
periodo aveva creduto che
Arianne sarebbe stata come un balsamo per le profonde ferite affettive
di
Niklaus, lo rincuorava il vederlo tanto preoccupato per qualcuno che
non fosse
se stesso, per di più per una piccola umana. Già,
per un certo periodo.
Poi
lei era cresciuta e aveva scoperto di avvertire
una sensazione di benessere ogni volta in cui lo abbracciava e gli si
stringeva
contro. Pensieri diversi, sconvenienti, e aveva dovuto ripetersi
più volte che
quella giovane donna non era altro che una sorella acquisita per loro.
Sospirò,
tutto quello che era stato non aveva più
importanza ormai.
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Italia,
1662
Elijah
stava leggendo quando udì le urla di Arianne.
Fuori dalla finestra imperversava un temporale con i fiocchi e la
ragazza
doveva essersi svegliata a causa dei tuoni. Era successo molte volte
durante
quegli anni, Arianne non dormiva bene da quella volta in cui
l’avevano trovata
tra i cadaveri dei suoi famigliari, e sembrava che la pioggia la
inquietasse
ancora di più.
Mise
via il libro, alzandosi dalla poltrona in pelle
in cui era sprofondato, e si diresse verso la sua stanza. Socchiuse la
porta,
sbirciando all’interno con discrezione.
Arianne
era seduta sul bordo del letto a
baldacchino, le morbide onde corvine arruffate e qualche goccia di
sudore che
le imperlava leggermente la fronte.
-
Elijah, sei tu? – domandò con voce tremante,
spostando lo sguardo verso la soglia.
Si
fece avanti, chiudendosi dietro il battente in
mogano.
-
Ti ho sentita urlare. –
La
ragazza abbassò lo sguardo, le gote alabastrine
coloratesi improvvisamente di un rosa acceso.
-
Non era nulla, solo un incubo, scusa se ti ho
fatto preoccupare. –
Mosse
un paio di passi, incerto. – Non preoccuparti.
–
La
candida camicia da notte, semitrasparente sotto i
raggi lunari, le aderiva al petto e le lasciava scoperta una buona
porzione di
gambe. Distolse lo sguardo, rimproverandosi mentalmente per come i suoi
occhi
avevano notato l’aumento delle sue morbide forme femminili.
-
Invece mi preoccupo eccome, sono stufa di
allarmarvi con questi stupidi incubi. – borbottò.
-
Lo sai che per noi non è un problema, è una cosa
normale. –
-
Normale per una ragazzina, forse, ma io non sono
più una bambina, Elijah. – replicò,
allargando le braccia come a voler dare
dimostrazione di ciò.
-
Lo vedo. – mormorò, così piano che per
un attimo
Arianne si chiese se l’avesse davvero detto o se lo fosse
solo immaginato.
-
Bene, se è tutto a posto, torno al mio libro. –
aggiunse, voltandosi verso la porta.
Aveva
la mano sulla maniglia quando la voce di
Arianne lo fermò.
-
Elijah, aspetta. –
Tornò
a guardarla negli occhi.
-
Sì? –
-
Resteresti con me, per favore? –
Annuì,
sdraiandosi accanto a lei e attendendo
pazientemente che gli si accoccolasse con la testa sul petto.
-
Sempre e per sempre. – assicurò, accarezzandole
distrattamente le onde corvine.
Arianne
chiuse gli occhi, aspirando il profumo di
muschio e pino selvatico dell’uomo: odore di casa. Gli si
strinse ancora di
più, saggiando la dura consistenza dei muscoli al di sotto
della camicia.
Elijah … il suo Elijah.
-
Elijah, posso farti una domanda? – chiese,
rompendo il silenzio che era sceso tra loro.
-
Tutto quello che vuoi. –
-
Tu mi ami? –
L’Originale
s’irrigidì leggermente e, ne era certo,
se avesse avuto un cuore pulsante probabilmente avrebbe saltato un
battito.
-
Certo, come amo Niklaus e Rebekah, siete la mia
famiglia. –
Arianne
scosse la testa, guardandolo con aria severa
negli occhi grigi.
-
No, non volevo dire in quel senso. Intendevo
questo. – chiarì, alzando la testa quel tanto che
bastava per arrivare a
catturare quelle labbra perfette che sembravano essere state modellate
nel
marmo.
Baciare
Elijah era diverso rispetto al baciare
Niklaus, questa fu la prima cosa che notò. Le sue labbra
erano inaspettatamente
calde e morbide, accarezzavano le sue con una delicatezza e
un’incertezza che
Niklaus non aveva mai avuto.
-
Arianne, non possiamo. –
L’allontanò
con gentilezza, mettendosi a sedere e
mettendo una buona distanza tra loro due.
-
Bacio così male? – domandò con una
punta d’ironia.
Non si era aspettata una reazione diversa, l’aveva agognata
certo, ma lo
conosceva troppo bene. Il cavalleresco Elijah non si sarebbe mai
permesso di
prendersi libertà come quelle con lei.
-
Non dire sciocchezze, sai che non è questo il
motivo. –
La
fissava con un’aria strana negli occhi castani.
Sembrava che interrompere quel contatto gli fosse costato
più che a lei.
-
E allora qual è? – replicò, fissandolo
con uno
sguardo arrabbiato che gli ricordava tremendamente quello di Niklaus.
-
Sei mia sorella, nostra sorella. – si corresse
prontamente.
Arianne
alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
-
Non sono vostra sorella, sono solo la marmocchia
che avete salvato da morte certa. Non sono nulla per voi, Elijah, solo
la
vostra umana da compagnia. – concluse amaramente.
-
Questo non è vero … - iniziò a
protestare, ma le
dita affusolate della ragazza si posarono sulle sue labbra, zittendolo.
-
Sai che è così, non sono nulla per voi, non sono
vostra sorella. E ora fa una cosa per me, te ne prego. –
Lo
fissò con sguardo implorante, quel genere di
espressione che sapeva bene essere la sua arma vincente. Non
c’era nulla che
Elijah fosse in grado di negargli quando lo guardava in quel modo.
-
Cosa? –
Tornò
ad avvicinarglisi lentamente, finchè le loro
labbra non furono talmente vicine da sfiorarsi mentre parlavano.
-
Baciami. Non chiedo altro che un casto bacio. –
sussurrò a fior di labbra.
Elijah
si maledisse per la propria debolezza, ma
fissando quella bocca tentatrice non poteva fare altrimenti.
Annullò l’esigua
distanza che li separava e la trasse a sé, baciandola con
gentile fermezza. La
vide chiudere gli occhi, cingergli il collo con le braccia e
abbandonarsi a lui
con cieca fiducia.
*********
Arianne
si fidava di lui più di chiunque altro.
Confidava nella sua forza e nella sua protezione e lui
l’aveva delusa. Non
l’aveva salvata, non c’era riuscito.
Sempre
e per sempre nel loro caso era stata nulla
meno che una bugia.
Spazio
autrice:
Eccomi
con il nuovo capitolo. Mi scuso per l’attesa,
ma ho voluto controllarlo e ricontrollarlo prima di pubblicarlo,
perché quando
scrivo di Elijah voglio essere certa di rimanere il più IC
possibile (e spero
vivamente di esserci riuscita). Spero che il capitolo vi sia piaciuto e
che
vogluate farmi sapere che ne pensate. Al prossimo.
Baci baci,
Fiamma Erin Gaunt