Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Erin Gaunt    23/12/2013    2 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne diversa da tutte le altre e della sua partecipazione agli Hunger Games: Enobaria. Cosa accade quando si trova l’amore durante i Giochi; un amore proibito, scandaloso e appassionato? Cosa si prova quando sai che la persona che ami potrebbe non tornare più da te?
Enobaria/Brutus
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri tributi, Brutus, Enobaria
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Undici

 

 

 

Enobaria aveva atteso quel momento per tutta la giornata, impaziente di scoprire se ciò che aveva letto negli sguardi degli Strateghi rispondesse o meno alla realtà. Il momento dei punteggi, quello che avrebbe potuto darle una spinta in più verso la vittoria o affossarla definitivamente.

- Nervosa? – le chiese Brutus, sedendosi sul divano accanto a lei.

- Non sono mai nervosa. –

- Bè, mi era sembrato che lo fossi prima della sessione di valutazione. – insistè.

Gli rivolse un’occhiata torva, - Quello non era nervosismo, solo adrenalina. –

L’uomo soffocò un attacco di risate con un paio di ironici colpi di tosse, ricevendo in risposta una gomitata nelle costole che lo fece trasalire.

- Vacci piano, tigre. – commentò, bloccandole il polso prima che lo colpisse nuovamente e avvicinandolesi. Erano a una manciata di centimetri di distanza quando sussurrò, fissandola negli occhi neri come tizzoni ardenti, - E ora, sei nervosa? –

- No. –

Si chinò a baciarle il collo, mordendole gentilmente un lobo e sentendola fremere contro la sua bocca.

- E ora? –

Fece per replicare, ma si rese conto che la voce le sarebbe uscita fastidiosamente roca, perciò si schiarì leggermente la gola, - N- no. –

- Bugiarda. – le sussurrò a fior di labbra, divertito da come il suo sguardo non abbandonava neanche per un istante lui e i suoi movimenti.

Un rumore di passi li riportò alla realtà. Brutus tornò ad addossarsi allo schienale del divano, le gambe incrociate e la solita espressione di pigra indifferenza, mentre Enobaria cercava di regolarizzareil suo respiro.

Deino fece il suo ingresso scortata da Jack, che la guardava con un sorrisetto irritante, come se sapesse perfettamente di aver appena interrotto qualcosa e ne fosse molto compiaciuto.

- Vediamo questi punteggi, ragazzi. – trillò allegramente la capitolina, accendendo il maxi schermo e accomodandosi tra Enobaria e Brutus, apparentemente ignara del disappunto della giovane e del suo Mentore.

La prima immagine fu quella di Julian, il volto perfetto con indosso un’espressione beffarda, un dieci lampeggiò sotto di essa. Venne poi il turno di Charlotte, il volto angelico rovinato solo in parte da quella sua aria superba, con un nove. Toccava a Jack.

Enobaria spiò la sua reazione con la coda dell’occhio. Il sorrisetto irritante era scomparso e si era proteso leggermente verso lo schermo, come a voler accelerare il momento del verdetto. Un dieci. Jack si lasciò sfuggire un verso d’esultanza, mentre Deino si congratulava con lui e Brutus gli assestava una vigorosa pacca sulla spalla. A lei però tutto questo non importava, il chiacchiericcio della capitolina le giungeva distante e ovattato, come proveniente da un altro pianeta. Era il momento della verità, il suo turno.

Vide la sua immagine, una ragazza dai tratti taglienti e lo sguardo duro, terrificante. Il punteggio apparve subito dopo. Due cifre, le ci volle un po’ per realizzare che effettivamente si trattava di due cifre.

- Undici, è un undici. – mormorò, più rivolta a se stessa che a qualcun altro.

Deino l’assalì con i suoi complimenti, e per una volta tanto si ritrovò a pensare che quella donna non era poi così insopportabile. Scambiò un’occhiata con Brutus, che aveva una scintilla soddisfatta nello sguardo, - Ben fatto, dolcezza. –

Dopo il punteggio di Rob, un undici anche lui, Brutus spense lo schermo e fronteggiò i due ragazzi.

- È venuto il momento di parlare dell’intervista di domani. – esordì.

Già, l’intervista. Quel pomeriggio Enobaria aveva fatto le ultime prove per l’abito che avrebbe indossato. Doveva ammettere che ne era stata completamente conquistata. Era un abito sobrio, di un bel rosso cupo, che esaltava il suo fisico flessuoso e si sposava bene con i suoi toni scuri. Rosso come il sangue, ricordava di aver pensato non appena l’aveva visto, e forse era stato proprio questo a farle piacere l’indumento in modo particolare.

- Ricordatevi di dire quanto vi piacciono Capitol City e i suoi abitanti. – decretò, rivolgendo un’occhiata eloquente a Enobaria. Tra i due era lei quella che lo preoccupava maggiormente.

Jack era un figlio di puttana, ma proprio in quanto tale era perfettamente in grado di vendersi al pubblico. Enobaria invece era tutta un’altra storia, doveva riuscire a catturare il loro interesse e il suo atteggiamento sdegnoso e arrogante non sarebbe certo stato un aiuto.

Proprio come a voler confermare la sua opinione, la ragazza ribattè con un sorriso beffardo: - Mi piacciono le costruzioni e il cibo, ma non la gente. –

- Non mi interessa se ti piacciono o meno, devi solo fingere. So che non ti piace chiacchierare di amenità, ma devi farlo. –

Tornò poi a rivolgersi a entrambi, lasciando intendere come ritenesse la discussione chiusa.

- Lasciate capire quanto siete determinati a vincere, non abbiate paura di apparire spietati. I capitolini amano un po’ di sana ferocia. –

Avevano adorato lui, che era maestro nell’arte di spezzare colli a mani nude, non c’era ragione che non impazzissero per loro.

Jack ed Enobaria annuirono all’unisono, mostrando che avevano capito e registrato mentalmente tutte le sue raccomandazioni.

- Fantastico, e ora andate a dormire. – decretò, alzandosi e raggiungendo il boccale di birra aromatizzata che aveva lasciato sul tavolo da pranzo. Lo vuotò con un paio di lunghi sorsi e quando tornò sul divano rimase sorpreso di trovarvi ancora Enobaria.

- Cosa vuoi, tesoro? – domandò, inarcando un sopracciglio al suo indirizzo.

- Distrazione. – replicò, lasciando scivolare a terra la tunica leggera che aveva indossato per la cena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il nuovo capitolo, chiedo scusa per l’attesa, ma l’ispirazione era scomparsa. Comunque sono nuovamente tra voi e spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Vi ricordo che ne mancano quattro alla fine e poi valuterò se scrivere una nuova long sui 75esimi Giochi oppure no. Al prossimo capitolo.
Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt