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Autore: Nightkey    23/12/2013    1 recensioni
[Fairy Tail]
[Fairy Tail]Ryuu non è un mago qualunque; lui è un Dragon Slayer.Fin da bambino è stato addestrato all'utilizzo di questa magia e, dopo la scomparsa di tutti i draghi, compreso suo padre, nell'anno 777, ha iniziato a girovagare per il mondo in cerca di "lui", ritenuto da quest'ultimo forse l'artefice della scompara del padre. Questa ricerca lo porterà a scoprire nuovi poteri a lui ancora sconosciuti e svelerà il mistero che avvolge le origini della sua famiglia.
Cosa accadrà?
Descrizione: Ryuu ha 18 anni, è alto e di corporatura normale con una grande resistenza fisica, riesce a sollevare qualunque cosa (o quasi). Ha corti capelli neri con riflessi blu e due occhioni color verde smeraldo.
Indossa un paio di pantaloni neri, un camicia senza maniche e un gilet nero strappato. Al collo porta uno strano medaglione d'argento, l'ultimo dono che ha avuto da suo padre.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 17 Addio, Ryuu.
-Dove… dove mi trovo? – domandò Wendy strofinandosi gli occhi color nocciola con le sue piccole mani. Si guardò intorno: nuvole di fumo si levavano alte dal terreno e dagli alberi ormai bruciati, le acque dei laghi scintillanti sporche di sangue rosso scarlatto, i suoi compagni di Gilda ricoperti da numerose ferite sanguinanti, ad altri mancavano perfino arti del corpo come piedi, gambe, braccia…
Alla vista di tutto quel sangue, Wendy trattenne un conato di vomito. Le pulsava la testa come se le stesserò impiantando un chiodo nel cervello al suon di martellate. Le sue gambe e le braccia erano piene di lividi ma le ferite causategli dallo scontro contro Erik erano svanite. Tuttavia la sua magia non era ancora tornata, si sentiva come un contenitore con appena due dita d’acqua. Una mano si poggiò sui suoi capelli blu. Lentamente lei alzò lo sguardo e vide la maga dai lunghi capelli scarlatti.
-Erza-san… che cosa? Io stavo…
-Ha funzionato – dichiarò Erza guardando la bambina dalla lunga chioma blu. – Ti spiegherò tutto strada facendo, adesso vieni con me.
Erza le porse la mano e Wendy le si aggrappò. La condusse in mezzo alle nuvole di fumo, verso la distruzione mentre le raccontava cosa fosse accaduto in quel lasso di tempo in cui lei si era trovata in bilico tra la vita e la morte: le disse dell’arrivo di Acnologia, delle Fairy Slayer Oscure e del loro potente sangue magico e alla fine dell’evidente scelta di Ryuu.
Wendy nel frattempo studiava Erza.  Aveva un volto stanco e… distrutto. Aveva una spalla in una posizione innaturale e l’altra quella con cui le teneva la mano, era percorsa da un graffio dall’aria rivoltante. Le ferita era profonda e il sangue continuava a cadere fuori a fiotti. Wendy non osò vedere in che condizioni erano le gambe.
Erza la condusse davanti una massa di gente. Si fece largo tra i maghi e non appena gli occhi di Wendy si posarono sul corpo immobile di Ryuu gettò un urlo così forte che avrebbe potuto perfino risvegliare gli spiriti. Poco più in là c’era il corpo senza vita di Lucas: lui non aveva più entrambe le gambe. Era uno spettacolo orribile.
Distesa sul corpo senza vita di Ryuu c’era Mirajane che singhiozzava. Il suo candido volto rovinato da quelle lacrime cariche di dolore. Wendy percepì una fitta al cuore. Si avvicinò al corpo di Ryuu, prese una sua mano fra le sue e la strinse al petto. Ignorò quanto quella scottasse. Wendy sapeva perché scottava, Ryuu stava bruciando per aver utilizzato la tecnica. Iniziò anche lei a piangere e quel che era peggio, era che lei non poteva fare nulla per curarlo. E il sangue di fata che Erza aveva usato per guarire lei era finito.
-Ryuu-san… mi avevi promesso che non ci sarebbe accaduto niente… che non TI sarebbe accaduto niente… - disse con un filo di voce.
Silenzio. Nessuno diceva nulla. Le parole morivano in bocca. Wendy non sopportava più quella vista. Fece per lasciarlo quando la mano di quello si strinse più forte alla sua. Ryuu spalancò improvvisamente gli occhi e Wendy trattenne un gridolino.
I suoi occhi erano diversi. Uno aveva la stessa sfumatura dei sette colori che compongono l’arcobaleno l’altro era tutto bianco, come se i sette colori si fossero fusi in un unico colore o fossero addirittura lavati via con uno di quei prodotti che servono a far scomparire le macchie dai vestiti bianchi. Uno sembrava ardere di luce propria, scintillava alla luce del sole emanando una sensazione di calore, di sicurezza. Chiunque l’avesse guardato si sarebbe sentito subito a casa, al sicuro da ogni male. Mentre l’altro era bianco e freddo come la neve, simile a quelli delle Fairy Slayer Oscure. Più lo guardavi più una strana sensazione si faceva viva nel tuo petto: smarrimento, inquietudine, paura… difficile stabilirlo. Ma tutte le sensazioni più cupe che tentavi invano di tenere sepolte infondo te, con un unico sguardo dentro di esso ti riaffioravano fuori, come in una cascata d’acqua.
Wendy distolse in fretta lo sguardo. Perché gli occhi di Ryuu avevano assunto ad un tratto quell’aspetto? Cosa gli era accaduto?
Ryuu fece scorrere i suoi occhi sul volto preoccupato di Wendy e Mirajane. Sorrise e quasi con un sussurro disse:
-Visto? Ho mantenuto la nostra promessa…
Poi nello stesso modo in cui aveva spalancato gli occhi, li richiuse.
-Ryuu! No! – urlò Mirajane.
Ryuu non si mosse. Sembrava dormire beatamente coccolato da un bel sogno. Mirajane lo scosse e Ryuu si sforzò di riaprire gli occhi.
-Ti prego… lasciami dormire solo un po’ – mugugnò lui. Ma Mira non glielo avrebbe mai lasciato fare, non in quella situazione e Wendy lo sapeva bene. Lei aveva paura che lui se ne andasse per sempre.
-Non farlo. Non te ne puoi andare! – urlò Mirajane cercando di mantenere un tono di voce minaccioso. Ma non ci riusciva perché la voce si incrinò.
-Io… io… - Ryuu sembrava distante da quella conversazione. Era come se con la sua mente fosse altrove, forse in quella di qualcun altro, mentre il suo stanco corpo giaceva lì. Era questo che si provava quando si stava per morire? Scosse la testa e provò a tornare in se. – Scusa.
Mirajane lo abbracciò. – Ho temuto che te ne saresti andato per sempre. Che fossi morto…
-Morto? – Ryuu sorrise col volto ricoperto ormai di sangue secco. Pian piano sembrava stesse ritornando in  sé. – Ci vuole ben altro per mettermi al tappeto.
-Ma tu stavi bruciando fino a pochi minuti fa! – intervenne una voce dalla massa di maghi che li circondava.
-Ooh, sì. Deve essere colpa delle fiamme di Natsu.
-Ryuu-san… cos’è successo realmente? E perché i tuoi occhi sono… insomma sono diversi? – domandò la piccola Wendy.
-Credo di dovervi una lunga spiegazione.
Ryuu socchiuse gli occhi e inspirò. Gli bruciava la gola a causa delle nuvole di fumo e voleva solo riposarsi. Ma dopotutto doveva una spiegazioni ai suoi nuovi amici. Alzò il braccio destro e mostrò i nove simboli impressi su di esso. Poi indicò il grande albero con l’incisione della corona e con grande stupore dei maghi, essi constatarono come ogni simbolo combaciasse con quelli impressi nella corona. Tutti tranne uno che non compariva sul braccio di Ryuu. Fu avvolto da un’aura viola e finalmente il decimo simbolo comparve sul suo braccio. Ora, corrispondevano tutti.
-Durante il testa a testa con Acnologia rsono riuscito a penetrare nella sua mente. Era un posto davvero lugubre, oscuro e freddo. Iniziai a vagare in mezzo ai suoi pensieri finché lui non si mostrò dinnanzi me, o meglio la sua proiezione mentale. Io gli rivolsi numerose domande sul perché anni fa aveva fatto fuori mio padre, perché voleva sterminarci… non rispose a nessuna domanda. ovvio, ha sempre ritenuto noi esseri umani esseri inferiori, indegni della sua parola. Fu allora che mi arrabbiai e cominciai a combattere anche contro la sua proiezione mentale. Ingaggiammo un duello su due fronti, uno nel mondo reale e uno nella sua mente. Anche nella sua mente la sua potenza sembrava illimitata mentre io stavo esaurendo la mia per lo sforzo di restare dentro la sua mente che cercava di respingermi via. Decisi di attingere alla mia ultima risorsa. C’era un tecnica che solo un Dragon Slayer Psichico può utilizzare ma che ha delle conseguenze. “Occhio della sibilla” è un’antica tecnica che ti permette non solo di incrementare i tuoi poteri psichici attingendo al potere mentale del tuo avversario ma anche di leggere il tuo avversario guardandolo negli occhi come un libro aperto. Tuttavia è una tecnica che può essere usata solo due volte perché ogni volta che la utilizzi, uno dei tuoi occhi perde la sua luce vitale diventando bianco – Ryuu si indicò l’occhio privo di colore. – Utilizzai la tecnica rinunciando a uno dei miei occhi e mentre stavo per sferrare il colpo di grazia lessi nei suoi occhi la verità. Mio padre era l’ultimo Re Drago e lui voleva prendere il suo posto. per questo lo uccise. Presto venne a sapere che aveva un discendente e quindi anche lui doveva essere distrutto. Iniziò la sua caccia ai Dragon Slayer per trovare il Principe Drago, l’unico essere forse in grado di sconfiggerlo.
Silenzio. il vento soffiò sull’oasi trasportando via le nuvole di fumo e l’odore del sangue.
-Io… io non sapevo di essere il Principe Drago finché Lucas non mi ha aperto gli occhi. Dopotutto qui poteva avere accesso solo il Re Drago e la sua progenie. Sono stato uno stupido. Vi ho coinvolto in una battaglia suicida a causa della mia sete di vendetta e della mia cecità. Vi chiedo scusa… come principe avrei dovuto proteggere voi, la mia famiglia e invece… - Ryuu guardò Lucas e poi distolse lo sguardo.
-No! Non scusarti. Noi non ti avremmo lasciato da solo ad affrontare una simile minaccia. Noi siamo la tua famiglia, dove vai tu andiamo noi! – dichiarò Natsu sorridendogli. Gli porse una mano e Ryuu gli si aggrappò tirandosi su.
-Grazie… ragazzi.
-Su ora… che ne dite di tornare a casa? Sto morendo di fame – esclamò Natsu mentre l’intera gilda scoppiò a ridere.
-Sei sempre il solito! – dichiarò Gray sferrandogli un pugno sulla  nuca che lo fece sedere a terra.
-Lurido ghiacciolo bastardo! Come ti permetti! – Natsu si rialzò e gli fu addosso.
-Non cambieranno mai. – sorrise Lucy. Tutto finalmente stava tornando alla normalità.
 
 
 
Era trascorsa una settimana dalla battaglia contro Acnologia e il suo esercito di Fairy Slayer. Nessuno osava immaginare che fine avesse fatto il terribile Drago nero dell’apocalisse; c’era chi pensava fosse stato finalmente distrutto, chi invece pensava che era ancora vivo ma abbastanza ridotto male da tenerlo lontano per un bel po’. Ryuu tuttavia si era ripromesso che se sarebbe ritornato, lui sarebbe stato ancora una volta pronto a metterlo K.O.
Dopo il ritorno all’Oasi dei Draghi ogni mago di Fairy Tail aveva ricominciato a trascorrere normalmente la loro vita, per quanto può essere definita “normale” la vita di un mago.
Lluvia era uscita dalle prigioni del concilio facendo subentrare Erik. Lui non aveva opposto resistenza forse per il semplice fatto che tutta quella storia lo aveva stancato più del previsto o forse perché dato che aveva aiutato i maghi in quella missione il concilio aveva stabilito che una volta al  mese avrebbe potuto lasciare i carceri a patto che con lui sarebbe andato sempre qualcuno. Forse dopotutto i membri del Concilio avevano un cuore… oppure no?
Lucy era ritornata al suo appartamento dove ad aspettarla c’erano due mesi di affitto arretrati da pagare e un bel caldo bagno dove avrebbe potuto sistemarsi i capelli. I suoi meravigliosi capelli biondi erano stati strappati con furia da una di quelle fate oscure e ora si ritrovava con metà della testa spelacchiata. Ogni volta che Ryuu la vedeva era costretto a trattenere una risata.
Natsu e gli altri Dragon Slayer insieme ad Erza erano quelli che si erano ripresi più velocemente dalle brutte ferite riportate dalla battaglia fatta eccezione per Sting al quale mancava un braccio. Fu la volta di Gray che con la sua magia della creazione del ghiaccio gli aveva procurato una protesi.
Anche lui ne aveva una, durante la furente battaglia aveva perso un piede e successivamente Lluvia si era offerta da fargli da infermiera per aiutarlo nonostante lui avesse esplicitamente rifiutato l’offerta.
Haru e Luxus formavano ufficialmente una coppia e quest’ultima aveva deciso di entrar a far parte di Fairy Tail, la sua nuova casa. Non avrebbe più viaggiato per il mondo da sola, ora con lei c’era Luxus e tutti i suoi nuovi compagni di gilda.
 
 
Ryuu si stava recando al parco dove vi si trovavano gli alberi di ciliegio dalle fronde rosa. Lì avrebbe incontrato Wendy e finalmente gli avrebbe rivelato la verità. Che senso aveva continuare a tenerla all’oscuro di tutto?
Sentiva l’ansia divorargli lo stomaco, i suoi piedi minacciavano di girarsi e tornare indietro ma dovette impiegare tutta la sua forza di volontà per andare avanti.
Arrivato la vide, seduta sotto uno dei maestosi alberi in fiore. Indossava un bel vestitino verde e aveva i capelli blu raccolti in una  coda di cavallo. Ryuu deglutì e si costrinse ad andare avanti. Si sedette acconto a lei mentre lei lo salutava con un sorriso.
-Ryuu-san, finalmente! Sai di essere in ritardo? – ridacchiò lei. Ryuu la guardò di nuovo. Al contrario suo, le ferite di battaglia ricavate durante lo scontro erano sparite. Mentre il povero Ryuu non era stato altrettanto fortunato. Le sue ferite si erano rimarginate quasi tutte fatta eccezione per l’enorme cicatrice che gli solcava il volto deturpandolo. Ryuu inizialmente temette che Mira lo ripudiasse ma lei gli aveva detto che non le importava se aveva la cicatrice o meno, desiderava stare solo col suo Ryuu. E poi anche i suoi occhi erano diversi. Non erano più verdi come lo smeraldo, colmi di dolore e sofferenza. Uno cambiava costantemente colore, assumendo le tonalità secondo le sue emozioni. Al momento erano viola, privi di alcuna traccia di dolore. L’altro invece era tutto bianco e Ryuu aveva deciso di coprirlo con una fascia inclinata nera.
-Scusami… - Ryuu spostò gli occhi e guardò il sole che stava cominciando a tramontare, lasciando il posto alle stelle. Osservò i cielo cangiare colore proprio come adesso facevano i suoi occhi. Si sfilò il medaglione dal collo e lo porse alla bambina. – Tieni.
Wendy lo prese tra le sue mani e lo studiò. Era un semplice dischetto d’argento agganciato ad una catenella d’acciaio. Fece scattare un meccanismo e quello si spalancò riversando fuori il suo contenuto. Una scaglia di Drago Viola che alla luce del sole cangiava il colore appartenuta probabilmente al padre di Ryuu e dall’altro lato una sua foto con sua madre.
-Ma queste… siamo io e Grandine! Ryuu-san che significa tutto questo? – domandò Wendy arrossendo.
-Wendy… Grandine è anche mia madre.
-Quindi io sono…
-Si. Mia sorella. – Wendy balzò in piedi e sferrò uno schiaffo sul volto di Ryuu. Incominciò a singhiozzare. – Perché-è, perché non me lo hai detto subito? Perché ora-a? Perché la mamma-a non me ne ha mai parlato?
-Wendy eri troppo piccola per ricordarti di me e la mamma non te ne ha mai parlato perché se no saresti venuta a cercarmi-i, mi seguivi d’appertutto  e avresti potuto fare la fine di papà… l’ha fatto per proteggerti.
-Pensavo di non avere più nessuno quando mamma è scomparsa, di essere rimasta sola…
Wendy piangeva ormai. Ryuu si alzò e l’abbracciò. – Non è così e tu lo sai. Hai incontrato tante persone che ti hanno voluto subito bene e con loro hai affrontato mille avventure. E ora che ti ho ritrovato, anch’io sono con te. Non ti abbandonerò più. Ora che ti ho ritrovato non ho più intenzione di perderti.
Wendy si asciugò le lacrime e sorrise. – Sai ora capisco perché avevi il suo stesso odore e perché avevo tanta paura di perderti. Tu assomigli a Grandine.
Ryuu scattò a ridere. Rimase seduto sotto l’albero per ore stringendo Wendy fra le braccia mentre sopra di loro le stelle splendevano. Per la prima volta dopo anni, Ryuu si sentì felice.
 
 
-Ryuu devi andare proprio? – chiese Lucy. Le sue ferite erano completamente sparite e aveva raccolto i capelli in modo tale che non si notasse che gliene mancassero alcune ciocche. Avevano un aspetto davvero buffo ma finché non le si sarebbero riallungati non avrebbe potuto fare di meglio.
-Si. Non so per quanto tempo starò via ma ho bisogno di capire cosa fare ora. E poi ci sono alcune cose che ho visto nella mente di Acnologia che non mi sono ancora del tutto chiare.
-Ryuu… io – fece Wendy.
-Sorellina – Ryuu gli porse una mano. – Ti andrebbe di accompagnarmi in questo viaggio? Sono stato senza di te già per molto tempo e ora che ti ho ritrovato non ho voglia di abbandonarti di nuovo.
L’occhio buono di Ryuu scintillava. Era verde come lo era stato in precedenza e racchiudeva tutta la speranza e la vitalità che conteneva in corpo. Wendy lo guardava, mentre la sua domanda gli ronzava in testa “Ti andrebbe di accompagnarmi in questo viaggio?”. Cosa doveva fare? Da quando Ryuu le aveva confessato il loro rapporto di parentele non c’era stato giorno che lei non avesse passato in sua compagnia. Adorava stare con lui. Con lui e con Mirajane che spesso era accoccolata fra le braccia del fratellone. Una parte di lei ardeva dal desiderio di partire con lui in questa nuova grande avventura, l’altra parte tuttavia non se la sentiva di abbandonare i suoi compagni di gilda. Doveva ammetterlo era una decisione piuttosto difficile. Ci rifletté su per parecchi minuti, così tanti da dare l’impressione di dormir ad occhi aperti. Poi sbatté più volte le palpebre, si voltò a guardare prima i suoi compagni di gilda e poi il suo fratellone. A quel punto la risposta le fu chiara.
-Io… io voglio restare qui. Non posso abbandonare i miei compagni di gilda ormai anche loro fanno parte della mia famiglia e di me… - sputò fuori tutto ad un fiato tenendo gli occhi bassi, poi alzò lo sguardo e incontrò quello del fratello.
-Lo Capisco – sorrise. – Beh allora prendi questa. – Ryuu le porse la scaglia di Drago di cui non si separava mai. – Ogni volta che ti sentirai sola, che avrai bisogno d’aiuto… stringi forte questa e io arriverò immediatamente da te. Non In importa quanti kilometri saremo lontani il mio cuore troverà sempre la strada di casa verso il tuo.
Wendy sorrise e si gettò fra le braccia di Ryuu, stringendolo forte. – Grazie!
Il sole alle loro spalle stava cominciando a tramontare tingendo il cielo di sfumature arancio.
-è ora! – Annunciò Ryuu.
-Di già?
-Si.
-Questo-o… questo è un addio? – domandò Lucy avvicinandosi a Wendy.
-No. È solo un arrivederci. – Sorrise Ryuu dando un piccolo bacio sulla fronte della sorella. – A presto, Wendy-nee. Arrivederci Fairy Tail!
L’ultima cosa che Wendy vide fu Ryuu sparire dentro l’ultimo raggio di sole mentre sussurrava: - Arrivederci, fratellone.
 
Ryuu stringeva forte il medaglione contro il suo petto. Stringerlo fra i palmi delle mani gli calmava i nervi. Quell’oggetto era ormai una parte di lui, senza si sentiva come un contenitore di biscotti senza biscotti. Dentro vi teneva tutti i suoi più preziosi ricordi e ora dopo aver regalato la scaglia di Drago del padre alla sorella, la parte che era rimasta vuote, l’aveva riempita con un ritratto suo e di Wendy.
A malincuore l’aveva lasciata, ma aveva ancora un obiettivo da sistemare. Quello che la mente di Acnologia gli aveva mostrato lo aveva fatto rabbrividire. Desiderava cancellare quelle immagini dalla sua mente ma per quanto ci provasse quelle ritornavano sempre. E poi da quando era penetrato dalla mente del mostro i suoi pensieri si erano strettamente legati a quelli del mostro costruendo un ponte che a volte gli faceva avere dei Flash sui ricordi del mostro o poteva ascoltare i suoi pensieri sussurrati e non erano mai pensieri positivi. Solo sangue, dolore e morti. Urla agghiaccianti di esseri che vanno incontro al loro destino una volta che incontrano il mostro. Si, Ryuu avrebbe voluto cancellarli dalla sua mente ma non ci riusciva e non capiva il perché.
Assorto com’era in quei pensieri non si accorse dell’essere che lo seguiva silenziosamente.  Quello leccandosi le labbra gli saltò addosso facendo ruzzolare a terra il povero mago dai capelli neri. Ryuu provò a sferrargli un pugno ben assestato sul volto ma prima che potesse muovere anche solo un dito, l’essere gli bloccò a terra entrambe le mani. Non riusciva a scorgerne il viso tanta era buia quella notte ma aveva un profumo familiare.
L’essere spalancò la bocca e Ryuu notò i denti scintillanti avvicinarsi al suo collo. Sentì una coda avvolgergli le gambe in una forte stretta e il mostro sghiazzare. E Quando la lingua dell’essere sfiorò il suo collo, Ryuu svanì in un ombra. Era una tecnica che gli aveva insegnato Rogue. Ricomparve alle spalle del mostro. Lo afferrò, lo sollevò, lo avvicinò a sé e gli sussurrò all’orecchio: - Beccata!
Poi la baciò.
L’essere riacquistò le sue vere sembianze e degli occhi azzurri come l’oceano invasero quelli di Ryuu. Mirajane aveva segretamente seguito Ryuu e adesso i due si trovavano avvinghiati l’un con l’altro e le loro bocche incastrate alla perfezione come i pezzi di un puzzle.
Fu Ryuu ad allontanarla: - Scusa ma adesso devo andare.
-Si lo so, volevo solo… vederti un’ultima volta. – rispose la maga. Ryuu sorrise e la baciò di nuovo. Provò a imprimere la sensazione magnifica che provava ogni volta che la baciava nella sua mente.
-Tornerò te lo prometto!
Lo attrasse a sé e sussurrò: - Non dimenticarmi.
Sorrise. – Non lo farò.
Mirajane lo lasciò andare di malavoglia. Ryuu Si voltò a guardarla un’ultima volta, se lasciare Wendy gli spezzava il cuore, abbandonare anche Mira era ancora peggio. Ma se per proteggere le due ragazze che amava di più doveva temporaneamente lasciarle per compiere la sua missione, l’avrebbe fatto e poi entrambe si sarebbero prese cura l’una dell’altra come gli avevano promesso. Sorrise. Diventò invisibile e svanì nel silenzio della notte.
 
FINE!


 
  
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