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Autore: Scattered Dream    23/12/2013    1 recensioni
Salve a tutti!
Questa è una raccolta di flash-fic natalizie, che sarà aggiornata ogni giorno, a partire da oggi, fino ad arrivare al 24 Dicembre. Spero vi incuriosisca!
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Tutti gli anni le decorazioni per la casa erano state perfette: festose, allegre e stupende! Tutti gli anni, fare regali a parenti ed amici era stato un gioco da ragazzi, tutti gli anni, solitamente, la notte prima di Natale si dormiva. Ogni anno, a Natale, era filato sempre tutto liscio come l'olio, non c'era stato nessun imprevisto. Ma non quel Natale.
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"Babbo Natale dovrebbe mettersi a dieta, seriamente! L'anno scorso l'ho trovato incastrato nel camino, vi pare normale? E' proprio vero che a Natale ne succedono di cose strane...
[cit. Anonimo]"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Regali
 
Stavano girando da più di un’ora tra le strade affollatissime della città, con le mani congelate e i piedi che gridavano pietà. Ma loro dovevano trovare “il regalo perfetto”, e girare per negozi tutto il giorno era una conseguenza più che ovvia. Un po’ meno ovvio era il fatto che  uno di loro avesse la mania irrefrenabile di lasciare soldi ad ogni singolo Babbo Natale che incontravano, incurante degli sguardi di derisione che questi ultimi gli rivolgevano, consapevoli della grande fortuna capitata loro ad incontrare un tipo del genere.
-Dylan, la vuoi piantare? Quei soldi ci servono- sbottò Ichinose, fermando l’amico prima che desse altri cinque dollari al Babbo Natale di turno. Il ragazzo con gli occhiali lo guardò alzando le spalle, per poi raggiungere frettolosamente Mark, che era entrato in un negozio di abbigliamento insieme a Domon. Ichinose si attardò qualche secondo ad osservare il cielo bianco di neve, poi entrò anche lui, raggiungendo i suoi amici. Dentro a quel negozio ci persero un’ora buona, addentrandosi sempre di più tra gli scaffali pieni di magliette, pantaloni, giacconi, calzini, mutande, e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, si ritrovarono nel reparto bambini, che, tranne qualche mamma, era completamente deserto.
-Ci siamo persi- borbottò Domon, dando un’occhiata in giro per vedere se trovava un commesso a cui chiedere dove diamine fosse l’uscita in quel labirinto di scaffali e cartellini degli sconti. Dylan trattenne una risata, beccandosi occhiatacce dal resto del gruppo.
-Potremmo chiedere indicazioni a quella signora- propose Ichinose, indicando una donna sulla quarantina, che teneva per mano un bambino dall’ espressione corrucciata. Anche se poco convinti, i quattro coraggiosi eroi le si avvicinarono, discutendo a bassa voce su chi dovesse parlare.
-Vi serve qualcosa?- la donna si girò a guardarli, le labbra incurvate in un sorriso di circostanza, mentre cercava di valutare se erano dei possibili ladri che volevano portarle via il suo dolce pargolo, o semplicemente quattro ragazzi che avevano bisogno di aiuto.
-Ci siamo persi, e vorremmo chiederle se ci può indicare l’uscita- rispose Mark, cercando di essere il più serio possibile. La donna li guardò inizialmente scioccata, mentre un’espressione di dubbio le si dipingeva sul volto pallido. Evidentemente, però, quando vide le loro facce serie, intuì che non stavano scherzando e, con sguardo incredulo, indicò loro la via per la salvezza.
-Grazie- disse Ichiruta sorridendo imbarazzato. Tutti e quattro si girarono, non vedendo l’ora andarsene, ma una vocina irritante li bloccò sul posto.
-Scemi - disse il bambino, indicandoli con un sorrisetto furbo, mentre la madre, trattenendo un sorriso, sgridò benevolmente il suo angioletto. Dylan si girò lentamente, con un’espressione che non prometteva nulla di buono. Mark gli diede una gomitata, facendogli capire chiaramente che dovevano andarsene.
-Babbo Natale non esiste- disse il biondo con un sorriso diabolico ad incurvargli le labbra. Il pianto isterico del ragazzino interruppe il silenzio che regnava sovrano pochi attimi prima.
-Correte- sussurrò Ichinose, vedendo la madre che si trasformava in una furia scatenata e iniziava ad inseguirli, gli occhi fuori dalle orbite. Fortunatamente, quella pazza isterica era rallentata dal passeggino che si trascinava dietro, e i nostri eroi riuscirono a raggiungere l’uscita sani e salvi.
I regali non li avrebbero mai più fatti in un negozio di abbigliamento, poco ma sicuro.
 
  
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