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Autore: Asu chan    23/12/2013    2 recensioni
In Giappone il Natale non è una festa prettamente religiosa, ma può comunque essere reso un giorno molto speciale dai propri cari, dalla propria famiglia. E Shikamaru, grazie alle due donne della sua vita, può sperimentarlo.
[Scritta per l'iniziativa di Natale della Black Parade: "Nine days were gifted to the race of Black Flies..."]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Premessa: Questa fanfiction è stata scritta sulla base del seguente prompt: "Come in ogni luogo del mondo sono i bambini i grande protagonisti della festa, l’usanza vuole che i più piccoli si scambino dei colorati biglietti di augurio contenenti delle preghiere.
I bambini si recano anche negli ospedali o negli ospizi per i poveri per cantare canzoni natalizie e le famiglie che possono permetterselo fanno un regalo ai bisognosi."
Buona lettura *-*/
 

 
 
Shikamaru sollevò le palpebre e sbadigliò sonoramente, accogliendo stancamente la mattina di Natale. Gettò giù le gambe dal letto, si stropicciò gli occhi e guardò la sveglia sul comodino: le dieci e mezza. Si voltò verso l’altra metà del letto e tutto ciò che vide furono le coperte sfatte, ma nessuna presenza umana. Temari non c’era, ma si era premurata di non svegliarlo proprio quando poteva riposare. Con un piccolo moto di soddisfazione si alzò e si vestì per poi aprire le tende della stanza: fuori nevicava. Finito di prepararsi, abbandonò la camera e si trascinò lungo il breve corridoio in parquet fino a raggiungere la cucina. Sul modesto tavolo al centro di essa notò un bigliettino dai bordi strappati con la calligrafia spigolosa e familiare della sua dolce metà. Lo sollevò tra le dita e lesse:
 
Sono a fare compere con la bambina.
Se il tuo letargo è finito in tempo per la colazione, arrangiati con quello che c’è in frigo.
 
Tem
 
« Sbrigativa come al solito » commentò ad alta voce il giovane uomo prima di lasciar cadere nuovamente il foglietto sul piano di legno. Invece di seguire il suggerimento della moglie, però, arrancò fino al salotto e si abbandonò sul divano con un sospiro di piacere. Accese la televisione per un attimo, ma quando davanti agli occhi gli passarono le abusate pubblicità natalizie la spense decidendo di approfittare quel momento di quiete quasi innaturale dato dall’assenza delle due donne di casa Nara.
Chiuse gli occhi lasciandosi affondare nei cuscini, crogiolandosi nella calma assoluta conciliata dal cadere silenzioso della neve all’esterno, ma ben presto udì la porta d’ingresso aprirsi e dei passetti rapidi e rumorosi sempre più vicini. Nemmeno aveva fatto in tempo a sentire la sua mancanza che sua figlia comparve e si lanciò energicamente sul divano.
« Papà! » trillò la bambina, il cappello di lana coperto da una spruzzata di neve e calcato sui capelli nerissimi e gli occhioni verdi che brillavano. Nella fretta di raggiungere il genitore non si era ancora tolta il cappotto imbiancato. « Io e la mamma abbiamo comprato il cartoncino! »
Prima che Shikamaru potesse risponderle, la voce imperiosa della signora Nara, che si era affacciata nella stanza, lo interruppe:
« Yukiko! Quante volte t’ho detto di non saltare sul divano? »
La piccola protese il labbro inferiore in una curiosa espressione imbronciata e poi, obbediente, scese lentamente dai cuscini fino a toccare terra. Il padre non poté non sorridere intenerito nell’osservare la figlia e raddrizzò il busto chinandosi verso di lei per aiutarla a togliersi la neve di dosso e poi gli indumenti pesanti.
« Su, non fare quella faccia » la consolò mentre le slacciava i bottoni e le faceva scivolare il cappotto sulla schiena per poi levarglielo, « sai che la mamma a volte è severa, ma ti vuole bene! »
Yukiko annuì piano mentre il giovane le sollevava il berretto dal capo lasciandole libera la chioma scura.
« E adesso fammi un sorriso » aggiunse lui pizzicandole la guancia. La bimba strizzò gli occhi e storse il naso per un istante prima di riaprirsi nel sorriso gioioso di poco prima, come se nulla fosse successo. « Va’ ad aiutare la mamma. »
Il cenno di assenso fu stavolta più deciso e la piccola schizzò energicamente verso la cucina, dove la madre stava riponendo ciò che aveva acquistato. Shikamaru intanto andò ad appendere gli abiti della figlia, per poi raggiungere le due donne della sua vita. Rimase sull’uscio della stanza per lunghi istanti a guardarle deliziato mentre si affaccendavano attorno ai cassetti e agli scaffali. Temari era fastidiosamente prepotente, sadica e altezzosa, mentre Yukiko era decisamente troppo vitale; entrambe prosciugavano ogni sua riserva di energia, ma non poteva negare che fosse così abituato alla loro presenza da provare uno strano senso di vuoto quando non c’erano – cosa per lui piuttosto strana, amante com’era della tranquillità derivante da un po’ di solitudine. Fu la moglie a riscuoterlo dai suoi pensieri.
« Pensi di rimanere lì a fissarci a lungo? No, perché una mano sarebbe gradita » lo punzecchiò, senza preoccuparsi di dargli le spalle mentre parlava. Shikamaru inarcò un sopracciglio, ma non ribatté e si avvicinò al tavolo, su cui la bionda aveva posato le buste di plastica contenenti la spesa, e aiutò a svuotarle. Quando ebbero finito riposero i sacchetti e sul tavolo rimasero dei cartoncini colorati – rosso, verde, oro – e dei pennarelli. La bambina fu la prima a sedersi e far scivolare il materiale verso di sé.
« Ehi, ehi » la rimbrottò scherzosamente il padre accomodandosi accanto a lei. « Vuoi fare tutto da sola? »
« è importante » replicò la piccola con aria seria. « Voglio dare agli altri dei biglietti che ho fatto io! »
« è un bel pensiero » s’intromise Temari sedendosi sulla sedia rimanente. « Ma non è un male se ti fai aiutare da tuo padre. »
« Però così non è più un regalo mio! »
« Invece sì » ribatté la madre dandole un colpetto affettuoso sulla fronte con l’indice. « E poi faresti un bel gesto nei confronti di papà. Vuoi che papà sia triste a Natale? »
Yukiko si voltò a guardare Shikamaru, che si preoccupò di reggere il gioco alla moglie mettendo su un’espressione delusa. La bimba fece una faccia a metà fra il preoccupato e l’intenerito, quindi si voltò nuovamente verso la signora Nara.
« Non voglio papà triste a Natale! » esclamò con decisione, quindi fece scivolare qualche pennarello e un paio di biglietti verso il genitore. « Papi, mi aiuti? »
Il giovane uomo non poté fare a meno di ridacchiare davanti agli occhioni verdi e brillanti della figlia pieni di soddisfazione per la sua piccola buona azione. Assentì alla richiesta e passò l’ora successiva a scrivere preghiere sui cartoncini colorati, premurandosi di seguire le dritte della bambina che lavorava entusiasta insieme a lui. Quando ebbero finito impilarono le loro creazioni e apparecchiarono per il pranzo, che Temari stava già cucinando. I coniugi Nara erano preparati che quel giorno il pasto sarebbe stato consumato in anticipo rispetto al solito: Yukiko, infatti, già scalpitava per andare a consegnare i biglietti ai suoi compagni di classe che avrebbe dovuto incontrare nel primo pomeriggio. Mangiò con tale foga che la madre dovette rimproverarla per evitare che si strozzasse col cibo e anche così il padre continuò a tenerla d’occhio con un leggero senso di apprensione. Dopodiché chiesero alla figlia di aiutarli a rassettare la cucina per distrarla e infine Shikamaru dovette giocare un po’ con lei per farle passare il tempo, che la bimba controllava ugualmente a intervalli regolari sull’orologio del salotto.
Quando le lancette segnarono le due del pomeriggio, la piccola, che si trovava in quell’istante sulle spalle del genitore, pigolò:
« Andiamo! Andiamo! »
Non appena toccò terra con i piedi, sfrecciò nell’ingresso dove la mamma già l’aspettava e si lasciò vestire con trepidazione, seguita da un papà Nara piuttosto spossato che si meritò la risatina ironica della moglie. Insieme si prepararono e poi uscirono di casa nella neve che li circondò subito con il suo candore assoluto. Yukiko corse, piroettò e giocherellò immediatamente.
« Che bello! » squittì elettrizzata trotterellando verso i genitori e afferrando con le sue mani gelate e umide quelle dei genitori. Il padre si irrigidì per il freddo improvviso, ma non la lasciò. Il suo gesto non dovette sfuggire a Temari, che sogghignò.
« Reagisci così per un po’ di gelo? Ma che uomo sei? » lo stuzzicò con uno sguardo furbo che lui conosceva bene.
« Un uomo a cui non piace il freddo. »
La giovane donna sospirò.
« Guarda tu cosa mi sono andata a cercare… Mi domando spesso perché ti abbia sposato. »
« Ma se mi ami tantissimo » la punzecchiò Shikamaru con un sorriso divertito che la bionda ricambiò.
« Può darsi » ribatté vagamente.
« Può darsi? Guarda che mi offendo » scherzò il moro.
« Su, non fare la prima donna » lo canzonò in risposta la moglie, protendendo le labbra e aggrottando le sopracciglia in un’espressione di esagerato dispiacere. A quel punto il genitore seppe subito quale carta giocare.
« Yukiko » chiamò con studiato candore e un enorme sorriso. « Cosa diresti se la mamma rendesse papà triste a Natale? »
La piccola, fino a quel momento catturata dal volteggiare dei fiocchi di neve e dal pensiero dello scambio dei bigliettini, sollevò di scatto lo sguardo verso la madre con aria delusa.
« Hai detto che non volevi papà triste a Natale » constatò a propria volta intristita.
« Certo che no, la mamma scherzava » precisò Temari tranquillizzandola con successo; poi, quando la bimba si fu voltata, alzò il viso per guardare in faccia il marito e sillabò silenziosamente: sleale!
Per tutta risposta lui fece un larghissimo sorriso a cui la giovane donna rispose riducendo gli occhi a due fessure, per poi tornare a osservare la strada. Shikamaru assaporò con gusto quella piccola quanto rara vittoria, probabilmente concessagli in virtù della particolarità di quel giorno: sebbene non fossero credenti o altro, si trattava di una festa che comunque apprezzavano, forse soprattutto per il fatto che Yukiko l’amasse così tanto.
Il percorso proseguì senza ulteriori discussioni e presto arrivarono al punto di ritrovo, dove in breve si riunirono le famiglie della classe della bambina: in men che non si dica il luogo si trasformò in uno scambio quieto di auguri tra i genitori, fra inchini e sorrisi, e di biglietti tra i bimbi. La figlia dei Nara distribuì i propri con orgoglio e gioia, augurando un felice Natale a tutti i suoi compagni e agli altri adulti. Poi, fra una chiacchiera e l’altra, alcuni si separarono dal gruppo e proseguirono tra le insegne luminose dei negozi, mentre tutti gli altri avanzarono insieme al più vicino ospizio per i poveri. Shikamaru ascoltò i discorsi degli altri padri e gettò uno sguardo alla moglie a lui vicina, che discuteva in modo calmo e diplomatico con le altre madri. Era sempre stata un’ottima parlatrice – purtroppo per lui. I bambini giocherellavano davanti a loro l’uno accanto all’altro, occasionalmente tirandosi qualche mucchietto di neve, ma perlopiù chiacchierando rumorosamente.
Quando raggiunsero la destinazione, qualcuno, tra cui lo stesso signor Nara, lasciò un po’ di soldi ai responsabili della struttura e tutti insieme accompagnarono i piccoli nella grande stanza dove gli ospiti si erano riuniti per sentire le canzoni natalizie intonate dalle dolci vocine dei bimbi. Mentre questi cantavano i genitori poterono vedere le espressioni di tenerezza e gioia sui volti degli ascoltatori, che per quei minuti avrebbero potuto dimenticare la loro sfortuna.
Nel guardare Yukiko sorridere e gorgheggiare allegramente anche Shikamaru si sentì più tranquillo e felice: più… natalizio, insomma. Nel momento in cui provò quelle sensazioni, percepì un leggero peso sul braccio sinistro e si accorse che Temari si era premuta appena contro di lui. Fece volutamente finta di nulla.
« Sono carini » osservò la bionda dopo qualche istante di silenzio riempito dalle voci dei piccoli.
« Sì. »
Pausa.                                  
« Sono contenta che abbiamo generato Yukiko. »
Il giovane uomo si voltò di scatto, sorpreso, ma la moglie non lo stava guardando. Dopo qualche secondo distolse lo sguardo a propria volta.
« Anch’io sono contento che sia nata. »
Altra pausa.
« Intendo che sono felice di averla avuta con te. »
Stavolta il moro si girò verso di lei stupito e rimase a fissarla pur senza essere ricambiato.
« Senti, sei in vena di sdolcinatezze perché è Natale o- »
Temari gli pizzicò il fianco con tale forza da togliergli il fiato e costringerlo a massaggiarsi il punto dolente con energia.
« Ahia, mi hai… »
« Ti sto dicendo che sono felice di avere te e lei, cosa che probabilmente non accadrà mai più, e tu te ne esci con una cretinata del genere?! Non so dirti se sei più imbecille o insensibile » sputò sottovoce la giovane donna tutto d’un fiato.
Con la mano destra ancora sopra il lembo di pelle pinzato dalle dita della compagna di vita, Shikamaru continuò a osservarla in un misto tra lo sbalordimento e la tenerezza. Senza preavviso, la circondò con il braccio sinistro e la strinse meglio a sé. La bionda mugugnò qualcosa, ma non protestò apertamente. Il signor Nara si avvicinò all’orecchio della moglie e poi le parlò in un sussurro.
« Anch’io ti amo, Temari. »
Quest’ultima non rispose, ma sorrise e cinse la vita dello sposo con il braccio destro. Non aveva parlato, ma lui sapeva che quel gesto era il suo modo per dirgli le due parole che lui aveva appena pronunciato. Con intima soddisfazione, sospirò e tornò a guardare la loro creatura, che insieme agli altri bambini era passata a un’altra canzone.
« Buon Natale, Shikamaru » sospirò alla fine la giovane donna stringendo appena la presa.
« Buon Natale, Tem. »





Angolo dell'Autrice
Bonjour! *-* Sono incredibilmente riuscita a postare la fanfiction in tempo... Non ci posso credere °-° Questa one-shot è stato un vero parto, dovete credermi '-' Non ho avuto nemmeno il cuore di rileggerla, appena l'ho finita ho pensato: "BASTA! La pubblico, basta, basta Q_Q", per cui non mi stupisco se ci sono errori imbecilli... Prometto che la rileggerò e la correggerò a mente fredda :sese: se la rileggessi adesso non risolverei nulla °-°
IN OGNI CASO! Volevo qualcosa di schifosamente fluff, quindi eccovi serviti 8D Natale + bimbi = combinazione perfetta *Q* (almeno per me, li adoro e quindi punto è.é) E poi mettere in risalto ogni tanto il lato dolce di Temari mi rende felice *-* Quindi ve la beccate è.é *nuvole rosa ovunque*
Bene, non so proprio che altro aggiungere... Spero vi sia piaciuta almeno un pochino (lo dovete a Yukiko *-*)... D: In ogni caso buon Natale a tutti **/ Cliccate sul bannerino per andare a vedere il manifesto dell'iniziativa ed entrare nel fantastico mondo delle fantastiche Mosche Nere! *ç*


   
 
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