Capitolo 4 – Allenamento
Dopo la frivola cerimonia iniziale, oggi si fa sul serio. Mentre una donna parla delle regole e delle postazioni di allenamento io rievoco alla memoria le parole di Johanna. “Non esporti troppo ma fa’ in modo che tutti capiscano bene che non sei da sottovalutare. Dimostra le tue capacità ma non fino in fondo, e osserva. Osserva bene tutti, dal tuo compagno di distretto ai favoriti; a partire dai ragazzi del 12 fino a quelli più piccoli e apparentemente innocui. Tutti sono da conoscere, il meglio possibile”
Ed è quello che faccio appena entro nella palestra di allenamento.
Innanzi tutto mi reco alla postazione di mimetismo; ascolto attentamente l’istruttore poi, curandomi che almeno qualcuno mi stia guardando, mi ricopro il viso di verde e nero, grigio, marrone e tutte le sfumature possibili della natura fino a imitare il sottobosco ricco di muschio e foglie secche. Una ragazza dall’espressione truce mi fissa ma distoglie subito lo sguardo.
Ottimo.
Giro le postazioni riservate al tiro con l’arco in cui dire che non eccello è un eufemismo, quella dei coltelli in cui non me la cavo male, delle asce e delle spade (ottima postazione, noi taglialegna siamo esperti di asce. Anche se una ragazzina come me ovviamente non ha neanche la forza di tirarne su una), e infine quella riguardante trappole, nodi e ami da pesca. Va bene mettersi in mostra ma dovrò pur imparare qualcosa di nuovo.
I favoriti se ne stanno quasi tutto il tempo per conto loro facendo sfoggio della loro forza e abilità con le lame e osservando gli altri, in cerca di vittime e alleati, gli altri invece si comportano in genere come me. Malcom cerca di attirare l’attenzione dei favoriti; non vorrà mica tentare un’alleanza? Sarebbe quantomeno bislacco, ma non me ne curo più di tanto. In ogni caso non vorrebbe fare alleanza con me no? Perciò amen.
In alto, sopra la nostra testa, sono appese delle reti, corde e funi; abituata ad arrampicarmi sugli alberi tento la scalata e scopro di riuscire benissimo, anzi, gli appigli che concede una rete sono decisamente più saldi di quelli dei rami. Decido di non insistere troppo su questo punto, mostrerò le mie carte migliori nella sessione privata.
La giornata volge quasi al termine quando mi ritrovo a fissare uno dei favoriti. Ride sguaiatamente, l’ho già notato a pranzo, sembrerebbe il solito sbruffone ma è come se sotto l’apparenza ci fosse qualcosa di più, qualcosa che però non riesco bene a individuare.
È biondo, alto ma non troppo muscoloso e ha un viso spigoloso ma piacevole, nell’insieme. Credo appartenga al distretto 2, il peggiore a mio parere, e sembra il leader dell’alleanza. Non che la cosa mi stupisca, l’ho già detto che il 2 è il distretto peggiore?
Appena mi accorgo che sta intercettando il mio sguardo giro la testa dall’altra parte.
Ma è troppo tardi, mi ha vista, che figura!
Appena gli strateghi che ci osservano ci danno il permesso, ci avviamo verso gli ascensori pronti a tornare nelle nostre stanze.
La maggior parte di noi cammina in silenzio ma c’è un gruppetto piuttosto rumoroso in testa; non c’è bisogno di specificare chi siano.
Le porte del mio ascensore stanno per chiudersi quando due ragazzi le bloccano e si infilano dentro a forza. Uno è moro, tarchiato e muscoloso, l’altro, biondo, è Distretto 2. Parlano e ridono in modo gaio ma io mi faccio gli affari miei. Non mi interessano i discorsi di questa gente.
Il loro tragitto non è lungo, scopro che il moro è il tributo dell’uno e appena prima di scendere Distretto 2 mi lancia un’occhiata piuttosto intensa che più che altro mi lascia perplessa. Che intenzioni ha? Voleva mettermi paura? Se era questo il suo intento ha fallito miseramente.