Quelli in corsivo sono i ricordi, o talvolta i pensieri, di Sasuke.


To…To Protect Me?


Una lotta estenuante, jutsu al di sopra dell’umana comprensione, chakra esaurito. E il suo corpo che cadeva.
Pesantemente, lasciando che le dita gli percorressero il volto, macchiandolo di sangue.
Bello, niveo, ma ormai…vuoto.
Spalle al muro, il cuore che correva, crollò al suolo al suo fianco.

Si svegliò. Si trovava in un antro a lui sconosciuto, un inspiegabile senso di nausea e debolezza lo riempiva e fissava un punto imprecisato nel buio, lo sguardo vacuo.
Qualcuno gli stava parlando, nascosto nell’ombra.
Cosa aveva fatto? Cos’era successo? Perché tutto questo?
Dal buio la luce rossa dello sharingan fece la sua macabra comparsa e Sasuke perse un battito.
Possibile che Lui…?
Un intenso dolore all’occhio e la sensazione del sangue sul volto ancora una volta.

Tra le fiamme nere che lo circondavano, riuscì a scorgere il bagliore dei suoi occhi, sanguinanti. Lo vedeva soffrire, ma…non gioiva.

“Cosa vuoi da me?” urlò, le iridi tornate nere dilatate di pazzia e dolore.

“Raccontarti la verità su… Itachi Uchiha.”

Itachi. Itachi. Itachi.
“Ti ucciderò!”
Promessa mantenuta.

Un grido straziante, il desiderio di piangere e i singhiozzi che gravavano all’altezza del cuore, senza riuscire ad uscire.
Altre parole che non riuscì a cogliere ed ancora quel nome.

Itachi. Itachi. Itachi.

“Sta’ zitto!” sbottò allora, con rabbia. Rabbia che, tuttavia, non riuscì a raggiungere gli occhi, vuoti.

Steso al suolo, il volto candido macchiato di rosso carminio, fissava con occhi vitrei il cielo. Fine.

Un secondo urlo, ancora più insopportabile, echeggiò nell’antro. Lacrime intrappolate negli occhi, incapaci di scendere.

“Sì, tutto per il suo amato otouto. Lui voleva proteggerti!”

Il cuore che si ferma, il corpo che trema.
E lo sguardo si perdeva nel buio.

“P-proteggermi?”

“Perdonami, Sasuke. Un’altra volta.”

“Proteggermi…”

“Ci ho ripensato, padre. Rinuncio alla missione. Domani accompagnerò Sasuke alla cerimonia inaugurale di ingresso all’accademia.”

“Proteggermi…”

“Anche a costo di essere odiato…”

“Anf. Anf.”

“…continuerò ad essere il tuo muro da scavalcare.”

“NON E’ VERO!” urlò, la gola in fiamme.

Nonononononono

Sussurrava, adesso, oscillando. Lo sguardo di un folle.

I suoi sorrisi. I suoi sguardi. La sua pelle.

L’ultimo grido, il riflesso di una lama e dolore.

Itachi…


Niente da aggiungere. Solo… spero vi sia piaciuta.