Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: Osage_No_Onna    23/12/2013    3 recensioni
[YuGiOh!ZEXAL X Slash:// X Puella Magi Madoka Magica]
Ave popolo di EFP!
Questa è la mia terza storia cross-over e la mia terza what if!
Ma, passando alla trama...
Una misteriosa ragazza viene catapultata ad Heartland City da un Universo Parallelo e perde buona parte dei suoi ricordi. Essa ha con sé una pietra verde dai misteriosi poteri e un ciondolo con un cristallo che, secondo le leggende, corrisponderebbe al "Cristallo della Purezza", una pietra magica di cui si sa poco e nulla... Ad ogni modo, questo accade circa cinque mesi prima dell' inizio di ZEXAL e, durante una notte buia e piovosa, questa ragazza (in punto di morte) viene raccolta da una misteriosa figura mascherata che le offre la salvezza, ma a prezzo molto alto...
Insieme alla ragazza, viene catapultato ad Heartland anche il suo ragazzo, che la vede sparire misteriosamente sparire nel nulla. Tutto ciò causa un cambiamento repentino del suo carattere e una vera e propria "caccia all' uomo" alla quale partecipano anche due Pueri Magi e (ovviamente) anche Kyubey sarà nella partita...
Cosa mai potrà succedere?
Leggete e scopritelo!
Dedicata a Feelings e a Ryoku. Grazie ragazzi!
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '*For my love I'll survive*'
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Chapter 05
Tell me the story of your soul.

 

“Lo zucchero! Lo zucchero! IV, diavolo, dove hai messo la zuccheriera?” esclamò III spazientito mettendo sottosopra la dispensa.
“Sul tavolino del salotto, pulce rosa. Come mai?” gli rispose il diciassettenne dai capelli bicolor stravaccato sul divano.
«Come “come mai”? SIXTH È SVENUTA E TU NON LO SAI? Ma che razza di fratello maggiore sei?”» si inalberò il quindicenne davanti alla sfacciataggine del fratello.
“Disinteressato, direi. Anzi, potrei quasi mettermi a ballare la conga dalla gioia.” Fu la risposta beffarda.
Four, o meglio Thomas Arclight, era un caso disperato: da quando tutto era crollato addosso alla sua famiglia era completamente cambiato, proprio come aveva notato la sua acuta Sixth-imouto –come la chiamava III-, la sorella minore. A cominciare dall’ occhio sinistro, che era segnato da una strana cicatrice a forma di croce, provocatagli da un violento incendio. Oltre alla cicatrice, entrambi i suoi occhi viola, che cinque anni addietro erano illuminati da una luce vivace , ora albeggiavano spietati sotto al cespuglio di capelli rossi e biondi. Da impertinente era diventato malvagio e continuava a bistrattare i fratelli minori, specialmente Yumiko.
Il rapporto tra loro due, in particolare, era parecchio tormentato. La ragazza proprio non riusciva a sopportare le manie di grandezza del fratello ed il fatto che umiliasse di continuo i suoi avversari; oltre a suo essere spesso trasandato e prepotente. Di contro, IV non sopportava né la “petulanza” della sorellina né il suo acume  e non perdeva occasione per prenderla in giro.
“Adesso dov’ è la pulce saccente?”sbuffò IV alzandosi dal divano su cui si era comodamente stravaccato.
“Nella sua stanza. Five-Niisama sta cercando di farla rinvenire.”
“Che peccato. Con una rompiscatole in meno si potrebbe stare meglio.”
“Sei davvero un fratello snaturato.”
A quell’ affermazione, Four ghignò.
I due fratelli salirono una lunga rampa di scale di marmo candido (si diceva che fosse stato fatto arrivare direttamente da Carrara, città toscana famosa proprio per il suo marmo) costeggiata da una lunga rampa d’ ottone lucidissima per poi arrivare alla stanza di Sixth.
Sulla pesante porta di legno d’ ebano v’ era un disegno raffigurante tre fiori: una rosa bianca in boccio con le foglie ricoperte di rugiada, un’ infiorescenza di Rhododendron hirsutum con i suoi fiori fucsia e un fiore di lavanda dai piccoli petali violacei.
I fiori simbolo di VI: i loro rispettivi significati erano “un cuore che non conosce l’ amore”, “aver paura” e “diffidenza”, significati che ricalcavano in pieno il carattere della tredicenne.
La stanza, dalle pareti rigorosamente verdi, presentava un mobilio sobrio e funzionale interamente in legno di ciliegio: una grossa libreria (perché l’ ultimogenita Arclight, nonostante il visino innocente, era un’ appassionata divoratrice di libri e spesso ricorreva a frasi trovate proprio in alcuni di essi per mettere a tacere i fratelli maggiori) sul fondo, spesso immersa nella penombra; la scrivania, piena di fogli e con un bel portamatite di ceramica blu in bella vista posizionato accanto ad una lampada indaco; il letto con la testiera il cui materasso era in lattice ed una cassettiera stracolma di abiti affiancata da un armadio di medie dimensioni.
Sulle pareti, inoltre, insieme ad un orologio che segnava le ore in numeri romani, aveva trovato spazio la sua vasta collezione di maschere, di ogni tipo: di ferro, di stoffa, vitree, bronzee, inondate di brillantini, sobrie, piene di piume, dall’ espressione seria o dal ghigno beffardo, esse erano il vanto della loro piccola proprietaria.
Five, seduto sul letto dalle coltri bluastre, teneva la testa della ragazza, pallida e bella come giglio, sulle sue ginocchia ed i capelli marroni con riflessi rossicci spiccavano moltissimo sul suo pantalone bianco.
“En..nea…”
“Guardate, si sta riprendendo!” esclamò III emozionato sgranando gli occhi smeraldini.
Era vero: VI stava lentamente riaprendo gli occhi e le guance stavano lentamente riacquistando colorito. Cercò di alzarsi, ma dato che era molto debole ricadde immediatamente a sedere.
“Allora, Sixth, ti senti bene?”le chiese V, serio come al solito.
Sbattendo le ciglia, VI lo fissò con ammirazione, quasi con timore: il suo fratellone- senpai ormai era diventato bravissimo nell’ arte dell’ indossare la “Maschera di Vetro”, come lei definiva il carattere freddo e imperturbabile proprio di molte persone che, facendo parte di un mondo crudele, avevano dovuto “anestetizzarsi”. Mentre lui, da quella famosa notte, aveva fatto notevoli progressi, lei ancora non ci riusciva del tutto e se ne doleva, perché pensava che in quel modo avrebbe potuto soffrire di meno, nel caso i dolori avessero bussato alla sua porta.
“Sì, benissimo. Mi duole solo un po’ la testa.”rispose timidamente..
“Sai che giorno è oggi?”
“ Il 2 aprile ****, mercoledì, e ora sono le dodici e undici minuti primi.”
“E questo cosa c’ entra?”si intromise beffardo Four, che stava con la schiena poggiata lungo la parete sinistra della stanza e le gambe ad angolo.
“Cosa dovrai fare stasera?”continuò Five senza degnare di uno sguardo il secondogenito.
Yumiko abbassò la testa e i suoi occhi si velarono di malinconia.
“Non me lo ricordare. Oggi è il giorno della Prova Zero.”
“Onii-sama, non mi sembra proprio il caso di continuare a farle tutte queste domande…” intervenne Three timidamente. “Mancano poco meno di nove ore al concerto e lei deve riposarsi, dato che oggi pomeriggio le prove la terranno parecchio occupata. E poi ancora non ha scritto un solo rigo della canzone che dovrà presentare.”
“Certo, si dovrà riposare, ma per quanto riguarda il concerto non ci sono problemi dato che non lo farà.”gli rispose V serissimo. “Sixth, mettiti a letto. Ti farò portare il pranzo da III.”ordinò poi alla sorella minore.
“EEEEEEH?!”esclamò lei, quasi scandalizzata. “Ma, Five, non posso saltare questo concerto! Da esso dipenderà anche l’ esito di tutte le altre Prove!”
“Non se ne parla proprio. Hai una costituzione troppo debole, sorellina. Normalmente sei stanchissima quando ritorni dopo uno di essi, quindi figurati oggi che hai anche avuto un calo di ferro.”obbiettò il ventenne.
“Ma io sto benissimo!”
“Qui il fratello maggiore sono io e gli ordini li dà il sottoscritto, quindi non fare capricci e mettiti a letto.”
“Non sono un’ invalida! E se poi la Prova One andrà male non ci sarà quasi modo di riparare ai vari errori!”
“Five, Sixth ha ragione.”
La voce melliflua ma seria di Tron riportò un po’ d’ ordine nella stanza. Il bambino avanzò lentamente facendo risuonare i propri passi sulla pavimentazione di parquet.
“La Prova Zero non è inutile come può sembrare, anzi: amplificando il potere della pietra verde di VI con il potere dello stemma si potranno raccogliere varie Carte Numero estrapolandole dall’ animo del possessore in modo del tutto indolore, e la voce della vostra sorellina farà da tramite. Non è vero, Emerald?”
Yumiko trasalì. Emerald era il suo nome d’ arte, quello sotto il quale cantava e ballava nel suo gruppo di idols, le Three Little Souls, nel quale v’ erano anche Makiko Aoki, chiamata Ruby, e Chieko Murasaki, il cui alter ego era Sapphire. E fin qui tutto filava liscio come l’ olio. Quello che però le sue compagne non sapevano era che la “piccola” Emerald, all’ apparenza tanto carina e bonaria, era in realtà un idol senza cuore che sfruttava i propri fans per appropriarsi illecitamente delle loro Carte Numero. Ed anche se aveva imparato da tempo a passarci su, si sentiva ancora un mostro nel fare ciò.
“Quindi, Five, lascia andare tua sorella al concerto. Per quanto riguarda la ferita, basterà un po’ d’ acqua ossigenata e un cerotto.”
Per un po’ il silenzio aleggiò nella stanza.
Fu III, qualche minuto dopo, a romperlo con un pacato: “Forza, andiamo a pranzo.”
“Grazie, padre.” VI si sentì quasi in dovere di ringraziare Tron con un piccolo inchino.
Il suo pranzo a base di Tonkotsu Ramen fu molto silenzioso: la tredicenne dai capelli mossi non riuscì a mandare giù tutto, dato che qualcosa le aveva chiuso lo stomaco.

Inoltre, a chi apparteneva la voce misteriosa che l’ aveva chiamata “Ennea”, “nove”, durante il suo stato di trance?

***

 
 
Il giovane dai capelli castani era il solo che corresse lungo le strade di Heartland City in un’ ora deserta come le tre del pomeriggio, ma doveva arrivare al più presto alla Heartland Tower. Lo aspettavano.
“Dannazione, Moon, ti ho già detto un miliardo di volte che non mi devi seguire quando mi devo presentare ad un colloquio con Mr. Heartland! Potresti metterti in pericolo!”esclamò stizzito Tomoya quando notò che il suo spirito Astrale fluttuava leggero dietro di lui.
“E invece io vengo con te.”lo zittì lei mettendo il broncio. “Voglio capirci qualcosa. Chissà come reagirebbero i tuoi compagni di classe e i tuoi superiori” continuò poi con un risolino “nel caso scoprissero che fai il doppio gioco.”
“Non me ne parlare.”rabbrividì il tibetano. “Dobbiamo stare attentissimi, Moon. Questo è tutto un sottile gioco di equilibri: se crolla una menzogna è inevitabile che anche le altre cadranno in una sorta di reazione a catena. E se tutto crolla, io e te saremo letteralmente kaputt. Forse non moriremo o non finiremo sul lastrico, ma comunque  la nostra avventura qui sarà finita. E noi non vogliamo che termini, giusto?”
“Anche se tutto questo mi secca molto… Assolutamente no!” esclamò inorridita l’ Astrale dagli occhi argentei.
“Ah, a proposito, per quanto riguarda la faccenda del colloquio fa’ come vuoi, ma sarà tutto a tuo esclusivo rischio e pericolo: io non lascio le penne solo perché una stupida  Astrale ha voluto fare l’ impicciona e s’è fatta scoprire!”concluse seccamente Tomoya.
«Ed io non farò “la pecora” solo perché uno stupido umano mi ha detto di restare indietro, magari dentro una campana di vetro!”lo provocò Moon.
In quel momento l’ Astrale era più carina che mai, con i lunghi capelli lisci color dei lillà che ondeggiavano nel vento e i grandi occhi argentei agguerriti. Portava un semplice vestito fucsia che le arrivava alle caviglie con lo scollo a V le cui maniche ricordavano quelle di un kimono.
Sia Moon che Tomoya avevano un carattere molto determinato e parecchio testardo, quindi era inevitabile che “ogni tanto” avessero dei piccoli diverbi. Nonostante le frequenti divergenze, molti dei litigi erano fatti più per scherzare che per scontrarsi davvero, inoltre senza Moon il povero tibetano sarebbe finito molto presto sul lastrico.
Era stata lei a suggerirgli di cambiare il cognome tipicamente tibetano con uno giapponese e a proporgli di ritrovare la sua oneechan tramite i romanzi che tanto le piacevano.
Così lui, ritagliandosi un po’ di tempo tra tutti i suoi impegni, aveva cominciato pazientemente a scrivere alcuni libri, principalmente tutti di genere avventuroso o introspettivo, quelli che piacevano a lei. Presto avrebbe spedito il secondo libro a tutte le case editrici di Heartland City e sperava che avrebbe avuto successo. Con il primo gli era andata piuttosto bene.
In quel momento era nella sala d’ attesa della Heartland Tower con la sua testarda Moon al seguito e stava appunto aspettando di essere ricevuto del sindaco.
La filiforme assistente dai capelli biondi gli disse di entrare solo un quarto d’ ora.
“Tomoya Shizenyuuki, eh? Entra pure!”lo accolse una voce maschile proveniente da un ufficio arredato come un ospedale.
Mr. Heartland era un uomo ordinario. Ordinario ed antipatico, che al giovane tibetano non era mai andato giù. Con quei capelli verdi, gli occhiali arancioni che facevano decisamente a pugni con il tailleur verde muschio e il sorriso a trentadue denti che si stampava sulla faccia nella maggior parte del tempo, a Tomoya dava l’ impressione di essere un doppiogiochista. Anche se persino lui lo era, sentiva di disapprovarlo.
Perché i raggiri e le truffe dal giovane dagli occhi di zaffiro erano a fin di bene, ma quelle dell’ uomo all’ apparenza così ordinario e per bene per uno scopo maligno.
“Dunque, Tomoya, quante Carte Numero hai raccolto fino ad ora?” lo accolse mellifluo il sindaco di Heartland City. Il ragazzo, come al solito, si sentì disgustato dato il tono di voce che egli aveva assunto, tuttavia gli ripose chiaramente: “Fino ad ora tre.”
“Davvero niente male, contando che sei entrato a far parte dei Cacciatori di Numero solo quindici giorni fa.”si complimentò il sindaco. “Continua così, ragazzo, e ben presto potremo raggiungere il nostro scopo! Il Mondo Astrale non avrà scampo!”

“… Sì…”gli rispose tristemente il tibetano. Non avrebbe affatto voluto conoscere la reazione di Moon quando gli avrebbe riferito tutto ciò.
Non sopportava provocare dolori agli altri e ancora non riusciva a levarsi dalla testa la faccia di offesa e un po’ imbronciata che Haniko Kasumi aveva fatto dopo che lui l’ aveva battuta a duello.

 ***

Yumiko le vedeva chiaramente. Quasi come se il tempo si fosse fermato, riusciva a vedere tutte le carte che i duellanti presenti al loro concerto possedevano; le scorrevano davanti agli occhi quasi come se gravitassero intorno ad una sfera invisibile.
Ruby era ferma con i lunghi capelli incollati all’ aria, mentre Sapphire era stata bloccata nel bel mezzo di una frase e pareva stesse pronunciando una “e”.
La pietra verde che teneva al collo era calda e l’ orologio al plasma sopra di lei segnava esattamente le 23:46:11:005.
Tutte le carte che le fluttuavano davanti agli occhi erano inutilissime, le solite Carte Mostro, Magia o Trappole proprie di ogni duellante: nulla che le potesse interessare, dunque. Stava per schioccare le dita e disattivare il potere della pietra, quando un’ improvvisa macchia nera attirò la sua attenzione: era “Numero 60: Nemesi - l’ Angelo Mascherato della Giustizia”.
Sapeva bene che Tron, Five, Four e Three stavano assistendo al concerto guardandolo dal megaschermo di solito usato dal bambino per guardare i cartoni animati, e sapeva anche che loro quattro erano i soli ad assistere a questa scena, perché poco prima lei aveva fatto in modo di far disattivare le telecamere per qualche minuto.
Non poteva deludere le loro aspettative, considerando anche che la sua era una famiglia di Number Hunters e che Numero 60, con i suoi 2800 Punti d’ Attacco e i 3000 Punti di Difesa sembrava un buon “bocconcino”.
D’ impulso attivò anche il potere del suo stemma bianco raffigurante una piuma spinta da un soffio di vento, ed uno degli spettatori (un ragazzo vestito completamente di nero che portava in testa una strana tuba che stonava completamente con l’ abbigliamento casual) lanciò un grido soffocato.
Un urlo che mai nessuno avrebbe udito.
Si immaginò i sorrisi di Tron e Thomas, il cenno d’ approvazione di Chris e la carezza sul capo che avrebbe ricevuto da Michael, ma di nuovo si sentì stringere lo stomaco.
Sarebbe stata dura uscire dal locale nel quale aveva cantato ed ignorare che un’ altro dei suoi fan probabilmente sarebbe morto a causa sua.
Era per questo che lei aveva cominciato a cantare?
La pietra verde smise di emanare calore e finalmente il tempo riprese a scorrere.


Angolo dell' Autrice
Finalmente il quinto capitolo ha visto la luce! Sono commossa! *sniff sniff* Dopo giorni e settimane(?) sono ritornata da voi e scusatemi per l' orribile ritardo! T.T
Cosa ve ne pare? Abbiamo VI che finalmente(?) rinviene e non fa neanche in tempo a riprendersi che subito finisce in mezzo ad un litigio (amore fraterno :3), il "piccolo segreto" di Tomoya che viene svelato (ma, purtroppo per
FuRa14, Mr. Pandoro non c'è... e tu capisci cosa intendo XD), viene alla luce parte del carattere di Moon e della sua vita insieme al caro tibetano, e la cosidetta "Prova Zero", uno stratagemma ingegnoso escogitato da Tron per portare via le Carte Numero ai poveri duellanti di turno.
Mi raccomando fatevi sentire! *e magari lanciatemi pure dei pomodori perché me lo merito T.T*
See you!
-Puff

PS: Mi sapreste dire da quale canzone "deriva" il titolo del capitolo?
  
   
 
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