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Autore: larryscupid    23/12/2013    1 recensioni
“Hai trovato una risposta? Ti è piaciuto o no il sogno?” domandò.
“Non tanto, se devo essere sincero” mormorò l’altro, con voce affannata.
Liam aggrottò le sopracciglia, dubbioso, bloccandosi di colpo. Niall appoggiò le labbra sulle sue, sorridendo.
“La realtà è molto, molto meglio di quello che ho sognato” dichiarò convinto, ricominciando a baciarlo.
IT'S NIAM BABY.. SE SIETE OMOFOBI NON ENTRATE
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Battiti

 
 “Non sai quanto ti sono grato per essere passato qui stasera”
Liam sollevò il suo calice di vino, bevendolo tutto d’un sorso e sfoderando un grande sorriso.
“Figurati. Mi hai anche offerto la cena, come potevo rifiutare un invito così stuzzicante?” scherzò.
Niall invece assunse uno sguardo dubbioso, osservando le numerose scatole di cartone aperte, appoggiate sul tavolino di cristallo di fronte a loro.
“Non so quanto comprare del cibo cinese da asporto si possa considerare una vera e propria cena”
Una settimana prima, Liam era riuscito a rimettere in funzione un vecchio computer inutilizzato, rimasto dimenticato in fondo ad un armadio, e gliel’aveva dato in modo che potesse usufruirne per preparare le lezioni e scaricare le partiture che intendeva utilizzare in classe. Lui all’inizio aveva rifiutato quell’offerta, ma l’amico si era messo ad elencare i motivi per cui doveva accettarlo e alla fine, pur di farlo smettere, gli aveva strappato il computer dalle mani promettendo di farne buon uso. In cambio della sua resa aveva ricevuto un sorriso e uno sguardo compiaciuto da parte del suo amico.
Sorriso che, la notte successiva, era tornato a tormentarlo anche in sogno. Si sa che la mente umana è un mistero e che, spesso, i ricordi si mischiano in maniera del tutto inaspettata. Quando si era svegliato, scosso per quanto successo, si era ripetuto più volte quella giustificazione. Per un momento era rimasto immobile nel letto, le coperte aggrovigliate ai suoi piedi, accaldato come se fossero in pieno agosto. Essendo andato a dormire solo con un paio di boxer e una maglietta, non c’era granchè che potesse togliersi, per questo era rimasto immobile sperando di ritornare ad una temperatura corporea normale. Le immagini del sogno erano ancora vivide nella sua mente. Per fortuna, quell’episodio non si era più ripetuto e lui aveva cacciato quel ricordo in fondo alla sua mente, cercando di dimenticarsene.
Il computer aveva svolto egregiamente il proprio compito, almeno finché Greg non ci aveva messo le mani sopra. All’inizio era stato proprio Niall a spingerlo ad utilizzarlo, qualsiasi cosa potesse servire a scuoterlo dall’apatia in cui era sprofondato. Dopo aver tentato inutilmente di avviarlo, trovandosi di fronte una schermata completamente bianca, era stato costretto a ricorrere di nuovo a Liam, pregandolo di dargli una mano. Così Niall l’aveva invitato a cena per ricambiare tutto il disturbo che gli stava causando. Purtroppo si era affidato a Greg perché facesse la spesa e, siccome lui se n’era dimenticato, alla fine aveva ordinato del cibo cinese. Cibo che stavano consumando seduti per terra, sul vecchio tappeto che avevano ereditato dal precedente proprietario dell’appartamento, davanti al fuoco scoppiettante del caminetto. Era stato Liam a suggerirlo, sostenendo che non bisognava sprecare le potenzialità di quella casa. Alla fine Niall gli aveva dato ragione, con pochi accorgimenti, si era creata un’atmosfera intima e accogliente.
Osservò il suo amico che stava cercando di afferrare l’ultimo pezzo di pollo alle mandorle.
“Non sarebbe più semplice usare una forchetta?”
Lui non aveva nemmeno tentato di usare le bacchette di legno che erano state consegnate insieme al cibo. Liam, al contrario, le aveva utilizzate per tutto il pasto.
“Mi diverto un sacco a cercare di mangiare con le bacchette. E’ l’ultima frontiera del glamour e, credimi, fa guadagnare punti se stai cercando compagnia – sollevando un sopracciglio fissò l’amico – a proposito di bei ragazzi, tuo fratello non c’è?” chiese a metà tra il serio e il divertito.
Scuotendo il capo e sospirando, Niall gli rispose.
“E’ uscito qualche ora fa e immagino tornerà a notte fonda, dopo aver finito i soldi nei bar qui intorno” concluse amaramente.
Accorgendosi di aver toccato un tasto dolente, Liam afferrò la bottiglia di vino rosso che aveva portato e riempì il proprio bicchiere e quello di Kevin, invitandolo a prenderlo in mano.
“Propongo un brindisi”
“A cosa?”
Sorridendo lui si strinse per un momento nelle spalle, sfoderando uno dei suoi sorrisi più accattivanti.
“A noi, alla nostra amicizia o ad una bella serata in compagnia, come preferisci”
Senza lasciarlo replicare, fece tintinnare i loro calici.
Purtroppo Liam bevve troppo velocemente e il vino gli andrò di traverso, causandogli un attacco di tosse piuttosto forte.
“Oh accidenti! – esclamò abbassando gli occhi sui suoi vestiti macchiati di rosso - questa è una delle mie camicie preferite, mi fa risaltare il colore degli occhi in una maniera particolarmente affascinante” aggiunse in tono rassegnato.
“Ti conviene tamponarla subito” lo consigliò prontamente Niall .
“Ce l’hai dell’acqua gasata?”
Con passi rapidi Liam raggiunse il bagno. Fu questione di pochi secondi e si liberò della camicia. Niall, che l’aveva accompagnato fino al bagno, rimase immobile sbattendo più volte gli occhi. Fortunatamente l’amico era chinato sul lavandino, intento a tamponare le macchie di vino e non si era accorto della sua strana reazione.
Nemmeno Niall in realtà sapeva spiegarsi perché d’improvviso si sentiva così.
Il suo cuore cominciò a battere più veloce, con un ritmo che non aveva mai avuto.
Non era certo la prima volta che vedeva un uomo mezzo nudo, eppure in quel momento gli parve quasi di essere un guardone. I suoi occhi si soffermarono sulle sue spalle ampie, ben delineate, per poi osservare la curva sinuosa della sua schiena, con i muscoli che si contraevano ad ogni movimento. I jeans, a vita leggermente bassa, lasciavano intravedere l’elastico di un paio di boxer bordeaux scuro.
Avrebbe dovuto girarsi e aspettarlo in salotto, magari sedendosi o accendendo al televisione. Questo sarebbe stato un comportamento normale, un comportamento tra amici. Eppure i suoi piedi non volevano saperne di muoversi ma lo tenevano lì, bloccato sul posto. Era ancora perso nelle sue riflessioni quando la voce di Liam si insinuò, riportandolo alla realtà.
“…non credi?”
“Cosa?”
“Ni non hai capito una parola di quanto ti ho detto, vero?”
Scosse la testa, incapace di inventare una scusa per il suo comportamento. Per fortuna Liam non gli chiese nulla ma alzò la camicia in modo da mostrargliela.
“Guarda – gli fece cenno di avvicinarsi mentre riprendeva a tamponare il tessuto appoggiato nel lavandino - penso proprio che con un lavaggio tornerà come nuova, adesso”
Niall annuì avvicinandosi a lui da dietro, ma anziché guardare l’indumento il suo sguardo accarezzò di nuovo la pelle liscia di Liam, soffermandosi sulla spalla destra dove c’era una piccola cicatrice bianca, che spiccava sull’incarnato abbronzato.
Questa volta il professore di informatica sentì su di sé gli occhi dell’amico e, guardando nello specchio, lo vide concentrato ad osservare il suo corpo.
“C’è qualcosa che non va nella mia schiena?” chiese scherzando.
Colto in flagrante, Niall non poté impedirsi di arrossire come un bambino scoperto a fare una marachella.
“No io… Hai una cicatrice” spiegò, evitando di incrociare gli occhi azzurri che lo stavano ancora fissando dallo specchio.
“Lo so – gli rispose prima di lasciarsi andare ad un sorriso malizioso notando il rossore sulle guance e sentendosi compiaciuto di questa cosa – ti imbarazza che sia mezzo nudo, Niall?”
Quando gli occhi verdi dell’amico si spalancarono d’improvviso, capì di aver colpito nel segno.
“Non… Non è vero. Vivo con mio fratello ormai da anni e, per quanto lui e la doccia non siano grandi amici, ho perso il conto di quante volte l’ho visto girare per casa coperto solo da una salvietta legata in vita” cercò di giustificarsi Niall, anche se menzionare Grag nudo forse non era il modo migliore per cambiare la piega presa dal discorso.
“Niente accappatoio? Un comportamento da vero macho. E tu Niall, cosa usi?” rincarò la dose Liam, non resistendo all’impulso di continuare su quel tasto. D’altronde l’amico era adulto e vaccinato ed era liberissimo di interrompere quel discorso o di tornare in salotto ad aspettarlo.
“Non abbiamo accappatoi in casa, per cui…” rispose l’altro, ritenendo inutile precisare che anche lui si limitava a coprirsi l’indispensabile, prima di andare a vestirsi nella propria camera.
Incapace di allontanarsi da lui, Niall tentò di cambiare argomento.
“Come ti sei fatto quella cicatrice?” chiese curioso.
Chris si era accorto che l’amico si era avvicinato impercettibilmente a lui, poteva quasi sentire il calore del suo corpo contro la sua schiena nuda. Si prese il tempo di asciugarsi le mani e si voltò trovandosi vicino al suo viso.
“Un amante troppo focoso” dichiarò serio, scoppiando poi a ridere di fronte allo sguardo allibito di Niall. Avrebbe voluto far durare di più quello scherzo ma non era riuscito a resistere.
“Dovresti vedere la tua faccia in questo momento” concluse, avviandosi per tornare nel piccolo salotto, sentendo dietro di sé i passi del suo nuovo collega che lo stavano seguendo. Si sedette di nuovo per terra, con la schiena rivolta contro il caldo tepore emanato dal camino acceso. Sospirò beatamente nel sentirsi accarezzare da quelle lingue di calore. Lasciò passare qualche minuto prima di affrontare il suo amico.
“C’è qualcosa che non va? Improvvisamente sei diventato taciturno e fissi insistentemente il tappeto come se fosse la cosa più affascinante che tu abbia mai visto. Potrei anche offendermi per essere messo in secondo piano in questo modo ma…” si interruppe senza aver più voglia di scherzare. Forse aveva bevuto troppo vino ed era per questo che si sentiva più sensibile di fronte a quella situazione, di fronte allo strano comportamento di Niall che lo stava mettendo a disagio.
“E’ colpa mia? Sei imbarazzato perché sei qui, da solo, con un tuo collega sfacciatamente gay? Hai paura che ti salti addosso?”
Non avrebbe voluto essere così diretto, quasi offensivo, ma il solo pensiero che lui provasse davvero quei sentimenti lo faceva stare male, più di quanto fosse disposto ad ammettere. Quando capì che l’altro non aveva intenzione di rispondere, fece per alzarsi in piedi e andarsene via.
Ma una mano forte e calda si posò con decisione sulla sua spalla, spingendolo di nuovo verso terra. Sempre quella mano, indugiò qualche istante più del necessario contro la sua pelle, scivolando via, alla fine, con un fremito.
“Non te ne andare, ti prego. Mi dispiace se ti ho offeso – Niall si passò le dita tra i capelli – Non volevo… In realtà tu non c’entri niente, è colpa mia”
“Cosa intendi dire?”
“E’ tutta colpa di quel maledetto sogno” si lasciò sfuggire senza volere.
Liam sbatté le palpebre senza capire.
“Un sogno?” chiese un po’ dubbioso.
Decisamente non si aspettava che il loro discorso prendesse quella piega. Eppure lo strano atteggiamento di Niall lo incuriosì parecchio, spingendolo a non lasciar cadere quell’argomento. La rassicurazione di poco prima aveva sortito il suo effetto, quello strano senso di vuoto, di non essere accettato, era svanito e lui si sentiva di nuovo bene con se stesso.
“Lascia perdere io… non dovevo nemmeno dirtelo. Non so come mi sia uscito, non è niente di importante” si giustificò Niall mordendosi il labbro, tentando di riparare al danno fatto.
Liam invece, ignorando quella sua debole protesta, si spostò avvicinandosi a lui, fino a sfiorare impercettibilmente il suo braccio con il proprio.
“Se non è importante allora puoi raccontarmelo, no? Eddai, adesso sono curioso!”
“Dimenticati di quanto ti ho detto” dichiarò l’amico, scuotendo il capo in segno negativo.
Naturalmente quell’atteggiamento sulla difensiva servì solo ad aumentare la curiosità del professor Payne, noto per la sua capacità di persuasione.
“Da come ti stai comportando sembra quasi che tu abbia fatto un sogno erotico!” esclamò in tono divertito, con l’intenzione di fare una semplice battuta. Il rossore istantaneo apparso sul viso di Niall e il respiro mozzato invece gli confermarono che aveva centrato perfettamente il nocciolo della questione.
“Colpito e affondato, professor Horan” pensò.
Si portò l’indice su un guancia, picchiettando ritmicamente, mentre esprimeva ad alta voce le sue considerazioni.
“Sappiamo già che il tuo letto è frequentato assiduamente da donne sempre diverse, quindi non saresti così imbarazzato per qualcosa del genere. Ma allora… Oh oh! – l’indice rimase sospeso prima di puntarsi contro l’oggetto di quella riflessione - qualcuno qui nasconde un animo birichino sotto i finti panni da bravo ragazzo… e non sono io dato che mi sono già spogliato”
“Liam potresti smettere…” cominciò a dire prima di venir interrotto.
“Di stuzzicarti e togliermi così il piacere di questo momento così divertente? – maliziosamente si avvicinò all’orecchio di Niall sussurrando – preparati mister Horan perché non ti darò tregua finché non saprò tutto”
Quelle parole gli provocarono un brivido che non era dettato dall’imbarazzo.
Sarebbe bastato poco per mettere fine a quella strana situazione.
Poteva alzarsi in piedi e allontanarsi.
Poteva guardare seriamente Liam negli occhi e dire basta.
Poteva inventare una balla qualsiasi.
Oppure, poteva continuare quello strano gioco e vedere dove li avrebbe condotti.
 A dispetto di tutta la razionalità di cui era sempre andato fiero, scelse l’ultima opzione. Di nuovo, il suo cuore aumentò i battiti, come se avesse fatto una lunga corsa, ma anziché sentirsi stanco, quella nuova sensazione lo elettrizzò. Sospirò prima di parlare.
“Nel sogno io ero a scuola” cominciò a raccontare, sentendo il rossore diffondersi di nuovo sul suo viso a dispetto di tutto. Si augurò che le fiamme del camino oscurassero abbastanza il suo volto.
“Interessante” commentò Liam senza distogliere gli occhi dal viso dell’amico che, al contrario, fissava un punto indefinito di fronte a sé.
“Mi ero accorto che il computer che mi avevi prestato era senza antivirus e così… - si bloccò deglutendo nervosamente prima di continuare. Sentiva lo sguardo dell’amico puntato su di sé e il suo fiato caldo solleticargli una guancia. L’imbarazzo per quanto stava per rivelargli si mescolò alla curiosità di vedere la sua reazione e lo spinse a continuare – sono venuto nella tua classe a cercarti”
Quella rivelazione colpì Liam. La serata stava diventando sempre più sorprendente. Adesso riusciva a capire un po’ di più il suo comportamento strano di poco prima. Subito dopo un sorriso a trentadue denti illuminò il suo viso: sapere di essere il protagonista del sogno erotico di Niall accresceva non poco il suo ego.
“Mi hai trovato?” gli domandò per incitarlo a continuare.
“Sì. In pochi minuti hai recuperato un cd e mi ha spiegato come fare ad installarlo”
“Efficiente e preciso anche nei sogni, un bravo a me stesso – commentò Liam – e poi cos’è successo?”
Non poteva permettere che l’amico avesse il tempo di riflettere su quanto gli stava raccontando o rischiava che si tirasse indietro, chiudendosi a riccio. In effetti, la mente di Niall era immersa in una particolare realtà e reagiva al suono ipnotico della voce di Liam, come un serpente che obbedisce al suono del flauto incantatore.
“Ti ho… ringraziato per l’aiuto”
 Sbattendo gli occhi, il professore di informatica esultò intimamente: finalmente avevano raggiunto il nocciolo della questione.
Un nocciolo che si faceva più interessante, minuto dopo minuto.
E lui era sempre stato molto goloso, abbastanza da desiderare di assaggiare questo “nocciolo”.
 Il suo tono di voce, quando parlò, era ancora più dolce e morbido, come quello che si usa per parlare ad un bambino, per metterlo a suo agio. Si avvicinò all’orecchio dell’amico per bisbigliare.
“Non sono stato contento del tuo ringraziamento?”
Niall rabbrividì per il soffio caldo della voce di Liam, che gli solleticò la pelle. Ma il suo corpo non si spostò per sottrarsi, anzi si godette fino all’ultimo quello strano vuoto che aveva provato.
“Al contrario, hai apprezzato molto” confessò onestamente, mentre un angolo della bocca si sollevava accennando un sorriso.
“A te non è piaciuto?” lo incalzò di nuovo l’amico, sempre con lo stesso tono di voce delicato e soffiato a pochi centimetri dal suo orecchio. A Niall sembrò quasi che gli avesse sfiorato il lobo con le labbra ma non ne era sicuro.
“Io… non lo so”
“Forse, se mi spiegassi esattamente cos’è successo potrei aiutarti a sciogliere questo dubbio”
Con quella frase Liam aveva messo in chiaro le sue intenzioni, passando la palla all’amico. Toccava a lui decidere cosa fare, se rispondere a quell’invito o semplicemente tirarsi indietro e concludere così quello strano discorso. Non l’avrebbe costretto a fare niente di cui non fosse sicuro. Attese, immobile lasciandogli tutto il tempo di cui aveva bisogno. Ma a Niall non serviva. Una parte di se stesso probabilmente aveva già deciso cosa fare, forse fin dal momento in cui Liam si era tolto la camicia, regalandogli la visione del suo corpo nudo.
O da quando aveva fatto quel sogno.
Oppure, volendo essere sinceri fino in fondo, dal giorno in cui aveva incontrato il professor Payne e si era presentato a lui.
Si mosse piano, quasi al rallentatore, godendosi intimamente la sensazione di avere in suo potere tutta la situazione, di sapere che Liam, in un certo senso, pendeva dalle sue labbra. I suoi occhi brillavano, mentre i riflessi del fuoco scurivano le sue iridi, fissando quelli dell’amico, vicinissimi.
“Eravamo l’uno di fronte all’altro, proprio in questo modo”
Gli occhi marroni di Liam tremarono per un momento, rendendosi conto di cosa stava succedendo e, soprattutto, di cosa sarebbe successo fra poco. Si leccò il labbro inferiore.
“E poi?”
“Ho alzato un braccio e ti ho sistemato il colletto della camicia – si bloccò con le dita a pochi centimetri dal suo collo – ma dato che non c’è… improvviseremo” concluse sfoderando un sorriso altamente sexy.
Liam si era sempre vantato di essere padrone di se stesso in ogni tipo di situazione. Di solito era preparato a tutto e non si lasciava cogliere di sorpresa. Ma, come amava ripetere durante le sue lezioni, c’era sempre una prima volta in tutto. Quell’ “improvviseremo” pronunciato da Niall in tono malizioso l’aveva scosso in ogni fibra del suo corpo. Ora attendeva che lui continuasse quel gioco. Fu ricompensato dal tocco delle dita del suo amico, che gli sfiorarono il collo e la spalla con l’indice il medio. Trattenne il respiro e quasi si lasciò sfuggire un gemito quando tutto finì. Avvertiva chiaramente i punti dove l’aveva toccato perché scottavano. Era perso in quelle riflessioni e quasi non si accorse che lui aveva ricominciato a parlare.
 
“Tu invece mi hai fatto i complimenti per la cravatta che indossavo” mormorò Niall, inclinando leggermente in capo, quasi invitandolo a raccogliere la sua provocazione. L’amico non lo deluse ovviamente, anzi aspettava di poter prendere parte attivamente a quel gioco.
“Dato che non la indossi in questo momento, cercherò anch’io di improvvisare” replicò, cominciando ad adorare il suono di quel verbo, che stava assumendo significati sempre più interessanti.
Alzò entrambe le braccia, raggiungendo la camicia che portava Niall, ovviamente priva di cravatta, e le sue lunghe dita si infilarono nel colletto ai lati, scivolando sulla pelle fino a ricongiungersi sulla sua gola e scesero lentamente fino al primo bottone, slacciandolo. La stessa azione si ripeté anche per gli altri, sempre con i polpastrelli che scivolavano sul torace di Niall finché la camicia non fu completamente slacciata. Terminato quel compito Liam si soffermò a fissare l’amico.
Splendido.
Non c’era un aggettivo più appropriato. Un ricciolo ribelle era caduto sulla sua fronte, nascondendogli parzialmente un occhio e conferendogli un’espressione da latin lover consumato. La camicia, completamente aperta, rivelava il suo fisico asciutto, a partire dai pettorali, scendendo verso l’addome e più giù, fino al punto in cui tutto spariva, nascosto dai jeans che indossava. Di nuovo, si leccò le labbra, pregustando il passo successivo.
“E adesso?” chiese con finta innocenza.
 
Questa volta Niall si sporse verso di lui, fino a sfiorargli l’orecchio con la bocca, come se stesse per rivelargli un grande segreto.
“Ti sistemavo una ciocca di capelli” mormorò roco, prima di sfiorargli il lobo con il labbro superiore.
Tornato al suo posto, allungò il braccio infilando le dita nei suoi capelli biondi e lisci, in una lunga carezza che terminò sulla nuca di Liam, indugiando per qualche secondo, come se volesse spingerlo verso di sé, poi lo lasciò andare. Questa volta l’amico non trattenne un gemito di frustrazione. Tutta quella situazione era terribilmente eccitante, ma lui cominciava a bramare qualcosa di più.
“Horan, cominci ad esagerare…” soffiò minaccioso.
“E’ stato lei a chiedermi di raccontarle il sogno. Non vuole sapere com’è andata dopo, professor Payne?” lo prese in giro Niall, fingendo un’espressione innocente.
Ma Liam ormai era arrivato al limite, come una tigre che ormai è pronta a balzare sulla sua preda.
“Non ho bisogno che tu me lo dica, so già cos’è successo” dichiarò sicuro, con gli occhi spalancati e fissi in quelli di lui.
L’amico non fece una piega, ricambiando quello sguardo con altrettanta sicurezza, il suo cuore ormai galoppava ma non era più un battito sconosciuto, lo faceva sentire sicuro e vivo come non mai.
“Avanti, dimmi come si concludeva il mio sogno”
Quasi si sciolse davanti al sorriso sexy di Liam, mentre si avvicinava colmando la già breve distanza fra loro due. Le sue mani salirono afferrandogli il colletto della camicia, tirandolo prepotentemente contro il suo corpo, contro il suo viso e, soprattutto, contro le sue labbra.
Niall non aveva mai baciato un uomo, né mai avrebbe pensato di farlo. Invece, in questo momento, stava veramente baciando qualcuno del suo stesso sesso e, che fosse dannato, non aveva mai provato niente di più bello e sensuale. Le labbra di Liam erano morbide, proprio come nel suo sogno. Sorrise quando lui gli afferrò il labbro inferiore, mordicchiandolo piano. Sospirando, Niall portò la mano sulla nuca del suo affascinante amico per approfondire ancora di più il bacio, premendo con la lingua perché aprisse la bocca. Non ci fu una grande resistenza, a dire il vero, Liam lo ricambiò immediatamente prima di staccarsi da lui di qualche centimetro. Nel silenzio della stanza si sentiva solo il crepitare del fuoco e i loro respiri caldi, mentre la punta dei loro nasi si sfiorava delicatamente, come se non fosse possibile spezzare del tutto il contatto.
“Hai trovato una risposta? Ti è piaciuto o no il sogno?” domandò.
“Non tanto, se devo essere sincero” mormorò l’altro, con voce affannata.
Liam aggrottò le sopracciglia, dubbioso, bloccandosi di colpo. Niall appoggiò le labbra sulle sue, sorridendo.
“La realtà è molto, molto meglio di quello che ho sognato” dichiarò convinto, ricominciando a baciarlo.
 
 
 
#SPAZIO AUTRICE#
Salve ragazzeee..
Questa è la prima niam che scrivo, che ve ne pare?
Nella storia come avete notato Liam e Niall sono due professori di informatica.liam è gay mentra Niall è convinto di essere etero ma poi capisce che si sbaglia.
Detto questo, spero che vi sia piaciuta la storia e spero che lasciate qualche recensione per farmi sapere il vostro pensiero.
Ultima cosa: mi scuso per eventuali errosi grammaticali
 
Baci
Mariachiara
Xx
  
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