sesto
capitolo
Mi
ritrovai James
con un mazzo di rose che gigantesco e che mi diceva “ti
amo” o “sei speciale”
Ma sapete una cosa?
Non è successo niente di tutto questo! NIENTE!
Perché dopo che ho
suonato il campanello, mi sono accorta che la porta era leggermente
aperta,
l’ho aperta un po’ di più per entrare a
vedere se la casa era vuota, ma non
l’ho era….
La stanza piena di
gemiti di piacere, entrai a vedere e trovai un bionda ossigenata di
un’oca a
cavalcioni su di James, ansimando.
La mia faccia è
rigata dalle lacrime, che continuarono
a
scendere.
Uscì di corsa da
quella casa, volevo allontanarmi il più possibile.
Non potevo crederci
che lui mi abbia fatto credere che gli importasse qualcosa di me, che
forse
c’era qualcosa tra di noi, anche se ancora non sapevo cosa,
ma ero sicura che
ci fosse.
In quei due anni
che vivevo a Los Angeles, avevo imparato che tutti gli uomini fossero
dei
menefreghisti, porchi, senza cuore. Quando ho conosciuto James, mi ha
farro
sperare che esistesse ancora qualcuno che può amarti
davvero, anche se loro
sono una piccola parte del tutto.
Sentii qualcuno che
mi chiamava, ma non volevo girarmi
e
continuavo a correre.
Quel qualcuno
riuscì a raggiungermi e mi prese per un braccio , fermandomi
fermare e voltare
, ma non riesco a guardarlo in faccia.
- Annabeth,
lasciami spiegare – cercai di divincolarmi
dalla sua presa
- Annabeth, ti
prego guardami e lasciami spiegare –
continuò lui
- per dire cosa
James, mi hai credere che ti importava qualcosa di me, mi hai illuso,
credevo
che… - no
riesco a continuare per quanto
sono arrabbiata, ma comunque cerco di continuare
- poi,
appena me ne
vado, te ne trovi già un’altra e io finisco
direttamente nel posto delle cose
di cui non ti importa niente, che se fossi un giocattolo, una cosa che
appena
si rompe deve essere rimpiazzata …
Stavo
ancora
piangendo. Decisi di andare nell’unico posto che riusciva a
tranquillizzarmi.
La spiaggia.
Ci misi un po’ per
arrivare , ma ci riuscii. Camminai lungo la spiaggia, amavo il rumore
del mare,
le onde che si scontravano contro la battigia, l’acqua che
bagnava i miei
piedi, mi rilassava molto.
Camminando, in
lontananza, vidi degli scogli e mi misi a correre per arrivarci.
Arrivata in
cima mi sedetti, con le braccia mi avvicinai le gambe al petto e
appoggiai la
testa sulle ginocchia.
I colori del
tramonto sono bellissimi, l’arancione che sfuma verso il
giallo, tutto in
contrasto con l’azzurro del mare.
Il sole che piano
scendeva, rendeva lo spettacolo ancora più bello.
Rimasi in quella
posizione ancora un po’. Ogni tanto sentivo qualche lacrima
che scendeva, ma
ormai non ci facevo più caso. Il solo era già
tramontato, quindi decisi di
alzarmi e tornare a casa.
Appena aprì la porta
trovai Josh in piedi a braccia conserte.
-Dove sei stata?
Con chi eri? Cosa avete fatto?- mi chiese serio
- Ero a fare una
passeggiata e soprattutto ero da sola-
- ne sei
completamente sicura, no perché da quello che ho letto non
lo eri- dessi
mostrandomi il mio cellulare. Mi prese il panico e misi a cercare nella
borsa.
Non ci posso credere che me lo sono dimenticata a casa!
- chi è James?-
disse
ancora rimanendo serio
- un amico - dissi
cercando di essere il più convincente possibile
- Davvero? Un amico che
ti dice “ non è come
credi”, “Ti prego rispondimi. Sei davvero
importante per me” o ancora “ti amo,
ti prego rispondimi” … io non credo proprio-
ero paralizzata
- se mi volevi
mollare perché non me lo hai semplicemente detto?-
si avvicinò a me
- perché io non
voglio lasciarti- dissi cercando di convincermi anche io
di quello che stavo
dicendo
-Vorrei tanto
crederti, ma se continui a nascondermi le cose, io non ce la posso
fare, mi
dispiace-
- quindi questa è
proprio la fine?- lui annuì
- almeno lascia che
raccolga le mie cose e me ne vado- lui si
spostò per lasciarmi passare e io
andai in camera, riprendendomi il cellulare.
Andai
nelle
chiamate, composi il numero di Harry e cercai di ricacciare dentro le
lacrime,
pesi un bel respiro.
- Pronto?- rispose
Louis al posto di mio fratello
- ciao Lou, sono
Annabeth -
- Ciao- disse lui
felice
- senti vi dispiace
se vengo a stare da voi per un po’?- chiesi
titubante
- Ma stai
scherzando? Certo che puoi! – disse eccitato
dall’idea – sono
sicuro che i
ragazzi saranno felici di vederti-
-Grazie Lou- dissi
con un piccolo sorriso che si stava aprendo sulle mie labbra
- ci vediamo dopo-
e riattaccò
Iniziai
ad
impacchettare le mie cose. In certi momenti mi accorgevo delle lacrime
che
scendevano, ma ero sicure che non stavo piangendo perché
avevo appena rotto con
Josh, ma per James, per uno stronzo. Non riuscivo ad non piangere per
quello
che era successo e la rabbia aumentava, molto-
Quando passavamo il
tempo insieme mi faceva sentire speciale, che finalmente importassi a
qualcuno,
perché dopo che mio fratello aveva abbandonato me e la
mamma, mi sentivo vuota,
una nullità, persa visto che era la persona a cui tenevo di
più. Ero delusa,
triste,arrabbiata. Poi m i sono trasferita a Los Angeles e ho
ricominciato da
zero. Ho passato due anni facendo finta che il passato non esistesse.
Poi è
arrivato lui, che mi ha travolto la vita facendomi sentire di nuovo
importante.
Con lui ho passato le due settimane più belle della mia
vita. Me ne sono andata
per poco e quando torno lo trovo in quella situazione, ma quello che mi
fa
arrabbiare è quante volte lo avrà fatto, mentre
io non c’ero?
Magari voi lettori
penserete “Perché dici queste cose, non stavate
manco insieme?” beh anche se
non stavamo insieme mi ha illuso, mi ha fatto sentire importante dopo
tanto
tempo, mi ha fatto credere che ci fosse qualcosa dopo il bacio in
aeroporto.
Finito di riempire
gli scatoloni, comprai il biglietto per il prossimo aereo per Londra,
ovvero
tra mezz’ora,chiamai il camion per i traslochi e mi avviai
verso l’aeroporto.
Sull’aereo stavo
ancora rileggendo i messaggi che James mi stava mandando e io come
risposta lo
stavo mentalmente mandando a fanculo. Decisi di spegnere il telefono,
appoggiai
la testa al finestrino e mi addormentai.
Fui
svegliata dall’atterraggio.
Scesa dall’aereo andai a riprendere la mia roba, ma non la
trovai, mi avvicinai
a un dipendente dell’aeroporto e gli chiesi degli scatoloni
che erano stati
imbarcati sull’aereo proveniente da Los Angeles, lui
controllò la lista e mi
disse che tutto era stato scaricato e ritirato.
Poi vidi Louis
arrivare
- Che succede?-
chiese
- La mia roba è
sparita- lui sorrise
- Non è scomparsa,
lo fatta portare a casa-
- e avvertirmi così
non mi sarebbe venuto un colpo ??-
- Scusa- mi disse
facendo la faccia da cucciolo
- Non fa niente Lou
– mi abbracciò e io ricambiai.
Uscimmo
e salimmo
in macchina. Durante il viaggio nessuno dei due parlò, io
perché non ne avevo
molta voglia, lui non lo so.
Arrivammo a
destinazione e appena entrammo non volava una mosca, cosa strana in
questa
casa.
- Em … Lou dove
sono tutti?-
- sono le due del mattino qua, dove
vuoi che siano-
disse lui con fare ovvio, avevo tanto perso la cognizione del tempo che
non mi
sono accorta che era buio. Mi accompagnò in camera e sullo
stipite della porta
mi chiese, - Che ne dici
di fare un bagno in piscina?-
- Vuoi fare il
bagno alle due di notte?- dissi un perplessa
- Si perché? La piscina
è riscaldata-
- Vada per il bagno
notturno, però non sei sano-
- Mi stato sano in
tutta la mia vita- mi misi a ridere e lui si
unì e poi lo cacciai fuori dalla
camera per cambiarmi.
Aprii una delle scatole e ne
tolsi fuori un
bikini azzurro e un pareo dello stesso colore, andai in bagno e mi
cambiai.
Appena finito scesi giù, trovando Louis già in
piscina,però non mi aveva ancora
notato, allora ne approfittai . Entrai in acqua, mi avvicinai, gli
abbassai il
costume e velocemente mi allontanai. Quando risalii in superficie mi
misi a
ridere, Lou mi vide e lanciandomi un’occhiataccia, si
rialzò il costume e
cominciò a schizzarmi, iniziando a ridere come degli emeriti
coglioni.
Continuammo così
per un po’, poi decisi di andarmi a sedere su bordo, Lou mi
raggiunse,
posizionandosi davanti a me, i nostri occhi i incontrarono e rimasero
incatenati. I suoi occhi erano azzurri, ma con la luce della luna si
illuminavano
e diventavano come il mare. Erano bellissimi e io perché non
me ne sono mai
accorta! Perché?!?!?
Rimasi e fissarlo
per un po’fino a quando non mi accorsi che la distanza fra
noi stava
diminuendo.
Sentii le sue
labbra premere dolcemente sulle mie. Un bacio dolce. Un bacio che diede
inizio
ad una serie di baci dolci e vogliosi. Alla fine di ogni bacio ne
volevo
ancora, volevo che quel momento durasse all’infinito.